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Autore: Lou Asakura    17/04/2012    6 recensioni
[ Raccolta di One-shots, drabble e flashfics dedicate a Sanji e Nami ~ ]
#23. All Blue.
[Nami non rispose. Tornò a rivolgere la propria attenzione ai fili d'erba che la circondavano, un'ombra di tristezza nello sguardo.
«...Ma hai ragione, sai,» fece d'un tratto Sanji. «Ho bisogno di te.»]
~[Rating, genere ed avvertimenti variabili. Probabili spoilers New World Arc e fluff! nei prossimi capitoli ~ ♥]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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TitoloI’ll stand by you even if I die.

Fandom: One Piece (©Eichiro Oda).

Personaggi\CoppiaSanji\Nami.

Rating: PG (Giallo).

Genere: Sentimentale, introspettivo, (mooolto) vagamente angst all’inizio.

Riassunto: «…Quindi, secondo te le persone che ci lasciano trovano un modo per restarci accanto comunque?»

Lo chef annuì, serio. «Se ci hanno amati davvero, sì. Sono pronto a scommettere che anche tua mamma ti è sempre vicina. Potrebbe essere diventata un sasso, lo sai?»

Risero entrambi, la risata limpida di lei e quella roca di lui a sovrapporsi e riempire il silenzio di quella notte sospesa nel tempo.

Note: Ambientata in un punto random della storia in cui suppongo che i due siano abbastanza vicini da conversare e passare del tempo da soli <3 Se poi Nami stia già per cedere al fascino del nostro cuoco (?), vedetela voi ~

Raccolta, probabile spoiler! nei prossimi capitoli. Rating, lunghezza, genere ed avvertimenti variabili.

[One Shot, 1111 parole]

 

My lovely idiotic chef, my freaking beautiful lady.

 

12. I’ll stand by you even if I die.

«Né, Sanji-kun».

«Hm?»

Il giovane si voltò a guardarla. Erano entrambi in giardino, lui disteso sull’erba fresca e lei accanto, la giacca del compagno a coprirle le spalle, le gambe piegate al petto e gli occhi puntati verso il cielo disseminato di stelle. Accanto, una bottiglia di sakè ormai vuota –motivo iniziale di quell’insolito incontro notturno- giaceva abbandonata tra i fili d’erba.

Nami strinse di più le ginocchia al petto, rabbrividendo quando un’improvvisa folata di vento gonfiò le vele della Thousand Sunny.

«Pensavo, secondo te… le persone dove vanno a finire quando muoiono?»

Lo chef, che non si sarebbe aspettato una domanda tanto improbabile, strinse gli occhi e tirò una lunga boccata dalla sigaretta accesa.

«…Perché questa domanda?»

Lei scrollò le spalle. «Guardavo tutte queste stelle, e ci ho pensato».

«Ah… ti capisco, sai? A me succede lo stesso guardando il mare».

La navigatrice poggiò la testa sulle ginocchia, gli occhi castani a fissare con aria assente le volute di fumo che si disperdevano nell’aria.

«Quindi anche a te capita di pensarci, Sanji-kun?»

Nella notte, la sua voce era poco più che un sussurro.

«…Ogni tanto. Ma temo sia normale, no? Siamo esseri umani, dopotutto».

«Già… a volte tendo a scordarlo. Non che voialtri vi comportiate in modo tanto umano, comunque…»

Sanji ridacchiò, scombinandosi i capelli con una mano. «Touché. Hai ragione tu».

Anche lei rise, poi gli occhi tornarono a perdersi tra le stelle.

A guardarla così, rannicchiata come una bambina in quella giacca troppo grande nella quale sembrava quasi scomparire, a Sanji venne voglia di stringerla e non lasciarla più andare.

C’erano notti come quella, in cui Nami-san smetteva di essere la donna forte ed autoritaria che avrebbe steso l’intera ciurma con un solo pugno e si lasciava andare a pensieri che, al suo posto, avrebbero divorato il cuore di chiunque.

