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Autore: Elpis    16/04/2012    6 recensioni
Nella saga di Twilight si intrecciano molteplici vite e storie d’amore. Ma mentre alcune coppie vengono descritte fin nel più minuto dettaglio, altre vengono lasciate in ombra e dei loro destini si sa poco o nulla. Riuscirà Nessie a stare con il suo Jake una volta cresciuta e scoperta la verità sulla loro storia d’amore? E Leah Clearwater troverà un compagno o continuerà a rimpiangere per sempre l’amore perduto di Sam? Ma pensiamo anche ai Volturi: qual è la verità sulla strana apatia che colpisce Marcus? Che tipo di legame può aver spinto Victoria a creare addirittura un esercito per vendicare la morte dell’amato?
Questi ed altri ancora sono i personaggi su cui la mia ff vuole fare un po’ di luce.
Primo Capitolo: “Touched by you skin” Jacob/Renesmee
Secondo Capitolo: “Touched by the sadness” Marcus/Dydime
Terzo Capitolo: "Touched by the moon” Leah/ Nuovo Personaggio
Quarto Capitolo: “Touched by the future” Alice/Jasper
Quinto Capitolo: “Touched by your the stars” Emily/Sam
Sesto Capitolo: “Touched by your sprint” Victoria/James
Settimo Capitolo: “Touched by your silence” Seth/Angela.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                Touched by the stars

                                                                                                                      Emily/Sam

 

 

I was searching
You were on a mission
Then our hearts combined like
A neutron star collision

 

 

 

Emily scostò l’ennesima felce e avanzò a passo deciso, facendosi strada nell’intrico di rami e foglie.
Era una notte di luna nuova e solo le stelle, puntini biancastri nel firmamento, rischiaravano la radura con la loro flebile luce. In un’altra occasione si sarebbe stesa sul prato, godendosi l’odore dell’erba fresca e dei piccoli fiori selvatici, ammirando le costellazioni e congiungendo con il dito le stelle in figure immaginarie. Ma quella sera non aveva tempo da perdere.
Le sterpaglie le arrivavano fino ai polpacci, rallentando la sua andatura e provocandole piccole fitte di fastidio alla pelle nuda e brunita. Una lucciola iridescente la superò e il frinire delle sue ali le risuonò nelle orecchie, mentre quella si congiungeva ad un piccolo nugolo di insetti dorati e si perdeva nel buio della notte, nascondendosi dietro una quercia secolare. Emily non riuscì a trattenere il sorriso che le arricciò le labbra: fin da piccola aveva sempre adorato le lucciole e la notte cercava di scappare non vista dalla sua cameretta, pur di poterle inseguire nella foresta.
Una smorfia di fastidio la costrinse ad assumere nuovamente la sua espressione amorfa ed Emily riprese ad avanzare, una brezza gentile che le solleticava la schiena e sembrava quasi volerla spingere in avanti. Camminò per altri dieci minuti, cullata solo dal rumore del suo respiro e dal chiurlare di un gufo che si udiva in lontananza. Infine superò un vecchio salice, sfiorandone appena la corteccia liscia ed argentea, e si fermò con il cuore che accelerava i suoi battiti nel petto.
Di Sam Uley riusciva a scorgere solo la schiena, le spalle larghe e possenti, i fianchi stretti, i capelli così neri da confondersi con le ombre della notte; eppure quella vista era sufficiente a toglierle il respiro. D’altronde era stato così fin dalla prima volta che l’aveva visto.
Fece un lungo, profondo respiro, appoggiandosi al tronco dell’albero e continuando a spiarlo, senza che lui si accorgesse della sua presenza. Di fronte a lei si apriva una piccola radura rotondeggiante, proprio sul ciglio di un profondo precipizio. Sam era ad appena un passo da esso e il suo sguardo abbracciava il vuoto sottostante, la postura immobile che lo rendeva simile a una statua di gesso.
Emily era giunta a La Push cercando qualcosa che non avrebbe saputo definire: forse solo un po’ di libertà dalla riserva asfittica in cui era cresciuta, forse l’affetto sincero della cugina. Invece aveva trovato Sam. Sam che era il fidanzato di Leah, Sam che conosceva da appena due settimane e che era sempre perso dietro a quelle non meglio specificate “missioni” di cui nessuno voleva rivelarle niente, Sam che aveva quegli occhi neri come il carbone e profondi come un pozzo senza fondo. Era bastato osservarli una sola volta e Emily si era come sentita risucchiata.
Era stata la sensazione più strana che avesse provato in tutta la sua vita. Si era sempre reputata una persona razionale, con i piedi per terra. Una ragazza pragmatica che prima di fare qualsiasi cosa ci ragionava sopra più e più volte. E anche per quello che riguardava l’amore… Non era mai stata innamorata ma era sicura di non essere il tipo da colpo di fulmine: l’amore doveva essere un sentimento che cresceva lentamente, basandosi sull’affetto e sulla comprensione reciproca.
Con Sam non c’era stato niente del genere. Le era bastato fissare per un solo secondo quelle iridi nere, sormontate da quelle lunga ciglia arcuate, era bastato che il suo sguardo si posasse su quella bocca, così piena e morbida, che tutte le sue certezze erano crollate come castelli di carte.
Descrivere quello che aveva provato era quasi impossibile. Era stato come se i loro cuori si fossero fusi insieme, un’esplosione di una di quella stelle di neutroni che brillavano in cielo. Il solo ricordo le faceva ancora tremare le ginocchia.
<< Emily, lo so che sei lì. >>
La voce di Sam la riscosse dai suoi pensieri e quel timbro caldo e pacato, con appena una nota melanconica in sottofondo, la fece fremere.

