Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TheOnlyWay    17/04/2012    3 recensioni
Ho sempre pensato che i ragazzi fossero stupidi e insensibili. Poi ho conosciuto lui e ne ho avuto la conferma: sono dei completi idioti.
E non è colpa loro, probabilmente è una questione genetica, anche se in effetti dovrebbero iniziare a cercare una cura per questa stupidità dilagante.
Insomma, ci sarà pur qualcosa che si possa fare, per evitare che diano aria alla bocca, tanto per dimostrare che sono addirittura in grado di formulare un pensiero coerente.
Quando ho capito che Louis Tomlinson è un idiota?
Non mi ci è voluto molto, se devo essere sincera. È bastato che lo incontrassi nel corridoio, vicino al mio armadietto.
«Ciao, bambolina.»
Era il mio primo giorno nella nuova scuola e tutto ciò che desideravo era diventare invisibile. Essere al centro dell’attenzione non mi era mai piaciuto un granché: preferivo starmene sulle mie, parlare il tanto necessario e ignorare completamente tutto il resto. Louis aveva rovinato i miei piani, perché aveva catturato l’attenzione di tutti i presenti con due semplici parole.
Sorrideva, mentre dietro di lui quattro ragazzi osservavano la scena con particolare interesse. E poi si dice che sono le ragazze a girare in branco.
«Bambolina ci chiami tua sorella, idiota.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '"Like an Hurricane"'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
image


Chapter 6.


  
 


 
«Credo di avere un problema.»
Mel mi rivolse un’occhiata scettica, come a dire che di problemi non ne avevo uno solo, ma molti di più.
«Credo di avere un grande problema.» mi corressi, seccata.
«Quanto grande?» domandò Melanie, interessata.
Era sabato sera, ed eravamo nel pub in cui Mel avrebbe incontrato Jason. Ancora, però, non si vedevano né lui, né Louis. Perciò avevo deciso che dovevo assolutamente condividere il mio segreto con qualcuno, oppure sarei impazzita.
«Enorme. Gigantesco. Stratosferico.» elencai.
«Non mi dire che ti piace Louis, perché quello è piuttosto ovvio. E non è neanche un problema.» mi anticipò Mel, con l’aria di chi la sapeva lunga. Spalancai la bocca, incredula e prossima alla morte per la vergogna. Mi sarei voluta sotterrare.
Nella mia mente, Melanie mi avrebbe risposto così: “tranquilla, passerà presto. È come un’influenza”, invece non solo non mi aveva dato il tempo di dirlo, ma addirittura non credeva che fosse un problema e, soprattutto, non voleva che mi passasse.
«Non è ovvio.» borbottai, risentita.
«Certo, prova a chiedere ai ragazzi.» mi invitò Melanie, indicando con un cenno del capo il lato opposto della sala, dove Niall, Harry, Liam e Zayn ci osservavano di sott’occhio.
Sorrisi, nervosa, e sventolai la mano. Ricambiarono, un po’ perplessi. Niall rise, perché probabilmente aveva già capito tutto. E poi sapevo alla perfezione che, alle mie spalle, Melanie stava gesticolando.
Alla fine nessuno di loro voleva lasciarci da sole con Jason. Così, oltre a Louis, che si era autoeletto mio accompagnatore, i ragazzi avevano casualmente deciso di trascorrere la serata nello stesso locale. Non sapevo se sentirmi infastidita o lusingata per la loro premura.
«Eccolo.» mormorai, adocchiando Jason, che si faceva largo tra i tavoli con un’espressione decisamente inquietante. Aveva ragione Louis, aveva proprio l’aria da gran bastardo.
Melanie arrossì, quando Jason le stampò un bacio sulle labbra, senza troppi preamboli. Poi si voltò verso di me e fece per avvicinarsi, per darmi un bacio sulla guancia. Stavo per dirgli di risparmiarsi la sceneggiata, quando Louis comparve al mio fianco e mi circondò la vita con un braccio.
«Non provarci.» lo ammonì, prima di stringere un po’ la presa. Vidi Melanie sorridere compiaciuta e lanciarmi una delle sue solite occhiate soddisfatte.
Jason e Louis si guardarono in cagnesco per qualche secondo, poi Jason si arrese e mi porse la mano.
«Sono Jason.» si presentò, con un sorriso sfacciato che mi fece venire voglia di allungare la gamba e tirargli un calcio nelle parti basse. Da quella posizione l’avrei beccato in pieno.
Invece mi limitai a stringergli la mano, inespressiva.
«Che ne dici di andare a fare una passeggiata, dolcezza?» si rivolse a Melanie, che tentennò qualche istante, prima di annuire. Niente da fare, quando vedeva Jason non capiva più niente.
«Melanie…» la bloccai per il polso, provando a farle capire che non era davvero il caso di rimanere da sola con lui.
Louis rimase in silenzio, ma percepivo il suo nervosismo.
«Io... Scusa, Cass.» abbassò lo sguardo, preda dei sensi di colpa.
«Ti aspetto qui. Torna tra mezz’ora, me lo prometti?» la supplicai, preoccupata.
Jason mi afferrò il polso, costringendomi a mollare la presa su Melanie.
«Fatti i cazzi tuoi, stronza» Louis fece per scattare, ma gli afferrai entrambe le mani e lo trattenni. Sembrava non vedere l’ora di picchiare Jason, ma Melanie mi guardava con quell’espressione supplichevole ed io non me la sentii di rovinarle la serata più di così.
«Se non torni tra mezz’ora ti vengo a cercare.» le dissi. Melanie annuì. Poi presi Louis per mano e lo trascinai fino al tavolo dei ragazzi, dove mi sedetti.
Louis si accomodò accanto a me, senza mollare la presa sulla mia mano. Io continuavo a gettare lo sguardo sulle nostre dita incrociate, senza capire per quale motivo, tra tutti i ragazzi che esistevano al mondo, dovesse piacermi proprio l’unico al quale, probabilmente, non sarei mai interessata.
 
