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- Guido
io Sas’ke.
- Ma non
se ne parla proprio.
- Perché?
- Perché
con la tua andatura alla festa non ci arriviamo proprio dato finiamo in
ospedale prima.
- Non è
vero, e poi rispetto i limiti qualche volta.
- Tu
dovresti guidare una macchina elettrica che sfrutta la luce solare in una
giornata di pioggia, allora si che andresti alla velocità ideale. Queste cose
lasciale fare a chi è capace.
Alla fine
avevamo deciso di andare alla festa alla discoteca Konoha e chiaramente eravamo
in ritardo. Il copione era il solito: tutti gli invitati già presenti e noi che
arriviamo dopo con la faccia di quelli mortificati per il ritardo, ma pronti a
fornire una validissima motivazione.
“Scusateci,
abbiamo trovato un traffico assurdo!”
Ma dai!
Possibile che ogni volta che avete un appuntamento trovate traffico? Non sarà
mica un complotto organizzato dai servizi segreti? E se foste vittime di un
miliardario annoiato che paga gli automobilisti per creare del traffico? Che
sfiga! La verità è che cazzeggiate fino all’ultimo e poi, appena vi rendete
conto del guaio, eccovi fuori casa con ancora i mano la cintura e il giaccone
che tentate di salire in auto mentre squilla il telefono, cadono le chiavi e si
piegano gli occhiali che avete in tasca.
Una che
andava molto di moda è questa: “Guarda, un casino! Uno si è buttato sotto il
treno”. Ma è possibile che ogni volta che noi si ha un impegno qualcuno decide
di ammazzarsi? Perché nessuno decide di farla finita mentre stiamo andando a
pagare l’affitto di casa o una multa, così avremmo una scusa valida per non
farlo?
Come non
citare poi la classica: “È morta la nonna!”. Va bene sempre e ritorna
ciclicamente, un po’ come la moda; anche a scuola si usava, ci sono nonne morte
ben 19 volte per colpa di un compito in classe o di una interrogazione in
storia. E poi dicono che la scuola fa bene!
L’ultima,
la preferita, è: “Sono venti minuti che giro qui intorno senza trovare
parcheggio”: è la migliore perché lascia dei margini di credibilità,
soprattutto in una città come Roma dove parcheggiare diventa una Mission
Impossible.
Non puoi
trovare un posto e infilarti, perché prima devi guardare il colore delle
strisce. La gialla ti dice che possono parcheggiare solo i residenti di quella
zona e la blu che ti serve il tagli andino; ce n’era anche una bianca ma il
Comune ha pagato degli imbianchini per ricoprirla perché si intonava male con
il colore dell’asfalto. Ma non si diceva che il bianco stava bene con tutto?
Oltre a
conoscere i colori devi ricordarti di non parcheggiare:
1)
Sui passi carrabili.
2)
Sui marciapiedi.
3)
Negli spazi riservati agli handicappati.
4)
Nelle aree riservate al posteggio taxi.
5)
Nelle aree riservate ai bus.
6)
In prossimità di zone dove si fa il mercato.
7)
Dove c’è la pulizia della strada*
8)
Negli spazi destinati al carico/scarico merci.
9)
Vicino alla Posta
10)Vicino i semafori.
Ma dove
la metti la macchina allora? Potresti buttarla, oppure metterla in un economico
box che ti costa quanto l’auto.
Anche se
trovi il posto, poi devi essere munito del pass o del tagli andino che si
acquista in tabaccheria o all’apposita macchinetta che se magari hai solo una
moneta da 2€, tu la inserisci convinto di ricevere il resto, invece ti sputa
fuori il bigliettino con su scritto “parcheggio valido per due ore, il resto te
lo sogni”. Perciò, anche se magari avete parcheggiato per andare magari a
ritirare la pensione della nonna, avete comunque tutto il tempo per spenderla
comodamente. Tanto il parcheggio è pagato.
Volendo esagerare,
nella convenzione potrebbe esserci un vaffanculo gratis al vigile, che starà
pur facendo il suo dovere ma non sprigionerà mai simpatia; non si sopporta
punto e basta.
Secondo me
la colpa è anche di come lo vestono. Via la tuta aderente che segna e non
slancia per niente e gli stivali fino al ginocchio; su uno basso l’impressione
è quella di un busto appoggiato sul davanzale. Per non parlare del cappello,
disegnato da uno stilista in preda a effetti collaterali da Tachipirina 1000
scaduta da tre anni; se lo giriamo è adatto per preparare la polenta.
E poi
diamo delle razioni di zucchero alle vigilesse donne, sempre incazzatissime: cosa
vogliono fare, concorrenza a Sgarbi? Una risata ogni tanto non farebbe male,
magari una camomilla al posto del caffè la mattina non sarebbe male.
