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Autore: LucryAvril    16/04/2012    1 recensioni
« Lui è quello dei poster attaccati in camera, quello delle scritte sul diario, quello delle canzoni che amo. Non sa chi sono, forse non lo saprà mai, ma farò qualunque cosa per fargli sentire il mio amore. »
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Canzone: Fall To Pieces – Avril Lavigne (http://www.youtube.com/watch?v=BGh0CcbVoPQ)

Una settimana dopo.

4.00 a.m.

‘It’s time to get up in the morning…’
Eccoli, puntuali come ogni mattina, ma non alle 6.20 come al solito, piuttosto alle 4: era il gran giorno. Che poi, la sveglia non serve a un granché se non hai dormito per niente. Non ce l’avevo fatta, troppi pensieri si affollavano nella mia mente, come sarebbe stato? Cosa avrei provato? Ormai c’era ben poco da chiedersi, dopo qualche ora avrei scoperto ogni sensazione nei minimi particolari.
Quando fui pronta, mi accertai di aver preso tutto, e in particolare mi accertai che nella mia borsa ci fosse quella busta bianca che avrebbe fatto da tramite fra me e lui. Una lettera, già, una banalissima lettera. Ma ci misi l’anima per scriverla, ci misi giorni per convincermi davvero, scrivevo, poi cancellavo, e finivo per riscrivere la stessa cosa di prima. Provai in tutti i modi, con delle parole, a trasmettere attraverso l’inchiostro ciò che ho dentro, facendo scorrere i sentimenti dal cuore al braccio, dal braccio alla mano, dalla mano alla penna e dalla penna al foglio. Quel foglio che dopo poche ore sarebbe stato nelle sue mani.
Uscii di casa, arrivai a Roma, incontrai Livia e le altre e ci dirigemmo al luogo della signing session. Era mattina presto, praticamente ancora notte, ed eravamo fra le prime 10. Non immaginavo quanto sarebbe stata stressante e stancante, ma allo stesso tempo terribilmente perfetta, quella giornata. Con il passare delle ore il posto si riempì, c’erano migliaia di ragazze che urlavano, cantavano o, semplicemente, se ne stavano zitte ad aspettare che il loro sogno si avverasse, sperando di non svegliarsi ed accorgersi che era solo un altro dei loro sogni. Ma quello non era un sogno, quella era la realtà. Fu in quel momento che capii che ero solo una delle tante ai loro occhi e ai suoi, solo una delle tante fan che farebbero di tutto per un loro abbraccio. Come se io fossi la completa monotonia, e lui la grandiosa eccezione. E in effetti era proprio così.
Le ore passarono, fino a quando arrivò il momento. In fila entrò il primo gruppo, di cui facevamo parte. Il locale era buio e molto grande, si vedevano solo delle lievi luci in lontananza. Ci guidarono fino a una transenna, poi le luci si accesero e loro entrarono. Non ricordo molto di quel momento, ho una grande confusione, dei flash offuscati, poiché gli occhi si appannarono e il cuore cominciò sempre di più ad assomigliare ad un tamburo. Per la precisione, un rullo di tamburi. Il primo a entrare fu Liam, poi c’era Niall, poi Harry, poi Louis ed infine lui. In quel momento credetti di svenire, collassare o morire direttamente. Era bellissimo, ancor più del solito, ancor più di come lo avevo immaginato. Molto di più che dietro a uno schermo. Era lì, davanti a me, in carne ed ossa, e non riuscivo a crederci. Non riuscivo a piangere, né tantomeno a respirare. Ero immobilizzata. Nel locale eravamo ancora poche, quindi mentre entravano i ragazzi volgevano sguardi incuriositi e felici ad ognuna di noi. Zayn accennava un sorriso e muoveva rapidamente gli occhi, fino a che il suo sguardo si fermò, per un attimo su di me. I suoi occhi erano completamente incatenati ai suoi, o almeno così mi sembrò. Sentii come un grande pugno allo stomaco, un colpo al cuore. Mi colpì come un fulmine a ciel sereno: immaginavo sarebbe stato emozionante, terribilmente meraviglioso, ma non così tanto. Insomma, quel pugno provocato dal magnetismo dei suoi occhi proprio non me lo aspettavo.. Ma durò ben poco. Quei due velocissimi secondi, anche se non sembrò così, finirono in fretta, e lui tornò a volgere il suo sguardo su qualcos’altro di altrettanto banale e comune. 

  
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