Capitolo 2: East Coast
Holiday
NEW YORK, 8 giugno, h
21.00
*Mizar’s Home* L’ascensore si aprì all’altezza del ventesimo piano di uno
dei tanti grattacieli della Grande Mela, lasciando uscire una giovane dai
lunghi capelli biondi come l’oro, gli occhi azzurri come il cielo
d’estate. La ragazza si diresse decisa verso la porta dell’appartamento
303, e con un badge magnetico(tipo quelli che ci sono sulle navi da
crociera), entrò in un bell’attico dalle ampie vetrate che si affacciavano
sulla grande metropoli. Posò il borsone della palestra su un divano, e si
diresse in cucina, riflettendo su ciò con cui avrebbe potuto approntare
una cena decente; con sua grande sorpresa vide che qualcuno aveva già
apparecchiato per due persone, mentre un grosso trancio di pizza veniva
scaldato in forno. La ragazza sorrise scuotendo la testa: sapeva già chi fosse
prima ancora di vederlo. “Ciao papà” disse, con un sorriso che tuttavia non illuminò
gli occhi. Un uomo in giacca e cravatta comparve dalla porta che dava
sul balcone, una sigaretta accesa infilata in
bocca. “Ah eccoti finalmente! Bentornata Mizar! Cominciavo a
preoccuparmi, dov’eri finita?” chiese, entrando in
cucina. “Ehi che è, il terzo grado?Comunque ero a ninjutsu, come al
solito, papà”rispose la giovane, togliendo la pizza dal forno e posandola
in un piatto per poi dividerla in due
pezzi. Suo padre si sedette a
tavola. “Scusa, potresti spegnere la sigaretta?Lo sai che mi dà
fastidio il fumo” disse Mizar, sedendosi anche lei e iniziando a mangiare.
L’uomo annuì, e aspirò un’ultima boccata prima di spegnerla in un
portacenere di vetro che la giovane gli
porse. “Grazie” fece lei, poi passò alla domanda che da subito si
era posta non appena aveva visto suo padre. “Allora, posso sapere qual è
il motivo della visita?”. Lui scoppiò a ridere:”Ma come, adesso c’è
bisogno di un motivo perché un padre passi un po’ di tempo con la
figlia?”. Quando mai negli ultimi quattro anni sei stato a casa per
più di due giorni consecutivi, eh? Mizar lo fissò seria:”Pa’ non sto scherzando, lo sai meglio
di me”. L’uomo cambiò subito atteggiamento, passando da quel tono
falsamente cordiale ad uno più pratico e spiccio, che era più solito
utilizzare con i suoi clienti o con i dipendenti a lui sottoposti. Quale
chief executive di una grossa multinazionale, era abituato a trattare
faccende spinose senza girarci intorno con giochi di
parole. “Ho parlato con tua madre” disse senza alcun tremito nella
voce. “Ah…e che vi siete detti?” “Non molto, le solite cose…mi ha chiesto come andavi a
scuola, le ho detto che vai magnificamente come tuo solito senza alcun tuo
sforzo eccessivo…” “Papà, dubito che vi siate telefonati solo per discutere del
mio rendimento scolastico” intervenne Mizar
secca. C’è qualcosa sotto, e non vuole dirmelo perché sa che mi
arrabbio… “Allora?!Tu che torni a casa solo per vedermi, ma a chi vuoi
darla a bere?Stai sottovalutando la mia capacità intellettiva, non sono
più una bambina che puoi prendere in giro con giochi di parole, regali e
una cena già pronta!” sbottò lei alla
fine. L’uomo si sfilò gli occhiali, passandosi una mano sugli
occhi stanchi, poi disse, riassumendo il suo tono professionale:”Abbiamo
parlato a proposito delle tue vacanze
estive”. Ah, eccolo il nodo che veniva al pettine; ecco il nocciolo
della questione: per l’ennesima volta i suoi genitori intervenivano a
stravolgerle i suoi programmi, la sua
vita. “Or bene, le vostre signorie illustrissime che hanno deciso?
