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Autore: blueclipse    16/04/2012    1 recensioni
ginevra si è appena trasferita in città con il padre. qui incontra un ragazzo bellissimo e insopportabile. ma sarà davvero impossibile andarci d'accordo? non lo vuole più vedere oppure no?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua con un altro capitolo e spero perdonerete il mio ritardo, ma ho avuto alcuni problemi.

Ringrazio tutti quelli che leggono questa mia storia e spero di poter leggere qualche vostra recensione. Grazie ancora a tutti e buona lettura! :)

 

 

-Daniele senti.. ma mi spieghi perché sabato mi hai comprato quel vestito?-

-Di quale vestito stai parlando?-

-Non fare il finto tonto che non mi inganni. So bene che sai di che sto parlando: ho trovato anche il biglietto. Quindi non cercare di prendere tempo e dimmi perché l'hai fatto. Ci ho pensato a lungo ma non riesco a trovare una spiegazione, ecco perché lo sto chiedendo a te ora. Rispondimi.-

-Non devo darti nessuna spiegazione.- rispose freddo e distaccato, quasi come fosse sulla difensiva. Possibile?

Non replicai come il mio solito, mi limitai e tenere lo sguardo fisso nei suoi occhi. Non se la sarebbe cavata così facilmente. I dubbi e la confusione più totale mi avevano assillata per tutti quei giorni e avevo diritto a una spiegazione esauriente. Non mi sarei mossa di lì finché non l'avessi ottenuta. E si sa, sono sempre stata una ragazza molto testarda, che quando si mette in testa una cosa non c'è modo di farla demordere. E ora più che mai volevo quella risposta.

Intanto vedevo Daniele sempre più a disagio. Cercava in tutti i modi di non incrociare il mio sguardo e quando non ci riusciva, un lieve rossore andava a colorare le sue guance finché non guardava di nuovo altrove. Si comportava come se fosse in imbarazzo, ma lui era Daniele e Daniele non si imbarazzava mai. O almeno così credevo.

-La smetti di fissarmi così per piacere, mi dà fastidio. E poi è inutile: non te lo dico il motivo. Prima o poi dovrai pure andare a casa..-

Un punto per Daniele. Se non fossi rincasata prima di cena mio padre sarebbe stato capace di sguinzagliare i migliori agenti dei servizi segreti per trovarmi. Dovevo assolutamente farlo cedere e per riuscirci dovevo attaccare, ma cosa inventarmi?

-Se non mi rispondi tu allora sarò costretta a chiederlo a tua sorella.. lei ti conosce di sicuro meglio di me e saprà darmi una spiegazione soddisfacente- Alice era il mio unico asso nella manica, Daniele doveva per forza cedere.. e infatti sbiancò alle mie parole.

-Non oseresti mai- rispose con un tono che voleva sembrare fermo e sicuro, ma che in realtà nascondeva una non ben celata agitazione.

-Si che lo farò se mi costringerai. Voglio una risposta e la otterrò. O da te o da tua sorella.-

-Non ci provare neanche. Lei non sa niente di questa storia-

-Ma ti capisce-

-Ginevra.. lascia perdere-

-No-

Ci studiammo per qualche minuto. Nessuno dei due era disposto a cedere. Non voleva dirmi le sue ragioni? Bene, avrei chiesto ad Alice. Mi alzai per andarmene e cercare la mia amica quando una mano mi fermò imprigionando il mio polso. Mi girai.

-Ne deduco che mi risponderai?-

-No-

-Allora mi lasci andare?-

-No-

-Perché non mi rispondi?-

-Perché no-

-Perché no?-

-Perché tanto non mi crederesti-

-Cosa te lo fa pensare?-

-Perché che tu ci creda o meno ho imparato a conoscerti e so quello che pensi di me, quindi penseresti che ti prenda in giro-

Le sue parole mi lasciarono perplessa. Che io non avessi una gran opinione di lui era risaputo, ma che lui fosse così certo che io non gli avrei creduto non lo capivo. Non avevo motivi per farlo a meno che il suo comportamento non divergesse dall'immagine che mi ero creata di lui. Ero indecisa su come agire. Mi aveva confusa di nuovo, ma non potevo comunque arrendermi, non quando ero arrivata ad un passo dallo scoprire la verità.

