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Autore: greenbird    17/04/2012    1 recensioni
FF ambientata durante il manga. Hisashi e Akiko sono amici d'infanzia. Ora che lui ha fatto pace con il basket, le cose tra loro potrebbero cambiare... La storia è raccontata dal punto di vista di Akiko e Hisashi.
E' la mia prima FF, i commenti (anche negativi) sono ben accetti!
Slam Dunk e i relativi personaggi sono copyright di Inoue Takehiko.
Io ho creato solo i personaggi originali.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui, Nuovo personaggio, Shinichi Maki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora grazie a Scorpy, Snowflake e Glitter Princess per le recensioni! ^^ Sono davvero felice che la mia storia vi stia piacendo, e spero che continui a essere all'altezza delle vostre aspettative!

8.

Nobunaga mi chiama a ora di pranzo, chiedendomi di vederci la sera. Ci mettiamo d'accordo su ora e posto, poi ci salutiamo. Quando arrivo all'appuntamento noto subito che c'è qualcosa che non va.
– Ciao! – saluto. Lui fa altrettanto, ma non dice più altro. Resta zitto per un po', poi all'improvviso chiede: – Io ti piaccio?
La domanda mi coglie di sorpresa. – Che vuol dire…? Certo, sennò non uscivo con te, no?
–  Intendo… Tu cosa provi per me?
Oh… Ora capisco… – Beh… Vedi… Ti conosco poco, ancora devo capire se… Ecco, se tra noi due ci può essere qualcosa…
–  Quindi non ne sei sicura.
–  No… – dico con un filo di voce. – Però mi trovo bene con te…
–  E per Mitsui? Per lui cosa provi?
Il sangue mi va alla testa. Che c'entra Hisashi adesso? – Beh… siamo… molto amici…
–  Solo?
–  Sì… – rispondo, mentre, in un lampo, mi torna in mente quel senso di disagio che ho provato ieri. – Ma cos'è questo terzo grado?!
–  Voglio solo sapere perché con lui ti comporti in un modo e con me completamente all'opposto! – sbotta, scattando in piedi.
–  Ma… non è vero! – obietto, alzandomi anche io. – Se è capitato, è solo perché ci conosciamo da una vita, io e lui!
–  Quindi è per questo che continui a sbaciucchiartelo anche se esci con me!
Ci resto male. Ha visto?! Ha visto quel bacio sulla guancia?! All'improvviso non ci capisco più nulla. Da una parte mi sento come la ragazza scoperta dal suo ragazzo con l'altro… dall'altra vorrei gridare “Guarda che non ci siamo mai promessi nulla! Cosa pretendi da me?!”. Ma non riesco a reagire.
–  Ascolta, Kiyota, quello che hai visto non era altro che un incoraggiamento! Nient'altro!
–  E immagino che anche la serata di ieri sera con lui fosse un incoraggiamento!
–  Non siamo più usciti, se è per questo! E non ti ho chiamato perché non volevo che tu pensassi di essere il rimpiazzo di una serata andata a monte!
Resta zitto a fissarmi. – D'accordo, – dice infine, incrociando le braccia. – Per chi tiferai, tra Kainan e Shohoku?
Sgrano gli occhi. Oddio… la prossima partita è tra loro due… Hisashi vs. Kiyota… Il bello è che stavo per rispondere “Shohoku” senza il minimo dubbio!
–  Kiyota, lo Shohoku è la mia scuola!
–  NO! Lo Shohoku è dove gioca Mitsui! – ribatte, alzando di nuovo la voce. – Tu vedi solo Mitsui! Se lui frequentava il Kainan o qualunque altra scuola, tu tifavi comunque per lui!
Lo guardo, incapace di controbattere. E' vero, non posso negare l'evidenza.
–  Io credo che tu sia innamorata di lui… o no? – chiede, con tono più gentile.
Resto zitta e stringo le labbra. – Non credo… – dico infine.
Kiyota scuote la testa. – Rifletti, Akiko. Guarda il comportamento che tieni con lui e quello che tieni con me. Pensa a tutto quello che mi hai detto di te. Praticamente so quasi tutto di te e lui… Non c'è una cosa che mi hai raccontato dove non c'era Mitsui…
Di nuovo resto zitta. Non sembra arrabbiato, adesso… Ma deluso, ecco. Quella è la parola giusta. Mi rendo conto che la mia vita e quella di Hisashi sono legate da un filo sottile che si è annodato il giorno in cui lui, a due anni, mi ha visto per la prima volta tra le braccia di mia madre… Non so se quel filo un giorno si allenterà e ci permetterà di vivere un po' meno in simbiosi l'uno con l'altra, ma per ora c'è… E, almeno per me, questo filo ultimamente si sta annodando ancora un po' di più, legandomi più indissolubilmente a lui…
–  Che vuoi fare?
Che voglio fare? Bella domanda… Non lo so… Proprio non lo so… Per me è normale comportarmi in quel modo con Hisashi. Forse non smetto di avere questo atteggiamento perché non mi sono innamorata di Kiyota… o forse ha ragione lui, sono innamorata di Hisashi ma ancora non l'ho capito.
–  Forse è il caso che non usciamo più assieme, – dice all'improvviso.
Sgrano gli occhi. – No, aspetta, perché?! Io non ho detto di essere innamorata di lui!
–  Non lo sei nemmeno di me, però. Ti comporti come se lui fosse il tuo ragazzo. Lo so che non lo sono nemmeno io, ma non puoi negare il modo completamente diverso che hai di comportarti con me e con lui.
–  Ma…
–  Se fossi in me, che faresti? Non diresti esattamente le stesse cose?
Lo guardo. E' serio, terribilmente serio: non sembra proprio lo sbruffoncello che si vanta di essere la matricola n. 1 di Kanagawa.
–  Credo… credo di sì… – ammetto infine.
Non fratello e sorella… Più che amici… Meno che coppia… Non so dove ho sentito questa frase, ma mi è comparsa in testa. Credo che rappresenti bene me e Hisashi… Anche se forse non ultimamente…
Nobunaga annuisce; lentamente, si siede sulla panchina. – Me l'aspettavo, alla fine…
Ma ci sono rimasto male comunque, vorrebbe aggiungere; però non lo fa. Mi siedo anche io. Per un po' restiamo zitti, ognuno coi suoi pensieri.
–  Ti auguro tutto il meglio, Hasegawa, – dice infine, alzandosi.
Chiudo gli occhi. Perché deve finire così?! Anche se mi piacesse Hisashi non vuol dire che io e Nobunaga non possiamo essere amici…
Già… Come se per lui fosse facile restarmi amico dopo una conversazione del genere…
–  Kiyota…
Stringe le labbra. – Ciao, Hasegawa…
Lo fisso. Non so bene cosa provo. Da una parte mi sento libera, dall'altra sento come un vuoto nel petto. E' come se mi stessi lasciando col mio ragazzo e allo stesso tempo stessi troncando qualcosa con cui mi sentivo a disagio…
–  Ciao, Kiyota…
Vorrei dire qualcosa, ma non riesco, non ho nulla da dirgli… Così lui se ne va e io resto sulla panchina, completamente senza forze.

