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Autore: Purple_Rose    17/04/2012    1 recensioni
Ed eccomi su Naruto! è la prima fic che faccio riguardo a quest'anime! Niente di particolare, la classica vicenda delle scuole: amicizie, amori, gelosie... un classico, insomma!
Scommetto che vorreste sapere qualcosa sulle coppie, vero? Beh... leggete e scopritelo! Buona lettura!
P.S. dimenticate le varie relazioni e le appartenenze ai villaggi, okay? Sarà una scoperta dopo l'altra!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 11: divisioni

Ora di pranzo all’accademia Ninja. Tutti gli studenti erano riuniti a mangiare le solite deliziose pietanze offerte dalla mensa, chiacchierando amabilmente.
Beh, quasi tutti.
Difatti, in una zona di poco conto all’interno della mensa, vi erano tavoli occupati in modo insolito, o almeno in modo diverso rispetto all’abitudine.
In uno di questi vi erano tre ragazze, una delle quali, capelli rosa e occhi verdi, pareva l’emblema della tristezza; le altre due, una bionda e una bruna, cercavano in tutti i modi di confortarla e rincuorarla, con scarsi risultati.
Un altro tavolo era animato da due ragazzi, una studentessa mora e uno studente bruno. Questi, per come erano vicini, parevano una coppia, ma solo per questo motivo. Infatti il ragazzo bruno parlava a ruota libera con il sorriso stampato sul volto, mentre la ragazza mora aveva lo sguardo perso nel vuoto, il viso impassibile e l’espressione indecifrabile. Se non fosse stato per la vicinanza, da un punto di vista esterno, i due avrebbero potuto essere ai due lati opposti della mensa.
In un terzo tavolo vi erano tre studenti, estremamente simili nella calma e compostezza. Erano due mori, di cui uno avente una pelle irrealmente bianca, e un bruno, tutti e tre non curanti della presenza degli altri due.
Nonostante tutto erano dei ragazzi abbastanza uniti, anche se in gruppi diversi.
Eppure, ne mancava uno.
Un solo ragazzo, la cui mancanza era la fonte del problema.
La presenza esuberante del gruppo.
Il biondino irritante che tutti però adoravano.
L’unico ragazzo solo, seduto ad un tavolo, unica compagnia era la ciotola di ramen che aveva davanti.
Nessuno però l’avrebbe riconosciuto in quel momento, sembrava lo spettro di se stesso.
Gli occhi azzurri privi di vita non ritraevano più il cielo limpido del mattino, ma un mare oscuro e impenetrabile.
La pelle non presentava più quel bel colorito sano che ormai tutti conoscevano, era più pallida e spenta, come se la luce che gliela illuminava si fosse fulminata.
Persino i capelli biondi color del sole non erano più i soliti, non presentavano più la solita vivacità, sembrava che non gli appartenessero.
Il ragazzo fissava la ciotola davanti a lui, distogliendo successivamente lo sguardo in modo indifferente: la fame era completamente sparita.
Quel ragazzo aveva tutto di Naruto, ma non aveva niente di Naruto.
 
-Ciao, Sasuke!-. Dopo pranzo, in giro per i corridoi dell’accademia.
Nonostante la vicenda, che dall’essere un evento personale era diventato il pettegolezzo del secolo, qualcuno pareva giovare dalla situazione:
-Oh... ciao, Ino-. Ora che Naruto non ronza più attorno a Sasuke, finalmente avrò una chance con lui! Perché alla fine, nonostante fosse tesa dal momento come gli altri, Ino era pur sempre cotta dell’Uchiha, quindi perché non approfittarne mentre Naruto lo aveva tradito e Sakura non gli parlava?... anche se a dire il vero, prima dell’accaduto, la rosa aveva parlato rare volte al moro:
-Come va?-. Sasuke sospirò pesantemente. Cosa voleva da lui quella tipa? Non l’aveva mai considerata molto da quando si erano conosciuti e in quel momento non era in vena di fare nuove amicizie, figurarsi con lei:
-Vediamo... è accaduto un putiferio tale che mi fa male la testa, il mio migliore amico si è rivelato uno sporco bugiardo e di conseguenza tutta la mia vita sta cadendo a rotoli! Come credi che stia?-. Sasuke aveva chiaramente omesso il particolare della sua cotta per Sakura. In fondo, che cosa sapeva di Ino? Se fosse finita come con Naruto non l’avrebbe sopportato.