-Mettimi alla prova- lo sfidai -potrei stupirti-

-Non metto in dubbio che ci riusciresti senza neanche molti sforzi, hai un'abilità innata per riuscire a stupirmi. Ma ti ripeto che questa volta sono sicurissimo che non mi crederesti-

-Non esserne così sicuro, infondo l'hai appena detto tu: ho un'abilità innata per sorprenderti-

Mi guardò a lungo soppesando la mia fermezza nel voler sentire la sua spiegazione, la sicurezza dietro le mie parole. Alla fine si arrese e iniziò a raccontare.

-Quando ti ho vista per la prima volta, non mi sei sembrata diversa da tutte le altre ragazze che mi corrono dietro, questo finché non hai parlato. Lì ho capito che non avevo mai incontrato una ragazza come te prima d'ora. Tu sei l'unica che riesce a tenermi testa e che non cade ai miei piedi cotta e stracotta di me. Sei diversa insomma. Piano piano ho capito che mi interessi, mi piace vedere le reazioni che ti provoco. Che tu sia arrabbiata, irritata, imbarazzata o incantata mi piace pensare di essere io la causa di tutto ciò. Ti confesso che all'inizio questa cosa mi ha alquanto destabilizzato anche se ho cercato di nasconderlo. Chi eri tu per provocare tutto quello? Chi eri tu per cambiarmi così? Chi eri tu per infrangere tutte le mie certezze? Io sono quello che tutte vogliono, di cui tutte si infatuano. Ma poi arrivi tu e tutto cambia. Tu mi respingi.-

Fece una pausa, indeciso se continuare o meno, osservando la mia reazione a quella confessione che mai mi sarei aspettata di sentire. Ero stupita dalle sue parole, confusa dai sentimenti che lui aveva scatenato. Mi sentivo imbarazzata e lusingata al tempo stesso, e , come lui aveva predetto poco prima, anche un po' diffidente e indecisa se credergli. Non sapevo come reagire e quindi optai per la scelta più ovvia, stare zitta e aspettare che continuasse il suo racconto mentre assumeva i tratti di uno sfogo. Con un cenno del capo lo incitai a riprendere il suo discorso. Lo vidi rilassarsi leggermente per poi tornare serio e forse più teso di prima. Poi parlò di nuovo.

-E infine ecco che mi vedo costretto da mia sorella ad accompagnarvi a fare shopping. Tu provi quel vestito rosso e mi lasci senza parole. Eri stupenda, nessuna ragazza poteva compararsi a te, non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso. E quando siamo usciti, ho deciso che quel vestito doveva essere tuo, così quando nessuno prestava attenzione sono ritornato indietro non visto e l'ho comprato. Dovevi averlo. Dovevi averlo anche perché è stato quando ti ho vista uscire dal camerino che ho capito di essermi innamorato di te-

In quel preciso momento potevo sentire gli ingranaggi nella mia testa lavorare furiosamente per assimilare le parole che avevo appena sentito. Ma il dubbio che fossero solo frutto della mia immaginazione era troppo forte.

-Puoi ripetere? Forse non ho capito bene..- gli chiesi titubante.

-Non hai capito male. Mi sono innamorato di te- mentre lo disse cercava di sembrare calmo e sicuro di sé, senza riuscirci appieno. Era rosso in viso e agitato. D'altro canto io ero nelle sue stesse condizioni, ma per motivi ben diversi: lui aveva confessato di amarmi, io avevo appena ricevuto una dichiarazione in piena regola dall'ultimo ragazzo che pensavo ne avrebbe mai fatta una.

Mi accorsi che Daniele stava aspettando una mia risposta o una reazione, mentre io ero ancora immobile mentre rivivevo nella mia mente quegli ultimi momenti. Come si reagisce in una situazione del genere? Nessun libro lo diceva, nessuno te lo insegnava.

