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Autore: callas d snape    18/04/2012    5 recensioni
"Eravamo giovani e tremendamente orgogliosi: tu troppo testardo per ammettere che stavi facendo le scelte sbagliate, io troppo fiera per accettare il tuo pentimento tardivo. Pensavamo di riuscire a sopravvivere ugualmente,soprattutto io, ma la lontananza stava uccidendo entrambi. Ci siamo fatti male a vicenda... la memoria porta ancora il segno della nostra sofferenza."
Una fanfiction sulla mia coppia preferita Lily/Severus. una storia su come sarebbero potute andare le cose se Lily avesse saputo perdonare e se Severus avesse avuto il coraggio di cambiare. La mia prima fanfiction su Harry Potter e la prima che ho il coraggio di pubblicare.
AGGIORNAMENTI MOLTO LENTI!!!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Mary MacDonald, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 5
 
Lily camminava spedita. Non sentiva il rumore delle foglie secche che si accartocciavano sotto la suola dei suoi stivaletti, né il vento leggero che fischiava nelle sue orecchie, né tanto meno la voce di James che da più di quindici minuti continuava a ciarlare sulla sua ultima impresa di Quidditch.
Tutto per la rossa era niente di più che un fastidioso brusio di sottofondo. La sua mente era occupata solo da una cosa: la discussione che aveva avuto pochi minuti fa con Mary.
 
15 Minuti prima…
“Mi vuoi dire cosa vuoi o no?” chiese Lily per l’ennesima volta rivolta più che altro alla schiena della sua ex-amica intenta ad insonorizzare la stanza in cui l’aveva trascinata. Era davvero stufa di aspettare e molto curiosa per tutta quella segretezza. La notizia doveva essere molto importante, motivo in più per essere ancora più impaziente.
Mary si girò verso la sua interlocutrice e preso un respiro profondo incominciò: “Voglio spiegarti esattamente cosa è successo tra me e Severus.”
A quelle parole Lily sbiancò: “Mi sembrava di averti già detto che non voglio sapere niente di te e di lui!” e tentò di uscire dall’aula, ma venne bloccata dalle braccia della bionda e costretta a sedere su di un banco.
“Invece tu DEVI sapere!” continuò Mary senza togliere le mani dalle spalle dell’amica per evitare che scappasse. “Quando tu mi hai vista in compagnia di Severus, sei subito saltata alle conclusioni sbagliate. Io non stavo abbracciando Piton, lo stavo sorreggendo. Era appena stato pestato a sangue dai suoi compagni.”
Lily la guardava stralunata: “Stai scherzando, vero? Tu credi veramente che io crederò a questa balla?! Perché Avery e gli altri avrebbero dovuto picchiare un loro compagno Serpeverde e, per di più, futuro mangiamorte?!” Quella parola la fece rabbrividire soprattutto perché era accostata al nome di Severus.
“Li ha mollati.” Un silenzio innaturale cadde tra le due. Poi Mary proseguì: “Per quanto ne so, quest’estate Severus ha riflettuto parecchio sul suo futuro, sui pro e i contro che avrebbe portato la sua scelta e ha capito che non ne valeva la pena. Comunque se non mi credi puoi benissimo chiedere a lui: è ricoverato in infermeria da una settimana.”
Lily divenne ancora più pallida: “No, è in infermeria perché è caduto dalle scale!”
“Questa è la scusa che ci siamo inventati: lui non vuole che nessuno sappia la verità, nemmeno i professori. Dice che ci andrà di mezzo gente innocente e non vuole che ciò accada, ma non vuole dirmi di chi si tratta. Non voleva neanche che ne parlassi con te!” Mary si interruppe per vedere bene la rossa negli occhi: vide preoccupazione, stupore e, così le parve, anche senso di colpa.
Sospirò sonoramente. Poi riprese: “Senti, io non pretendo che tu ora molli tutto e ti precipiti da lui dicendogli che lo ami. So quanto male ti ha fatto; ma in questi giorni ho avuto la fortuna di conoscere quel ragazzo del quale mi hai sempre parlato bene, che hai sempre difeso, il ragazzo di cui ti sei innamorata. E ora capisco il perché: Severus è davvero speciale e diverso dagli altri, ma come tutti, ha commesso degli errori, specie con te. Ti prego, non sbagliare anche tu con lui. Perdonalo e, per una volta, cercate di essere veramente felici entrambi!”
Lily non sapeva come rispondere: avrebbe voluto subito precipitarsi in Infermeria per parlare con il ragazzo, ma il suo dannato orgoglio glielo impediva. Così riuscì solo a dire: “Devo andare, James mi starà aspettando.” E uscì dalla stanza, lasciando Mary da sola cosciente del fatto che aveva perso la sua ultima battaglia.
 