Capisco che
il lavoro del vigile non sia bellissimo, ma va anche detto non è colpa nostra e
loro non si sforzano affatto per risultare simpatici.
“Patente
e libretto, prego.”
“Un
attimo che li cerco. Ecco tenga.”
“Lei è
passato con il rosso.”
“Guardi,
non per contraddirla, ma io dovevo girare a destra e il semaforo direzionale
era verde.”
“Vuole
saperlo meglio di me? È il mio mestiere.”
“Capisco
perfettamente, ma io le ripeto che sono passato con il verde. C’era la freccia
verde.”
“L’avrà
messa qualcuno a mia insaputa.”
“Certo! Sarà
passato Toro Seduto a metterla, mi hanno detto che abita qui vicino.”
“Faccia
poco lo spiritoso! Intanto…”
Ecco! Ha fatto
la multa e non l’ha neppure motivata. Perché?
Se non ti
sta bene puoi protestare o addirittura andare a contestarla al Comando dei
vigili.
“Mi
scusi, ieri un suo collega mi ha fatto la multa perché sostiene che sono
passato con il rosso, ma non è così.”
“Va bene,
mi dia il verbale, così guardiamo la firma e vediamo di che agente si tratta.”
“Se riesce a capirla. Per me il suo collega stava provando l’elettrostimolatore
che gli ha regalato la moglie per Natale quando mi ha firmato la multa.
Non si
capisce se sia opera di un umano o di un dinosauro con l’esaurimento nervoso.”
Parlavamo
di traffico e di auto.
Prendi i
mezzi e fai prima? Mi piacerebbe, ma un giorno scioperano i conducenti, un
giorno gli operai della manutenzione, un giorno le macchinette, che si sentono
prese per il culo perché la gente timbra il biglietto usato; solo i controllori
non scioperano mai!
Si potrebbe
usare la motocicletta oppure la bici. Proviamoci, ma nel primo caso quello che risparmi
in posteggio lo spendi dal medico perché se porti un casco integrale sul
braccio, ti curva la spina dorsale, mentre nel secondo ci vuole una memoria
infinita per ricordare la combinazione del lucchetto che metti per non farti
rubare la bici… e poi ti portano via tutto, palo compreso.
Va bene,
si va a piedi!
Sui
marciapiedi? Non penso, a meno che tu non sappia fare lo slalom gigante tra le
cagate dei cani e i sacchi della spazzatura… Qualcuno ha delle ali da
prestarci?
Sta di
fatto che alla festa non ci siamo mai arrivati, neppure in ritardo!
- Perché la
macchina non si accende?
- Non lo
so, sei tu quello che se ne intende.
- Lo sapevo,
siamo in riserva.
- Perché mi
guardi?
- Toccava
a te fare benzina. Perché non l’hai fatta?
- Perché non
trovo nessuno che mi cambi 50.000 lire.
- Forse perché
siamo passati all’euro.
- Da
quando?
- Ma dove
è che vivi?
- Stai
calmo signor sapientino, e poi non è che posso essere informato su tutto.
- Ma
scusa, e quando vai a fare la spesa come fai a pagare?
- Non lo
so, ci vai sempre tu.
- E
quando vai a prendere il giornale?
- Non lo
so, ci vai tu.
- E se
devi pagare le bollette?
- Di
solito ci vai tu.
- Ma
scusa, allora tu non fai veramente niente al quadrato!
- Io
vivo. Ma hai idea di quanto sia difficile stare tutto il giorno a casa senza
fare niente?
- E tu
hai idea di quanto male ti potrei fare in questo istante se dovessi dare retta
a quello che mi dice il mio istinto?
- Che
cosa ti sta dicendo?
-
Rompigli la faccia!
- Non mi
è mai stato simpatico.
- Ma chi?
- Il tuo
istinto.
-
Ascolta, visto che non ho voglia di perdere fiato a spiegarti le cose e che la
festa è saltata, che ne dici se ci prendiamo un film da Shino qui all’angolo?
- Mi
sembra una grandissima idea. Non pensavo che una scatola cranica piccola come
la tua potesse ospitare per più di qualche secondo intuizioni intelligenti,
sai?
- Il
fatto è che tu non conosci tutte le mie qualità perché io le so nascondere
bene.
- Anch’io
lo saprei fare se avessi un naso come il tuo! Lì ci sta un casino di roba.
- Ancora
con questa storia del naso. Dai, scendi dalla macchina che andiamo da Shino a
piedi, tanto è a due passi da casa.
- Ok. Cosa
stai facendo?
- Mi
rimetto le scarpe.
- Ecco
cos’era questo odore allucinante in macchina!
- Ma
quale odore!
