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Autore: VictoireYK    18/04/2012    3 recensioni
- Oh. Mio. Dio – sillabarono tutti lentamente.
Non poteva essere, decisamente era un sogno.
Era impossibile.
Quel corridoio, quei quadri, quelle pareti…no.
Non poteva essere realmente Hogwarts.

Ciò che accade quando un gruppo di ventiquattro fan di Harry Potter si ritrova magicamente (e improvvisamente aggiungerei) a Hogwarts, tra profezie e magie ce ne saranno davvero di tutti i colori.
Genere: Avventura, Comico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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6° Your house will be like your family

- Ce l’avete fatta! Temevo non sareste più arrivati! – scherzò McDovin alzandosi dalla sedia dietro la scrivania.
Non era la prima volta che i ragazzi entravano nell’ufficio del preside, in realtà era la seconda perché di solito era McDovin che li raggiungeva per comunicargli qualcosa. Solo che la prima volta in cui entrarono in quella stanza la loro avventura era appena iniziata, il loro sogno era appena iniziato. I ragazzi si guardarono intorno curiosi a mente lucida finalmente. Alla parete erano attaccati tutti i quadri dei presidi di Hogwarts. Quando Cecilia si accorse del quadro di Silente lanciò un urletto e lo indicò incredula. Tutti spostarono lo sguardo dove indicava la ragazza e appena misero a fuoco l’immagine del preside si misero quasi a correre sotto il quadro spintonandosi.
- Professor Silente! –
Il preside li guardò sorridendo dietro gli occhiali a mezzaluna, ma non rispose, semplicemente si limitò a soffermare lo sguardo sopra ognuno di loro. I ragazzi erano increduli, erano così emozionati che non sentirono nemmeno il debole richiamo del vero preside dietro di loro. Percepivano solo il cuore pompare a una velocità impressionante, tanto da sembrar di volere uscire dalla gabbia toracica.
- Professore è proprio lei! –
- Ehm ehm, ragazzi – cercò di richiamare l’attenzione McDovin, ma Jude gli fece cenno di tacere un attimo intuendo l’emozione dei suoi alunni. Era stato abbastanza a contatto con loro per capire cosa provavano, quello stesso pomeriggio erano rimasti sbalorditi alla vista di Madama Rosberta, per fortuna avevano saputo mascherare facilmente il loro stupore. Sì, beh a parte Ilaria.
- Sbagliato – disse Silente con voce roca sorridendo. – Io non sono nient’altro che il ritratto dell’ex preside Albus Silente – spiegò.
- Il più grande preside di Hogwarts! – puntualizzò Laura. - Oddio non posso credere che stiamo parlando con lei, noi siamo suoi grandissimi fan! – esclamò prima di scoppiare a piangere presa dalla troppa emozione.
- Dov’è Piton? – chiese Sara cercandolo tra le tele.
- Il professor Piton è nella tela affianco alla mia –
- Ma è vuota! –
- Allora ritengo sia nel suo quadro corrispondente nei sotterranei, sapete non ama visite. Ma chi siete voi, se mi è permesso chiedere? – continuò la tela di Silente.
- Glielo abbiamo detto: suoi grandissimi fan. Non ha idea di quanto i suoi insegnamenti ci siano serviti! – continuò Ilaria anche lei con gli occhi lucidi.
- La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi se solo uno si ricorda di accendere la luce! – disse Ylenia citando la sua frase preferita.
- Mi apro alla chiusura! –
- Sono le scelte che facciamo, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità! –
Continuarono così a sparare le citazioni che avevano imparato in tutti quegli anni. Felici finalmente di poter conoscere una parte di una persona che gli aveva insegnato così tanto.
- Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere! – citò ancora Alice. A quell’esclamazione i ragazzi però si zittirono. In un certo senso era proprio quello che stavano facendo loro; l’imbarazzo si fece subito strada insieme ad una marea di pensieri sulla loro avventura, ma prima che potessero aggiungere altro McDovin si posizionò davanti la tela dell’ex preside per riottenere l’attenzione dei ragazzi improvvisamente pensierosi.
- Mi dispiace interrompere un così bel momento, ma abbiamo uno smistamento da eseguire e non disponiamo di una giratempo. – disse, poi si girò verso la tela di Silente. – Se vuoi scusarmi Albus –
Il preside dalla lunga barba argentata ridacchiò e alzò le mani.
- Sono curioso di assistere anche io al loro smistamento, se per voi ragazzi non è un problema –
Tutti non seppero se ridergli in faccia o mettersi a piangere. Era un onore, un altro sogno che si realizzava, perciò rimasero semplicemente a bocca aperta.
- Suppongo sia un sì – intervenne Jude a loro favore.
McDovin annuì alzando gli occhi al cielo e borbottando qualcosa di incomprensibile. Poi tirò fuori dalla teca di vetro un vecchio cappello scucito e bruciacchiato e lo posizionò su uno sgabello al centro del piccolo ufficio, per fare un po’ di spazio dovettero quasi appiccicarsi sulle poche pareti vuote non occupate da quadri o oggetti che c’erano.
Appena il cappello venne posato sopra lo sgabello si aprì una cucitura e prese a cantare.

