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Autore: PiccolaEl    17/04/2012    1 recensioni
"Ci sono un giorno quattro ragazze che alla modica età di sei anni e mezzo si incontrano, senza lasciarsi più. Poi crescono. E il loro rapporto cambia, diventano forti, insieme. C’è Abigail Hill, Abbie, non molto alta, piccola di statura, magrolina, capelli molto lunghi e marrone, - una montagna di pelo, li definisce scherzosamente Eleonor –, occhi ghiaccio e tre tonalità più scure di fondotinta. Dopo c’è Ashley White, diciassette anni racchiusi in un mostro di ragazza. Alta, magra, capelli abbastanza lunghi ricci e biondo cenere, occhi color miele. Uno schianto, si definirebbe lei. E dopo questa si può anche definire modesta. E poi c’è Sam. Samantha Bolton, Sam per il mondo. Non è slanciata, ma asciutta. E’ giusta, bella. Capelli lisci e di un biondo platino, occhi verde muschio, un cuore grande. A volte è troppo saggia, parla di cose che non conosce, giudica. Ma Samantha rimarrà per sempre la vita per Eleonor, dopo Matt. Sempre. E alla fine del gruppo, c’è Eleonor. Eleonor Wood, fisico perfetto e formoso, quattro sport diversi, occhi marroni troppo scuri, capelli lunghi e ricci, anch’essi troppo scuri, labbra perfette e mani piccole. Queste sono le Girls. Quindi immaginatevi un giorno che ci sono queste quattro ragazze che affrontano tutto con il sorriso e con Matt. E poi immaginatevi che una piccola Foglia un giorno parte e le lascia li, senza più niente. E ancora, immaginatevi che le buffe Girls partono e vanno a riprendersi la loro Foglia, per un’estate intera. Ecco. Agli occhi esterni sono solo quattro scappate di casa, ma viste da vicino sono le migliori amiche del mondo."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“D’accordo, cercherò di non perdermi. A più tardi Foglia, ciao ciao.” Stavolta è Matt a salutare e a riattaccare. Passeggia per le strade e gli occhiali da sole gli stanno decisamente bene. Sembra quasi sereno. In realtà, si sente davvero una merda assoluta. Ripensa a ieri sera, a stamattina, a come voleva spaccare la faccia a tutte le bambine che accerchiavano Zayn. Ripensa e un senso di nausea affiora. E mentre cammina va a sbattere contro qualcosa più grande di lui. E quel qualcosa assomiglia tanto a qualcuno che gli sembra di aver visto da qualche altra parte e che proprio in quel momento ha buttato per terra il caffè di Starbucks che poco prima risiedeva tra le mani di Matt.
“Oddio, scusa, non ti avevo visto completamente!” si scusa con foga l’uomo addosso a Matt.
“Scusami tu, ero sovrappensiero, mi sarei potuto scostare.” Replica Ragazzo Fossetta. Poi alza lo sguardo e scruta con curiosità quel personaggio che gli si è praticamente buttato di colpo. E non ci crede che sia lui.
“Oh mio Dio. Matt.”
“Patrick.” Ha quasi paura a pronunciare il suo nome. Poi, inevitabilmente lo pronuncia. E non vorrebbe che fosse Patrick il tizio davanti a lui che gli sta sorridendo sornione. Lo stesso Patrick che fino all’anno scorso risiedeva a Bath e che si era trasferito a New York. Lo stesso Patrick che pochi mesi prima Matt aveva lasciato dopo una lunga relazione durata due anni. Lo stesso – più alto e bello – Patrick per il quale era stato male. Lo stesso – cazzo, si – lo stesso Patrick che Matt aveva amato rovinosamente per troppo tempo. Ed ora, che il cuore di quel ragazzo bellissimo dalle fossette tenere si sta per abituare a non rispondere alle chiamate, ai messaggi, ai tweet, ai post in bacheca, eccolo lì. Patrick Wills, colui che aveva rotto il cuore di Matt e che adesso gli sta rompendo il bicchiere con il caffè, oltre il cazzo, s’intende.
“Come stai? Che ci fai qui? Sei… scomparso!” Il tono di Patrick è decisamente troppo allegro, e Matt non se lo riesce a spiegare.
“Veramente sei tu quello che se n’è scappato in America, non molto tempo fa.” E accenna un sorriso come a voler abbassare il tono di quella discussione che potrebbe anche arrivare alle botte, secondo Matt.
“Sei sempre lo stesso Matt. Non cambi mai.” E sorride, con un sorriso dolce. “Posso offrirti un caffè? C’è un posto non molto distante da qui. Ti va?” aggiunge poi, e Matt si sente morire.
“Certo. Andiamo.” E si sente morire per la seconda volta.
 
