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Autore: TheOnlyWay    16/04/2012    12 recensioni
Se c’è qualcuno che Lottie detesta con tutta sé stessa, quella è sua cugina Tiffany. Stessa età, ma quoziente intellettivo di uno yogurt scaduto.
Ed è proprio in virtù di quel misero Q.I. che Tiffany costringe Lottie a condividere con lei una sorta di diario.
Lottie non ha idea che lasciare quel quadernetto sul tavolo sarà la sua rovina: dopotutto, chi potrebbe mai interessarsi ad un oggetto così insignificante? E, soprattutto, chi mai avrebbe tempo, durante il lavoro, di mettersi a leggere quel delirio? Be’, i One Direction sono in attesa che il meeting con le fan abbia inizio. E Zayn non trova niente di meglio da fare, se non leggere un po’…
Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacio, Fede.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Diario di una psicopatica

 

Capitolo 2

“Uncle, sister, cousin: who’s the craziest one?”

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Zayn voleva bene ad Harry, davvero: sapeva essere un ottimo amico, era divertente, intelligente – non sempre, okay, ma quando voleva sapeva esserlo – e, a volte, dava ottimi consigli. Quando aveva di quelle uscite, però, avrebbe voluto ammazzarlo.
Perciò gli scoccò un’occhiata in tralice, come ad ammonirlo di starsene zitto, ma Harry sembrava completamente intenzionato a metterlo in imbarazzo, quel giorno. Stava per parlare una seconda volta, quando Lottie lo interruppe.
«Meno male che ci sei tu, con l’aria da grande intellettuale.» disse, con quella voce dolce e morbida.
Louis scoppiò a ridere, subito seguito dal resto dei ragazzi. Zayn scambiò un’occhiata complice con Lottie, che gli fece un occhiolino, mentre Harry si limitò a boccheggiare per qualche istante, completamente senza parole. Non gli capitava tanto spesso, che una ragazza lo zittisse in quel modo.
«Charlotte Marie Gaillard! Cosa fai ancora qui? Non ti pago per importunare i nostri ospiti!»
Zayn notò subito il modo in cui le spalle di Lottie si contrassero, di fronte all’evidente rimprovero di quello che sembrava, a tutti gli effetti, il principale della libreria. Era strano, seppur la conoscesse da poco più di dieci minuti, vederla così tesa. Insomma, era la stessa persona che aveva dato della psicopatica da internare alla cugina? Poi, Lottie prese un respiro profondo, si voltò verso il nuovo arrivato e gli sorrise, gelida.
«Si dà il caso che mi paghi il minimo necessario, e che il mio compito non sia portare i caffè come una cameriera. E non importuno proprio nessuno!» sibilò. La mascella dell’uomo si irrigidì.
«Tra due minuti siete attesi. Charlotte, saluta.» intimò.
Lottie sospirò. «È stato un piacere.» sorrise debolmente ai ragazzi, poi seguì l’uomo fuori dalla stanza.
I ragazzi rimasero un po’ in silenzio, senza sapere bene che cosa dire. L’uscita di Lottie gli aveva lasciati un po’ perplessi.
«Sarà meglio andare.» affermò Liam, dando una pacca sulla spalla a Zayn, che annuì e seguì il resto del gruppo verso il palco che era stato allestito apposta per loro.
Per tutta la durata dell’incontro, si guardò intorno, nella speranza di incrociare Lottie e il suo sguardo color cioccolato, da qualche parte. Ma niente, sembrava sparita. Eppure aveva detto di lavorare lì.
«Potresti sorridere almeno un po’?» gli sussurrò Harry, sporgendosi all’indietro. Zayn si scusò, poi si costrinse ad apparire davvero felice di trovarsi lì e salutò una fan – una ragazzina che aveva all’incirca tredici anni – con un sorriso mozzafiato che la fece arrossire fino alla radice dei capelli.
Un’ora dopo, sentiva male alla mascella e non ne poteva più di trattenere quel sorriso finto. Era stancante, dopo un po’, fingersi interessati a tutte le stronzate che gli chiedevano. Era di vitale importanza, sapere cosa mangiava a colazione?
Tuttavia, si sforzò di rispondere.
Al termine dell’incontro, i ragazzi salutarono le fan con calore e imboccarono di nuovo il corridoio che gli avrebbe portati allo studio.
Si lasciarono andare ad un sospiro stanco, ma soddisfatto. Forse non si sarebbero mai abituati a tutta quella fama. Zayn, poi, che di carattere era piuttosto riservato, trovava particolarmente difficile raccontare i fatti suoi come se niente fosse.
«Ho una fame che mangerei anche il tavolo.» si lagnò Niall, suscitando le risatine rassegnate dei ragazzi, ormai abituati al pozzo senza fondo che il loro amico aveva al posto dello stomaco.
«Credo di avere qualcosa di meglio.» la voce allegra di Lottie li raggiunse improvvisamente. Zayn, che era sul punto di addormentarsi, si riprese di soprassalto.
Lottie lasciò una busta gigante del McDonald’s sul tavolo dove poco prima aveva dimenticato il diario e i ragazzi ci si avventarono sopra come avvoltoi. Soprattutto Niall.
«Buon appetito.» sorrise.
«Aspetta! Rimani qui con noi, dai.» la invitò Liam, facendole posto sul divano.
«Solo cinque minuti, poi devo proprio andare a casa.» acconsentì Lottie, afferrando un toast – la cosa più “dietetica” che trovò in mezzo a quel porcaio di roba fritta – e iniziando a mangiucchiarlo con aria distratta.