Torno a casa e vado in camera mia. Ancora non mi sono ripresa. “Ti comporti come se lui fosse il tuo ragazzo”. Anche tu lo pensi, eh, Kiyota? Hai visto qualcosa che io ancora non so? Avete visto tutti qualcosa che io ancora non ho visto?!
Mi avvicino alla scaffalatura e tiro fuori uno degli album di foto. Dove siamo finiti, noi due?! Dove sono l'Hisashi e l'Akiko di qualche tempo fa?! Da aprile siamo cambiati tanto… Giro la pagina e vedo me con indosso la divisa delle Takeishi abbracciata a Hisashi. E' stata fatta il giorno in cui hanno vinto il campionato prefettorio. Chi l'avrebbe mai detto che io e lui, gli inseparabili, come ci chiamavano, ci saremmo allontanati così… In un lampo rivedo il passato e il presente… Le mie gelosie, quelle strane reazioni a certi suoi atteggiamenti… Il fatto che non riesco a smettere di comportarmi con lui come se davvero fosse il mio ragazzo… Mi sa che hai ragione, Kiyota… Mi sono innamorata di Hisashi…

E adesso comincia la parte più difficile. Che devo fare? Mia sorella continua a uscire con Hisashi e non posso certo dirle che cosa sta succedendo nella mia vita. Anche volendo confessargli i miei sentimenti, mi renderei solo ridicola.
–  Akiko, vieni a vedere gli allenamenti? – chiede Haruko, entrando in classe. Non rispondo subito. – Akiko?
–  Sì… sì, vengo, – rispondo, senza grande entusiasmo. Metto i libri nella cartella e la chiudo.
– Andiamo, – sorrido appena.
–  Qualcosa non va?
–  No, no… tranquilla. Nessun problema. Niente che non si risolva, almeno.
–  Sicura?
–  Sì, – rispondo, pensando “o almeno spero”.
Cerco di distrarmi seguendo la partita – o ci provo a farlo. E' difficile, quando hai davanti il tuo ex migliore amico di cui ora sei quasi sicuramente innamorata. Mi concentro sui movimenti tecnici dei ragazzi: come Ryota fa le finte e si smarca, come Rukawa riesce a rompere la difesa dell'altra squadra… e poi arriva lui. Che in un unico, fluido movimento prende la palla e segna un canestro da tre. Sospiro. Dovrei essere felice e invece sembra che mi abbia appena lasciato.

