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Autore: Ren2021    18/04/2012    2 recensioni
« Se fossi nei boschi di Narnia da un momento all'altro uscirebbe il Signor Tumnus. »
Cosa accadrebbe se, ad un tratto, nell'armadio della vostra camera si aprisse un portale per una terra tanto amata?
Un'avventura degna del migliore dei sogni, in compagna del più grande Re di tutti i tempi.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Peter Pevensie, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'Alba di un Sogno

Il giovane si voltò di scatto, ma non vide nessuno. Le parole risuonavano ancora cristalline nella sua mente. Si trattava di Aslan? O dell'ennesimo artificio della Strega Bianca? No, non c'erano dubbi. Si sentì invadere da una pace paradisiaca, e da un calore capace di sciogliere i ghiacci più profondi. « Dove sei? » domandò. Abbassò lo sguardo verso il suo braccio, dove fino a poco prima stava il giovane gatto, ma che ora era sparito. Si guardò attorno per capire dove fosse finito, finché non lo notò seduto sulla groppa della statua.
« Ohoh sì, cucciolo. Sono io. » Ancora una volta la sua voce non viaggiava attraverso l'aria, bensì telepaticamente.
« Aslan! » esclamò « non sai quanto io sia felice di risentirti! La Strega Bianca mi aveva detto che.. e io non sapevo più cosa fare.. »
« Va tutto bene ».
« Ma lei sa tutto! Conosce la nostra conversazione, conosce ogni cosa. Non so più a cosa credere.. »
« Questo spetta a te ».
« Mi ha detto di distruggere la tua effigie.. »
« Puoi farlo, se vuoi ».
« Ma.. »
« Nessuno può dirti cos'è giusto e cosa no, questo deve venire da te. Quando sei nel dubbio guarda dentro al tuo cuore, la risposta c'è sempre. Io non posso trattenermi, riesco a parlarti solo grazie all'energia che mi infonde questa stanza. Sappi solo che fino ad ora ti sei comportato in modo eccellente. Tra non molto Lucy ed Edmund arriveranno in vostro soccorso. »
« Lucy? Ma come, la Strega Bianca aveva detto che.. »
« Avrai modo di verificare con i tuoi occhi, ma non è di questo che devi preoccuparti. Fa' ciò che devi fare, e vedrai che andrà tutto bene, piccolo mio. »
Dette queste ultime parole, la possente entità svanì. Il felino scese dalla statua, si avvicinò alle gambe del giovane ed iniziò quindi a fargli le fusa. « Grazie » sussurrò all'animale, grattandogli la nuca. « Suppongo sia giunto il momento » disse tra sé. Afferrò salda l'impugnatura della spada di Peter, la osservò per un momento, notandone il brillio riflesso dalle fiaccole. Si posizionò davanti all'effigie e divaricò le gambe. Alzò la lama, alta sopra la sua testa. Un ultimo respiro, profondo, prima di calare l'arma dritta sopra l'obiettivo. Un sibilo acuto tagliò l'aria, seguito da un boato assordante.

