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Autore: Devon    16/04/2012    3 recensioni
-Dai maschiaccio, non ti eccita l'idea di viaggiare in macchina con Synyster Gates?
Gli lanciai un'occhiataccia. Sapeva che odiavo essere chiamata così.
Che i miei genitori non fossero nelle loro piene facoltà mentali quando decisero il mio nome all'anagrafe era ormai più che palese, ma non era comunque un buon pretesto per prendersi gioco di me.
Molto bene, uno di questi giorni qualcuno organizzerà una congiura nei miei confronti in quanto sto iniziando una terza fanfiction. Ma questa volta ho l'intera trama in mente e so come svilupparla PER INTERO. Non lascerò niente in sospeso, promesso. :3
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando aprii la porta mi trovai davanti mio fratello che mi osservava con un'espressione profondamente scettica.
Del tipo che sei odioso quando fai così?
-Che facevi chiusa in camera con Brian? - mi domandò, sempre più sospettoso.
Assunsi un'espressione provocatoria. -Niente di che, mi sono solo strusciata su di lui per mezz'ora... - ironizzai, alzando lo sguardo su di lui -Però visto che c'ero gliel'ho... anche... succhiato... - Neanche finii di parlare che mi gelò con un'occhiata.
-Oh no - esclamò Brian, ironico. La sua voce così vicina mi fece sussultare -Ci ha scoperti. - Poi sollevò le mani in segno di resa -Calma Zacky, non è vero.
Mio fratello non sembrò più tranquillo. Una parte di lui aveva capito tutto.
Ah, questi fratelli che ti conoscono da cima a fondo. A volte possono rivelarsi delle vere seccature.
Lo oltrepassai a testa alta e uscii a fumarmi una sigaretta.
E ora rifletti, Devon, che cosa è appena successo? Che cosa pensavi di fare?
Non pensavo proprio niente, io. Figurati se avevo intenzione di scoparmelo, per chi mi hai presa?
Ora, non è per offendere i tuoi principi morali, ma non sei lontanamente credibile.
Neanche un po'?
Mi dispiace...
Dopo aver fatto qualche tiro dalla sigaretta mi sentii più rilassata, ma sapevo che era solo una sensazione di relax apparente. Non potevo lasciar passare ciò che era successo così facilmente.
Però sai, sei stata anche un po' stupida. Voglio dire, davanti a te c'è un ragazzo bellissimo, metallaro per giunta, e con un sorriso e uno sguardo che uccidono, ma che soprattutto ha intenzione di baciarti e tu non stai al gioco?
Non è così semplice. Hai considerato che ha una ragazza?
Non usare la sua ragazza come scusa. Da cosa scappi, Devon?
PIANTALA.
Perché poi pensi che abbia provato a baciarti? L'avrebbe fatto se fosse innamorato della sua ragazza?
Beh...
Ecco.


Qualche ora più tardi le gemelle Di Benedetto se ne andarono. Fu un sollievo non veder più quella cozza arenata di Michelle ronzare intorno a Brian come una mosca impazzita.
Ad ogni modo però in casa c'era una noia mortale. Di solito non me ne facevo un problema. Me ne stavo lì, accasciata sul divano insieme ai ragazzi, a guardare una stronzata qualsiasi in televisione, ma non quel pomeriggio. Quel pomeriggio avevo bisogno di uscire e di distrarmi. Odiavo restare segregata in casa per troppo tempo.
Bene, la decisione era presa. Ora restava il problema più difficile: convincere quei cinque cazzoni a smuovere i loro bei culetti dal divano. Pensai bene di procedere con calma, naturalezza e totale nonchalance. Poi avrei fatto la gentile e in qualche modo sarei riuscita a piegarli al mio volere e a convincerli ad uscire un po'.
Così li guardai dal punto del divano in cui ero seduta, studiandoli attentamente. Poi irruppi con un urlo spaccatimpani:
-Porco di un Giuda MI STO ANNOIANDO A MORTE, alzate il culo e andiamo un po' in giro!
I ragazzi sobbalzarono e mi guardarono come se dubitassero della mia stabilità mentale.
-Devi proprio urlarmi così vicino all'orecchio, dannazione? - protestò Johnny, tirandosi su.
-Esci allora - ribatté mio fratello, riprendendo a guardare la tv. -Io non ne ho voglia.
-Dai Zack, perché no?
-Perché no, te l'ho già detto. Non c'è un cazzo in giro e non mi va di stare nelle solite vie a non fare niente.
-Ora invece stai facendo qualcosa di molto più costruttivo.
-Ah, vai a cagare Devon .
Sbuffai.
-Esco io, Dev - si offrì Jimmy, alzandosi.
-Dio ti benedica - sorrisi -Almeno tu non mi abbandoni.
Inutile dire che il resto dei ragazzi era rimasto tranquillamente sul divano.
Presi la borsa e mi avviai verso la porta con Sullivan dietro di me.
-Aspettate, vengo anch'io con voi.


Di che cosa hai paura, Devon? Non siete mica da soli. C'è Jimmy... con te...
E invece no. Jimmy si era dato all'inseguimento di un piccione che "gli aveva tagliato la strada". Camminavamo tranquillamente verso una delle strade principali, quando un piccione entrò nel campo visivo di Jimmy senza essere stato invitato.
-Tu! Lurida bestia ignobile, vieni qua! - E ora gli correva ininterottamente dietro.
Brian lo guardava e di tanto in tanto gli sfuggiva qualche sorriso. Doveva essersi accorto che non gli staccavo gli occhi di dosso, perché poco dopo sorrise anche a me. Mi ritrovai ad arrossire e a ricambiare il suo gesto.
NO, CHE CAZZO FAI?
Si sta avvicinando! Perché si sta avvicin... Non spogliarlo con gli occhi, pensa a qualcosa da dirgli per rompere il ghiaccio, idiota!
-Non ho ancora intenzione di violentarti, voglio solo l'accendino - disse, inarcando un sopracciglio.
Mi sentii avvampare mentre lo tiravo fuori dalla tasca dei jeans.
-Come mai sei uscito senza? - gli chiesi, con una punta di acidità.
-Il nano me l'ha fottuto - mi spiegò, mentre appoggiava la sigaretta tra le labbra, in attesa che gliel'accendessi.
-Devon? Stai bene?
Potrei stare meglio. Anzi, diciamo che starei meglio se tu non fossi a meno di un centimetro da me, se le tue labbra non fossero una continua tentazione per i miei morsi, se non sentissi il tuo respiro bollente e se, cortesemente, la smettessi di farmi desiderare di essere al posto di quella sigaretta. Ma questo Devon non lo dice.
-E-ehm, sì?
-Ho detto: me la accendi questa sigaretta?
-E-e-ecco, sì. Sì, scusa!
Sarebbe stato un pomeriggio MOLTO lungo.



 

   
 
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