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Autore: Pilatigirls    18/04/2012    3 recensioni
La Royal Academy è la squadra più forte del paese.
Tutti li temono e li ammirano al tempo stesso.
La Raimon Junior High è la rivelazione dell'anno.
Tutti li sottovalutano e sbagliano.
Due squadre che hanno lo stesso obiettivo: vincere il torneo nazionale, il Football Frontiere.
Ma il Football Frontiere non è una semplice competizione: in gioco ci sono sogni, speranze, trappole, affetti. E non solo...
Genere: Azione, Sovrannaturale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David/Jiro, Jude/Yuuto, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Rieccomi con un nuovo capitolo *sviene perchè l'emozione di aver postato abbastanza presto è troppa*
Ringrazio tanto Kidou_Devil per aver recensito lo scorso capitolo (tra l'altro, orrendo)! Spero ti piaccia anche questo!
Buona lettura a tutti!
Bea^^



Capitolo 17 - La trappola



“Un caloroso benvenuto a tutti!” salutò il cronista “Eccoci ad una partita che si prospetta più che emozionante! Signore e signori, oggi, nella seconda semifinale, vedremo affrontarsi due delle squadre più sorprendenti del torneo! Ricordiamo che la prima semifinale, tra Kirkwood e Royal Academy, si è conclusa con la vittoria della seconda per 5 a 0! Chi sarà a raggiungere la finale e a sfidare i campioni in carica? L’infaticabile Raimon, capitanata da Mark Evans o la nuova arrivata, la Zeus Junior High, che per il momento ha vinto le due precedenti partite a tavolino?”

-Finalmente una presentazione decente...- commentò Geco, salendo le scale per raggiungere un punto più alto delle gradinate.

-Tu dici?- ribattè Impressionista, voltandosi poi indietro per controllare che il compagno non avesse tralasciato posti liberi -A me sembra sempre un indemoniato-

-La prima era una domanda, Impressionista?-

-S...-

Il ragazzino perse improvvisamente l’equilibrio, probabilmente inciampando in un gradino, ma Geco fu veloce ad afferrarlo per i polsi prima che cadesse.

-Stai bene?!-

-Sì. Devo imparare a guardare dove metto i piedi-

Geco non rispose, limitandosi a guardarlo con una punta di preoccupazione.

-Due posti- lo avvisò incolore l’altro, indicando due sedili vuoti vicino alla ringhiera che divideva le gradinate dalle parti più alti dello stadio, dove non c’erano posti a sedere ma si poteva solo restare in piedi.

-Andiamo-

***

La Raimon non arrivava e la Zeus non si decideva ad entrare in campo. In tutto il Frontiere Stadium si sentivano mormorii delusi e proteste, che il cronista cercava di smorzare.

“Signore e signori, l’attesa è più lunga del previsto, ma non temete! La partita inizierà a breve!”

-Ma dove sarà finito Mark?- si chiese Jude, tamburellando con le dita su un ginocchio –Conoscendolo, sarebbe venuto strisciando...-

-Jude, considera che la Zeus è una squadra di Dark- gli ricordò David –E che fino ad ora non ha mai disputato un partita nè si è fatta anche solo vedere in campo. Il nostro caro zietto Ray non potrebbe avere provocato un piccolo contrattempo per mettere fuori gioco la Raimon?-

-E’ più che probabile. Ma preferisco non pensarci. Hillman, il loro mister, conosce bene Dark e di sicuro non si farà trovare impreparato-

-Ma ci pensate?- domandò ad un tratto Joe –Per quanto ne sappiamo noi, la Zeus potrebbe anche non esistere... Ha vinto due partite senza nemmeno farsi vedere e sta facendo lo stesso con questa, al 99%. Non potrebbe adottare lo stesso metodo anche in finale? In quel caso, Dark avrebbe vinto il Football Frontiere senza che la sua squadra sia mai scesa in campo-

-Bah- commentò Jude –Quando c’è di mezzo Dark, non si può escludere nulla...- stette in silenzio per un po’ –E se provassi a telefonare a Mark?-

-Sei proprio preoccupato, eh, Jude?- fece il portiere, allungando il collo poichè gli era sembrato di vedere del movimento nel campo. Purtroppo però erano solo l’arbitro e uno dei guardalinee.