La testa di Lily stava ripercorrendo mentalmente tutto il discorso avuto con Mary e si stava maledicendo silenziosamente. Quanto era stata stupida! L’amica aveva rotto una promessa per aiutarla nonostante avessero litigato e lei le sbatteva in faccia che il ragazzo dei suoi sogni stava per uscire con un’altra! Se fosse stata sola si sarebbe scagliata contro il primo albero che avesse trovato e lo avrebbe preso a testate!
Stava ancora rimuginando sull’accaduto quando una voce la riportò alla realtà: “Una falce per i tuoi pensieri, mia bella strega.”
Solo allora la grifondoro si ricordò della presenza di James e per la vergogna la sua faccia assunse una tinta molto simile a quella dei suoi capelli. Il moro sorrise divertito: “Su Lils, non è un problema. D’altronde, in parte, è anche colpa mia: non mi ricordavo che a te non piace il Quiddich. Sono abituato con Mary a parlarne sempre e lei è una grande: non solo mi capisce, ma ribatte alle mie affermazioni e mi ascolta anche quando è stanca o è impegnata. Riesce sempre a trovare del tempo per starmi a sentire. È veramente fantastica! Oh! Scusami Lily. È sgarbato che parli di un’altra ragazza in tua presenza. Ma non ti devi preoccupare: noi siamo solo amici!”
“Figurati James, è tutto a posto.” Lily lo guardava divertita: aveva visto nei suoi occhi uno scintillio che, ne era certa, il ragazzo non avesse mai avuto né quando parlava di lei né di qualche altra ragazza. E con quella frase, ‘siamo solo amici’, sembrava quasi volesse convincere più se stesso che lei.
 
Erano ormai arrivati a Hogsmade, ma prima di entrare nel caratteristico paesino, James si parò di fronte alla ragazza e le disse sorridendole: “Ok, Evans, dimmi che cosa vuoi fare. Solo per oggi eseguirò ogni tuo ordine: sarò il tuo piccolo elfo domestico personale!”
Lily sorrise a sua volta divertita: “Bene allora prima devo passare da Mondo Mago, poi una veloce visita all’Emporio di Scherzi di Zonko e infine ci chiuderemo dentro a Mielandia. Tutto chiaro?”
“Sì, padroncina!” rispose serio il moro, facendo ridere la rossa di fronte a lui.
 
La mattinata scivolò via in un baleno all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Lily accantonò i pensieri riguardanti Severus e si godette la compagnia ristoratrice di James. Il ragazzo, dal canto suo, si comporto come un vero e proprio cavaliere: assecondò la sua dama in ogni suo capriccio e l’aiutò nell’acquisto di alcuni regali. E, naturalmente, i suoi sforzi non rimasero inappagati: infatti la rossa gli concesse come premio per i suoi ‘servigi’ una visita al negozio di articoli per il Quiddich che aveva appena aperto in paese.
Quando finalmente uscirono dall’ultima bottega con le mani pieni di pacchetti, l’orologio del paese stava per battere mezzogiorno.
“Perché non andiamo a mangiare qualcosa da Madama Rosmerta? O almeno a prendere una burrobirra: ho una sete!”
Lily si trovò pienamente d’accordo con l’affermazione di James: non aveva molto appetito, ma tutti quei dolci di Mielandia le avevano fatto seccare la gola. E in più, le borse cominciavano a pesarle e a stancarla.
Si avviarono così verso la locanda, ma appena misero un piede dentro ai “Tre manici di scopa” capirono che non era stata una buona idea: il locale era talmente pieno di gente che era impossibile aprirsi un varco verso il bancone. Di sedersi a un tavolo poi, non se ne parlava neanche!
“Beh, direi che dovremo cambiare pub.” Disse James volgendo leggermente la faccia verso Lily “Che ne dici di andare da Madama Piediburro?”
La ragazza si voltò sconvolta verso il suo interlocutore: “Ma quello è il bar delle coppiette!”
“O lì o alla Testa di Porco. Ma ti avviso: Aberforth non è noto per la sua pulizia e i suoi clienti sono tutt’altro che raccomandabili!” le rispose il moro.
Lily ponderò bene la sua decisione: non aveva proprio voglia di andare in un locale sudicio e pieno di brutti ceffi, ma neanche in uno pieno di fidanzatini intenti a sbaciucchiarsi. Alla fine optò per il male minore: “Ok, vada per Madama Piediburro.”
 