Ino si pentì amaramente della domanda fatta. È chiaro che le cose per lui non vanno bene! Che cosa credevo? Che bastasse qualche parolina detta con il cuore ad avvicinarlo a me? Devo trovare un altro modo...:
-Ciao, Sasuke. Ciao, Ino...-. Ma la voce calma e pacata di Sai la fece destare all’istante. Un leggero rossore si impadronì delle sue guance, senza che lei ne conoscesse il motivo:
-Ehm, ciao Sai...-. Sasuke, al contrario dei due, sembrava non voler sprecare la sua voce, accennando ad un leggero saluto con la mano. Chiaramente a Sai interessava poco niente la sua risposta:
-Senti, Ino, volevo chiederti una cosa-. La ragazza sorrise imbarazzata:
-Dimmi pure-
-Sai, sei davvero brava in Scienze Naturali, mentre io non so proprio cosa sia, quindi... potresti darmi una mano?-. Una strana felicità la fece sorridere ancora di più:
-Certo, non c’è problema!-. Sai sorrise, il cuore di Ino perse un battito. Ma che cosa mi succede? Perché vado in paranoia quando c’è di mezzo un ragazzo?... o meglio, perché vado in paranoia perché c’è di mezzo Sai?... o Sasuke... oh mio Dio, non posso essermi innamorata di entrambi! Non è possibile! Insomma, a me piace Sasuke... però è così scostante e freddo... ma a quanto pare mi piace anche Sai... e anche lui non scherza in quanto a freddezza... CHE COSA DEVO FARE???:
-Ino? Tutto bene?-
-Ah! Eh, certo...-. Promemoria, evitare di cadere in trans quando parlo con qualcuno!:
-Bene, allora ci vediamo domani?-
-Certo! Potremmo incontrarci in bibl...-. La bionda si fermò appena in tempo. Si era completamente dimenticata della presenza dell’Uchiha. Il quale, come sospettava, la guardava in malo modo. Rabbrividì. Era carino, certo, ma quando si arrabbiava faceva paura.
Sasuke rimase a fissarla per qualche secondo, poi sospirò seccato e, con le mani nelle tasche, si avviò verso una meta sconosciuta probabilmente anche a lui.
 
-Hai visto Sakura? È davvero molto triste... non so proprio cosa fare per darle un po’ di conforto!-. Ten Ten e Neji erano in giro per il giardino attorno all’istituto, intenti in una conversazione. E, chiaramente, il succo della questione era il putiferio accaduto di recente:
-Dico sul serio, è irriconoscibile! E tu, che mi dici di Sasuke?-. Neji sospirò pesantemente:
-Sai com’è fatto, si tiene tutto dentro! A tratti mi somiglia molto devo dire...-. La bruna ridacchiò leggermente. Sentiva di doverlo fare, la tensione tra i suoi amici era tale che ogni piccolo sorriso sembrava completamente inappropriato:
-Tu lo sapevi?-. La ragazza guardò il compagno interrogativa:
-Sapevo che cosa?-
-Dell’intesa particolare tra Kiba e Hinata-. Ten Ten assunse un’espressione di stupore, sbarrando gli occhi:
-Aspetta... CHE COSA?!-. Il ragazzo sobbalzò per lo spavento:
-Ah!... ma come, non l’hai saputo?-
-No! Per niente, non ne avevo idea! Quando è successo?-
-Non ne sono certo, ma quelli che li hanno visti insieme per la prima volta dicono che sia accaduto circa quando Naruto e Sasuke hanno litigato-
-Ah, quindi è una specie di conseguenza...-
-Non mi pare abbia logica-
-Mah, a me sembra assurdo-. Kiba e Hinata... non ce li vedo per niente insieme! Insomma, Hinata è dolce e tenera, mentre Kiba è selvaggio e rumoroso!... certo, può darsi che gli opposti si attraggano, perché no? In fondo non sono io a decidere riguardo alle relazioni altrui... Improvvisamente, pensando alla frase detta da Neji, sul viso di Ten Ten si dipinse un espressione rammaricata:
-Neji...-. Il cambio d’umore fu percepito immediatamente dal bruno:
-Che cosa c’è?-
-Ecco... è da un po’ che non vedo Naruto...-. Neji rimase sorpreso:
-Credevo che fossi arrabbiata con lui-
-Beh, sì... però è pur sempre un nostro amico...-. Calò il silenzio.