“Forse direte che non son bello.
Come darvi torto? Sono solo un cappello.
Tuttavia di tela antica son fatto,
per questo ascoltate quest’atto.
Tempi bui giungeranno,
il sangue sparso provocherà il danno.
Diffidate dai nemici
e da color che vi dicono d’esser amici.
Tuttavia amicizia, coraggio e amore
serviranno a porre fine al terrore.
Un dì un saggio disse “Le scelte che facciamo
dimostran ciò che siamo”.
Or dunque adesso elencherò delle virtù
e sceglierete quella che vi si addice di più.
Ma ahimè una volta scelto il vostro sentiero
di certo non si torna più indietro.
Tu Grifondoro prendi con te
coloro che audacia, fegato e cavalleria tengono per sé.
Qui non c’è posto per codardi,
cari miei ragazzi.
Forse la paziente Tassorosso vuole tenere,
chiunque voglia farne parte con piacere.
Giustizia e lealtà seguirete,
l’uguaglianza insegnerete.
Oppure Corvonero accoglierà di certo
Chiunque le mostri di avere intelletto.
Tramite il lume della ragione condurrete i vostri amici sulla retta via,
qui non serve la cavalleria!
Infine Serpeverde vorrà
solo chi l’astuzia eserciterà.
Qui chiama l’ambizione il suo splendore.
Avanti, dimostratemi di avercela nel cuore.
Non voglio dividervi, ma è mio dovere,
l’importante è questo sapere:
Non scordate chi siete è elementare
se il mondo dalla minaccia vorrete liberare.
Succederà a causa di alcuni ragazzi,
ma poi toccherà a loro cambiare gli andazzi.
Sento già di aver detto abbastanza,
ma ecco perché siete in questa stanza.
Il vostro destino sceglierete,
perché ora lo Smistamento avrà sede.”
 
Il cappello smise di cantare e per un attimo ci fu un imbarazzante silenzio rotto finché il quadro di Silente ridacchio. McDovin arrossì e prese a balbettare qualcosa di indefinito.
- Non ascoltatelo, se ne esce ogni anno con canzoni del genere – li rassicurò. Peccato che i ragazzi si scambiarono sguardi di complicità, sapevano che il cappello aveva sempre ragione. Lo avevano imparato leggendo i libri. Anche Jude se ne stava in silenzio e si osservava pensieroso le mani.
- Ha a che fare con la profezia? – chiese Andrea in direzione del preside.
Sia McDovin che Jude alzarono allo stesso tempo lo sguardo sul ragazzo improvvisamente preoccupati.
- Le profezie non sono mai un bell’affare – rispose invece la tela.
- Lei sa qualcosa professore? – chiese ancora Andrea stavolta verso il quadro di Silente.
L’ex- preside lo squadrò dietro gli occhiali a mezzaluna improvvisamente serio, poi sorrise.
- Caro ragazzo io sono solo un quadro. Cosa vuoi che ne sappia? –
- Albus, per favore – intervenne McDovin ritrovando la voce – E voi smettetela di chiedere ancora cose che non sono affari vostri! – abbaiò.
- Io penso invece che siano proprio affari nostri – disse Fabiola calma.
- Pensi male! –
La ragazza gonfiò le guance offesa, ma a quel punto intervenne Serena che si girò verso Jude.
- Professore? – domandò solo. Dopotutto Jude era diventato quasi un amico durante quei giorni, e era ovvio che avesse parlato con il preside riguardo la loro situazione, lui stesso l’aveva detto quando si erano conosciuti nella Sala Grande.
Purtroppo il giovane professore scosse la testa mortificato.
- Mi dispiace, non ne so niente –
Serena sospirò abbattuta. Intanto Naomi se ne stava in silenzio a pensare tra sé, aveva un’idea e quella sera stessa l’avrebbe proposta ai suoi amici. Basta segreti.
- Ora se avete finito direi che lo smistamento possa iniziare – riprese il preside con un tono però ancora acido. Poi tirò fuori dalla veste una pergamena arrotolata, la srotolò e si schiarì la voce.
- Battista Giorgia –
La ragazza in questione spalancò la bocca sorpresa, non si aspettava di essere la prima. Sì, beh, era in ordine alfabetico ovviamente, però non se l’aspettava lo stesso! Ylenia le diede una spintarella dietro la schiena per farla avanzare.
 