 

 

 

I have nothing left to lose
You took your time to choose
Then we told each other
With no trace of fear that...




 

<< Non… non devi nasconderti. >> mormorò con voce talmente bassa che faticò a distinguerne le parole. << Non ti farò niente. Te lo prometto. >>
Si era irrigidito e Emily poteva vedere che stringeva i pugni delle mani, tanto da far sbiancare le nocche. Avanzò a passi decisi fino a quando pochi metri la separarono da lui.
<< Non ho paura di te, Sam. >> replicò decisa, sperando che si girasse a guardarla.
Lui rimase immobile, la testa ostinatamente rivolta verso il precipizio.
<< Non volevo farti del male. Dio, non avrei mai voluto farti del male… >> la sua voce si spezzò come una corda di violino e il dolore si propagò fino ad Emily, lasciandole intuire appena un accenno di quello che lui doveva provare in quel momento. << Ho rovinato tutto… Ho buttato all’aria la mia vita e ora tu… >>
Si interruppe con un singhiozzo e Emily sentì il cuore gonfiarsi di commozione. Capì in quell’istante di averlo perdonato, anzi di non avere niente da perdonargli. La mano gli sfiorò timidamente il braccio, scendendo con estrema lentezza fino ad afferrarne le dita.
Sam trasalì, ma non si ritrasse. Per un po’ rimasero così, in silenzio, con le dita intrecciate e lo sguardo perso nel vuoto. Quando avvertì che il suo respiro si era regolarizzato, Emily lo tirò delicatamente verso di sé.
I suoi occhi erano due polle di petrolio, liquidi per il dolore che gli scavava le viscere. Sam voltò la testa di scatto, come se non riuscisse a sostenere il suo sguardo.
<< Sam >> la chiamò dolcemente. << Sam! >> ripeté, vedendo che quello non le prestava attenzione. Afferrò il mento con la mano e lo girò verso di sé.
Lui era così forte che non sarebbe mai riuscita nel suo intento se solo si fosse opposto. Ma assecondò i suoi movimenti, come friabile creta sotto il suo tocco impietoso.
<< In questi giorni ho voluto lasciarti il tempo di riflettere; sapevo che non eri pronto ad affrontarmi. Ma adesso dobbiamo parlare, senza che tu abbia paura di ferirmi… >>
Nell’udire quella parola Sam sussultò come se lei l’avesse schiaffeggiato. Istintivamente la sua grande mano salì a sfiorarle il volto, le cicatrici rosse e fresche che le deturpavano la guancia destra.
Emily tremò e dovette fare forza su se stessa per non ritrarsi. Il tocco di Sam era lieve come una carezza, ma il fatto che lui stesse tastando quello scempio la turbava nel profondo.
<< Chiedimi tutto quello che vuoi, Emy. Qualsiasi cosa io possa fare… >>

 

 

Our love would be forever
And if we die
We die together
And lie, I said never
‘Cause our love would be forever

 

 