- Mi
sembrava ci fosse l’arble magique al gorgonzola.
- Vedi
che non capisci! L’odore naturale del nostro corpo non va mascherato perché è
il riflesso del nostro essere.
- Sarà,
sta di fatto che se tu non ti levavi le scarpe non si appannavano i vetri.
- Ma se
non te lo dicevo io tu non ti eri neanche accorto che me le ero tolte.
- Vero,
ma ora ricordo che a un certo punto nella macchina una zanzara mi ha toccato
contro la spalla e mi ha detto: “Se vuoi farti pungere esci perché io da qui me
ne vado”.
- Se non
ti sta bene facciamo che la macchina la si prende a turni, così non sarai
costretto a sopportare il mio odore, povera stellina! Però mi sa che questa
proposta non ti va bene dato che non sai guidare.
- Solo perché
mi hanno bocciato allo scritto. Ho fatto cinque errori e per essere promosso se
ne potevano fare quattro. Dimmi tu se questa non è sfiga?
- Sì, ma
è la terza volta che lo rifai! Tenti la promozione per anzianità o pensi di
farcela prima o poi?
- Al
posto di sfottermi, perché non mi aiuti e mi fai lezioni di guida?
- Così
finiamo a litigare come al solito. Ti ricordi domenica mattina, vero?
- Va be’,
ma anche tu! Si può fare quella scenata perché non volevo mettermi la cintura?
- Naruto,
la cintura di sicurezza puoi metterla o non metterla tanto è un problema tuo,
ma è quella dei pantaloni che devi metterti, hai fatto tutto il viaggio con il
culo di fuori!
- Sei
veramente un teme! Non capisci che quando salgo in macchina mi sale addosso una
tensione incredibile e non capisco più quel che va fatto?
- Me ne
sono accorto da come scali! Non è che pensi che sia opportuno rallentare un
attimo! Fai direttamente quarta-seconda, la macchina si punta e io con la
fronte cambio sempre stazione alla radio. Dimmi tu se questa è vita?
- Al
posto di concentrarti sulla mia guida, preoccupati piuttosto di dare un aspetto
decente alla macchina che inizio a vergognarmi quando si va in giro!
- Cos’è
questa novità adesso? Sentiamo, cosa c’è che non va nel mio modo di tenere l’auto?
-
Anzitutto il cruscotto pieno di immagini di santi.
- È un’usanza
del Meridione e, in quanto meridionale, mi sento di rispettarla.
- Mi
sembra giusto! Ma perché ognuno di loro deve dire cose diverse tipo “vai piano”,
“sii prudente”, “proteggimi”. Che si riuniscano in assemblea ordinaria e
decidano per uno slogan comune del tipo: “tieniti mediamente sui 70km/h.”
- Hai ragione!
Bisognerebbe avvisarli, ma non ho neanche il numero di telefono di un santo.
- Al
massimo chiamiamo il servizio informazioni e ci facciamo dare l’indirizzo, così
gli inviamo una raccomandata con ricevuta di ritorno.
- Esatto,
tanto vivranno tutti insieme in una grande casa bianca tipo loft; due piani con
la stanza di Dio al piano superiore.
- E cos’ha,
un piano tutto per lui?
- In
qualità di più anziano e di più saggio gli spetteranno di sicuro delle
agevolazioni.
- Mi
sembra giusto. Comunque spiegami a cosa ti servono questi santini in auto!
- Mi
ricordano di andare piano.
- Ah, perché
se sei a 160km/h te lo deve dire il santo che stai andando troppo forte? Magari
esce per un attimo dall’immagine, si infoia e schiaccia lui pedale del freno!
- Ok! Poi
cos’altro non ti piace, sentiamo.
- Trovo
particolarmente inutili i dadi grossi quanto un pallone da football attaccati
allo specchietto retrovisore, i tappetini muccati, le tendine di Gigi D’Alessio
da cui escono i brani del suo ultimo album ogni volta che le si tira su, ma
soprattutto l’antenna dello stereo.
- Quella
è un must e non voglio sentire storie.
- È alta
un metro e mezzo e se sintonizzata con attenzione intercetta le conversazioni
di Al Jazeera, senza contare che può essere scambiata per il cavo di connessione collegato al flusso
canalizzatore di Ritorno al Futuro.
- Se
pensi di aver finito, io andrei ad affittare il film
- Va
bene! Ma non ti va di litigare un altro po’?
-
Muoviti!
- Sei
noioso, ecco cosa sei!
*PULIZIA DELLA STRADA: Attività principalmente notturna svolta da aspirapolveri giganti su quattro ruote
che non ti consentono di parcheggiare sotto casa e che passano proprio
nell'istante in cui stavi per prendere sonno. Fanno tutto fuorché pulire!