McDovin sollevò il cappello dallo sgabello e appena Giorgia si mise seduta glielo calò sulla testa. I ragazzi guardarono affascinati la scena, dimentichi completamente della discussione avvenuta poco fa. Lì a Hogwarts era un’emozione dopo l’altra, le persone dall’esterno potevano dire perfino che soffrissero di sbalzi d’umore a vederli in quel momento così rilassati, quando fino ad un attimo prima sembrava stesse per esplodere un litigio.
Lo strappo si riaprì nuovamente sul cappello:
- SERPEVERDE! –
I ragazzi applaudirono e il preside contento, anch’egli dimentico della piccola discussione, fece cenno di andare presso Jude che aveva appellato una serie di divise.
- Betti Serena – chiamò nuovamente il preside e i ragazzi spostarono automaticamente lo sguardo da Giorgia, che aveva preso tra le braccia una divisa e un paio di scarpe nere anonime, a Serena. La ragazza quasi saltellò sorridendo verso il cappello e fu smistata anche lei a Serpeverde.
- Buratti Ilaria –
La rossa guardò le sue amiche smistate a Serpeverde. Era sempre stata indecisa tra Serpeverde e Grifondoro da quando ricordava…e ora guardando le sue amiche lì a Serpeverde una piccola vocina le sussurrò cosa doveva fare. Dopotutto è una mia scelta.
Gli altri ignari dei pensieri della ragazza, la video con passo deciso sedersi sullo sgabello e McDovin le calò il cappello sulla testa che finì anche per coprirle gli occhi. I suoi amici la guardavano curiosi.
- SERPEVERDE! – urlò finalmente. Tra gli applausi se ne andò verso il professore sorridente.
- Prendi la tua taglia tra le divise e il numero di scarpe lì – disse indicandole una pila di vestiti e poi una fila di scarpe.
Poi fu il turno di Stefano che prima di sottoporsi al giudizio del cappello prese ad abbracciare tutti ansiosamente, i ragazzi per incoraggiarlo presero a battergli le mani a ritmo e ripetere il suo nome fino a che fu smistato trionfante a Serpeverde. Giorgia felice lo abbracciò stretto dopo che il suo migliore amico ebbe preso i rispettivi indumenti.
McDovin tirò un sorrisetto in direzione del professor Gray.
- Sembra che la sua casa stia acquistando molti ragazzi – gli disse, Jude rispose ridendo mentre annuiva. I suddetti non fecero in tempo a chiedere nulla che il preside chiamò il prossimo nome.
- De Gasperis Naomi –
- Nami – corressero alcuni in mezzo al gruppo. La ragazza si spostò un ciuffo di capelli nero che le era finito davanti gli occhi e ignorò il commento dei suoi amici, per poi ghignare.
- Eccomi – disse spintonandosi per farsi vedere e si diresse veloce verso la seggiola. Così invece di aspettare che il preside le calasse il cappello in testa lo prese direttamente lei e se lo ficcò prepotentemente in testa. Jude si lasciò scappare una risata che camuffò con un colpo di tosse in seguito ad un’occhiataccia di McDovin.
I ragazzi immaginavano che Naomi stesse prendendo a parolacce mentalmente il cappello, in realtà la videro addolcire il sorriso prima che il cappello la smistò a Corvonero.
- Lo sapevo! – esclamò gioiosa dirigendosi prima verso i suoi amici abbracciandoli e dopo verso le divise cercando per cercare la sua taglia.
Poi fu il turno di Elisa, Anna e Noemi. Le prime due furono smistate a Grifondoro e l’ultima a Serpeverde.
- Ma quanti tassi anche abbiamo – commentò Noemi sghignazzando. In risposta Andrea alzò il naso in modo altezzoso.
- Fusco Michela –
La ragazza si mise seduta sorridendo e appena il cappello le fu calato sulla testa il resto svanì. C’erano solo loro due.
Tutto tranne Tassorosso, ripeté nella testa. Il cappello le rispose subito.