<< Dimmi la verità. >>
Sam la fissò perplesso, lo stupore che gli si leggeva chiaramente in viso.
<< La verità? Cos’altro vuoi sapere? Ormai ti ho detto tutto sulla licantropia e sulle leggende Quileute… >>
Emily scosse la testa, inchiodandolo lo sguardo.
<< Non intendevo questo. Voglio la verità su quello che tu provi nei miei confronti. >>
Sam sgranò gli occhi, fissandola come se fosse impazzita. Emily sentì la sua pelle fremere sotto le sue dita e il calore che emanava intensificarsi.
<< Vuoi sapere quello che provo per te, Emy? >> ripeté sbigottito. << Ti ho quasi ucciso e tu ti preoccupi dei miei sentimenti? >> ringhiò scostandola bruscamente.
Si allontanò di un passo. Il suo corpo tremava, come preda delle convulsioni. Emily attese pazientemente che si calmasse. La parte razionale di sè le diceva che avrebbe dovuto aver paura, ma non era così. Era rilassata e aspettava calma come se quella notte non dovesse avere una fine, come se anche il tempo si fosse fermato per dar loro modo di chiarirsi.
Era consapevole che lui avrebbe potuta ucciderla in un battito di ciglia, che sarebbe bastato un attimo e non sarebbe stata niente di più di un corpo privo di vita… eppure, nonostante il ricordo del dolore che aveva provato quando i suoi artigli le avevano graffiato la pelle e l’odore del sangue aveva impregnato l’aria, nonostante quello… Nonostante quello era Sam e tutto il suo essere le urlava che poteva fidarsi di lui, che sarebbe morto piuttosto di perdere il controllo di nuovo.
Rimase ad osservarlo in silenzio mentre lui faceva dei grossi respiri per calmarsi. Dopo pochi secondi il suo corpo smise di tremare e Sam alzò gli occhi ad incontrare i suoi. Se si fosse trattata di un’altra persona Emily avrebbe distolto lo sguardo perché non sopportava che gli altri la fissassero in viso, non tollerava l’accenno di compassione o di ribrezzo che intravedeva nei loro occhi. Ma quando lui la guardava in quel modo le sembrava quasi che i segni rossi sulla sua guancia non esistessero, che la pelle fosse sempre liscia a e compatta. Il suo sguardo la faceva sentire leggera e bella, come mai nessuno prima..
<< Ho deciso di lasciare La Push. >>
Quelle parole si insinuarono piano fra loro, come una gelida folata di vento.
Emily rabbrividì e non riuscì a trattenersi dallo stringere le braccia intorno al corpo.
<< No! >>
Fu un gemito e una preghiera insieme, un urlo soffocato che le uscì dalla labbra. L’espressione di Sam era sofferente come se quello che stava per dirle le costasse un enorme sforzo, ma Emily lesse una fredda determinazione nei suoi occhi e il pensiero di essere sul punto di perderlo la paralizzò. Era ironico perché solo pochi giorni prima era stata lei stessa a dirgli di lasciarla perdere e di tornare con Leah e adesso invece non riusciva ad immaginare la sua vita senza di lui.
<< È l’unica cosa sensata da fare. Non posso restare qui e mettervi in pericolo tutti. >>
<< No, no, no >> ripeté scuotendo la testa al punto che i capelli neri le turbinarono intorno al viso, frustandole le guance e solleticandole le spalle.
<< Non riesco a controllarmi, Emy! >> esclamò chiudendo le mani a pugno e lanciandole uno sguardo frustrato. << Non ho più nemmeno il coraggio di guardarti negli occhi dopo quello che ti ho fatto! >>
Le parole di Sam erano solo un vociare confuso, aveva smesso di ascoltarlo da quando aveva detto che se ne sarebbe andato, che l’avrebbe abbandonata.
<< Avevi detto di amarmi. >> gli ricordò, con un tono di voce così amaro e duro che stentò lei stessa a riconoscerlo. << Avevi detto che se solo avessi voluto il nostro amore sarebbe stato per sempre. >>
<< È così… >> mormorò quello, confuso. << La distanza non cambierà quello che provo per te, ma… >>
<< Bugiardo! >> lo aveva interrotto senza lasciargli nemmeno finire la frase. << Dovevo saperlo che eri come tutti gli altri… >>
Non era riuscita finire, la voce l’aveva tradita e le parole le si erano incastrate in gola, un nodo scorsoio che le mozzava il respiro. Inconsciamente la mano era salita a toccare la guancia deturpata. Sciocca. Era stata solo una sciocca. Come aveva potuto pensare che lui continuasse ad amarla anche in quelle condizioni? Che la vedesse bella, anche se era orribilmente sfigurata?
<< Bugie… pensi che le mie fossero solo bugie, Emy? >> le chiese con la voce che tremava.
Lei distolse lo sguardo, per paura che scorgesse l’amara delusione che le riempiva gli occhi. La mano di Sam Uley scattò ad afferrarle il polso, ad una velocità sovrumana. La tirò a sé, stringendola contro il suo petto.
Emily si ritrovò nella presa ferrea delle sue braccia senza aver quasi il tempo di accorgersene. Il suo odore muschiato le invase le narici, obnubilando per un attimo la ragione. Avrebbe voluto spingerlo via, graffiarlo, picchiarlo, invece le sue dita si serrarono alla sua maglietta in una morsa disperata, come se non si volesse più staccare da lì.
<< Ti amerò per sempre, Emy. Ti amerò fino al mio ultimo respiro, ovunque io sia, qui, a La Push o dall’altra parte del mondo, la distanza non cambierà mai quello che provo per te. Ma quando ti ho ferita io… qualcosa in me si è spezzato. Dio, Emy, per un secondo ho pensato che tu potessi morire! E io ne sarei stato l’artefice! >>
Sam la strinse a sé in un modo quasi doloroso, tanto era forte e disperato il suo bisogno. Emily abbandonò il capo contro il suo petto, senza riuscire più a trattenere le lacrime.
<< Non ti ho mai mentito, Emily. >> riprese a parlare dopo un po’ e la presa delle sue braccia muscolose si allentò di un po’. << Ma questo non cambia niente. >>