 
***
 
 
Picchiettai le unghie sul tavolo, nervosa. Erano passati tre quarti d’ora e di Melanie non c’era traccia. Ogni secondo guardavo verso l’ingresso, nella speranza di vederla rientrare. Avevo proprio un brutto presentimento.
«Cass, la pianti?» Harry mi bloccò la mano, esasperato. Lo fulminai, seccata.
«Mi stai facendo diventare scemo.» brontolò, prima di bere un lungo sorso del cocktail.
«Scusa.» borbottai, prima di appoggiargli la testa sulla spalla e chiudere gli occhi. Avrei contato fino a dieci, dopodiché sarei andata a cercare Melanie e poi avrei fatto un bel discorsetto con quel grandissimo bastardo.  
Harry mi passò un braccio intorno alle spalle, cercando di consolarmi. Ma non ci fu niente da fare, ero così nervosa che non capivo più niente.
«Eccola.» ci informò Liam. Mi separai da Harry e feci in tempo a notare Melanie serpeggiare tra i tavoli, prima che si buttasse tra le mie braccia, in singhiozzi.
La strinsi forte, perché sapevo che stava male ed io non potevo fare niente per farla stare meglio. Era l’unica amica che avessi lì a Doncaster. Certo, c’erano i ragazzi, ma a loro non potevo mica raccontare tutto. C’erano cose che non potevano capire.
«Cosa è successo, tesoro?» le chiesi, accarezzandole la schiena con dolcezza.
Non volevo pensare al peggio, ma avevo idea che da Jason Coburn non ci si potesse aspettare niente di positivo.
«Lui voleva… e io… oh, Cass, avevi ragione.» singhiozzò, disperata. Le lasciai un bacio sulla fronte, poi feci cenno a Liam di prendere il mio posto e mi alzai. Sentivo gli sguardi di tutti quanti addosso, ma mi sforzai di apparire tranquilla.
«Scusate, vado un attimo in bagno.» dissi, sperando di risultare abbastanza convincente.
Non appena fossero stati tutti concentrati su Melanie, sarei uscita e sarei andata a cercare Jason.
Così mi diressi in bagno, aspettai qualche minuto, poi uscii.
«Dove pensi di andare?»
Louis era appoggiato accanto alla porta, con le braccia incrociate e il solito sorriso sornione, che sembrava riservare solo a me.
Sbuffai, perché non avevo affatto calcolato che qualcuno di loro avrebbe potuto sospettare qualcosa, soprattutto Louis.
«Da nessuna parte, perché?» chiesi, con un sorriso innocente che non lo ingannò affatto.
«Oh, e va bene.» sbottai, di fronte alla sua occhiata scettica. «Vado a cercare Jason. Mi vuoi accompagnare?» proposi, sapendo che di certo non mi avrebbe permesso di andare da sola.
Una volta fuori dal locale, rabbrividii. Mi passai una mano sulle braccia, mentre mi incamminavo verso sinistra, dove c’erano i parcheggi. Non sapevo perché, ma credevo che Jason fosse ancora lì.
Louis mi adagiò la sua felpa sulle spalle. Gli sorrisi, grata, e mi ci strinsi un po’, beandomi del calore che ancora vi era rimasto intrappolato.
Non c’era niente da fare: mi piaceva. Come avevo potuto cascarci? Stavo giusto ripensando alla prima volta che avevo parlato seriamente con Louis, quando mi accorsi di Jason appostato contro una macchina con una sigaretta accesa tra le dita.
Istintivamente, presi Louis per mano e mi avvicinai.
«Guarda un po’ chi si vede…» commentò Jason, tirando una profonda boccata dalla sigaretta. Storsi il naso, quando mi soffiò il fumo in faccia.
«Stai zitto.» gli ordinai, facendo un passo in avanti. Mi irritava a morte.
«Non ti bastava tradirla una volta, vero? Dovevi per forza fare il bastardo?» lo accusai, prossima a perdere la pazienza. Non capivo cosa gli passasse per la testa, ma era evidente che lui a Melanie non ci teneva per niente.
Coburn mi gettò un’occhiata sprezzante.
«Tu devi imparare a farti i cazzi tuoi, ragazzina. O finirai male.» rabbrividii, perché lessi la verità, nelle sue parole. E sarebbe stato lui, a farmi finire male.
Oppure Louis avrebbe fatto male a lui, considerai, quando Louis lo colpì sullo zigomo con un pugno ben piazzato. Gliene diede un altro sullo stomaco, così forte che Jason si accasciò a terra, tossendo per lo sforzo di recuperare un po’ d’ossigeno.
Mi spaventò parecchio, l’espressione di Louis, perché sembrava davvero pronto ad ammazzarlo.
«Louis…» mormorai, spaventata. Non volevo che ci finisse di mezzo lui. Non volevo vederlo picchiare Jason, anche se se lo meritava più di chiunque altro, anche se io stessa avrei voluto tirargli uno schiaffo.
Non volevo che facesse come papà.
 