Non c’è bisogno che tu lo ripeta, ho capito Michela. Convengo che nonostante tu ama stare con i tuoi amici e divertirti non abbia le caratteristiche per stare nella casata di Tassorosso. In realtà sei piuttosto ambiziosa e la tua intelligenza può essere scambiata perfettamente per astuzia. La mia scelta è…

- SERPEVERDE! – urlò a tutta la sala ignara del loro dialogo. Michela felice si sfilò il cappello e corse subito verso le divise sorridendo. Non vedeva l’ora di indossarla, era stanca di mettere gli abiti usati che il preside passava a tutti loro.
Poi fu il turno di Alba che era titubante a voler indossare il cappello giustificandosi che aveva paura che l’avesse indossato qualcuno con i pidocchi o la forfora, così McDovin fu costretto a eseguire un perfetto gratta e netta. Alla fine fu smistata a Grifondoro.
In seguito Roberto rassegnato di fronte all’ennesima stranezza accettò di buon grado di essere smistato a Serpeverde anche lui, l’importante era stare con la sua ragazza. Poi Mariangela seguì Alba a Grifondoro.
Alice fu la seconda Corvonero del gruppo e raggiante si unì a Naomi.
- Avevo paura che mi smistasse da qualche altra parte! E invece proprio la mia casa! – esultò scegliendo quasi a caso le scarpe e la divisa intenta a raccontare tutto il dialogo avuto con il cappello alla sua compagna di casa.
- Scirè Ylenia –
La bionda andò a sedersi spedita e ansiosamente prese a mangiucchiarsi una pellicina del pollice, smise non appena il cappello aderì alla sua testa. Fu smistata quasi subito a Serpeverde anche lei. Il quasi si riferiva al fatto che il cappello era un momento indeciso tra l’impulsività e l’orgoglio tipico Grifondoro e le qualità di Serpeverde. Alla fine ebbero vantaggio le seconde e la scelta della ragazza. La bionda andò verso le divise e prese una gonna, un maglioncino e il mantello della rispettiva taglia, poi Jude si avvicinò per trasfigurare il simbolo di Corvonero che era sul mantello (le divise erano usate) in quello di Serpeverde e le passò anche una cravatta verde-argento. Poi Ylenia prese delle ballerine del suo numero e fece l’occhiolino a Jude per ringraziarlo prima di raggiungere il suo gruppo di serpi.
I prossimi furono Fabio e Fabiola che furono smistati insieme a Corvonero. Tutti se l’aspettavano dato l’intelligenza e l’acutezza dei due ragazzi. Poi Martina fu assegnata a Serpeverde non appena il cappello le sfiorò la testa; Ariana e Cristina (soprannominata da tutti Colin) furono smistate invece a Grifondoro. Sara si unì felice al gruppo dei Serpeverde canticchiando una canzone allegra dopo essere smistata.
- Vitali Andrea – chiamò il preside giunto quasi alla fine della lunga pergamena. Il ragazzo eccitato batté le mani velocemente, poi si mise seduto sotto lo sguardo fisso di tutti. I ragazzi sapevano con certezza che lui sarebbe stato il primo Tassorosso, la sua fedeltà a quella casa era pari a quella di Martina per Serpeverde. Quando il cappello urlò la propria scelta, che fu effettivamente Tassorosso, i ragazzi lo applaudirono e prima di andare a prendere la sua divisa comunicò al gruppo di Serpeverde che stava per finire con loro per poco.
- Sei un Tassoverde infatti, accettalo – disse risoluta Michela.
Poi toccò a Claudio e Laura che raggiunsero subito Andrea nella casa di Tassorosso. Improvvisarono il “Ballo del Tassorosso” e presero a saltellare allegramente finché Jude gli intimò silenzio. Infatti mancava ancora Cecilia che fu felicemente smistata a Grifondoro.