E, mai come prima, quella notte a Sanji era stato concesso di condividere con lei tali pensieri. Anche a pensarci, il cuoco non sarebbe stato in grado di spiegarne il motivo; sapeva solo che, qualche ora prima, la sua carissima Nami-san gli si era avvicinata stringendo tra le mani una bottiglia di sakè, domandando se per lui fosse un problema bere un bicchiere insieme. Sanji non poteva credere alle sue orecchie –la sua adorata principessa stava chiedendo proprio a lui di trascorrere del tempo insieme!-, ed aveva finito per accettare con fin troppo entusiasmo, prendendo posto sull’erba accanto a lei e poggiandole immediatamente la propria giacca sulle spalle ai primi soffi di vento.

Non gli ci era voluto molto per capire che Nami-san, quella notte, mutamente aveva chiesto il suo conforto. E Sanji non capiva perché, non capiva perché proprio lui, ma le avrebbe offerto tutto sé stesso se solo fosse stato necessario a restituirle un barlume di sorriso.  

«Forse», soffiò, la voce più roca e lieve del solito, «le persone che amiamo si trasformano in modo da starci sempre vicino, non credi?»

Lei assottigliò gli occhi, dubbiosa. «Tu dici?»

«Ma sì! Ad esempio, tu mi vuoi bene, non è così?»

La giovane sbuffò ed abbassò lo sguardo, arricciando le labbra in un modo che Sanji trovò adorabile. «E’ naturale. Siamo compagni».

Lui annuì con un sorriso obliquo. «E me ne vorresti, anche… ad esempio, se io fossi un sasso?»

«Che…!». Nami quasi scoppiò a ridere. «Perché questa domanda?»

«Mmh, vediamo… se io morissi, secondo alcune credenze potrei reincarnarmi e diventare un sasso. Mi vorresti bene lo stesso?»

La navigatrice inarcò le sopracciglia. «Ma, Sanji-kun… per quanto io possa sforzarmi, devi ammettere che è alquanto difficile pensare di provare affetto per un sasso».

«Lo so, ma pensaci! Se io fossi un sasso, sta certa che mi lancerei a colpire a sangue qualunque bastardo dovesse osare farti del male. Se tu dovessi aver bisogno di riscaldarti, potresti usarmi per accendere un fuoco. Sarei il miglior sasso di sempre! E… in questo modo, potrei continuare a restarti vicino per l’eternità».

Si sollevò sui gomiti e le sorrise, pieno di calore. «Oppure, potrei diventare vento. Allora soffierei intorno a te, e sarei un vento caldo quando fa freddo e vorrai scaldarti, e un vento fresco in estate. Così saprei di esserti utile, e tu sentiresti il mio amore per te in ogni momento».

Nami fissò gli occhi blu di lui, intrisi di un’immensa dolcezza. «…Faresti questo per me?»

«Anche di più. Diventerei qualsiasi cosa tu voglia, pur di restarti vicino».

Non ci fu bisogno di chiedere se dicesse sul serio, perché Nami non vide motivo per dubitare di quelle parole.

«…Quindi, secondo te le persone che ci lasciano trovano un modo per restarci accanto comunque?»

Lo chef annuì, serio. «Se ci hanno amati davvero, sì. Sono pronto a scommettere che anche tua mamma ti è sempre vicina. Potrebbe essere diventata un sasso, lo sai?»

Risero entrambi, la risata limpida di lei e quella roca di lui a sovrapporsi e riempire il silenzio di quella notte sospesa nel tempo.

«…Sanji-kun, ti dispiacerebbe smetterla di tentare di convincermi che mia madre è diventata un sasso?». Nami rise ancora, asciugandosi una lacrima col dorso delle dita.

«Tu hai troppa poca considerazione per i sassi, Nami-san! Anche loro potrebbero amarti, sai? … Chiunque ti amerebbe», sussurrò poi, quasi a sé stesso.

La ragazza si domandò se fosse vero. Era così facile, per Sanji-kun, pensare di amare una come lei… la faceva sentire speciale, come se di lei importasse davvero.

A loro, disse a sé stessa con un sorriso, e fu in quell’istante che realizzò che tutti quegli discorsi assurdi, pronunciati probabilmente a causa dell’alcool, erano bastati a farla piangere dalle risate nel giro di pochi minuti. La giacca di Sanji-kun, sulle sue spalle, era calda e sapeva di tabacco e protezione.

«Ehi, Sanji-kun».

«Dimmi pure, mia adorata».

«Senza mettere in dubbio la tua utilità da sasso –sono sicura che saresti il miglior sasso di sempre-, devi sapere che sarei molto contenta se tu non morissi, e che se proprio devi restarmi vicino, beh… allora ti preferisco umano».