 
***
 
 
Scoppiai in singhiozzi, prima di riuscire a rendermene conto. Semplicemente, mi era tornata alla mente la scena di papà che picchiava mamma e provava a fare lo stesso con me, e non avevo retto il colpo.
Louis si voltò di scatto, preoccupato.
«Cass…» sentii le sue mani accarezzarmi il volto, delicate, nonostante qualche secondo prima avessero colpito tanto duramente un’altra persona.
Mi abbracciò, completamente dimentico di Jason, che nel frattempo si stava alzando e si allontanava. Singhiozzai più forte, nascondendo il volto nel suo petto.
Mi sentivo così spaventata, così triste e così addolorata da non riuscire a muovere un passo. Louis continuò a stringermi, senza dire una parola. Sentivo solo la sua mano accarezzarmi la schiena.
«Mi dispiace.» dissi, poco dopo. Passai i pugni sotto gli occhi, per cancellare le tracce delle lacrime e mi ravvivai i capelli, passandovi le mani in mezzo.
«Cosa c’è che non và, bambolina?», chiese, preoccupato. Capivo anche io che dovevo sembrargli una pazza, ma non potevo farci niente. Credevo di aver superato la questione di papà, ma forse non era del tutto così.
«Non mi và di parlarne.» sussurrai, a fatica. Non ero pronta.
«D’accordo.»
Non pensavo che avrebbe lasciato perdere così facilmente. Ma iniziavo a capire che Louis era imprevedibile. E per niente idiota, tra le altre cose.
«Vuoi che ti accompagni a casa?» domandò, gentile. Scossi la testa.
«Devo vedere Melanie.»
«Torniamo indietro, allora.» mi prese per mano, poi, in silenzio, tornammo verso il pub. Forse un giorno gli avrei raccontato la verità, ma mi sembrava ancora presto. Mi riusciva molto più comodo fingere che non fosse mai successo niente, anziché far riaffiorare tutti i ricordi dell’ultimo anno. Parlarne, significava ammettere la loro esistenza.



***

Eccomi qua con il sesto capitolo! Spero che vi piaccia!
Recensite, mi raccomando! :D Naturalmente non siete obbligate e non mi sentirete mai dire se non ho almeno due recensioni per capitolo non aggiorno, però boh! Ho visto che la storia è seguita da 17 persone, preferita da 2 e ricordata da 11, come mai nessuno mi fa sapere niente?
Naturalmente, ringrazio le ragazze che hanno recensito gli scorsi capitoli, davvero, e vi prego di non scambiarmi per una rompiscatole, la mia era solo curiosità!
Non sentitevi obbligate a recensire, se non vi và!

Comunque, grazie ancora, e scusate se vi ho rotto le scatole con questa cosa antipatica! :D :D Perdonatemi!
Vi lascio il link per l'altra storia, se vi và, passate: Diario di una Psicopatica.

Con affetto,
Fede.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TheOnlyWay