Il preside si lasciò scappare un sospirò di sollievo alla fine dello smistamento e poi incendiò la pergamena con i nomi.
- Congratulazioni a tutti ragazzi – disse mentre metteva nuovamente nella teca di vetro il cappello, poi la richiuse con uno strano movimento della bacchetta che Naomi si appuntò mentalmente.
- Direi proprio che si è fatta ora di cena e ho una bella notizia. Come ben sapete domani inizierà l’anno scolastico e quindi gli elfi domestici hanno fatto ritorno questo pomeriggio, così non dovete preparare né la cena, né ripulire le stanze – comunicò.
- Finalmente! Sappiamo solo io e Stefano cosa abbiamo dovuto passare per pulire quel bagno! – esclamò Giorgia. Il ragazzo in questione annuì energicamente.
- Poi perché dobbiamo sempre pulire noi i bagni è un mistero – proferì.
- Non è colpa mia se non sapete eseguire un gratta e netta efficace – rispose conciso il preside, tuttavia poi sorrise. – Comunque vi avviso che da stasera ognuno dormirà nella propria casa e da mezzanotte ogni effrazione vi costerà punti. –
Questa notizia non fu presa per niente bene dai ragazzi che desideravano poter dormire ancora insieme, ma McDovin rifiutò categoricamente. Non servì a nulla nemmeno lo sguardo supplicante di Ylenia o le minacce di Naomi. Niente di niente, da quella notte si dormiva separati.
- Inoltre domani mattina vi saranno dati i risultati degli esami e a quale anno ognuno di voi sarà ammesso – concluse. Poi informò ogni casa della loro parola d’ordine e tutti insieme scesero a cena per festeggiare la loro ultima notte da padroni a Hogwarts. Il giorno dopo sarebbero arrivati tutti gli studenti e quindi molte cose sarebbero cambiate. Alla fine, dopo essersi riempiti lo stomaco di tutte le leccornie preparate dagli elfi, i ragazzi si divisero per case e andarono nei rispettivi dormitori.
Nella Sala Comune dei Tassorosso intanto Andrea, Claudio e Laura avevano preso a parlottare riguardo la canzone del Cappello Parlante e della profezia.
- Per me Jude lo sa, ma non vuole dircelo. Ne sono convinto! – si impuntò.
- Forse – concesse Claudio.
- E se anche fosse? Dimentichi che prima di essere nostro amico è un professore! Se McDovin gli ha detto qualcosa e gli ha intimato di non dircelo non può comportarsi altrimenti – spiegò saggiamente la ragazza. Andrea stava per ribattere quando un rumore giunse alle loro orecchie. Si alzarono dai divani all’unisono e tirarono fuori le bacchette quasi per riflesso involontario.
- Cos’è stato? –
Il rumore si ripeté e stavolta capirono che proveniva dal dormitorio femminile. Alzarono gli occhi verso le scale che portavano lì e senza dirsi una parola andarono spediti verso il luogo da dove proveniva il rumore. Stavano salendo le scale quando Laura si bloccò di colpo e si girò.
- Ma voi non dovreste scivolare? – disse più a se stessa che ai suoi due amici.
Andrea in risposta alzò un sopracciglio.
- Vuoi un disegnino come spiegazione? – aggiunse. Laura dapprima lo guardò sconcertata, poi capì e si batté la testa con la mano.
- Scusami, dimenticavo – disse.
Ripresero a salire e appena aprirono la porta, la loro attenzione fu subito attratta da fuori la finestra. Un gufo batteva con il becco su di essa.
- E’ Nessuno! – esclamarono i tre amici. Aprirono la finestra per lasciarlo entrare. Il volatile subito planò su di loro fino a posarsi sulla spalla di Claudio. Quest’ultimo gli diede un buffetto sulla testa prima di slegargli la lettera legata alla zampa.
- E’ di Naomi! –