“Come sta andando? Eleonor come sta?”
“Bene, sta bene. Adesso credo sia a lezione, mi aveva detto che mi avrebbe mandato un messaggio appena avrebbe finito.” Risponde veloce e Patrick ride.
“Perché ridi?”
“Non siete cambiati di una virgola. Non sei cambiato di una virgola.” Dice Patrick, guardandolo negl’occhi. E Matt si sente così stupido perché vorrebbe tanto parlare con lui delle novità, spettegolare, ridere così forte da arrivare alle lacrime, mangiare ogni tipo di schifezza davanti ad un film, dargli un bacio. Gli manca tutto questo. Gli manca Patrick. Il suo Patrick. Il suo Pat.
“Già.” Ed è costretto a distogliere lo sguardo da quel mare in tempesta negli occhi del ragazzo.
“Non sei di molte parole, però. In questo sei cambiato, devo ammettere.” Sussurra con un sorriso, quasi avesse paura. Matt lo guarda ancora una volta: Patrick. Viso tondo, sorriso impeccabile, occhi cobalto, accenno di barba, capelli neri come la pece e mossi, alto, fisico non troppo muscoloso. Perfetto. Come Matt, del resto. E Zayn. E Matt si sente strano al solo pensiero di Zayn. E senza aggiungere altro si alza e se ne va.
 
Squilla un telefono in sala e il maestro si blocca. “Va be’ ragazzi, andate, è tardi.” Eleonor prende un bel respiro e fruga nella borsa. 2 chiamate perse e 3 messaggi. Vaffanculo tu e questi fottutissimi messaggi e chiamate di merda, pensa rivolta al telefono. ‘Dove sei?’ Messaggio di Abbie. Come se potesse capire dove si trova dandole una qualunque indicazione stradale. ‘A inculandia, tra poco prendo il treno per NonSoChi e poi la metro con direzione porto. Cogliona, siamo ad un oceano di distanza, cazzo di domande fai? In America sono!’ risposta. Posa il cellulare e si dirige verso la fermata.
 
Eleonor entra in hotel e si sente stanca, tremendamente. Si dirige al bancone della reception e chiede le chiavi della camera. Una volta ottenute, si accascia su una poltroncina della hall. Chiude gli occhi. “Driiiin.” Li riapre, afferra il cellulare da dentro la borsa e risponde. “Pronto?”
“Rispondere ai messaggi no, eh?” Abbie, Sam, Ashley. Tutte insieme.
“Ma siete delle buttane! Lo sapete che uso il telefono solo per figura. Lo sapete. Quindi non rompete i coglioni.” Ridono tutte e quattro insieme, più unite. Adesso le sente vicine. “Comunque mi siete mancate, tanto.” aggiunge quando smette di ridere. Loro non smettono.
“O stronze dico una cosa dolce e questo è il vostro atteggiamento? Complimenti, anzi complimentoni” sbotta Foglia, fingendosi offesa.
“Foglia. Girati.” Eleonor trattiene il fiato per un attimo, poi fissa il telefono incredula. Si alza, e si gira, lentamente. E attraverso il vetro della sala d’accoglienza dell’hotel scorge tre ragazze con lo sguardo distrutto, sedute su delle valigie che la guardano e ridono, sorridono, piangono. E anche Foglia è senza parole. Si porta una mano davanti alla bocca, lasciata aperta dalla sorpresa. Esce di corsa lascia la borsa, le chiavi, tutto. Lascia tutto per loro, corre ad abbracciarle. Ma non versa lacrime.
“Aria, finalmente!” urla Abbie. “Dolcezza senza di noi ti saresti annoiata a morte!” rincara la dose Ashley. “Mi sei mancata. Ti amo troppo per non vederti per così tanto tempo.” E Sam si lascia scappare qualche lacrima. Eccole lì, ad abbracciarsi, insultarsi, sfottersi e amarsi. Si staccano e Foglia le guarda, ad una ad una. Schiocca un bacio ad Abbie, uno ad Ashley e uno alla sua Sam. Poi, ridendo e chiacchierando, entrano in hotel e richiedono le camere che avevano prenotato all’insaputa di Eleonor.
L’ascensore scorre veloce e mentre parlottano fitto Abbie si riscuote e sbotta:
“Allora, merda, secondo me ci devi qualche spiegazione, tu che dici? Matt ci ha detto tutto” Abbie e la sua mania di spettegolare. E a quelle parole Eleonor strabuzza gli occhi.
“Esattamente, cosa vi ha detto?” chiede, preoccupata.
“Ellie non puoi rispondere con un’altra domanda. E non dovresti essere tu a chiedere a noi!” Ashley e tutto quello che riesce a dire con la sua bocciaccia.
“Piccola, è un intero viaggio che attendiamo un resoconto” Sam e la sua voce allegra e dolce, Sam e tutto ciò che è per Eleonor. A quell’ultima affermazione Piccola Foglia si apre in un sorriso. Tempo cinque minuti e le Girls conosco la situazione. Sono sempre così, loro: piccole, dolci e forti. Ashley un po’ meno dolce, Abbie un po’ meno forte, Sam un po’ meno piccola. Ma loro sono così. E sono sempre state diverse e uguali tra loro.
 