Entrambi gli studenti erano consapevoli che la mancanza di Naruto era percepita nel gruppo, anche se in modo diverso. Quel biondino bastava a far tornare il sorriso a tutti, con i suoi numeri “da circo” e la sua grande esuberanza.
Eppure gli era bastato una singola azione per farsi ignorare da tutti. Aveva baciato Sakura e poi l’aveva scaricata.
Malgrado questo, tutti si chiedevano cos’era accaduto a quel comico ragazzo.
 
Caro Nonno Pervertito;
ti piace il fatto che abbia scritto con la maiuscola iniziale il tuo nome? Dai, scherzo, scommetto che con la prima frase sarai già su tutte le furie!
Alla fine anche io ti scrivo una lettera.
Primo, perché se ti mandassi un messaggio non sapresti come aprirlo, tanto meno rispondere.
Secondo, perché... il primo punto è davvero fondamentale!
Qui va tutto alla grande! Beh, ho sempre qualche carenza nelle varie materie, ma c’è una persona che mi aiuta... non farti venire le tue solite idee da maniaco! Non ti azzardare!
Ho trovato un sacco di amici qui, oltre a Sasuke che conosco da una vita e con cui continuo ad andare d’accordo, nonostante litighiamo spesso, ma tu questo già lo sai...
Come te la cavi al villaggio? Stanno tutti bene? Spero di sì.
Quando torno passerò il resto della settimana a vantarmi della mia iscrizione all’Accademia!... sempre se riesco a finire il primo anno...
Bene, credo di aver finito! Prenditi cura di te, Nonno Jiraya! E se cerchi il cannocchiale per spiare le donne alle terme, sappi che l’ho nascosto! Hi hi, ciao!
Naruto

-Ah! Ce l’ho fatta!-. Naruto cadde sdraiato sul suo letto, con un foglio di carta tra le mani. Respirò avidamente l’aria, manco avesse fatto una corsa attorno all’intero istituto.
È stato più difficile di quanto pensassi! Scrivere è già difficile di suo, figuriamoci scrivere bugie...Il biondo era decisamente in crisi: aveva perso l’amicizia del suo migliore amico, l’amore della sua vita ora stava con un altro e tutti i ragazzi che conosceva non gli rivolgevano più la parola.
Al suo villaggio era conosciuto, oltre che come ridicolo sbruffone, come un ragazzo estremamente onesto e sincero. Diceva praticamente tutto ai suoi amici o a suo nonno.
Per questo mentire a quest’ultimo era così difficile per lui. Però l’ultima cosa che voleva era far preoccupare suo nonno, qualsiasi fosse il suo problema.
Naruto, ancora disteso sul letto, fissò intensamente il soffitto.
Sperava in qualche modo che un’ancora o un gancio scendesse da esso per portarlo in un mondo alternativo, in cui nulla di quello che era successo era successo. Rimase in attesa, per un tempo indefinibile per lui.