Cari e numerosi tassi, sono Naomi. Ho un piano, è importante, però dobbiamo agire subito! Voglio scoprire qualcosa su questa profezia dunque stasera entreremo nell’ufficio di McDovin, fidatevi di me, so quello che faccio! Cara Laura mi rivolgo specialmente a te, stai tranquilla se verremo scoperti non perderemo nessun punto. Ogni effrazione sarà punita da mezzanotte ricordi? Perciò dobbiamo sbrigarci. Vi aspetto davanti all’ufficio del preside due minuti fa!   Naomi


- Fa anche la spiritosa! –
- Dai dobbiamo sbrigarci! – disse Andrea alzandosi di scatto, per poi aprire la finestra per fare uscire Nessuno.
- Non so se è una buona idea…- disse incerto Claudio.
Laura alzò gli occhi al cielo e spedita scese le scale per dirigersi verso l’uscita seguita dai due ragazzi.
- Claudio smettila di sentirti “prefetto perfetto” e diamoci una mossa. Voglio scoprire di questa profezia – concluse uscendo dalla Sala Comune.
I ragazzi si avventurarono per il castello fino ad arrivare davanti all’Ufficio del preside dove trovarono Naomi e Alice.
- Ci avete messo troppo! Tra poco è mezzanotte e se veniamo scoperti sono guai per tutti! – rimbeccò Alice.
- Dove sono gli altri? – chiese Claudio. Naomi lo guardò un attimo interrogativa.
- Non ci sono altri. In realtà volevo mandare il messaggio alle Serpi, sono astute molto più di voi, sarebbe stato facile uscire da qualche casino – iniziò – non guardarmi così stella, è la verità – disse poi rivolta ad Andrea. – Però non sapevo come mandare Nessuno, il loro dormitorio non si affaccia di fuori, loro sono sotto il Lago Nero. –
- Solo Alice ha appoggiato il mio piano, gli altri Corvi non erano d’accordo. Così visto il poco tempo a disposizione non mi restava che scegliere tra Tassi e Grifi, non potevo far fare a Nessuno due viaggi…così eccoci qua. Avanti, parliamo dopo. Ora…il piano – fece con un luccichio improvviso negli occhi.
- Io e Naomi entreremo nell’ufficio del preside mentre voi lo distrarrete – disse risoluta Alice.
- Noi?! – esclamarono i tre – E come scusa? –
- Che ne so fate qualcosa “alla Trio” no? –
- Stai scherzando spero – disse Claudio.
Naomi alzò gli occhi al soffitto, non c’era più tempo, dovevano agire ora. Puntò la bacchetta lontano verso le armature.
- Stupeficium! – urlò. Le armature fecero un gran chiasso cadendo a terra, mentre Claudio, Andrea e Laura sbarravano gli occhi. Naomi afferrò Laura velocemente.
- Tenetelo il più lontano possibile, ci vediamo domani mattina e adesso SCAPPATE! – fece, per poi lanciare un altro stupeficium verso le armature. La mora poi prese un polso di Alice e la trascinò velocemente dietro una colonna che grazie al buio e al muro le celava alla vista di chiunque. Videro Laura seguire il consiglio della sua amica afferrando le mani di Claudio e Andrea e cominciare a correre fino a svoltare il corridoio, quasi subito udirono altri fracassi.
McDovin uscì trafelato dal suo ufficio quasi subito con la camicia da notte. Alice sarebbe scoppiata a ridere se l’adrenalina non l’avesse tenuta a bada.
- PIX, MALEDETTO! – urlò il preside incamminandosi velocemente verso i rumori, arrivò anche  l’omonimo di Gazza.
- Owen, vienimi dietro! Stavolta Pix me la paga! – disse McDovin tirando fuori la bacchetta e scomparirono anche loro alla curva del corridoio.
- Speriamo non si fanno beccare – sussurrò Alice. Le due ragazze uscirono da dietro il loro nascondiglio e davanti alla statua di gargoyle, Naomi pronunciò la parola d’ordine (“Nimbus 2000”, era la stessa della loro prima notte lì) e comparirono le scale. La mora sospirò di sollievo.
- Temevo che avesse cambiato la parola d’ordine e invece… - mormorò.
Arrivarono nell’ufficio piano e trovarono i ritratti addormentati. Naomi si avvicinò all’orecchio di Alice.
- Mi raccomando questa è la parte più difficile. Se svegliamo i ritratti siamo morte –
L’altra ragazza annuì e chiamò a sé tutta la sua prontezza per non inciampare da nessuna parte. Naomi le fece segno di rimanere davanti le scale per vedere se il preside arrivava, poi la vide avvicinarsi alla teca di vetro e fare uno strano movimento della bacchetta, molto simile a quello fatto dal preside per riporre il cappello dopo lo smistamento. La teca si aprì silenziosamente e la ragazza prese ad esaminare alcune boccette, ricordi.
- Nami sbrigati! – bisbigliò Alice ansiosa, prese a molleggiare sul posto piano, improvvisamente doveva fare pipì!
Naomi continuò a guardare tra le boccette finché sbruffò, richiuse la teca e si avvicinò alla scrivania. Guardò i fogli sparsi e un post-it attirò la sua attenzione.