Il bar era ancora peggio di quello che immaginava: tutto rosa, pieno di pizzi e merletti e impregnato di un odore talmente dolce da far venire la nausea; ma almeno non era molto affollato.
I due si accomodarono in un angolo, l’uno di fronte all’altra, lontano da sguardi indiscreti e ordinarono due burrobirre che arrivarono nel giro di qualche minuto insieme a un vassoio di biscotti a forma di cuore offerti dalla casa.
Lily iniziò a sorseggiare la bevanda lentamente lanciando occhiate circospette tutt’intorno: quel posto la metteva a disagio.
Fu James a rompere il silenzio che era piombato tra loro: “Sai, oggi ho passato una giornata veramente piacevole. Non credevo che alla fine ti avrei convinto ad uscire con me.” e così dicendo si allungò per prendere la mano della ragazza abbandonata rilassata sul tavolo vicino al vassoio.
Lily non la ritrasse, si limitò a guardarla incuriosita e preoccupata allo stesso tempo: non le piaceva la piega che stavano prendendo le cose.
“Ma, sai una cosa?” continuò James passandosi una mano tra i capelli senza distogliere lo sguardo dalla rossa “Ne è valsa la pena aspettare!” E iniziò a sporgersi verso la ragazza nel tentativo di baciarla.
A Lily sembrava di vivere la scena a rallentatore. Era bloccata dallo stupore e dalla paura mentre vedeva le labbra di James Potter farsi sempre più vicine alle sue.
La sua mente lavorava veloce facendole passare davanti agli occhi immagini di ciò che avrebbe comportato il bacio che stava per ricevere. Sicuramente sarebbe stata felice con James, ma non sarebbe mai stato vero amore. O forse, col tempo sarebbe riuscita ad amarlo? È vero, James la faceva sentire bene, ma quel sentimento sarebbe mai diventato qualcosa di più?
 E Mary? Era disposta a perdere la sua migliore amica per un ragazzo? Per assicurarsi il futuro sereno che aveva sempre sognato, era disposta a rubarlo ad un’altra persona?
 E James? Non era più tanto sicura che il ragazzo fosse veramente innamorato di lei. Sì, sicuramente era attratto da lei, ma, anche il suo, era veramente l’amore con la A maiuscola?
Lily era molto confusa e le distanze fra lei e il moro si erano ormai ridotte al minimo. Poi, all’improvviso, tra tutte quelle domande comparve il chiaro ricordo di una notte di gennaio di due anni prima, due labbra calde e avvolgenti e due occhi neri come una notte dicembrina senza stelle.
E la ragazza capì che non erano quelle le labbra che avrebbe voluto sentire premere contro le sue.           
Così posò delicatamente le dita della mano ancora libera sulla bocca di James spingendogli delicatamente la testa indietro e allo sguardo interrogativo del giovane sussurrò un flebile ‘Mi dispiace’.
“Scusami James, ma non sei tu il ragazzo che vorrei baciare.” continuò la rossa mentre il ragazzo tornava a sedersi normalmente con una faccia stupita e quasi offesa. “Tu sei una persona fantastica, mi fai ridere e so che non faresti mai niente per ferirmi, ma io non ti amo.”
