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Autore: Il_Bardo    16/04/2012    1 recensioni
Già Napoleone sapeva di lui.
Un ragazzo, Maximilien, ancora estremamente giovane, vacillante in sè.
I suoi ideali di un mondo perfetto, sono l'unica cosa ferma nella sua anima, che abbraccia due ali d'angelo, forgiate dal firmamento per distendere il velo della sua Utopia su tutto il mondo. la Mano degli Angeli; dissipi ogni Discordia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo mondo non è giusto.
Non lo è mai stato, ma chi ha detto che mai lo sarà?
Non riuscivo a rendermene conto se fosse stato per mano del Caso o del Fato, la mia vita, sempre più avvolta e intrecciata a qualcosa di molto più grande e imponente.

Più il tempo passava, più potevo constatare di come le mie vicende personali, si ripercuotevano nel mondo, in un modo o nell'altro, immedesimandosi in un eco che riecheggiava.
Come era solito, ogni mattina di buona o mala lena, ero già in strada verso l'istituto che frequentavo, situato ad una ventina di chilometri dalla mia piccola città, in un'altra più grande e popolata.
Un istituto, per la precisione Agrario, dove ogni conoscenza riguardava la natura stessa e le mille forme in cui si manifestava indomita.
La Natura stessa difatti, fu il mio vero e primo "amore", da quando ebbi la facoltà di formulare pensieri.
Nell'epoca in cui ero nato, se non da tempi immemori, era sempre stata disprezzata, beffeggiata, in un modo o nell'altro.
Non erano rari in casi in cui mi arrivassero all'orecchio, vicende spregevoli: gatti uccisi per divertimento, per pazzia, cani sterminati da chi non possedeva un briciolo di sensibilità. Né i sette mari, né la volta celeste fornivano un sicuro rifugio alle creature, la mano sinistra dell'uomo arrivava ovunque e maligna, raccoglieva anche i frutti che non poteva toccare.
Le foreste man mano sparivano, distrutte per lasciare spazio ai "castelli" di cemento che rappresentavano stupidamente la contorta idea di domare la natura stessa, idea partorita dalla mente umana.
Tutto questo per dimostrare non altro che una grande povertà d'animo. La giustizia, dove si nasconde?
Forse teme, come un debole germoglio, non non riuscire ad arrivare al sole e radicarsi, ottenebrata dalle ombre della corruzione e depravazione.
"Resisti, non cedere, sto venendo a salvarti" mi ripetevo spesso nella testa, più gli anni passavano, più questa frase risuonava, sempre più intensa, nella mia mente.
Frequentando quella scuola, avrei avuto la possibilità di conoscerne ogni sua sfaccettatura, e con volontà e il sapere che avrei raccolto, avrei potuto raggiungere lo scopo che mi ero prefissato.
Avrei guadagnato soldi e potere. Due mali che avvelenavano qualsiasi anima né entrasse in possesso, ma per me era diverso.
Per un ragazzo sedicenne estremamente insicuro di sé quale ero, l'unica certezza che avevo, oltre la morte, era quella.
"Possa il mondo cadere! ogni passo che oggi imprimo nella mia vita, è un frammento dell'Utopia che sto sognando ardentemente"
Con il passare degli anni sembrava sempre più vicina, avrei fatto della mia vita un baluardo per la Verde Signora.
La scuola era inserita, timida, in un versante di una collina. Era soprannominata da tutti "la villa", perchè non era altro che un'antica villa, costruita nel '600, da un marchese.
Storicamente, la storia parla di Napoleone stesso, che mise piede lì per dormirvi due notti.
Non tutti i libri però narravano, che Napoleone scrisse tre pagine, quelle parole si persero nel tempo, ben prima che gli occhi di qualcun'altro potessero leggerle.
Le ombre delle mie gambe si intrecciavano e si slegavano continuamente sull'asfalto usurato illuminato dall'aurora. In un ciclo apparentemente infinito, che si concludeva con il mio arrivo sulla cima.
Ligio e impassibile, ogni giorno acquisivo conoscenze, leggevo quanti più libri mi fossero a disposizione, presi dalla biblioteca dell'istituto.
Questo per tre anni, ne avevo appena compiuti sedici di anni, e avevo da non molto iniziato il terzo anno alla scuola.
Ah.. mai avrei immaginato, in una mattina del primaverile marzo, che in cima a quella collina e da quella ancestrale villa, avrei spiccato il mio primo volo...
  
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