Vediamo un po' di rimettere ordine nei miei pensieri. Punto primo: Daniele ha appena detto di essersi innamorato di me. Di me! Come può essere possibile? … Argh, è inutile farsi domande che non portano da nessuna parte, meglio continuare. Punto due: io cosa provo per Daniele? Ammetto che fisicamente è un gran figo che sembra esser uscito direttamente da una rivista di modelli. Ma non ho forse sempre detestato la sua personalità fino ad ora? Oh, e c'è anche il fatto che l'ho sognato più notti.. e in fondo in fondo.. mi piace battibeccare con lui, mi diverte... questo vuol forse dire che lui inizia a piacermi? Ma allora come la metto con la questione del carattere da don giovanni che si ritrova? Sempre sicuro di sé, tranne ora, sempre accerchiato da un esercito di ragazze che gli svengono ai piedi.

Ah si le altre ochette qua-qua.. come la prenderebbero loro sapendo che lui non è più libero? No è impossibile. Così come stanno le cose ora, una storia con lui non funzionerebbe.

Feci un bel respiro.

-Quello che hai detto poco fa mi ha lasciata molto stupita e ammetto che forse c'è la possibilità che tu possa piacermi, ma non ne sono sicura. A dire il vero non riesco a capire cosa provo, sono troppo confusa. E poi non sono neanche sicura di quanto tu sia serio nei miei riguardi. e..-

-Sono serissimo, credimi. Non sono mai stato così serio in vita mia. Dammi una possibilità-

-Provamelo. Dimostrami quanto sei serio e conquistami, dimostrami che a me ci tieni davvero-

In quel momento suonò il mio cellulare. Balzammo entrambi per quel suono così improvviso e inaspettato. Era mio padre che voleva sapere dove fossi, visto che era già ora di cena e io non ero ancora tornata a casa. Non mi ero accorta che fosse così tardi così lo rassicurai dicendogli delle ripetizioni di fisica per il prossimo compito e che sarei tornata a breve, il tempo di risistemare e salutare.

Tornai a guardare Daniele e notai che stava ridendo, gli lanciai un'occhiataccia per farlo smettere ma ebbe l'effetto opposto: si mise a ridere ancora di più.

-Che hai da ridere così tanto, si può sapere?-

-Ahahahahahahah .. oddio.. ahahah... t-tuo p-pa-padre è t-troppo forte.. ahahah.. i s-s-servi-zi se-segreti, oddio.. ahahahah-

Diventai color pomodoro in meno di un secondo.

-Era solo preoccupato- cercai di giustificarlo imbarazzatissima.

-Oh si, l'avevo capito.. ahahahah- era rotolato a terra e si teneva la pancia dal gran ridere.

-Beh, si. Forse, e dico forse, ha esagerato un pochino..-

-Solo un pochino eh- disse senza accennare a smettere di ridere.

Vederlo così, rilassato e felice, senza alcuna traccia di malizia, mi fece perdere qualche battito. Dovevo ancora rendermi conto di quello che mi era appena successo che lui riprese a parlare fra le risate.

-Ti immagini la scena se fosse entrata la polizia convinta che qualcuno ti avesse rapita? Che facce avrebbero avuto! Ahahahah ..-

Cercai di trattenermi, me fu inutile, scoppiai a ridere pure io insieme a lui immaginandomela.

Ci vollero alcuni minuti prima che riprendessimo e respirare normalmente. Poi mi alzai per andarmene prima che mio padre richiamasse o peggio mandasse veramente la polizia e io mi sotterrassi per l'imbarazzo.

Ero quasi sulla porta di casa, quando una mano mi prese per il polso.

-Ti amo- disse e mi baciò.

Non lo respinsi, ero incatenata dalle sue parole, dalle sue labbra, dalle sue braccia che mi circondavano schiena e fianchi. Quel semplice “ti amo” aveva annientato qualsiasi mia difesa o volontà di allontanarlo.

Fu un bacio dolce e delicato.

-Devo andare ora- dissi allontanandomi leggermente da lui.

-Ci vediamo domani, mia piccola nana. Dormi bene-

Mi voltai e tornai a casa.

Quella notte sognai lui, le sua labbra, i suoi baci. 

  
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