Avvisare ministro
Assumere squadra Auror

Cercò qualche altro foglio, ma Alice chiamò ancora la sua attenzione.
- Ti prego Nami! –
La ragazza cercò di aprire un cassetto, ma era chiuso. Puntò la bacchetta contro di esso.
- Alohomora – pronunciò. Cercò nuovamente di aprirlo, ma niente, forse anche quello era incantato. Provò con il movimento della bacchetta che aveva fatto in precedenza, ma ugualmente non successe nulla.
- Voi non dovreste essere qui – disse una voce alle sue spalle. A Naomi si gelò il sangue mentre si girava lentamente fino a incontrare gli occhi azzurri di Silente.
- N-noi stavamo controllando u-una cosa – cercò di giustificarsi. Tuttavia l’ex preside non sembrava arrabbiato, anzi gli sorrise.
- Voi con i Potter e gli Weasley andrete proprio d’accordo immagino. Anche loro non fanno che infrangere le regole – spiegò. Naomi decise che avrebbe pensato dopo al significato di quelle parole. Di quali Potter e Weasley parlava?
- Signore noi…è per una giusta causa. E’per quella cosa della profezia. – spiegò.
Alice si era avvicinata a Naomi spaventata di essere state scoperte.
- Ah, la profezia. Beh, non ne so niente al riguardo, mi dispiace. Inoltre non posso tradire un mio collega, ragazze –
- Ma è importante! Noi…proveniamo dal mondo babbano, non sappiamo cosa sta succedendo. Dobbiamo sapere. – insistette Naomi.
- Su questo non posso che darti ragione. Dovete confidare nel preside che sa quello che fa – proseguì Silente.
Alice sospirò passandosi una mano sulla fronte sudata.
- Nami non c’è più tempo – la implorò.
- Un’ultima cosa – disse in direzione dell’amica, poi si girò verso la tela – Sa perché il preside ha assunto una squadra di Auror? –
Silente prese a grattarsi il mento pensieroso, forse indeciso se rispondere un meno. Lo sguardo supplicante delle due ragazze lo convinsero a rispondere sinceramente.
- Non molto. So solo che serviranno per proteggere –
- Proteggere? Chi? – incalzò.
- Dei ragazzi – concluse il preside, poi si congedò e scomparve dalla tela.
Alice smise di supplicare Naomi di andarsene e si scambiarono uno sguardo carico di preoccupazione, il silenzio era rotto soltanto dai loro respiri pesanti.
- Ho paura che… - iniziò Alice, ma Naomi le fece cenno di tacere. Si guardò intorno sospettosa se qualche altra tela era sveglia, ma tutte erano profondamente addormentate. Uscirono velocemente dall’ufficio e quasi corsero verso la Torre di Corvonero. Solo una volta al sicuro nella Sala Comune esalarono un respiro di sollievo. Ancora però non avevano fiatato a proposito di quello che il preside gli aveva rivelato.
Si misero sedute sui divanetti davanti al camino spento e finalmente Alice spezzò il silenzio.
- Siamo noi – disse solo.
Naomi non rispose, la sua mente lavorava velocemente cercando di mettere a posto dei tasselli nella sua mente. “Il sangue sparso provocherà il danno” “succederà a causa di alcuni ragazzi”, aveva detto il cappello. Anche Alice seguiva su per giù gli stessi pensieri.
Rimasero in silenzio per tutto il tempo, fino a cadere in sonni tutt’altro che tranquilli.

