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Autore: delilaah    17/04/2012    15 recensioni
Prima vera e autentica storia scritta da me che pubblico su EFP. E coincide anche con la mia prima ff sugli One Direction.
Ognuno di loro sarà protagonista all'interno della storia anche se in maniera molto diversa l'uno dall'altro. Non ci saranno favoritismi per un personaggio in particolare, o almeno è quello che cercherò di evitare, e spero che possiate immedesimarvi il più possibile nella storia, nei dialoghi e soprattutto nei sentimenti descritti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter sixteen: 
Now that I'm with somebody else, you tell me you love me. 


Niall si guardo intorno e poi sedette su una panchina al di fuori dei cancelli che contornavano l’enorme giardino del campus. Era un posto bellissimo, amava quell’università. La trovava perfetta. Perfetta per Leah.
Lei l’aveva richiamato verso il tardi quella sera ma non era voluta passare per cenare insieme. Diceva di sentirsi a disagio con tutte quelle cene a scrocco. Bugiarda, aveva pensato Niall senza un filo di cattiveria.
Diede un’occhiata all’orologio e poi prese una gomma da masticare dalle tasche dei suoi pantaloni. In linea di massima avrebbe dovuto aspettare dieci minuti, quindici al massimo ma niente di più. Niall socchiuse gli occhi, godendosi quei pochi raggi del sole e pensando a cosa avrebbe dovuto dire, come l’avrebbe detto e soprattutto perché.
Aveva ancora gli occhi chiusi quando sentì un picchiettio sulla sua spalla. Alzò una palpebra svogliatamente prima di riconoscere Leah.
«Ehi, che ci fai qui?»
Niall si grattò la testa, pensieroso. «Niente. Cioè, ti aspettavo.»
«Oh, fantastico. Mi accompagni a casa?» Gli chiese lei in risposta, con un sorriso. Niall annuì e si alzò dalla panchina, posizionandosi alla sua destra.
«Quando parti per andare da Greg?»
«Domani, nel pomeriggio.»
«E ti viene a prendere lui?»
«Si Niall, come sempre. Come mai queste domande?» Replicò Leah, stringendo i suoi libri al petto.
«Così, per sapere.»
Leah fece ancora qualche passo in avanti e poi si fermò, capendo che c’era qualcosa sotto. Prese Niall per il braccio e lo costrinse a voltarsi per guardarla negli occhi.
«Che c’è Niall? Sento che c’è qualcosa che non mi dici.»
Per un secondo, Niall la fissò negli occhi. Erano limpidi, chiari, sinceri. Tra le altre cose, amava anche i suoi occhi.
«Credo.. Si, insomma. Mi sa che è ora di dirti una cosa. Importante.»
«Avanti, dimmi tutto.» Rispose lei, ignorando completamente che quella confessione avrebbe cambiato tutto radicalmente.
«Mi sono innamorato. Di te, Leah. E lo so che è sbagliato, so che sono più piccolo, so che sono il fratello del tuo ragazzo, so tutto. Ma sono stanco di tenerlo segreto. Se fosse per me lo urlerei al mondo. Io ti amo, Leah
Leah lasciò cadere un libro a terra, allentando la presa del braccio. Se n’era accorta? Si, non poteva negarlo. C’era qualcosa di diverso nel suo sguardo ultimamente. Era qualcosa di bello, amava essere guardata in quel modo, ma per tutto quel tempo si era convinta che fosse solo una sua impressione. E adesso, cosa avrebbe dovuto fare?
«Niall, io.. Non so che dire.»
«Lo so, ho sempre saputo anche questo. Tu ami Greg, è colpa mia
Leah gli prese la mano e gliela strinse. Non era colpa sua, lo sapeva bene. Non era colpa di nessuno. Innamorarsi non è mai una colpa, ma una benedizione. Non importa se quella persona ricambia, non ricambia, è vicina, lontana o non se ne accorgerà mai. L’importante era amare, incondizionatamente.
«Comunque non importa. Quando sei a Mullingar saluta Greg e mamma. Dì a tutti che sto bene, anche per merito tuo.» Riprese il ragazzo liberando la mano dalla presa di Leah, «E quando tornerai non cercarmi, ok? Devo farmi passare questa cosa. Ora che lo sai, non serve che ti dica altre bugie.»
Leah fece per dire qualcosa ma si bloccò e non le uscì una sola parola di bocca. Stava realmente succedendo? Per tutto questo tempo aveva visto Niall crescere, diventare pian piano adulto, attraente, ma non si era resa conto che insieme al corpo erano cresciuti anche i suoi sentimenti. E sapeva anche che Niall non stava esagerando. Se diceva che l’amava doveva per forza essere la verità.
Innamorato.. Di me,si ripeteva nella testa, con tono sconfitto. 
 