I frammenti volarono ovunque, distruggendo in parte i bassorilievi della stanza e le fiaccole. Un'onda d'urto scaraventò Ren indietro di parecchi metri, per poi propagarsi in tutti i corridoi della Casa di Aslan e spazzando via con sé ogni singola foglia del roseto maledetto. Il rombo grave venne udito in ogni punto di Narnia e più in là, oltre i mari sconosciuti.
Passò qualche minuto prima che il ragazzo potesse riprendersi. Infine si alzò, barcollando. “ Peter! ” fu il suo primo pensiero, che lo portò a riaddentrarsi in quel labirinto di cunicoli tutti uguali. Ogni fiamma era stata spenta dallo spostamento d'aria, così da rendere il ritorno ancora più difficoltoso. Finalmente riemerse dal dedalo e, in pochi passi, raggiunse l'ormai famigliare cella dell'amico.
Il giovane re giaceva ancora lì, privo di sensi. Con un solo fendente infranse la serratura, ed entrò. « Peter! » esclamò, lasciando cadere a terra la spada.
« Mh.. »
Il ragazzo gli alzò la testa, sperando così di fargli riprendere i sensi. « Come ti senti? »
« Dove sono? » domandò questi, riaprendo gli occhi. Fece leva sulle braccia, per mettersi a sedere, ma con grande fatica.
« Oh.. sono così contento che tu stia bene! » esclamò ancora, quasi strozzandolo per la felicità. « Se ti fosse successo qualcosa i tuoi fratelli mi avrebbero cacciato senza pensarci due volte! » continuò, sdrammatizzando.
« Probabile » rispose neutro, ancora un po' confuso dalla situazione. « Ma che è successo? »
Una voce sibilante, fredda e cadaverica interruppe la loro conversazione. « È successsso..... ».
I due amici alzarono gli occhi, e davanti a loro si parò uno spettacolo più che macabro. L'un tempo potente e bellissima Strega Bianca si mostrava ora paurosamente vecchia, esanime e con la pelle tutta segnata da una lunga ragnatela di profonde crepe, come una candida maschera di gesso colpita nel suo punto debole. « Ce l'hai fatta.. » continuò. I respiri affannati, i passi corti e traballanti.
Subito Peter afferrò la propria arma e si alzò in piedi, animato da chissà quale forza. « Non preoccuparti, l'ho già sconfitta una volta » disse a Ren, mettendosi tra lui e la Strega.
« Illuso, non ti fare ingannare dalle apparenze. Posso ancora distruggerti in un battito di ciglia. Quella tua spada non ha alcun valore ormai, Aslan è... MORTO! » esclamò e, con un unico gesto della mano destra, il giovane re fu scagliato di lato. La lama gli sfuggì dalle dita, andando a conficcarsi in un ammasso di rocce lì accanto.
Lo spostamento alzò un cumulo di sabbia che costrinse Ren a chiudere gli occhi. Quando li riaprì si rese conto di non essere più nella cella nella quale si trovavano prima, ma di essere ora nella sala principale, dove la Strega sedeva nel suo trono marmoreo.
« Ora che sono l'unica divinità » iniziò, accarezzandosi la solita collana dal pendente violetto « voi tutti dovrete obbedire ai miei voleri. Suvvia, mio piccolo amico, inchinati! » disse, rivolta al ragazzo rimasto immobile. La sua voce era tornata ora calma, come se avesse già recuperato le forze benché il suo aspetto fosse rimasto immutato.
« Se non sbaglio avevamo un accordo » cominciò Ren.
« Ho detto INCHINATI! »
« Negativo » rispose scuotendo la testa, per poi accorrere dall'amico che nel frattempo si era rialzato. « Avevi promesso che ci avresti lasciati andare sani e salvi »
« Non ricordo nulla di tutt.. »
La frase venne interrotta dal suono di un corno di battaglia. “ Lucy! ” pensò il giovane. Allora era tutto vero! Dovevano essere quasi lì. “ E ora, chiudiamo questa faccenda.. ”. « Hai perso, Jadis. Lasciaci andare e vattene da questa terra. Aslan ha trionfato, ancora. »
« Menti! Aslan è morto! E lo hai ucciso tu stesso! »
Ora tutto iniziava ad avere un senso nella mente di Ren. Guardò la spada di Peter: le rocce nelle quali era incastrata altro non erano che parti della Tavola di Pietra, ora ricostruita, dove al centro, splendente, brillava la lama del Re di Narnia. « Ti sbagli. Io l'ho liberato! » esclamò, allungando la mano verso lo stivale per estrarvi il suo fedele pugnale. Lo alzò alto, caricò portando indietro il braccio e scagliò l'arma in direzione della Strega.
« NOOOO! » La donna portò le mani in avanti, per ripararsi, ma invano. Il pugnale si conficcò per l'intera lunghezza al centro del suo petto, nel pendente, mandandolo così in mille pezzi. Una cupa nuvola nera uscì dall'amuleto, avvolgendola del tutto. Le urla di dolore invasero la stanza, mentre un'anima violastra sembrava volar via dal suo corpo, dissolvendosi. Tutto ciò che restava della Strega Bianca era un semplice involucro di gesso, che dopo qualche istante si tramutò in sottile polvere rapita da un soffio di vento.
Ren rimase ad osservare la scena, sorreggendo con un braccio il malconcio Peter, entrambi stupefatti dall'ironica rivelazione: la tanto temuta regina di Calormen altro non era che una finta copia, un'emanazione, un simulacro dell'originale sconfitta anni prima.
Un ulteriore suono, ora più vicino, riscattò i due. Il sole stava per nascere, e le prime luci stavano per illuminare l'elsa della spada conficcata nella roccia.

