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Autore: Purple_Rose    17/04/2012    1 recensioni
Ed eccomi su Naruto! è la prima fic che faccio riguardo a quest'anime! Niente di particolare, la classica vicenda delle scuole: amicizie, amori, gelosie... un classico, insomma!
Scommetto che vorreste sapere qualcosa sulle coppie, vero? Beh... leggete e scopritelo! Buona lettura!
P.S. dimenticate le varie relazioni e le appartenenze ai villaggi, okay? Sarà una scoperta dopo l'altra!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 13: una mano dal passato

Shizune fece un ultimo giro per la biblioteca.
Era tardo pomeriggio ormai. Dalle finestre del regno dei libri penetrava una soffusa luce color cremisi, simbolo del tramonto, che ormai si accingeva a concludersi.
La donna sospirò, rasserenata.
Questo era il momento della giornata che più amava. Quello in cui gli studenti, concluse ricerche e compiti dei quali era richiesto l’utilizzo dei libri della biblioteca, facevano ritorno nelle camere o in giro per l’accademia, o magari a Garden Town. Sta di fatto che in quel momento il silenzio regnava sovrano in quel luogo e nessuno vi era a turbarlo.
Shizune amava quella calma, era il clima fatto apposta per la sua biblioteca. Per altri sarebbe stato un momento banale, ma per lei era la perfezione.
Ma, appena dietro lo scaffale, la bruna notò una nota di colore non consona alla biblioteca.
Un giallo vivace, sotto il quale stavano due perle azzurro cielo. Sì, decisamente non erano colori adatti a quel luogo:
-Ciao, Naruto-. Il ragazzo era seduto ad un tavolo, le braccia incrociate sul il tavolo e la testa sopra di esse. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se fosse in attesa di qualcosa.
Alla fine, rimanere fermo nel luogo prescelto era servito solo a farlo sentire addirittura peggio. Al diavolo il metodo del nonno! Appena me lo ritrovo davanti lo rovino, quel ciarlatano!
Poi, sentita la voce, volse lo sguardo verso l’origine di essa:
-Salve, signora Shizune-. La donna gli sorrise, andando a sedersi esattamente accanto a lui:
-Che cos’hai? L’ultima volta che ti ho visto mi sei parlo più... diciamo... animato-. Naruto raddrizzò la schiena, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Sospirò:
-Speravo che il nonno pervertito avesse ragione riguardo al suo trucchetto da quattro soldi...-. Shizune rimase interdetta. Solo dopo un paio di secondi Naruto si ricordo che la donna non sapeva minimamente chi fosse suo nonno:
-Ehm, mi scusi, è una storia lunga...-. La bruna sorrise di nuovo. Il biondo sospirò, rassegnato:
-Lasci stare, è davvero complicato. Ho un problema e non riesco a risolverlo-
-Parlarne ti farebbe sentire meglio?-
-Ehm, non lo so...-. Naruto nutriva qualche pregiudizio riguardo agli sconosciuti, specialmente se aveva parlato con loro solo due volte. In realtà, la cosa era talmente complicata che nemmeno lui sapeva com’era arrivato a quel punto. Il che rendeva ancora più difficile esporlo a voce, quasi impossibile.
Shizune parve capire come si sentisse.