-Beh, è normale, Joe. Probabilmente assieme a Mark c’è anche Celya e Jude, da bravo nii – san , se ne preoccupa-

-David, sai che non ci avevo ancora pensato? Hai ragione, c’è anche Celya con Mark! Ok, li chiamo e chi si è visto si è visto-

-Ops!- David si portò una mano davanti alla bocca –Pensavo ci avesse già pensato... Mi dispiace...-

Jude intanto aveva composto il numero e stava aspettando non senza impazienza che qualcuno rispondesse.

-Ah, pronto, Mark? ... Sì, sono Jude. Senti, ma in questo momento noi siamo allo stadio, ma perchè non...? ... Cosa?! ... Maledizione! Ce lo aspettavamo, a dire il vero ... Celya? Lei sta bene?-

David e Joe videro il loro capitano stringere con forza il cellulare.

-Ah, meno male ... Mi dispiace, Mark, non so che dire. Durante il torneo abbiamo fatto del nostro meglio per evitare che Dark provocasse guai, ma da quando c’è stata la cerimonia d’apertura è sparito dalla circolazione ... Grazie ... Tu come ti senti? ... Per fortuna. Hai detto che della squadra sei l’unico che non si è fatto niente? ... Ma no, che dici? Non è colpa tua! ... D’accordo, aspettiamo di sentire che dice il cronista e arriviamo-

Jude riattaccò e ripose il telefono, poi si rivolse agli amici.

-Mark ha detto che mentre venivano qui, un camion è andato addosso al loro pullman, sbattendolo contro un muro. Per fortuna nessuno è grave –quello messo peggio è Nathan, che si è slogato una spalla. Mark è l’unico che non si è fatto niente, a parte mia sorella, l’altra aiuto allenatore e la loro manager, che li stavano aspettando qui davanti-

-Non dirmelo- sbuffò Joe –Il camionista è sparito dalla faccia della Terra-

-Come sei perspicace...- sospirò Jude –Adesso sentiamo che cosa hanno deciso i giudici e poi faremo un salto all’ospedale. A voi andrebbe bene?-

-Certo-

“Ehm... Cari spettatori, purtroppo devo darvi una brutta notizia: la Raimon Junior High ha avuto un incidente mentre raggiungeva lo stadio, perciò naturalmente non potrà disputare la partita. La vittoria viene dunque attribuita alla Zeus Junior High, che in questo modo diventa la finalista assieme alla Royal Academy...”

Per la seconda volta nello stadio si levò un mormorio perplesso.

-Maledizione!- imprecò Joe –Ma che senso ha vincere in questo modo?-

-Andiamo- Jude si alzò, con la faccia scura –Chissà come la prenderanno quelli della Raimon... La Federazione poteva almeno decidere di rinviare la partita di una settimana... Ah, dimenticavo: ai vertici della Federazione c’è anche Dark...-

-Ehilaaaaaà!! Tizi della Royal!- li chiamò una voce ormai nota.

Infatti...

-Geco, dacci un taglio. Non puoi sempre urlare-

Geco e Impressionista stavano scendendo le scale verso di loro, battibeccando come al solito.

-Allora allora allora?- domandò velocissimo Geco –Bella partita, eh?-

-Il tuo sarcasmo è penoso- commentò l’altro.

-E tu sei lunatico quanto una ragazza... Aahahahhahaahha! Bella questa!!-

-Non l’ha capita nessuno-

Geco si guardò intorno: Jude lo osservava come se fosse stato un coniglio con lo smocking, mentre Joe e David avevano un’espressione un po’ (molto) perplessa. Tossicchiò, imbarazzato.

-Dicevamo... Povera Raimon! E dire che si sono impegnati così tanto per arrivare fino a qui... Chissà, avrebbero anche potuto arrivare alla finale... Ahimè, non lo sapremo mai...!-

-Molto melodrammatico-

-Grazie, Impressionista-

Un telefono squillò.

-Pronto?- rispose Impressionista, dopo essersi portato il cellulare all’orecchio –Sì, abbiamo sentito della Raimon ... Peccato, sarebbe stata una partita carina ... Qui va tutto bene ... D’accordo, arriviamo- riattaccò

-Dobbiamo andare-

-Ok- fece Geco, annoiato –Be’, ci si vede alla finale, tizi della Royal! Ah, no, è vero che voi giocate... Vabbe’, ciao!!-

I due ragazzini si allontanarono in fretta, sgusciando abilmente tra le varie persone che si stavano incamminando verso le uscite.

-Coraggio, andiamo in ospedale-.