Liam entrò in quel pub sottotono, pensieroso. Stava aspettando una telefonata importante, una di quelle decisive per la sua vita e per la carriera sua e dei ragazzi. Si sedette su uno sgabello al bancone e ordinò un acqua tonica, giusto per sentire le bollicine.
«Liam Payne ci rallegra con la sua presenza, quest’oggi! Chi l’avrebbe mai detto, questi non sono posti adatti a voi
Liam irrigidì, spaventato. L’avevano riconosciuto, ciò significava che aveva quindici minuti al massimo per uscire da quel posto e imbucarsi in una metro a caso, nella speranza che nessuno lo vedesse.
«No, non andartene. Non avviso nessuno, puoi restare.» Continuò la ragazza, prendendolo per il braccio e sorridendo.
«Come faccio a fidarmi?» Gli chiese lui, temporeggiando.
«O ti fidi o non ti fidi. A pelle
Si fidava? Si. Avrebbe dovuto fidarsi? Probabilmente no. Ad ogni modo aveva deciso di rimanere, per dare una possibilità a quella ragazza che gli si era presentata davanti.
«Ti do una possibilità, ma sappi che al minimo urlo, io scappo dal retro.»
«Deve essere brutto. Intendo, il sotterfugi dalle fan. Snervante.»
Liam fece spallucce, afferrando il bicchiere con la sua acqua tonica. «E’ il mio lavoro, lo amo anche per questo. Solo che certe volte mi chiedo se le loro mamme siano veramente così permissive o se scappano di casa per noi. Potrei giurarti di vederle ovunque, qualche volta anche prima di noi.»
«Si, lo so. Ne vedo qualcuna ogni tanto. Entrano, prendono una coca cola e poi se ne vanno, sempre con i cellulari in aggiornamento.»
«E tu?» Chiese Liam, con un sorriso furbo. Sapeva che bastava una parola sbagliata e sarebbe scappato a gambe levate, senza nemmeno pensarci.
«Nah, non fa per me. Vi ho seguiti, so chi siete, siete bravi, però finisce li. Anche se meritavate di vincere il talent, poco ma sicuro.»
«Grazie, sei gentile.»
La ragazza alzò le spalle e strizzò l’occhio. Era evidente che ci sapeva fare. Con i clienti, per lo meno. Con i ragazzi ancora non si poteva dire.
C’era qualcosa in lei che lasciava Liam perplesso. Forse era il fatto che non si trattava di Danielle, o forse era lei che non era una di quelle fan in lacrime e disperate che li vedono in lontananza. Era così tranquilla, pacata, a suo agio con lui.
«Non so il tuo nome.» Esordì Liam cambiando del tutto discorso, «Voglio dire, tu sai tutto di me e io non so neanche come ti chiami.»
«Alice.» Rispose lei, prendendo la lattina vuota e buttandola nel cestino.
«Piacere, Alice. Io sono Liam e questo lo sai già, quindi non è divertente. Potremmo stare qui fino a domani per metterci in pari con le domande.»
«Non credo t’interessi, ad ogni modo.»
«Forse si. Tu non lo puoi sapere.»
Alice appoggiò i gomiti al bancone e si avvicinò pericolosamente a lui, tenendo comunque la distanza di sicurezza. Poteva sentire il suo profumo, era buono.
«Cosa ti ha portato fin quaggiù, Liam Payne? Non mi strappo i capelli per voi, ma sono abbastanza sicura del fatto che pochi mesi fa siete stati coinvolti in un incidente. Perché ti stai nascondendo?Da chi ti stai nascondendo
Era irriverente, provocatoria. Forse aveva ragione: da chi si stava nascondendo?
Liam deglutì rumorosamente e poi rispose calmo alla domanda, con tono impassibile. «Aspetto una telefonata, una di quelle importanti. Preferisco parlare con una certa Alice piuttosto che aspettare a casa da solo. Dici che sbaglio?»
«Assolutamente no!» Rispose lei, tornando nella sua posizione normale e allungandogli un bicchiere colmo di the, «Non è acqua tonica, ma offre la casa. Si da il caso che tu stia simpatico alla figlia del proprietario.»
Liam sorrise, divertito. Poi vide il telefono illuminarsi e si allontanò per rispondere alla chiamata. Rimase lontano per qualche minuto, continuando ad annuire.
Si avvicinò al bancone e sorrise di nuovo mentre inviava un sms a Zayn. Fissando Alice che andava in aiuto ad un altro cliente pensò che in fondo non era male. Passare del tempo con qualcuno che non fosse Danielle o i ragazzi non era male per niente. Stava solo facendo conoscenza, che male c’era? E poi tutti sappiamo come si dice: occhio non vede, cuore non duole.



 “What’s somebody like you doing in a place like this?
Say did you come alone or did you bring all your friends?
Say what’s your name , what are you drinking, I think I know what are you thinkin.
Baby what’s your sign tell me yours and I’ll tell you mine,

say what is someone like you doing in a place like this.”
If We Ever Meet Again – Timbaland feat. Katy Perry


 



Rieccoci qua! Non sono stata via molto, ammettetelo :)
Dunque, lasciatemi fare due precisazioni: la prima è che questo è un capitolo tranquillo, lo so bene, ma è tutto programmato. Come una di voi sa (e non faccio nomi, e le chiedo di non spifferare tutto) il prossimo capitolo è molto sostanzioso, quindi sono stata tranquilla. Spero vi vada a genio come cosa!
La seconda è che il nome della nuova ragazza, va pronunciato all'inglese, quindi Élis, perchè è quello il nome di una canzone alla quale mi sono ispirata. 
Finito queste due postille, credo di essere a posto. Se avete bisogno di me scrivetemi in posta o in twitter, sono sempre disponibile per chiarimenti o altro. 

A presto, 
Giuls. 
  
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