Sorrise, maliziosa. Aveva intenzione di sorprenderlo:
-Sai, la prima volta che ti ho visto mi sei sembrato una mini copia di tuo padre...-. Il biondo drizzò le orecchie, volgendo la testa lentamente verso la donna:
-... invece, quando mi hai parlato, somigliavi più a tua madre. Buffo, non trovi?-. Naruto spalancò gli occhi, incredulo:
-Lei... lei conosceva i miei genitori?-
-Non solo li conoscevo soltanto, eravamo compagni di classe nella stessa scuola-. Il ragazzo sorrise largamente, mentre gli occhi si illuminavano. La donna trattenne una risatina. Era davvero buffo, sembrava un bambino!:
-Non ne avevo idea! Scommetto che la loro scuola era fantastica! Mi dice qual è?-. Shizune ridacchiò leggermente, gesto che l’Uzumaki non comprese. Poi indicò il pavimento:
-Ma ci sei dentro, Naruto-. Il biondo sbarrò gli occhi:
-Loro… loro erano studenti dell’accademia ninja?!-. La bruna annuì, compiaciuta dalla sorpresa del ragazzo. Il suo sguardo si posò su un libro, situato in uno scaffale esattamente davanti al tavolo. Si alzò e lo prese, sfogliandolo:
-Che cosa sta facendo?-
-Lo vedrai...-. La sua ricerca si concluse su una pagina. Shizune posò il libro così aperto davanti a Naruto, che finalmente capì di che cosa si trattava: era un annuario scolastico. In esso vi erano infatti foto di innumerevoli studenti, tutti sorridenti e in divisa scolastica, che col tempo non era minimamente cambiata:
-Bene, questa è la nostra classe, vediamo se riesci ad indovinare chi sono i tuoi genitori...-. Il biondo non le lo fece ripetere due volte. I suoi occhi color cielo esaminarono attentamente ogni nome e ogni immagine, fino ad arrivare ad un cognome a lui decisamente familiare:
-... Uzumaki Kushina-. Sopra il nome vi era l’immagine di una ragazza, di cui spiccavano subito i lunghi capelli rossi. Gli occhi blu intenso parevano brillare di allegria e un sorriso radioso le illuminava il viso. Naruto rimase incantato a quella vista:
-Quindi... quindi lei... è la mia mamma...-. Shizune annuì di nuovo. Il biondo si lanciò alla ricerca del padre. Il nome non era familiare al ragazzo, ma dall’aspetto non si poteva sbagliare:
-... Minato Namikaze-. Al contrario della ragazza, lo studente presentava un sorriso più calmo e meno esagerato. I capelli biondi erano forse leggermente più lunghi del figlio, ma gli occhi azzurri erano esattamente identici. Sì, non si poteva proprio sbagliare.
Naruto si sentiva stranamente eccitato. Quella era la prima volta in assoluto che vedeva i suoi genitori. Certo, quelli in fotografia avevano circa la sua stessa età, ma erano sempre i suoi genitori. Minato e Kushina. Gli sembravano i nomi più belli del mondo:
-Come ti sembrano i tuoi?-
-Sono... sono meravigliosi-. Shizune si sedette di nuovo, guardando con una punta di nostalgia la sua vecchia foto dell’accademia, in cui l’unica differenza era la lunghezza dei capelli, che nella foto era maggiore. Ricordava quei tempi, così felici e spensierati, che parevano passati così in fretta...:
-Senta, signora Shizune... potrebbe dirmi com’erano i miei genitori?-. La donna si distolse dai suoi pensieri, immergendosi in altri di tipo diverso:
-Vediamo... Minato era certo uno dei ninja più intelligenti e dotati che avessi mai conosciuto. Era estremamente calmo e controllato, ed era anche molto gentile. Raramente si arrabbiava, pareva la pazienza fatta a persona...-. Naruto ridacchiò. No, decisamente a carattere non aveva preso da lui:
-Invece Kushina... lei era una delle mie migliori amiche. Inizialmente era presa in giro per il colore dei capelli, ma poi, con discussioni e qualche pugno in faccia, riuscì a farsi rispettare e a fare amicizia con tutti. Era sempre sorridente e la sua esuberanza era fuori dal comune, con lei non si sapeva mai cosa aspettarsi!-. Il biondo si vedeva molto nella figura materna invece.