Zayn continuò ad osservarla di nascosto. Non sapeva proprio cos’avesse di tanto speciale, quella ragazza, fatto sta che gli sarebbe piaciuto conoscerla un po’ meglio. E poi, era strano come fosse apparentemente rilassata in loro presenza. Di solito le ragazze non stavano tanto tranquille, con loro. C’era quella che scopriva una generosa porzione di gamba, quella che faceva scivolare la spallina della canottiera. Ma lei niente. Si limitava a mangiare il suo toast con aria assorta, una minuscola ruga di preoccupazione a solcarle la fronte, nonostante l’aria apparentemente serena.
«Il principale è tuo padre?» chiese, curioso di saperne qualcosa di più su di lei. Qualunque cosa, sarebbe stata ben accetta.
«Chi, quel coglione? No, è mio zio. Da parte di madre, ovviamente.» si affrettò ad aggiungere Lottie. Non ci teneva un granché ad essere accomunata alla famiglia Stevenson. Perciò, quando sua madre le diceva di continuo “sei proprio figlia di tuo padre” con il preciso intento di offenderla, lei si sentiva tre metri sopra il cielo.
Sono anche figlia di puttana” avrebbe voluto rispondere, anche se si era sempre trattenuta. Dopotutto, era sempre sua madre. Ed anche se era un po’ zoccola, lei non aveva certo il diritto di giudicarla, no?
«E Tiffany…» continuò Louis, anche lui curioso.
«Tiffany è figlia di quello
«Non sembra che ti piaccia un granché.» commentò Zayn. Lottie gli rivolse un’occhiata divertita, anche se quella piccola ruga in mezzo alla fronte non accennava a voler sparire.
«Che, scherzi? Li adoro. Sono così simpatici… intelligenti… adorabili.» mormorò, evidentemente sarcastica. I ragazzi ridacchiarono, divertiti, poi Harry fece per dire qualcosa, ma la sua frase venne bloccata sul nascere dalla porta che veniva bruscamente aperta.
Una ragazza con i capelli biondo platino, occhi azzurri e un fisico da modella si guardò intorno con aria di sufficienza, fino ad incrociare lo sguardo di Lottie, che cercava il più possibile di nascondersi dietro la schiena di Liam.
Era bella, ma la sua era una bellezza gelida, perfetta per una copertina, ma fin troppo costruita per essere reale.
«Butta quel coso che stai mangiando, Charlotte.» ordinò, puntandole contro un dito. Lottie inarcò un sopracciglio, poi sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Zayn notò che la ruga sulla sua fronte si era accentuata ancora un po’.
«Dico sul serio, Lottie. Stai ingrassando troppo e non puoi certo permetterti di ingozzarti come un animale.» sibilò. Anche la voce era gelida. Quasi disinteressata.
«Senti un po’, Celine. Perché non te ne vai a fare in culo?» propose Lottie, amabile, prima di addentare il suo toast con una foga esagerata. La ragazza bionda fremette di rabbia e le rivolse un’occhiata disgustata.
«Sei proprio come papà.» berciò, con il chiaro intento di offenderla.
«E tu sei proprio come mamma. Il che, credimi, è molto peggio.» replicò Lottie, con tutta la tranquillità del mondo. Ormai si era abituata ad essere la pecora nera della famiglia. Non era nemmeno tanto male, in fin dei conti. E poi, sapeva perfettamente cosa stava succedendo.
«Mi chiedo come faccia mamma a sopportarti.» aggiunse Celine, portandosi una ciocca di capelli biondi dietro alle orecchie. Poi guardò verso la porta con la coda dell’occhio. Lottie colse al volo il suo sguardo, perciò si affrettò a rispondere.
«Hai ragione, Celine. Non lo so neanche io. Posso cambiare, e cercherò di farlo al più presto, te lo prometto.»
«Molto meglio.» mormorò Celine. Diede le spalle a tutti quanti, poi si affacciò velocemente sul corridoio, per controllare che non ci fosse nessuno, e tornò dentro.
«Scusa, piccola. Ma quello stronzo di zio Max mi sta pedinando.» disse, avvicinandosi a Lottie per lasciarle un bacio sulla fronte. Zayn, che nel frattempo aveva osservato la scena a bocca aperta, notò che l’espressione della ragazza era molto più distesa e rilassata.
Poi Celine si voltò verso i ragazzi e sorrise. Improvvisamente, sembrava molto meno gelida di quanto era apparsa pochi minuti prima.
«Sono Celine, la sorella di Lottie. Piacere di conoscervi.» strinse la mano a tutti i ragazzi e, quando fu il turno di Liam si immobilizzò. Liam la osservò perplesso, senza capire cosa diavolo le fosse preso.
«Io ti odio.» proferì, poi, facendo scoppiare a ridere Lottie, che si abbandonò sullo schienale del divano, con una mano sullo stomaco.
Quando poi si rese conto che nessuno riusciva a comprendere cosa stesse succedendo, si asciugò una lacrima con il dorso della mano e si affrettò a spiegare.
«Celine si sorbisce tutte la boiate di Tiffany.»
«E Tiffany ti ama alla follia. E quando dico follia, intendo dire»
«Delirio, ho capito.» la interruppe Liam, con un sorrisetto di scuse.
«Non puoi capire quante volte mi ha parlato di quella cazzo di voglia che hai sul collo. Dio, non puoi coprirla con un po’ di fondotinta? Le camicie anti-stupro non arrivano fino a li!» lo supplicò Celine.
«Ca-camicia anti-stupro?» balbettò Liam, in difficoltà.
«Guarda lì! Ma ce la fai almeno a respirare?» continuò Celine, tranquilla, additando il colletto della camicia a scacchi blu di Liam, effettivamente abbottonata fino al collo. Liam arrossì, poi slacciò frettolosamente il primo bottone, facendo ridacchiare le due ragazze.
«Meglio?» propose.
Celine annuì. «Decisamente.»
Poi Maximilian Stevenson fece il suo ingresso e l’aria si fece improvvisamente più pesante.
«Muoviti, Charlotte. Non ho tempo da perdere con una nullità come te.» sbottò Celine, trasformandosi nuovamente nella ragazza gelida e altezzosa di poco prima.
Lottie sbuffò, poi, senza dire nemmeno una parola, si alzò, afferrò il cappotto ed uscì.  
 