« È finita! » esclamò Peter, ancora incredulo.
« Peter! Peter! ». Una famigliare voce femminile si faceva via via più vicina.
« Lucy! » rispose il giovane re. Si voltò, e nello stesso istante comparve alle loro spalle la sorella minore, tutta equipaggiata per la battaglia. Il pugnale legato al fianco sinistro, la spadina stretta nella mano destra.
« State bene? » domandò la giovane, fermandosi a pochi passi dai due per riprendere fiato. « Eravamo così in pensiero! »
« Sì » rispose il fratello, annuendo. « Grazie a lui ».
Lucy guardò meravigliata l'altro ragazzo, che in quel momento si sentì particolarmente in imbarazzo, ed arrossì.
« È stato lui ad uccidere la Strega! »
I tre non si erano accorti che, durante la loro conversazione, i potenti raggi solari avevano man mano iniziato a riempire la stanza, fino ad inondare quasi completamente la Tavola di Pietra. La lama, ora in completa balia di quella calda luce dorata, risplendeva luminosa rischiarando per parecchi metri. Ad un tratto il bagliore crebbe d'intensità, attirando l'attenzione degli amici che furono costretti a ripararsi gli occhi.
Ben presto la luminosità si affievolì, lasciando il posto ad una figura che andava via via definendosi.
« Aslan! » esclamò Lucy per prima, correndogli incontro.
« Ohoh piccola mia! » rispose questi, scendendo dalla sacra pietra. Era feroce, possente ed incredibilmente imponente nella sua magnificenza.
« Sei.. sei.. sei proprio tu? » domandò Ren, avvicinandosi anch'esso.
« Sì, giovane figlio d'Adamo. Grazie a te. Rompendo quell'effigie hai permesso al mio corpo di ricongiungersi al mio spirito. Ti sei battuto bene, ma quella che hai sconfitto non era, come avrete ben capito, la vera Jadis. Il suo odio e la sua malvagità impregnano ancora questo mondo, e spesso possono racchiudersi in oggetti carchi di magia. Purtroppo ella possiede ancora dei servi devoti che riescono, con arti oscure, a creare un suo simulacro. Questa stessa arte aveva intrappolato il mio corpo, operando in verso opposto. Ella credeva che, distruggendo la mia effigie, il mio stesso essere sarebbe stato annientato. Se tu non avessi creduto in me, ciò sarebbe successo. »
« Tutto è bene quel che finisce bene ».
I tre amici si voltarono e videro Edmund, appoggiato ad un muro, giunto da poco tempo.
« Ed! » esclamò Peter, sinceramente felice di rivedere il fratello minore.
« Abbiamo controllato il perimetro dell'edificio: a quanto pare non c'è più nessuno » continuò il giovane re, avvicinandosi agli altri e ad Aslan.
« Meglio così » rispose Peter. « E ora, che ne dite di uscire da qui? Mi sembra di esserci rinchiuso da un'eternità! » esclamò. Il suo sguardo si fermo sulla propria spada. « Posso riprenderla? » domandò, poco fiducioso.
« Ci sarà certamente bisogno di quell'arma, in futuro. Ma per ora godetevi la pace ritrovata, giovani figli di Adamo ed Eva. Essa rimarrà qui, al sicuro, e nessuno di indegno potrà mai usarla.