 

 

The world is broken
Halos fail to glisten
You try to make a difference
But no one wants to listen

 

 

<< Se quello che dici è vero, non lasciarmi. >> lo pregò, aggrappandosi inutilmente alla sua maglietta.
Sam la scostò delicatamente, ristabilendo la distanza.
<< Non sai quanto vorrei poterlo fare. >> bisbigliò in un sussurro rivolto più a se stesso che a lei. << Ma il mio mondo è esploso il giorno stesso in cui mi sono trasformato. E tu sei l’unica cosa brillante e luminosa che mi sia rimasta. Non rischierò di perdere anche te. >>
<< Non devi andartene, Sam. >> gli disse, stavolta ritrovando un briciolo della sua sicurezza. << Possiamo cambiare le cose… >>
<< Credi che non ci abbia già provato? >> rispose con un sorriso amaro come il suo sguardo. << Credi che non mi sia opposto a queste stupide leggi del branco, a miti millenari che credevo fossero solo favole? >>
Sam abbassò lo sguardo, fissando con insistenza l’erba ai suoi piedi.
<< Nessuno mi ha ascoltato: né i miei genitori, né mio nonno, né gli altri… né Leah >> aggiunse in un sussurro a malapena udibile.
Il nome della cugina fu come un colpo di frusta sui suoi nervi tesi. Emily avvertì un pizzicore agli occhi e un dilagante senso di colpa che le bruciava il petto.
Si sarebbe dovuta mettere da parte. Avrebbe dovuto rinunciare al suo amore per Sam e convincerlo a tornare con Leah. Erano felici insieme, prima che quel discorso della licantropia distruggesse tutto. Non era Sam che doveva lasciare La Push, era lei la nota dissonante in quella delicata armonia.
Sì, avrebbe fatto così. Sarebbe tornata a casa, avrebbe rimesso tutto a posto. Si sarebbe dimenticata di quelle settimane come se fossero state solo un bel sogno, perché c'erano mille motivi che rendevano giusta la loro separazione...
<< Non mi importa. >>
Quelle parole fuggirono dalla sua bocca, senza quasi che avesse il potere di controllarla. Si accorse con un sussulto che era proprio così: non le importava se il loro rapporto era sbagliato, non le importava nemmeno se Leah avrebbe sofferto ancora.
L’unica cosa di cui le importava era Sam Uley.