Quella sera, più tardi, Zayn si ritrovò a leggere quelle poche pagine in cui Lottie aveva riposto tutto il suo sarcasmo – non sempre tanto velato – e tutto il disprezzo – quello celato quasi alla perfezione – nei confronti della cugina Tiffany.
Si sorprese parecchio, quindi, quando svoltando l’ultima pagina, ne ritrovò una che ancora non aveva letto.
 
 
“Ho scoperto che la parte della psicopatica da internare mi riesce piuttosto bene, perciò ho deciso di portarla avanti fino in fondo. Anche se, in effetti, non so nemmeno affermare con certezza se si tratti di una parte. Potrei essere psicopatica sul serio, chi lo sa. Dopotutto, il mondo è pieno di pazzi.
Quindi, Zayn, ti lascio il mio numero di telefono, non si sa mai che ti venga la voglia di fare due chiacchiere. Prometto che non ti costringerò a leggere nessun libro.
Sai, non è una cosa che faccio spesso; intendo lasciare il mio numero di telefono, ma tu sei così silenzioso e così riservato ed io non capisco come sia possibile essere tanto pacati. Ti incazzi, ogni tanto?
Insomma, non sono proprio abituata a frequentare persone normali, senza nessuno squilibrio emotivo o chissà che. Ora, non sentirti obbligato a richiamare e non farti idee strane: non si tratta di un appuntamento. Semplicemente, voi ragazzi non mi siete sembrati affatto male.
E poi, non so, mi sento davvero realizzata, al pensiero che Tiffany si stia facendo un sacco di seghe mentali perché non vi ha conosciuto, mentre io invece si!
Capisci?
Scusa ancora se ti sembro una pazza. Ti assicuro che a volte sono anche una persona seria. Non sempre, certo.”





Ecco qua il secondo capitolo!
Spero che vi sia piaciuto e se vi và, fatemi sapere che ne pensate! Lo so che ancora non si capisce un granché e che sia Celine che Lottie sembrano due esaurite, ma è una cosa assolutamente voluta. Pian piano le cose si spiegano!

Ringrazio di cuore le tre fantastiche ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo! GRAZIE <3
Ora un pò di pubblicità:
per chi volesse, su Facebook mi trova qui!
questa, invece, è l'altra mia storia, se vi và passate: Like an Hurricane.
   
 
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