I tratti del padre e il carattere della madre. Naruto non poteva essere più orgoglioso di se stesso. Ma era estremamente curioso, voleva sapere di più:
-Eravate molto amiche?-
-Certo, dai tempi delle scuole primarie. La nostra amicizia era solidissima, eppure di carattere eravamo esattamente all’opposto-. Per un momento il primo pensiero di Naruto fu il suo amico Sasuke. Abbassò lo sguardo:
-Quindi, immagino che non abbiate mai litigato...-
-No, al contrario-. Il biondo si raddrizzò subito:
-D-Davvero?-
-Certo. Una volta c’è mancato poco che ci dividessimo per sempre-. Il ragazzo deglutì. Sperava in cuor suo che quella sarebbe stata la risposta ai suoi problemi:
-Cos’è successo?-
-Vedi, la verità è che anche io ero cotta di Minato-. Naruto rimase a bocca aperta. Questa proprio non se l’aspettava:
-Cosa?! Ma dice sul serio?-. Shizune gli sorrise, maliziosa:
-Oh, certo. Sai, tuo padre aveva ai piedi praticamente tutta la parte femminile della scuola, non c’era ragazza che non sospirasse al suo passaggio!-. Il biondo si mise a ridere:
-Che c’è?-
-Niente, mi scusi, continui pure-
-Beh, il fatto che fossimo rivali non facilitava per niente la nostra amicizia. Così, quando scoprii che Kushina aveva un appuntamento con Minato, le urlai contro tutta la mia gelosia e da quel giorno non ci vedemmo per un bel po’ di tempo...-. La bruna chiuse per un momento gli occhi, ricordando come le due si ignoravano deliberatamente durante la lezione, come cambiavano strada se si incontravano per i corridoi e come in mensa si lanciavano sguardi di odio.
Naruto si sentiva come davanti ad un film avvincente: proprio sul più bello faceva capolino la pubblicità. Ma lui aveva bisogno di sapere:
-Signora Shizune?-
-Scusami, ero immersa nei ricordi...-
-Come avete fatto a riappacificarvi?-. La bruna rimase di nuovo in silenzio e Naruto non se la sentiva di interromperla mentre ricordava, nonostante l’impazienza. Poi la donna fissò dritto negli occhi lo studente:
-Di certo non standocene fermi a sperare che succeda qualcosa-
-Come?-. Alla fine, a Shizune era bastato osservare attentamente Naruto per capire che la sua situazione aveva delle similitudini con la sua storia. Praticamente aveva “letto” la sua mente per capire, non per niente era la bibliotecaria:
-Alla fine, Naruto, Kushina è venuta da me e ha cercato di farmi ragionare. La colpa era mia, eppure è stata lei a fare la prima mossa. Non è rimasta ad aspettare che fossi io a chiedere scusa, perché sapeva che in questo caso saremmo state divise per sempre. Perché eravamo entrambe testarde, ma io lo ero anche di più in quella situazione-. Il biondo spalancò gli occhi, sorprendendosi per come la risposta fosse così semplice:
-Quindi basta... ma certo! è ovvio!-. Sul volto del ragazzo si dipinse un sorriso. Un sorriso sereno e spensierato, che gli venne completamente spontaneo. In tutto quel putiferio era la prima volta che ne faceva uno. Basterà che io mi impegni! Che stupido che sono, rimanere fermo ad aspettare che tutto si risolvi non è la scelta giusta! Non è da me! Devo mettere le cose in chiaro!:
-Ora ho la risposta al mio problema, e lo devo solo a lei! Grazie!-. Shizune ricambiò il sorriso. Naruto  si alzò in piedi, accennò ad un saluto e si diresse verso l’uscita della biblioteca, senza chiedersi minimamente come avesse fatto quella donna a capire il suo problema.
La bruna posò di nuovo lo sguardo sull’annuario, ancora aperto. Esso si fermò su una fotografia, la foto di una ragazza dai capelli rossi e il sorriso radioso.
Hai avuto un bellissimo figlio, Kushina. E sta crescendo con il tuo stesso carattere, siine fiera.
Shizune sorrise largamente.
Quel momento della giornata le riservava sempre delle sorprese meravigliose. 

  
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