“Wow! Beh, questo non me lo aspettavo proprio!” disse il moro togliendosi gli occhiali e iniziandosi a massaggiare gli occhi con la mano sinistra. L’imbarazzo era talmente grande che lo si poteva quasi vedere, seduto lì al tavolo con loro, le gambe accavallate, le braccia conserte e un’espressione divertita e compiaciuta stampata sul volto.
Dopo un minuto di silenzio che a entrambi parve un’eternità, fu di nuovo Lily a prendere la parola anche se ancora molto imbarazzata: “E poi… Sinceramente James non penso che tu sia veramente innamorato di me.”
Il ragazzo la guardò stralunato: “Certo che ti amo! Mi sei sempre piaciuta dal primo momento che ti ho vista!”
“Davvero? E allora dimmi cos’è che ti piace tanto di me!” continuò la rossa decisa a far aprire gli occhi al giovane cercatore.
James rimase un attimo sbalordito, non si aspettava davvero una domanda del genere. “Ecco… ehm… tu… sei molto bella e… ehm… intelligente e spiritosa e…”
“Ma sapresti dirmi qual è il mio colore preferito? Quali cibi adoro? Cosa mi fa arrabbiare? Cosa, invece, mi rende felice? Cosa mi fa piangere?”
“A dir la verità… no.” Disse James diventando tutto rosso ed abbassando notevolmente il tono della voce. “Ma abbiamo tutto il tempo per conoscerci meglio” provò a continuare il moro nel tentativo di salvare la situazione.
“Toglimi una curiosità James, a quelle domande che ti ho posto sapresti rispondere se si parlasse di Mary?” azzardò Lily.
“Ma ora che cosa centra?” provò a replicare il ragazzo, ma lo sguardo della sua interlocutrice non ammetteva repliche. Sospirò sonoramente e riprese a parlare: “Dunque, Mary adora il blu acquamarina perché era il colore del peluche che le regalò sua madre appena nata. Mangia di tutto, ma non rinuncerebbe mai al gelato alla crema e alle api frizzole di Mielandia. Si arrabbia per ogni ingiustizia e tutte le volte che non riceve un buon passaggio a Quiddich. Ama la musica, specie le vecchie ballate anglosassoni: le ascolta sempre prima di addormentarsi e la rende felice il sorriso di sua nonna. Invece la fanno piangere le parole sprezzanti di sua sorella e lo sguardo vuoto di sua madre.” Quelle ultime parole fecero incupire lo sguardo del grifondoro, che però si riprese subito per chiedere: “Ora mi dici questo cosa centra col nostro discorso?”
Lily sorrise dolcemente: “Sai, anch’io so così tante cose di una persona: è la persona che amo.”
“Stai cercando di dirmi che sarei innamorato non di te, ma di Mary? Sei uscita fuori di testa?! Io e Mary siamo solo amici!” ribattè stizzito James.
“Oh, andiamo Potter! Sai più cose tu di lei di quante ne sappia io, e io sono la sua migliore amica!” Lily vide il cercatore grifondoro abbassare la testa pensieroso e titubante. “Ascolta, forse mi sto sbagliando sui tuoi sentimenti, ma perché non ti prendi un po’ di tempo per pensarci sopra e provi a dare a questa storia una possibilità? Ora scusami, ma devo andare.” E così dicendo si alzò dalla sedia. Allo sguardo stralunato ed inquisitorio di James, rispose semplicemente: “Devo vedere una persona. Ho aspettato fin troppo tempo!”
E uscì di fretta dal locale lasciando il ragazzo in preda a mille pensieri ed elucubrazioni.
 