 

 

 

Hail,
The preachers, fake and proud
Their doctrines will be cloud
Then they’ll dissipate
Like snowflakes in an ocean

 

 

 

Sam alzò il viso di scatto, fissandola come se volesse incenerirla con lo sguardo.
<< Non ti importa? >> ripeté, scioccato. << Non ti importa che io debba rispettare stupide regole scritte da persone che sono morte da secoli? Non ti importa che la mia temperatura corporea sia di 42°, che potrei buttarmi da questo dirupo senza farmi nemmeno un graffio? >> le chiese alzando progressivamente la voce.
<< No. >>
<< Non ti importa che se solo mi alterassi mi trasformerei in una gigantesca belva priva di controllo? >> stava urlando e la vena sul collo gli pulsava terribilmente. << Non ti importa… >> abbassò la voce di colpo, fino a bisbigliare << … se gli altri mi considerano un mostro? >>
Quelle parole la fecero infuriare. Si avvicinò ancora di più a lui, incurante del precipizio che si stagliava a un paio di metri di distanza e gli urlò contro, costringendolo a ricambiare il suo sguardo.
<< Cosa vuoi che mi importi del loro parere, Sam? La gente è sempre pronta a giudicare, meschina ed arrogante, e le loro brillanti deduzioni si sciolgono come neve appena cambia il vento… Tu non sei un mostro, non devi neanche pensarle queste cose! >>
Si interruppe, con il fiatone e le guance accese, gli occhi animati dalla passione. Non gli avrebbe consentito di buttare così la sua vita, di farsi divorare dal senso di colpa.
Sam sgranò gli occhi e la fissò con uno sguardo timido ed indifeso, come quello di un bambino.
<< Come fai, proprio tu, a dire queste cose? >>
Emily respirò profondamente.
<< So che stai cercando di punirti per quello che è successo… >> si accarezzò il viso e di fronte a quel semplice gesto i lineamenti di Sam si indurirono. << Ma non è stata colpa tua. Tu hai provato a dirmi la verità e io non ti ho creduto. Dio, era così assurdo il fatto che tu potessi essere un lupo mannaro! >> esclamò con un sorrisino tremulo. << Non avrei mai dovuto accusarti di essere come tuo padre, tu sei diverso da lui, Sam, tu sai assumerti le tue responsabilità… >>
<< Non… non osare incolparti, Emily. >> era impallidito di colpo e la fissava come se fosse di fronte a un fantasma.
<< È stato un incidente! >> sbottò lei con i pugni contratti.
<< Un incidente che non sarebbe mai capitato se tu avessi un ragazzo normale! >> replicò quello con cupa determinazione. << Non importa quanto ti ami, non metterò mai più a rischio la tua vita! >>
Emily abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore per la frustrazione. Il suo sguardo si appuntò sul dirupo, una lenta discesa di rocce e pietre aguzze, intervallata da qualche sporadico rovo.
Non era sufficiente che lei lo avesse perdonato, se Sam non riusciva a perdonare se stesso.

 

 

Love is forever
And we’ll die, we’ll die together
And lie, I say never
‘Cause our love could be forever

 

 

<< Io ti amo, Sam. >>
Era la prima volta che diceva quelle parole ad alta voce e un nodo di emozione le strinse dolorosamente il petto.
Lui la fissò, un’espressione di palese stupore ritratta nel viso dalla pelle ambrata. Sembrò trattenere persino il respiro e così la natura che li circondava: il gufo aveva smesso di chiurlare, i grilli di frinire. Solo le lucciole giocava ancora nell’aria, facendo da contralto alle stelle nel cielo.
<< Ho provato a combattere questo sentimento, ma non ci riesco. Se stare con te vuol dire mettere a rischio la mia vita, ebbene è un rischio che sono disposta a correre. >>Non aveva titubato, né abbassato lo sguardo nel pronunciare quelle parole.
<< No. >>disse indietreggiando. << Non ti consentirei mai di fare qualcosa di così stupido… >>
<< Non spetta a te la scelta. >> lo interruppe, secca. << Sono perfettamente in grado di prendere le mie decisioni. E io voglio stare per tutta la vita al tuo fianco. >>
Sam continuò ad arretrare e Emily avrebbe voluto urlare per la disperazione. Come poteva tollerare di perderlo, proprio quando aveva deciso di stare insieme a lui a dispetto di tutto?
Un’idea disperata le si affacciò alla mente. Agì, prima che lui potesse anche solo intuire le sue intenzioni e provare a fermarla. Con due rapidi passi fu proprio sul bordo del precipizio, le sarebbe bastato allungare un piede per sprofondare nella voragine. Deglutì, mentre un brivido di paura le faceva accapponare la pelle: le rocce sotto di sé era aguzze e promettevano una morte orribile.
<< Emily! >>
Il grido di Sam fu lancinante, protrasse il braccio in avanti, come per agguantarla, ma era troppo lontano. Si paralizzò in quella posizione, forse con il terrore che un suo semplice movimento potesse essere sufficiente a farle fare il passo decisivo.
<< Non mentivo prima, Sam. >> affermò, simulando una sicurezza che non aveva. << Sono disposta a morire, pur di stare con te. >>
Terminò la frase in un soffio, che la brezza gentile sollevò e disperse nell’aria. I capelli le frustavano il viso, tentacoli neri che profumavano di cannella. Sam tremava e in qualsiasi altra occasione la disperazione che leggeva nei suoi occhi l’avrebbe spinta a desistere.
Ma quella volta non poteva permettersi ripensamenti.