*


Nel dormitorio dei Serpeverde il risveglio fu abbastanza disordinato. Intanto Michela e Stefano avevano occupato il bagno quasi mezz’ora per uno, dunque tutti gli altri dovettero prepararsi in tempo record. Ormai c’erano abituati. Così mentre correvano nei sotterranei per salire verso la Sala Grande in tempo, Giorgia sbraitava a Stefano.
- Se siamo in ritardo anche per sapere i risultati degli esami…Ste questa è la volta buona che ti uccido – lo minacciò mentre finiva di allacciarsi i bottoni della divisa e stando al passo dietro gli altri. Il ragazzo dietro di lei indicò Michela con fare accusatorio.
- E’ colpa sua se siamo in ritardo, io c’ho messo poco stavolta! –
- Colpa mia?! – fece scandalizzata l’altra.
Stefano e Michela presero a accusarsi a vicenda finché Giorgia perse la pazienza e li minacciò con un Incantesimo Silenziante.
Quando arrivarono nella Sala Grande trovarono già tutti i loro amici seduti alla grande tavolata dei Grifondoro, li raggiunsero subito.
- Voi non dovreste sedervi qua – disse Cecilia saggiamente.
- Ma se ci sono anche i Corvi e i Tassi! –
- Sì, ma voi siete Serpi
Arianna fece tacere tutti battendo le mani sul tavolo.
- Non è importante! McDovin è arrivato prima e ci ha dato il permesso per fare colazione e pranzo insieme…Ma voi dove diavolo eravate finiti?! – li rimproverò.
- Lasciamo perdere. Ha già portato i risultati dell’esame? – chiese ansiosa Ilaria, per poi mangiare un boccone di pancake.
  Arianna scosse leggermente la testa. Stava per dire qualcosa, ma Alice la interruppe scusandosi con lo sguardo.
- Io e Naomi dobbiamo dirvi una cosa. –
Naomi raccontò tutto, di come aveva pensato di entrare nell’ufficio del preside e di come aveva coinvolto Andrea, Claudio e Laura. Poi gli raccontò di quello che aveva scoperto.
- Di che ti preoccupi? – domandò calma Ylenia.
Alice scosse la testa impaziente.
- Tu non c’eri, grama. Quando Silente ha detto che era per proteggere dei ragazzi mi è venuta la pelle d’oca. Ho avuto una strana sensazione – spiegò. Naomi vicino a lei annuì.
- Anche io. Era come…se non fossimo più al sicuro, nessuno di noi. Mi sono trovata a pregare mentalmente che voi tre – disse in direzione dei Tassorosso – arrivaste sani e salvi alla vostra Sala Comune. E con “sani e salvi” intendo proprio sani e salvi.
- Sì, ma non è detto che quei ragazzi siamo noi. – propose Ilaria – Magari è qualcun altro e noi siamo solo troppo egocentrici –
Nessuno rispose, ma ugualmente non sembravano molto convinti dalla proposta della ragazza.
- In ogni caso stasera arriveranno tutti gli altri studenti. Ci faremo un’idea –
- Ah, sì! – esclamò Naomi – Mi ero scordata di dirvi che probabilmente conosceremo la cosiddetta “next-generation”, Silente ieri sera ha accennato a dei Potter e Weasley e sapete…non penso siano Harry, Ron e gli altri – disse ironicamente.
L’ultima notizia portò un po’ di sollievo alla tavolata che riprese a scherzare senza pensieri. Stavano per ingaggiare una lotta con il bacon, ma la porta della Sala si aprì improvvisamente e entrò Jude che faceva levitare davanti a sé delle lettere impilate.
Tutti si zittirono immediatamente, finché il professore li raggiunse e distribuì le lettere ad ognuno di loro.
- E’ quello che pensiamo? – sussurrò Andrea accarezzando il materiale leggermente ruvido della pergamena.
- Se intendete i risultati dell’esame…sì. – disse con un’espressione indecifrabile.
I ragazzi si guardarono un attimo tra di loro, poi quasi contemporaneamente presero un respiro profondo e aprirono avidamente la loro lettera. La prima a esultare fu Naomi, seguita poi da Fabiola, Fabio, Laura e poi beh…tutti gli altri.
- Sono stata ammessa al sesto anno! – strillò la mora alzandosi e abbracciando Fabiola che le sedeva vicino.
Dopo vari strilli scoprirono tutti di essere stati ammessi al sesto anno, Jude gli confessò che molti in realtà erano stati assegnati al quinto, ma lui sapendo quanto contasse per loro stare insieme, riuscì a convincere gli altri esaminatori e il preside a collocarli tutti al sesto anno.
- A patto che seguirete delle lezioni extra. Le lezioni che dovrete seguire sono sulle materie segnate di rosso sulle vostre lettere, sono diverse per ognuno – spiegò.
I ragazzi non smisero mai di ringraziarlo tanto erano felici. Poi presero ad esaminare le materie che dovevano seguire, alcuni si accorsero non dovevano seguire nessuna lezione extra poiché avevano svolto perfettamente tutti gli esami. Roberto si ritrovò invece quasi tutto il foglio in rosso, ma sospirò sollevato di poter essere nella stessa classe della sua fidanzata. Naomi doveva seguire un corso su Storia della Magia, mentre Alice e Ylenia su Difesa Contro le Arti Oscure, Claudio Erbologia e così via..
Si stavano confrontando le lettere quando Jude richiamò su di sé l’attenzione.
- Vi consiglio di andarvi a prepararvi al peggio – suggerì il professor Gray.
- Perché, di grazia? – domandò Anna.
- Se fosse per me guardate…Ma purtroppo è obbligatoria una lezione soltanto. – aggiunse.
- Ovvero? –
- Volo. – confessò.

- Si salvi chi può – ironizzò Ylenia.
  
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