Ci sono un giorno quattro ragazze che alla modica età di sei anni e mezzo si incontrano, senza lasciarsi più. Poi crescono. E il loro rapporto cambia, diventano forti, insieme. C’è Abigail Hill, Abbie, non molto alta, piccola di statura, magrolina, capelli molto lunghi e marrone, - una montagna di pelo, li definisce scherzosamente Eleonor –, occhi ghiaccio e tre tonalità più scure di fondotinta.  Dopo c’è Ashley White, diciassette anni racchiusi in un mostro di ragazza. Alta, magra, capelli abbastanza lunghi ricci e biondo cenere, occhi color miele. Uno schianto, si definirebbe lei. E dopo questa si può anche definire modesta. E poi c’è Sam. Samantha Bolton, Sam per il mondo. Non è slanciata, ma asciutta. E’ giusta, bella. Capelli lisci e di un biondo platino, occhi verde muschio, un cuore grande. A volte è troppo saggia, parla di cose che non conosce, giudica. Ma Samantha rimarrà per sempre la vita per Eleonor, dopo Matt. Sempre. E alla fine del gruppo, c’è Eleonor. Eleonor Wood, fisico perfetto e formoso, quattro sport diversi, occhi marroni troppo scuri, capelli lunghi e ricci, anch’essi troppo scuri, labbra perfette e mani piccole. Queste sono le Girls. Quindi immaginatevi un giorno che ci sono queste quattro ragazze che affrontano tutto con il sorriso e con Matt. E poi immaginatevi che una piccola Foglia un giorno parte e le lascia li, senza più niente. E ancora, immaginatevi che le buffe Girls partono e vanno a riprendersi la loro Foglia, per un’estate intera. Ecco. Agli occhi esterni sono solo quattro scappate di casa, ma viste da vicino sono le migliori amiche del mondo.
 
