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Autore: _Ade_    18/04/2012    0 recensioni
Per Beth è l'inizio di una nuova vita.
Nuova città.
Nuovo collage.
Nuovi compagni.
Nuovi problemi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fatto più brutto dell’essere nuovo è che non hai nessuno su cui contare, nessuno che ti rialzi quando sei a terra tra i libri, sparsi intorno a te, e tra le risa dei ragazzi dell’istituto.
Beth era, infatti, sul pavimento del collage a causa di uno spintone che l’aveva fatta rovinosamente cadere in corridoio.
Non sarebbe riuscita a rialzarsi.
Non ci avrebbe nemmeno provato poiché sapeva che avrebbe solamente aumentato le risate dei ragazzi.
Ora se ne stava lì, raccogliendo i fogli e i quaderni che ricacciava in borsa.
E adesso? Che fare?
Si guardò intorno alla ricerca di un appiglio o di qualcosa che avrebbe potuto usare come appiglio con cui alzarsi, ma non trovò nulla e con sguardo perso continuò la sua disperata ricerca.
Mentre era distratta un ragazzo, le prese il libricino dalla borsa, dove conservava tutte le foto del suo cavallo e tutti i ricordi delle loro avventure che erano state bruscamente interrotte da quella disperata galoppata sul ghiaccio che aveva fatto scivolare l’amico che era caduta miserabilmente sulla sua gamba tranciandola quasi di netto.
Cominciò a sfogliarlo velocemente senza soffermarsi su nessuna fotografia o scritto, Beth avrebbe voluto strapparlo da quelle mani curiose ma avrebbe dovuto alzarsi per arrivare a lui e al suo prezioso diario e la protesi glielo impediva.
Così lo guardò rassegnata aspettando i suoi commenti indesiderati.
Egli, infatti, le lanciò un sorrisetto e le disse:-Questo finirà sul giornale scolastico!-. E sogghignando il ragazzo corse via con il suo nuova trofeo.
La campanella suonò e tutti si dileguarono nelle rispettive classi, tranne lei che rimase esattamente dov’era caduta.
Sentì delle voci in corridoio e vide due ragazzi scambiarsi un veloce bacio e poi lui venire verso di lei probabilmente per entrare nella classe dietro di lei.
-Scusa! Ehi scusa!  Mi daresti una mano?- chiese lei che ormai aveva abbandonato l’idea di farcela da sola.
-Non puoi fare da sola?- domandò lui annoiato.
-Se ti sto chiedendo un aiuto evidentemente no!- rispose Beth irritata.
-D’accordo- acconsentì lui di mala voglia tendendole la mano.
Beth lo afferrò saldamente e si tirò in piedi. Lo sconosciuto non si mosse fino a che lei non ebbe in mano la borsa dei libri e fu pronta per andare.
-Non ti ho mai visto da queste parti!- disse lui scrutandola.
-Nuova -, rispose Beth –Sai dov’è l’aula di Biologia?- continuò la ragazza.
-Ci sto giusto andando, ti accompagno-
Beth aveva le gambe indolenzite, o meglio, la gamba e quell’orribile ingegno che la sostituiva.
Insieme entrarono nell’aula.
 
Le risa dei compagni si zittirono subito quando si accorsero che dopo la ragazza fece ilo suo ingresso Paul, il capitano della squadra di football della scuola non che il ragazzo più considerato di tutto l’istituto.
Questo Beth non lo sapeva ancora ma non ci avrebbe messo molto a scoprirlo. Si sedette in primo banco che era vuoto. Nessuno si sedette di fianco a lei, non che se lo aspettasse ma le avrebbe sicuramente fatto piacere, non si sentì però dimenticata poiché poté udire per tutta la lezione la voci dei compagni parlavano di lei, ma Beth non si girò.
Passò l’ora pensando al ragazzo che le aveva rubato il diario e all’uso che ne avrebbe poi fatto.
Quando suonò la campanella che annunciava la fine dell’ora e l’inizio dell’intervallo non si alzò dal suo banco né distolse lo sguardo dal libro.
-Annabeth! Annabeth giusto? – chiese un ragazzo avvicinandosi. Lei lo guardò con aria visibilmente perplessa, -Si?-.
-Ciao, sono il direttore del giornale scolastico e mi hanno appena recapitato questo diario con la richiesta di pubblicarlo, poi ti ho riconosciuto nella foto di copertina e ho pensato fosse giusto ridartelo. -
Il ragazzo tirò indietro la cascata di ricci neri che gli ricadevano sulla fronte nascondendo quasi i capelli azzurri.
-Ah! Scusa! Piacere Jo!- le disse tendendo la mano. –Annabeth, ma puoi chiamarmi Beth – rispose lei ricambiando la stretta di mano.
Trascorse l’intervallo con Jo, il suo nuovo amico, che le raccontò la vita del collage e di Paul, il ragazzo misterioso che aveva fatto tacere i compagni. Allora Beth si sentì ancora più idiota di quanto non si definiva prima poiché aveva fatto la peggior figura che una ragazza nuova potesse mai fare a parer suo con Il Ragazzo Dell’Istituto.
 
  
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