***

-Mark?-

Il capitano della Raimon aveva un’espressione indefinibile: era molto più che abbattuto. Passava da un letto all’altro, sincerandosi della condizioni dei suoi compagni, senza accorgersi di chiedere anche tre o quattro volte la stessa cosa alla stessa persona.

-Mark?- Jude riprovò, quasi esitante: Mark era una persona forte e determinata, solare, ma non sopportava di vedere i suoi amici in difficoltà o, peggio, feriti. Probabilmente si sarebbe sentito meglio se fosse successo a lui e non agli altri.

-Ah, ciao, Jude. Grazie per essere venuti- Mark fece un sorriso spento e si avvicinò –Senti, Jude, mi dispiace per quello che è successo...-

-Cosa? Ma che stai...?-

Il capitano della Raimon gli fece segno di fermarsi con le mani. –Se tua sorella fosse stata in pullman con noi...-

Questa volta fu Jude ad interromperlo con forza. –Ma che stai dicendo?! Ti stai scusando per quello che sarebbe potuto succedere?! Ma ti sembra il momento di porsi questo genere di scrupoli? Il problema è che cosa è successo davvero!-

Mark sembrò quasi spaventato dalla convinzione e dalla severità dell’altro, che, implacabile, rincarò la dose.

-Sei il capitano della Raimon sì o no?! La tua squadra ha bisogno di te, non puoi essere tu quello che necessita di aiuto, in questo momento! Non capisci che nessuno starà meglio anche se ti addosserai tutte le colpe del mondo?!-

-Ma...- Mark tentò di difendersi, ma fu prontamente rimesso al suo posto da Joe.

-Insomma, avevate preso delle precauzioni? Sì, avete fatto del vostro meglio! Volevi che i tuoi compagni fossero al sicuro? Be’, non lo sono mai stati da quando è iniziato il torneo e questo lo sapevano tutti! Potevi prevedere che Dark fosse tanto fuori? No! Potevi prevedere che un camion vi sarebbe venuto addosso? No! E ora smettila di piangerti addosso e ringrazia chi vuoi perchè poteva andare molto peggio!-

-Caspita, Joe...- commentò a mezzavoce David, guardando la faccia di Mark, leggermente stupita, ma ancora perplessa. Ci voleva una misura estrema.

E lui era un esperto in certe cose.

Con noncuranza, salì in piedi sul letto più vicino a lui –quello di Kevin- e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio bianco un po’ spiegazzato e un mozzicone di matita.

-Bene!- iniziò –Dato che il vostro capitano è un incommensurabile cretino, faremo un sondaggio!-

Silenzio. Anche le infermiere che stavano passando in corridoio si fermarono a guardare, avvicinandosi alla porta aperta.

-Eccolo qui...- Jude si battè una mano sulla fronte, sconsolato. In realtà, dentro di sè rideva come un matto.

-Bene, giocatori della Raimon, quanti di voi pensano che la colpa di quanto è accaduto oggi sia di un pazzo criminale con degli occhiali da sole orrendi che si spaccia per preside di due scuole contemporaneamente? Non siate timidi, votare è un diritto e un dovere!-

Tutte le mani dei giocatori della Raimon si alzarono, poco a poco. Si sentivano un po’ dei cretini...

-Benissimo!- sorrise David –E ora: quanti di voi pensano che la colpa sia di capitan Evans?-

Immobilità totale.

Si sentì un applauso da fuori dalla porta.

-Bravo!! Ottima idea!!-

Sulla soglia c’era Geco, con il suo solito sorriso sornione.

Silenzio sconcertato: Jude, Joe e David non riuscivano a credere di trovarselo dappertutto, mentre quelli della Raimon non avevano idea di chi fosse quel tizio apparso dal nulla.

-Vedi, Evans, io non ti conosco, ma c’è una cosa universalmente riconosciuta: ciò che più conta non è come il capitano vede se stesso, ma come la sua squadra vede lui! Bene, grazie per l’ascolto e arrivederci, forse!-

-Aspetta!- lo fermò Jude –Che ci fai qui in ospedale?-

-Un abituale giro...- fece tranquillamente Geco –Scusate l’intrusione! Ah, Evans: ora che tutti ti hanno rimproverato ti conviene non riprovare a fare il depresso! Non è un ruolo che ti si addice! Be’, adesso ciao sul serio!-

In un istante era sparito in corridoio.

-Ma quello chi diamine è?- domandò Kevin.

-Non te ne sei accorto?- ribattè Joe –E’ uno fuori come un balcone-.

 

  
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