Alla fine si arrese, si mise seduto e afferrò un cuscino, guardandolo come se dentro vi fosse la fonte dei suoi problemi. Questo pensiero mise le sue radici prima che una qualsiasi idea razionale lo estirpasse. Il biondo assottigliò lo sguardo, trasmettendo odio a quell’oggetto inanimato. Poi lo sbatté per terra senza un motivo apparente, in preda allo sconforto. Quando poi si accorse dell’azione sospirò. Dannazione! Non posso prendermela con un cuscino! Però se non me la prendo con lui, con chi me la prendo? Con Sasuke? No, Sasuke è innamorato, e l’amore rende cechi. Con Sakura? No, anche lei è innamorata, anche se di me... con gli altri? Ma loro seguono Sasuke e Sakura! MA IO SE NON ME LA PRENDO CON QUALCUNO ESPLODO!!! La testa bionda si ritrovò tra le mani del suo possessore. Naruto si trovava davanti ad un vicolo ceco, senza possibilità di scappare. Che cosa doveva fare? Anche se avesse avuto qualcuno con cui prendersela, non sarebbe certo servito a risolvere la situazione.
Il ragazzo rimase a pensarci su. Poi, improvvisamente, gli venne in mente qualcosa...
Villaggio della foglia, circa dieci anni prima.
Per le vie di questo calmo luogo un uomo, dall’aria anziana ma senza la minima traccia di rughe, passeggiava tranquillamente con un binocolo pronto all’azione della mano destra:
-Sento che oggi mi verrà l’ispirazione per il mio nuovo libro!-. Sul volto si formò presto un’espressione da ebete, facilmente interpretabile.
Ma La felicità dell’uomo si estinse presto:
-Nonnino!-. Un bambino biondo di circa cinque anni correva piangendo verso l’interpellato. Questo si chinò, arrivando all’altezza del piccolo:
-Che cosa succede, Naruto?-
-Alcuni ragazzi mi hanno detto che mamma e papà non ci sono perché non mi vogliono bene! Ma io lo so che non è vero! Mamma e papà mi guardano dal cielo! Però loro sono stati cattivi!!!-. Jiraya sorrise sentendo questa frase. Si alzò in piedi e scompigliò teneramente i capelli al nipote:
-Sì, hai ragione, Naruto. Kushina e Minato ti guardano ogni giorno. Adesso voglio svelarti un piccolo segreto...-. Gli occhi azzurri di Naruto brillarono di curiosità:
-Che cos’è?-
-Si tratta di un infallibile trucco per scacciare la malinconia!-. Il bambino sorrise largamente:
-Davvero?!-. Jiraya gonfiò il petto, orgoglioso:
-Ma certo! Io non mento mai! Allora, il segreto è...-
Naruto sapeva bene di che cosa si trattava.
Suo nonno gli aveva detto che ogni qualvolta era triste, doveva respirare a fondo per capire il proprio problema e cercare di risolverlo. Se non funzionava, la soluzione era andare nell’ultimo posto in cui si andrebbe in quella situazione.
Il metodo funzionava piuttosto bene in passato: Naruto cercava sempre posti nuovi in cui rintanarsi nei momenti bui della sua vita; alla fine era Jiraya a rimetterci, visto com’era costretto a cercarlo per tutto il villaggio ogni volta. Piano piano però i momenti in cui utilizzare il metodo diventavano sempre meno numerosi, fino a sparire del tutto, con gran gioia del “nonnino”.
Il biondo sorrise a quei pensieri: da quanto tempo non utilizzava quel trucco? Alla fine, per lui era solo un gioco, una sfida per trovare il luogo più strano e nascosto rispetto a quello precedente.
In quel momento però il ragazzo voleva testare davvero l’efficacia della tecnica di suo nonno, per cui rimase a pensarci. La sua mente fece il giro completo dell’accademia, constatando che era stato praticamente ovunque e ogni luogo gli pareva inadatto.
Poi gli venne l’idea. Ma il posto scelto aveva pro e contro.
Se andava male, probabilmente sarebbe caduto in depressione per parecchio tempo.
Altrimenti, doveva sperare che il nonno pervertito non dicesse baggianate.
Il ragazzo annuì, deciso. Tentar non nuoce.
Così, rialzatosi da letto, si diresse nell’ultimo posto che avrebbe voluto rivedere.
La biblioteca.
Là dove tutto era accaduto. 

  
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