Passeggiavano ormai da qualche minuto, sulla collina che stava dietro la Casa di Aslan, in silenzio. La soffice erba, verdissima, si piegava muta sotto le possenti zampe del leone, affiancato dai due giovani, uno per parte. Il cielo era limpido, senza nuvola alcuna.
Ren deglutì. Odiava quel genere di situazioni, ma non osava rompere quell'atmosfera. Sapeva ciò che sarebbe accaduto da lì a poco.
Peter, al contrario, sembrava estremamente rilassato. Per un istante il suo sguardo incrociò quello dell'amico, e gli sorrise. « E ora che farai Aslan? Resterai con noi o ripartirai subito? »
« Purtroppo, mio coraggioso figlio di Adamo, il mio posto si trova molto lontano da qui. È giusto che ogni cosa torni al proprio posto ».
« Non puoi fermarti neppure per qualche giorno? » domandò ancora, appoggiando una mano sulla sua folta criniera. In quel momento noto negli occhi di Ren il profondo turbamento che lo affliggeva. Lo fisso, ma senza riuscire a capire quale fosse la causa.
« E suppongo sia giunto anche per me il momento di tornare a casa.. »
Aslan si fermò, e i ragazzi con lui. Erano ormai arrivati in cima alla collina.
« E perché mai? » iniziò Peter. « Tu puoi restare finché vuoi, ormai è Narnia casa tua. Vivrai a Cair Paravel, abbiamo tante stanze. Ti insegnerò a cacciare e a combattere come si deve, non a caso come hai fatto negli ultimi tempi. Potresti farmi da consigliere... »
Il leone lasciò che il giovane re terminasse il suo discorso. « Ren ha portato a termine il proprio compito, ed ha imparato tutto quello che doveva imparare da Narnia. Ora è giusto che faccia ritorno al proprio mondo. Ma questo già lo sai, non è vero? » concluse, volgendo il capo verso il ragazzo.
« Ma perché? » continuò Peter. « Non mi sembra necessario! Infondo è stato lui a liberarci dalla Strega Bianca, o da quello che era! »
« Narnia funziona così, e lo capirai anche tu » disse Ren, senza giri di parole. Il cuore gli batteva all'impazzata.
« Se volete dirvi addio, potete farlo. Io vi aspetterò qui ».
Il giovane re afferrò l'amico per un braccio, trascinandolo di qualche passo. Aslan rimase lì, immobile. Il capo leggermente sollevato, come per annusare il completo risveglio della Natura e il rapido avvicinarsi della primavera.
« Allora ci siamo.. » commentò Ren, accennando ad un finto sorriso mal riuscito.
« Io ancora non capisco perché debba andare a finire in questo modo ».
« Le regole sono regole, purtroppo. Funzionano così ».
« Allora funzionano male! » esclamò Peter, seccato.
« Ho passato dei giorni magnifici qui, un sogno! Ma ormai sta giungendo l'alba. »
« Ti pare il momento di... di poesieggiare? » domandò, abbozzando lui ora un sorriso. « Mi mancherai ».
« Figurati tu.. »
« Comunque.. se davvero ti stai per svegliare, e questa è la fine del tuo sogno, prometti di non dimenticartelo appena giunge il mattino? »
« Mi ricorderò di ogni dettaglio! » esclamò il giovane, per poi venir travolto dalla forte stretta di un abbraccio amico.
« Di' un po', hai ancora l'Occhio di Aslan? »
« Il che? »
« Sì.. l'Occhio. Il pezzo d'ambra ».
« Ah.. penso di sì » rispose, frugandosi nelle tasche. « Eccolo! »
« Ecco, bravo. Portalo con te. Forse un giorno ci farà rincontrare, magari nel tuo mondo.. »
Si separarono, e lenti si incamminarono fino a raggiungere il maestoso leone. « Sei pronto, giovane figlio d'Adamo? »
Ren annuì, volgendo un ultimo sguardo a Peter. « Addio. » Gli occhi gli si riempirono di lacrime, ma in quello stesso istante un'enorme folata di vento sì levò, ed un istante dopo si ritrovò a guardare le ante del proprio armadio, nella sua stanza. Indossava il proprio pigiama, storto, e le sue pantofole. Nulla sembrava essere successo, nessun indizio. Tranne l'ambra sferica stretta in pugno.
Calde gocce salate gli rigarono il volto mentre si sdraiava nel letto, ancora tiepido. Sapeva che quella notte non si sarebbe più riaddormentato, e forse neppure le notti successive: si avvicinò alla scrivania, accese il computer e decise di iniziare a scrivere quanto gli era successo, così da non dimenticare nulla di quel magnifico sogno e dei suoi protagonisti.

Fine


Eccoci qui, giunti finalmente alla conclusione. Inutile dire che quasi mi sono commosso nello scrivere queste ultime righe, colpa anche di canzoni come questa e questa.
Lo so, è stato un parto difficile completarla, c'ho davvero messo tantissimo >.<
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito, capitolo dopo capitolo, senza tirarmi addosso oggetti appuntiti: davvero non capisco come siate riusciti a sopportarmi :D
Ci sarà un seguito? Non so, non penso. E in ogni caso non credo che scriverò ancora per moooolto tempo.
Odio quando finiscono le cose, ma si sa: quando si chiude un porta si apre un portone.
Arrivederci dunque,
con affetto.

ReN 

   
 
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