Akagi ci da' qualche minuto di pausa. Di solito sarei andato da Akiko, avrei fatto quattro chiacchiere con lei e sarei tornato ad allenarmi. Stavolta, invece, resto con i ragazzi. Lancio un'occhiata nella sua direzione, lei mi vede e sorride, come a invitarmi ad avvicinarmi. Io rispondo con un sorriso, ma non mi muovo. Mi volto di nuovo verso la squadra e riprendo a chiacchierare. Quando la pausa finisce, Akiko è ancora lì, ma l'espressione confusa sul suo viso non mi rende felice.

–  Che fai qui? – mi chiede, alla fine degli allenamenti. Sono rimasta solo io.
–  Che vuol dire? Ti aspetto, come sempre…
–  Ah… ascolta, probabilmente tornerò a casa più tardi, in questi giorni. In vista della partita con il Kainan, abbiamo deciso di allenarci più a lungo. Da domani, non c'è bisogno che mi aspetti.
Resto in silenzio. – Ah, va bene, – dico infine. – Sei stato bravissimo, oggi, – continuo, cercando di fare conversazione.
–  Grazie.
–  Senti, Hisashi… Io e Kiyota--
–  No, scusami, ma sono troppo stanco per darti consigli di cuore, – mi interrompe.
–  Ma almeno senti cosa devo dirti! – dico, aggrottando le sopracciglia.
–  Akiko, stasera no. Davvero, scusami, ma non ho la testa per pensare ad altro che a cenare e crollare sul letto.
–  Va bene. Fai come ti pare. Ciao, – rispondo, allungando il passo e lasciandolo indietro.
Qualcosa mi dice che la relazione tra me e Hisashi non sarà più la stessa.

Dopo quel tentativo di parlarmi di Kiyota, che ho bloccato sul nascere, Akiko non ha più tirato fuori l'argomento, per cui ritengo che il problema, qualunque cosa fosse, è rientrato. E questo mi rende uno straccio, dentro. Esternamente sono sempre il solito, in squadra mi impegno al massimo, ma con Akiko purtroppo non riesco ad essere quello che ero. Mi sto allontanando; vedo che lei fa di tutto perché questo non avvenga ma io non posso farci nulla. Ogni volta che vedo Atsuko, poi, sto anche peggio. Akiko è il mio punto fisso e non posso fare a meno di paragonarle, anche se è sbagliato e non dovrei… A tutta questa situazione, poi, si aggiunge che la partita contro il Kainan è sempre più vicina… e vedere Akiko che sicuramente tiferà per Kiyota e non per me non mi rende molto più allegro.
–  E' tutto a posto, Hisashi?
La sola domanda mi agita. Guardo Atsuko e capisco che ormai non posso più rimandare la cosa…
–  Andiamo a fare due passi.
Ci alziamo dal tavolino del caffé e andiamo al parco lì vicino. Troviamo una panchina un po' isolata e ci sediamo. Raccolgo il coraggio e mi butto.
–  Lo so che… beh… ultimamente ci siamo visti abbastanza… – comincio. Atsuko annuisce. –  Solo che… vedi… le cose per me sono cambiate.
Atsuko mi guarda, gli occhi sgranati. Preso dal nervoso, mi alzo e comincio a passeggiare su e giù mentre parlo.
–  Il fatto è che… ho riflettuto su quello che mi hai detto quel pomeriggio… che sono importante per te, intendo… e… insomma, io… io ora ti vedo solo come un'amica, Atsuko… Le cose stanno così.
–  Aspetta, – dice lei, alzandosi e posandomi le mani sulle braccia, per fermarmi. – Che stai cercando di dirmi?! Che… che anche se esci con me… non provi nulla…?!
–  Atsuko, due anni fa mi piacevi sul serio… Ma le cose sono cambiate… Speravo che ricominciando a frequentarci i miei sentimenti per te potessero tornare quelli che erano… Invece… mi sono accorto che mi piace un'altra…
–  Cosa…? – chiede lei, senza fiato, lasciandomi andare. – Tu… sei innamorato di un'altra?!
Annuisco. Non mi sono mai fatto problemi di sorta a lasciare le ragazze, quando uscivo con loro senza un vero coinvolgimento, ma qui la situazione è diversa… molto diversa…
–  Ma tu mi piaci! – esclama. – Mi piaci, Hisashi!
–  Lo so, e credimi, mi spiace di doverti dire certe cose… Però… non posso fare altrimenti…Cioè, io per te ci sarò sempre… ma come amico… Non posso essere altro…
Sta zitta un attimo, ha gli occhi pieni di lacrime. Si passa una mano sul viso, cercando di non piangere. – Lei ricambia?
Bella domanda! – Non lo so…
–  Chi è?
Ah no, questo nemmeno sotto tortura. Resto zitto e la fisso. – La conosco? – continua.
Sì, vive nella stanza accanto alla tua… – Atsuko, mi spiace…– dico, avvicinandomi di un passo. – Vorrei avertelo detto prima… solo che non mi ero reso conto dei miei sentimenti…
–  No! – esclama lei, per tutta risposta. – Io non mi arrendo, Hisashi! Io… io ti amo e nessun'altra ti porterà via da me!
–  E' già successo, Atsuko. Mi spiace.
Mi fissa, il respiro affannoso, una lacrima lungo la guancia. Stringe i pugni e penso che mi arriverà un cazzotto. Beh, alla fine meglio, non giocherò contro il Kainan e non vedrò Akiko tifare per Kiyota… Invece Atsuko mi fissa ancora per un po' e poi corre via.