Correva Lily, con un sorriso in volto e la gioia nel cuore. Correva come mai prima di allora. Non voleva perdere nemmeno un altro momento lontano da Severus.
Lo amava. Lo amava come mai aveva amato e non poteva più stare senza di lui.
Al diavolo le differenze tra le case, i pettegolezzi che li avrebbero circondati, la passione di Severus per le Arti Oscure che stava ormai lasciandolo libero. Al diavolo il suo stramaledetto orgoglio che l’aveva bloccata per mesi.
Mary aveva ragione: era il momento che loro due fossero finalmente felici. Sapeva che la vita non sarebbe stata facile, ma non le importava: se non poteva essere felice con Severus, allora non avrebbe voluto esserla mai.
Era così presa dai suoi pensieri che non si accorse di andare a sbattere contro qualcosa che le ostruiva il passaggio e cadde a terra lunga distesa.
“Ouch!” Lily si massaggiò dolorante la spalla destra ed alzò la testa per vedere cosa l’avesse fatta cadere. O meglio chi.
Di fronte a lei si ergeva un ragazzo grande quanto un armadio e un’espressione corrucciata in volto. Al suo fianco stava un altro ragazzo, suo coetaneo, dai capelli biondo cenere e un sorriso maligno che illuminava il suo viso smunto e appuntito.
“Bene, bene. Guarda chi abbiamo qui, Mulciber: la piccola mezzosangue Evans.”
Avery si piegò sulle ginocchia, raccolse la bacchetta di Lily che era scivolata ai suoi piedi e iniziò a parlare, fissando il bastoncino come se non ne avesse mai visto uno prima: “Sai Evans tu mi hai fatto un torto. Mi hai portato via un futuro seguace per il Signore Oscuro, sicuramente il più dotato del suo anno e uno dei più scaltri tra i Serpeverde. E tu me lo hai sottratto con le tue moine e le tue parole velenose e…”
“Ma senti questo: il bue che da del cornuto all’asino! Mi fai proprio ridere Avery. Io sarei quella che avrebbe avvelenato la mente di Severus?! Tu sei pazzo!!! Ma che altro potevo aspettarmi da un futuro mangiamorte?” Lily sputò fuori tutta la sua rabbia verso quei due individui che erano quasi riusciti a portarle via l’amore della sua vita, che erano quasi riusciti a farlo precipitare in quel mondo di tenebra e dolore nel quale loro erano già immersi. E nessuno sarebbe riuscito a risollevarli.
Finalmente, a quelle parole, il ragazzo si decise ad osservare la sua interlocutrice che nel frattempo si era tirata su a sedere. Il sorriso gli sparì dal volto e una smorfia dura di ribrezzo prese il suo posto.
Avery si rimise in piedi e, consegnandogli la bacchetta di Lily, bisbigliò a Mulciber qualcosa che alla strega sembrò qualcosa del genere: “Guarda che non venga nessuno!” Il bestione si allontanò in fretta in direzione del villaggio e presto sparì alla vista dietro una cura stretta.
Poi Avery estrasse la sua bacchetta e dopo aver eseguito un incantesimo incollante e un muffliato sulla sua “preda”, continuò il suo discorso: “Come stavo dicendo, tu mi hai portato via una cosa, lurida sanguesporco e ora devi pagare!”
Lily nascose la paura che stava iniziando a crescere dentro di lei mentre la bacchetta del nemico si alzava fino all’altezza dei suoi occhi: non avrebbe mai dato la soddisfazione a quel viscido verme di vederla piagata dal terrore, supplice ai suoi piedi.
“CRUC…AAAHHH!”
L’incantesimo di Avery fu bloccato da un lampo rosso che  gli aveva colpito la mano facendogli cadere la bacchetta, mentre un taglio piuttosto profondo iniziava ad aprirsi sul dorso della sua mano.
Il ragazzo si voltò per vedere chi aveva osato colpirlo: una smorfia di disgusto misto a paura si dipinse sul suo viso, mentre Lily si apriva in un dolce sorriso sollevato.
 
 
 
 
 
 
 
 
N.d.a
Finalmente, sono tornata! So che molti di voi mi stanno maledicendo in turco per il mio ritardo spaventoso, ma non è stata colpa mia!
Dopo gli esami di fine marzo ero decisa ad aggiornare la storia, ma mi sono ammalata e poi la connessione a internet a iniziato a fare le bizze: un inferno!
Comunque spero che il capitolo appaghi l’attesa: è stato difficile scriverlo specie la parte tra Lily e James.
Ora vi lascio e, se volete un aggiornamento più rapido, recensite moooooltooooo! 
Baci, C.S.
  
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