Si aprono le porte dell’ascensore e quello che non deve accadere, accade per la seconda volta. Sam sta sorridendo a Eleonor per una battuta ridicola di Ashley, poi sposta lo sguardo al di là delle porte automatiche e lo vede. Capelli spettinati, occhi d’un colore più celeste del cielo stesso, bel fisico, spalle larghe da nuotatore. Lo vede e il suo sorriso si spegne di colpo. Uno sconosciuto l’ha messa all’angolo. Vorrebbe correre via, spirito libero e menefreghista. Ma non lo fa, e si apre in un sorriso strafottente. Troppa poca lucidità Sam, sii seria. Non comportarti da biscotto.  Si ritrova a pensare. Poi ci ripensa e le scappa un risolino.
“Hey Louis.” saluta El. Sam si gira di scatto verso l’amica, che sorride gentilmente al ragazzo davanti l’ascensore, e fa una smorfia che viene però notata da Ragazzo Risata Facile.
“Ciao Foglia!” ricambia allegro. Sam fissa Ashley, ma lei fa finta di niente. Cerca appoggio, ma non lo trova. Escono dall’ascensore e Louis inizia a parlare.
“Dov’è Niall? Pensavo fosse con te!” e sorride maliziosamente.
“No, ho ricevuto visite direttamente da Bath. Niall non lo sento da stamattina.” Replica con un sorriso per niente imbarazzato Piccola Foglia.
“Capisco.” E si guarda intorno nello stretto corridoio, non poi tanto stretto.
“Comunque, dato che ci siamo, te le presento. Loro sono Abbie, Ashley e Sam.” E all’ultimo nome, accompagnata da un’occhiata di Eleonor, Louis porge gentilmente la mano, che la ragazza stringe con naturalezza. “Piacere, Samantha.” Risponde pronta la ragazza. E lo guarda negl’occhi. E sembra che abbia gli occhi celesti come un Blue Moon. Lei ama il Blue Moon. E’ l’unico drink che beve pur odiando bere. Blue Moon. Una sorsata, secca.  
“Ma tu la puoi chiamare Sam, dato che nessuno la chiama Samantha.” Aggiunge Abbie, accennando una risata. E Sam le lancia un’occhiataccia.
“Chiamami come vuoi.” Dice allora lei, con quell’accento alla Sam. Eleonor guarda divertita la scena. Samantha la saggia che fa il filo ad un ragazzo. Questa si che è buona, pensa.
“Bene Louis, è stato un piacere. Ma credo che devo accompagnare le ragazze in camera, perciò… ci si vede.” Lo saluta Eleonor.
“Oh, si, certo, immagino. Ciao Foglia, ciao ragazze. Ciao… Samantha.” Ricalcando il nome di Sam a fine frase. Lei alza un sopracciglio scettica.
“Ciao… Louis.” Risponde a tono. Poi, mentre stanno per girare i tacchi, una voce li raggiunge con il fiatone.
“Louis! Dov’eri? Ti stavamo cercando! Vieni su, tra un’ora dobbiamo essere nella hall e Zayn ci aspetta in camera per quella cosa che..” non fa in tempo a finire la frase che un affannato Niall si blocca per scorgere una sorpresa Eleonor.
“Hey.”
“Ciao.” E cade il silenzio. Ci sono solo loro due. Eleonor e Niall. Si guardano per un tempo indefinito con un sorriso dipinto in viso.
“E’ tutto okay?” sussurra lei imbarazzata, forse per la prima volta.
“Oh, si.” Risponde lui, ancora sorridente.
“Beh, ragazze, lui è Niall. Loro sono Abbie, Ashley e Sam.” E Niall ancora rimane immobile, sorridente.
“Piacere.” E neanche le guarda in faccia.
“Va bene, noi andiamo. Ciao ciao.” Saluta Foglia, trattenendo una risata.
“Ciao, ti chiamo dopo.” Replica Angelo Azzurro, come se fosse la cosa più naturale del mondo. A quel gesto tanto premuroso El sorride di nuovo.
“Non vi azzardate a fare anche uno e uno solo commento su quello che è successo.” Minaccia poi Foglia mentre inforca il corridoio a passo spedito, seguita da delle alquanto divertite Girls.
 
Matt è seduto in camera sua, la lue spenta e le cuffiette nelle orecchie. Lui odia Patrick. Pat e tutto quello che ha rappresentato per lui. Prende il telefono e chiama l’unica persona che può chiamare in quei momenti.
“Matt?” la voce squillante di Eleonor con un brusio di sottofondo lo riscuote dai pensieri negativi per un attimo.
“Ciao Foglia, cos’è tutto quel baccano?”
“Indovina: ci sono le Girls!” e Matt sorride istintivamente.
“Salutamele tanto a quelle tre baraccote.” Ridono.
“Comunque, ” – aggiunge – “le saluterò domani. Voglio dormire, stasera rimango in camera a riposare perché non è stata una giornata molto fresca. Ciao, Eleonor” Dice, sperando in cuor suo di aver mantenuto lo stesso tono di voce disinvolto.
“Che succede Matt?” chiede subito Eleonor. Maledetto me e tutte le volte che mi faccio leggere come un libro aperto da Foglia, pensa Matt.
“Niente perché?” chiede, fingendo stupore.
“Mi hai chiamato Eleonor solo quando siamo andati allo zoo e avevi paura delle giraffe. E anche quando siamo andati sulle giostre e avevi paura di cadere sotto. Quindi, che succede?”
“Ho incontrato Patrick, oggi. E non so più niente. Devo riposare, chiarire le idee e buttare la testa su un fottutissimo cuscino.”
“Oh. Capisco. Ci vediamo domani, e stai su, piccolo, tutto si risolve.” Eleonor e la sua protezione nei confronti di Matt. Eleonor e la sua forza. E Matt, che sempre amerà Eleonor per quella che è. 

 
   




 

Salve dolcezze! grazie per tutte le visite e le recensioni, grazie grazie grazie x! scusate se uso così poche parole ma sto per buttarmi

a letto dopo una giornata stressante (si, sono le 21.09 e si, non è normale, per niente). Detto queeeesto fatemi sapere che ve ne pare 

lasciando una recensione, scusate la bruttezza particolare di quest'ultimo capitolo ma non so... boh El se ne andata e mi ha lasciato 

senza ispirazione :( ahahahah any way, al prossimo aggiornamento :)x

  
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