 

 

 

Now I’ve got nothing left to lose
You take your time to choose
I can tell you now without a trace of fear…

 

 

 

Emily fissava Sam, pensando che quella fosse la loro ultima possibilità.
<< Allora? Tempo esaurito, Sam Uley. >> proclamò dopo alcuni secondi. << Voglio una risposta. >>
<< Emy, non fare pazzie… Io, non… >>
Non gli diede tempo di finire. L’oscurità sotto di sé era fitta e le ombre sembravano artigli affilati che volevano ghermirla. Chiuse gli occhi e si sporse in avanti, cercando di non pensare all’impatto.
Per un lungo, interminabile, attimo pensò che si sarebbe sfracellata. Il terreno le mancò sotto i piedi e la paura la risucchiò, mozzandole il respiro. Poi sentì qualcosa che la afferrava da dietro e la trascinava con sé, allontanandola dall’abisso.
Lei e Sam Uley rotolarono sul prato, in un ammasso scomposto di terriccio e fili d’erba odorosi di fieno e rugiada. Il cuore le martellava furiosamente nel petto, rischiando di spezzarle le costole, mentre le sue dita si aggrappavano fameliche alla spalle di Sam, affondando in quella carne dura e compatta, marchiandola con mezzelune rossastre.
Quando trovò il coraggio di aprire gli occhi si accorse che il viso di Sam, con un’espressione del tutto sconvolta, la sovrastava di pochi centimetri. Le stelle ammiccavano alle sue spalle, illuminando con la loro luce sottile i suoi capelli neri come l’ebano, i suoi lineamenti forti e decisi.
Il suo corpo aderiva a quello di Emily, schiacciandola al suolo e lei non riuscì ad impedire al rossore di invaderle le guance.
Sam invece sembrava ancora troppo sconvolto per far caso a un dettaglio così irrilevante.
<< Ti sei buttata. >> asserì con voce strozzata. << Ti sei buttata, davvero. >> ripeté meccanicamente.
<< Sapevo che mi avresti preso. >> mormorò fissando incantata le sue labbra piene. << Mi fido di te, Sam. >>
<< Perché l’hai fatto? >> sfiatò, guardandola come se volesse trapassarle il cranio e carpire i misteri della sua mente.
Il rossore si fece più intenso, le ginocchia le tremavano.
<< Perché ti voglio. >> esalò infine, timida e decisa come mai era stata. << Ti voglio per l’eternità. >>
Dalle labbra di Sam proruppe un gemito, prima che esse si abbassassero a coprire la sua bocca nel più casto e irruento dei baci. Le loro lingue si intrecciarono, mordendo, suggendo, rincorrendosi con un bisogno che Emily non credeva di poter provare. La bocca di Sam era così calda e umida che un po’ di quel calore le penetrò sotto la pelle, percorrendo nervi e vasi sanguigni fino ad arrivare al centro del petto.
E lì quel calore rimase, incendiandole il cuore fino a farle temere che sarebbe esploso, con la forza deflagrante di una supernova.

 

 

 

That my love will be forever
and we’ll die
we’ll die together
Lie, I will never
‘Cause our love will be forever



 

 

 



Ciao a tutti!
Come prima cosa mi scuso per questo gigantesco ritardo. Avevo detto che i soggetti sarebbero stati Tanya ed Edward ma ho finito per cambiare idea per via del meraviglioso contest “Fool, said my MUSE to me; look in thy heart and write” di Roberta 87, al quale questa song-fic si è classificata quarta. Ringrazio la giudicia per il meraviglioso commento! :D
Un grosso saluto e un bacio
Ely

  
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