Forse non vi è ben chiaro che ho diciassette anni e posso gestirmi la mia
vita da sola?” sibilò a denti stretti Mizar, i pugni stretti sotto al
tavolo. “Passi troppo tempo da sola ad ascoltare musica, a leggere
libri e quegli stupidi fumetti, e non socializzi con nessuno!” rispose il
padre. “Non mi pare che in passato abbiate mai tenuto conto della
mia vita sociale!Non ve ne è mai fregato più di quanto vi interessasse
sapere quante calorie ci sono nel mangiare una porzione di caviale ogni
giorno!” replicò acida la ragazza. “Signorina, modera il linguaggio!-la redarguì lui-In ogni
caso è da un anno che non vedi tua sorella, così abbiamo deciso che non
sarebbe male se trascorreste insieme i tre mesi di
vacanza!” E ti pare, ci potevo scommettere l’intera casa, e a
quest’ora mi sarei ritrovata con un gruzzolo sufficiente a farmi il giro
del mondo in crociera! “Prospettiva interessante! E di’ un po’, Shaula che vi ha
risposto quando gliel’avete detto?” “Era ben felice di passare le vacanze in un campeggio
splendido sul lago Michigan, insieme ad altri ragazzi della vostra
età!” Certo, sembra la scena da copione perfetta per una
soap-opera… “Papà, per favore, smettila di prendermi in giro! Ho capito,
così anche per quest’anno tu e quell’altra intelligentona avete ben
pensato di spedirci in qualche posto sperduto per figli che oramai sono
diventati solo un peso, in modo che quella cretina possa andarsene con
l’uomo di turno e tu possa farti un bel viaggetto di “lavoro” con la nuova
segretaria, neh?!Non è forse così?!” L’uomo sbattè il pugno sul tavolo:”Adesso stai passando il
limite Mizar! Sei ancora minorenne, e farai ciò che noi abbiamo deciso per
te e tua sorella!E non ti azzardare più a parlare cosi
o…” “O cosa, mi metti in castigo?Sai che paura!Non ti
preoccupare, ci andrò a quel campeggio, non temere, così potrai avere la
coscienza pulita mentre esci con la tua fidanzata, no?Almeno non saresti
costretto a presentarmela!” replicò Mizar, alzandosi in piedi, il piatto
ancora mezzo pieno. “Si può sapere dove vai ora?!” esclamò suo
padre. “Fuori, a dormire a casa di qualche mia compagna di classe!
Le pareti di questa casa cominciano a starmi strette” ribattè lei, e si
chiuse la porta di casa alle spalle con un colpo
secco. Bene, a quanto pareva, per l’ennesima volta era stata soggiogata alle scelte e ai voleri di qualcun altro. Era proprio vero, la maggior parte delle persone era solo capace di sfruttare i legami affettivi a proprio favore, solo per comodo. Ma non sarebbe stato così per tutta la vita: presto avrebbe finito l’high school, le mancava solo un anno, poi sarebbe potuta andare al college o all’università, maggiorenne e libera, finalmente lontana da casa. Le porte dell’ascensore si aprirono al pianterreno del palazzo, e lei salutò con un cenno il portiere, uscendo poi nella via affollata. Era sera, ma per New York era ancora presto: era la perenne notte bianca il momento migliore per vedere la città animarsi veramente, con il calare delle tenebre. Mizar sorrise, dirigendosi verso la discoteca frequentata dai suoi compagni di scuola: “Ovunque è casa, tranne che qui” si disse, mescolandosi tra la gente.
Primi due capitoli postati! Allora, questa fiction, di cui sono già arrivata al 17 capitolo su un altro sito, ha un inizio "lento", nel senso che i primi capitoli, fino al 5, vedono le ragazze nel loro mondo, alle prese con i soliti problemi di routine. Ora, potrei postarvi tutti i capitoli fino al 17, ma se poi non piacesse a nessuno?Non voglio occupare spazio inutilmente...vi lascio la storia fino all'arrivo nel mondo di Naruto...se ci sarà qualcuno interessato a leggerla, l'aggiornerò...vi prego, lasciatemi qualche recensione! (*-* occhi sbrilluccicanti e speranzosi) Mizar89 |
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