«Ah…». Lui sbatté le palpebre, un po’ incredulo. «O-okay».

Poi, senza alcun preavviso allungò le braccia e strinse la ragazza a sé, rannicchiandosi contro di lei con un sospiro beato.

«Oy, si può sapere che hai intenzione di fare?», sbuffò Nami, tirandogli una gomitata a cui lui sembrò del tutto indifferente.

«Ti sto vicino da uomo, come tu hai chiesto», rispose semplicemente, e la strinse a sé ancora di più. «Ma se questo non dovesse andarti bene, posso sempre trasformarmi in un sasso».

La ragazza alzò gli occhi al cielo con la consueta rassegnazione e poi, con un sospiro, cedette e si lasciò andare alle coccole rassicuranti del compagno.

«Lascia stare… vai fin troppo bene così».

«M-mellorine!»

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:
Yeh yeh yeeeeeeeeah ♪ Miei sfortunati lettori, pioveee! TAT Io odio la pioggia, mi impedisce di fare tutto ciò che vorrei e mi toglie la voglia di fare qualsiasi cosa >3> Però oggi ne ho approfittato per starmene al chiuso e scrivere finalmente quest’altra idea malata a cui pensavo da un paio di giorni *A* Per dirvi, ieri cercavo di concentrarmi sulla lezione sui verbi passivi in giapponese senza distrarmi ad immaginare i dialoghi di questa shot X°° E ci sono riuscita per quasi tutto il tempo *w* *fiera*
Eeee dovrei dirvi qualcosaaaa… tipo! Quest’idea. Il discorso del sasso ha un’origine strana risalente come al solito ai dialoghi tra me e Hota-chwan, ma non riesco a ricordare com’è iniziata di preciso e__e Il capitolo è iniziato in modo più serio di quanto avessi pensato, poi c’è stata questa cosa ridicola del sasso a spezzare tutta la serietà xD Alla fine è stato proprio questo che ha fatto Sanji-kun per tirare su di morale Nami, quindi diciamo che ci sta èwè Riguardo il fatto che Nnnami-swan abbia chiesto proprio a Sanji di bere insieme, ho formulato quattro ipotesi:
1) Sentendosi triste, aveva bisogno della gentilezza incondizionata che solo lui può darle.
2) Forse si stava già innamorando di lui ~ *se non lo so io D:*
3) E’ una fottuta fanfic SaNami, è ovvio che sia così!
4) Esigenze di trama.
Ehm… diciamo un po’ tutte àwà Come vedete in realtà il motivo “serio” è il primo, perché personalmente quando sono giù vorrei tanto una persona capace di dirti belle parole come Sanji TAT e farti sentire TOP OF THE WORLD ~~ Ovviamente, non per tutti è così (qualcuna lo prenderebbe a pugni) e non so cosa ne pensi Nami, ma nell’incertezza lasciatemi sperare ç3ç

Ah, e sto scrivendo l’AU! Sono al capitolo 9\10 e vorrei pubblicarla subito, ma non posso farlo col rischio di lasciarla a metà e quindi preferisco prima finirla >___< Più la leggo e più mi sembra niente di che, ma comunque… cercherò di correggerla e ampliarla il più possibile prima di postare i singoli capitoli, ve lo giuro èwé
Adesso sono in fumetteria a passare la mattinata intenta a fissare il nulla (
), prima papà mi ha chiesto di montare un set di action figures di Marineford da esporre, e non immaginate cos’ho combinato XDD Prima cosa, ho spezzato il bastone di algamatolite di Smoker <__< (ehm). Poi ho litigato mezz’ora buona col mantello di Garp che non s’incastrava. Poi con Marco. Adesso sono tutte e sette montate e bellissime, specialmente quella con Rufy ed Ace spalla e spalla TAT Ma quando le compreranno dovremo smontarle e il mio lavoro andrà sprecato D: Le siiiigh.
Ok, ora vi lascio >__< Finché non entrerà qualche cliente continuerò a scrivere fanfics +___+ MWUAHAHAHAHHWHA ~
P.S. Scusate immensamente se non ho risposto alle recensioni degli ultimi due capitoli! Giuro che da questo riprenderò a farlo regolarmente >__<

   
 
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