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Autore: onesoso    18/04/2012    1 recensioni
Raccolta di one shot e flashfic sui gatti.
1)Mi chiamano cattiva, mi chiamano ingrata.
2)Chesire si ricorda di quando è nata.
3)Il Conte era solo un gatto. Un gatto pigro e felice.
4)Per questo, la fiera meticcia grigia dagli occhi verdi era la sua gatta preferita, anche se spesso si lamentava dicendo che era cattiva.
5)Erano le creature più belle che avesse mai visto.
6) Anche se sapeva tutto questo, ogni volta le faceva quasi più male della fame.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Chesire si ricorda di quando è nata.
Ricorda il buio che c'era prima, e la fame, la paura che l'attanagliava, mentre veniva sollevata per aria.
Chesire si ricorda del dolore provato quando sua mamma la lasciò cadere giù.
Chesire si ricorda di aver chiamato, urlato a lungo, con tutte le sue forze.
Poi lei si avvicinò, qualcosa di enorme.
E tutto divenne buio di nuovo.

''Povera micetta, ma che ti è successo? Sei rimasta tutta sola?''
Chesire si ricorda di quando si è svegliata.
Era tutto morbido, e caldo.
Ma Chesire aveva paura.
Dov'era il respiro della sua mamma? Dov'era il battito ritmico del suo cuore che l'aveva accompagnata, cullata fino a quel momento?

''Che bella! Ma che è successo?''
''Ahem...diciamo che è una storia lunga...''
''Beh, non è che non abbia tempo''

Poi pian piano Chesire smise di aver paura.
Quando aveva fame e piangeva veniva nutrita.
Veniva amata e accudita, accarezzata.
Qualcosa la sollevava
e dove veniva messa
sentiva un battito diverso
tum tum.
la sua nuova mamma.

''Ti ricordi quella gatta che veniva sempre nel nostro giardino, in campagna?''
''è figlia sua?''
''sì, l'ha abbandonata nel nostro giardino...''
''ma perchè?''
''boh...il veterniario mi ha raccontato che ha volte le gatte lo fanno quando un cucciolo è particolarmente debole o malato...comunque con il latte artificiale cresce benissimo...''
''Ma poverina! Come hai deciso di chiamarla?''
''Chesire! Non è un nome adorabile?''

La nuova mamma di Chesire si chiamava Alice.
Era bellissima, così bella...
Chesire si ricorda di quanto si sentisse triste quando non c'era.
Quando Alice c'era Chesire era sempre contenta.
Adorava sentire le sue mani calde che l'accarezzavano lentamente, mentre lei ricambiava il favore facendo le fusa con tutte le energie che aveva in corpo, strusciandosi contro il suo corpo morbido.
Ed i pomeriggi passati a sonnecchiare sulla sua schiena mentre l'umana faceva i compiti o leggeva erano così belli!
Chesire avrebbe voluto che Alice fosse felice sempre.
Avrebbe voluto distruggere quel ragazzo cattivo che la faceva piangere e le dava gli schiaffi, dire a quell'umana cattiva che non faceva
altro che urlarle ed insultarla che Alice
era una brava ragazza
la sua mamma
una ragazza meravigliosa
Alice avrebbe sempre dovuto essere felice.
Ma Chesire era solo una gattina. Chesire non poteva parlare ed era troppo debole per difenderla, per difendere la sua Alice.
Chesire non poteva dare ad Alice più di quel che le dava già..

''Chesire sai una cosa?''
Mormorai asciugandomi le lacrime con la manica della felpa. Impresa inutile perchè tanto sapevo che non sarei riuscita a smettere di piangere. Non a breve almeno.
La mia vita faceva schifo. Schifo. Assolutamente schifo.
''Credo che mia madre avrebbe fatto meglio a fare come la tua...'' la mia voce si spezzò, mentre io cominciai a tremare, scossa dai singhiozzi ''Credo che lo vorrebbe anche lei!''
''Miao!''
Per un attimo mi sembrò di intravedere una tale tristezza negli occhi verdi della mia gattina che avrei giurato che mi potesse capire. E che provasse pietà per me.
Ma era solo una stupida gatta, ovviamente non mi poteva capire.
Era solo una un animale incapace di provare emozioni.

Alice e Chesire

  
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