La sera Akiko piomba come una furia in camera mia. Sto studiando, per una volta tanto, e faccio un salto appena sento la porta che si apre di botto.
–  Perché?! – urla, sbattendosi la porta alle spalle. – Perché l'hai fatto?!
–  Fatto cosa?!
–  Atsuko! Perché l'hai lasciata?!
–  Non l'ho lasciata, non stavamo assieme! Le ho solo detto che la vedo come un'amica!
–  Ma lei ti ama!
–  E io no! – ribatto, alzando la voce a mia volta. – Devo continuare ad uscire con lei solo perché mi viene dietro?! Tu lo faresti?!
–  Che c'entro io?! Si tratta di Atsuko! Lei ci sta male, per te… Di nuovo!
Mi passo una mano tra i capelli e mi alzo. – Mi spiace, – dico. – Sul serio. Non volevo farla star male. E poi non vedo perché tu devi venire qui a litigare con me per tua sorella!
–  Perché è mia sorella! Pensavi che avrei accettato un comportamento del genere solo perché sei tu?! Se non ne eri innamorato dovevi dirglielo subito! Non dovevi uscirci e ingannarla per settimane! – alza di nuovo la voce.
–  Non le ho mai detto che ero innamorato di lei! – ruggisco. – Non le ho mai detto “Ti amo”! Non l'ho mai baciata! Solo di recente ho capito che sono innamorato di--
Diglielo! Diglielo che è per LEI che hai fatto star male la sorella! Fallo! Invece mi limito a fissarla in silenzio.
–  … di un'altra, – mormoro infine. Akiko mi guarda, le sopracciglia aggrottate, le labbra strette.
–  Hai fatto bene a non dirle chi è, – dice poi. – La ragazza che ami. Sta urlando per tutta casa che le fa una faccia di schiaffi così, se solo scopre chi è. Non dirlo neanche a me.
–  Perché, – chiedo, ostentando una sicurezza che non sento, – non ti interessa?
–  No che non me ne frega! – ribatte, di nuovo inferocita. – Visto che ho dovuto sapere così che ti piace una ragazza, non me ne frega di sapere chi è!
Sospiro. Che devo fare? Non è nemmeno un minimo gelosa… Ho solo fatto un gran casino. Un casino di proporzioni epiche, per essere precisi.
–  Come va con Kiyota? – chiedo, sperando di farmi perdonare un po'.
–  Perché, adesso ti interessa? Strano… non hai nemmeno mai chiesto com'è andato il primo appuntamento…– dice con tono sprezzante. No, il casino è di proporzioni galattiche, ripensandoci.
–  Andiamo, Akiko!
Scuote la testa. – Buonanotte, Hisashi, – dice. Va alla porta, la apre, esce e la richiude alle sue spalle.

Entro in camera con la mente in subbuglio e mi getto sul letto. Atsuko si è calmata, per fortuna. Ha ancora una faccia truce, ma almeno è tranquilla.
E all'improvviso, ho le lacrime agli occhi. Tutte quelle che mi sono imposta di non versare il giorno che ho litigato con Kiyota.
Ho sbagliato tutto, vero?
Non dovevo innamorarmi di Hisashi. L'ho aggredito in preda alla frustrazione. Ha smesso di uscire con Atsuko, così come Kiyota ha smesso di uscire con me.
Stupida, stupida Akiko.
Cosa speravi di ottenere facendo una scenata del genere?!
“Sono innamorato di un'altra”.
Perfetto. Ho appena capito di essere innamorata di lui ed ecco che arriva la doccia fredda.
Un'altra.
Non io.
Non. Io.

  
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