Ringrazio tanto Kidou_Devil per aver recensito lo scorso capitolo (tra l'altro, orrendo)! Spero ti piaccia anche questo!
Buona lettura a tutti!
Bea^^
Capitolo 17 - La trappola
“Un
caloroso benvenuto a tutti!” salutò il cronista
“Eccoci ad una partita che si prospetta più che
emozionante! Signore e
signori, oggi, nella seconda semifinale, vedremo affrontarsi due delle
squadre
più sorprendenti del torneo! Ricordiamo che la prima
semifinale, tra Kirkwood e
Royal Academy, si è conclusa con la vittoria della seconda
per 5 a 0! Chi sarà
a raggiungere la finale e a sfidare i campioni in carica?
L’infaticabile
Raimon, capitanata da Mark Evans o la nuova arrivata, la Zeus Junior
High, che
per il momento ha vinto le due precedenti partite a tavolino?”
-Finalmente
una presentazione decente...- commentò Geco, salendo
le scale per raggiungere un punto più alto delle gradinate.
-Tu
dici?- ribattè Impressionista, voltandosi poi indietro per
controllare che il compagno non avesse tralasciato posti liberi -A me
sembra
sempre un indemoniato-
-La
prima era una domanda, Impressionista?-
-S...-
Il
ragazzino perse improvvisamente l’equilibrio, probabilmente
inciampando in un gradino, ma Geco fu veloce ad afferrarlo per i polsi
prima
che cadesse.
-Stai
bene?!-
-Sì.
Devo imparare a guardare dove metto i piedi-
Geco
non rispose, limitandosi a guardarlo con una punta di
preoccupazione.
-Due
posti- lo avvisò incolore l’altro, indicando due
sedili vuoti
vicino alla ringhiera che divideva le gradinate dalle parti
più alti dello
stadio, dove non c’erano posti a sedere ma si poteva solo
restare in piedi.
-Andiamo-
***
La
Raimon non arrivava e la Zeus non si decideva ad entrare in
campo. In tutto il Frontiere Stadium si sentivano mormorii delusi e
proteste,
che il cronista cercava di smorzare.
“Signore e
signori, l’attesa è più lunga del
previsto, ma non temete! La partita inizierà
a breve!”
-Ma
dove sarà finito Mark?- si chiese Jude, tamburellando con le
dita su un ginocchio –Conoscendolo, sarebbe venuto
strisciando...-
-Jude,
considera che la Zeus è una squadra di Dark- gli
ricordò
David –E che fino ad ora non ha mai disputato un partita
nè si è fatta anche
solo vedere in campo. Il nostro caro zietto Ray non potrebbe avere
provocato un
piccolo contrattempo per mettere fuori gioco la Raimon?-
-E’
più che probabile. Ma preferisco non pensarci. Hillman, il
loro mister, conosce bene Dark e di sicuro non si farà
trovare impreparato-
-Ma
ci pensate?- domandò ad un tratto Joe –Per quanto
ne sappiamo
noi, la Zeus potrebbe anche non esistere... Ha vinto due partite senza
nemmeno
farsi vedere e sta facendo lo stesso con questa, al 99%. Non potrebbe
adottare
lo stesso metodo anche in finale? In quel caso, Dark avrebbe vinto il
Football
Frontiere senza che la sua squadra sia mai scesa in campo-
-Bah-
commentò Jude –Quando c’è di
mezzo Dark, non si può
escludere nulla...- stette in silenzio per un po’
–E se provassi a telefonare a
Mark?-
-Sei
proprio preoccupato, eh, Jude?- fece il portiere, allungando
il collo poichè gli era sembrato di vedere del movimento nel
campo. Purtroppo
però erano solo l’arbitro e uno dei guardalinee.
-Beh,
è normale, Joe. Probabilmente assieme a Mark
c’è anche Celya
e Jude, da bravo nii – san , se ne preoccupa-
-David,
sai che non ci avevo ancora pensato? Hai ragione,
c’è
anche Celya con Mark! Ok, li chiamo e chi si è visto si
è visto-
-Ops!-
David si portò una mano davanti alla bocca
–Pensavo ci
avesse già pensato... Mi dispiace...-
Jude
intanto aveva composto il numero e stava aspettando non senza
impazienza che qualcuno rispondesse.
-Ah,
pronto, Mark? ... Sì, sono Jude. Senti, ma in questo momento
noi siamo allo stadio, ma perchè non...? ... Cosa?! ...
Maledizione! Ce lo
aspettavamo, a dire il vero ... Celya? Lei sta bene?-
David
e Joe videro il loro capitano stringere con forza il
cellulare.
-Ah,
meno male ... Mi dispiace, Mark, non so che dire. Durante il
torneo abbiamo fatto del nostro meglio per evitare che Dark provocasse
guai, ma
da quando c’è stata la cerimonia
d’apertura è sparito dalla circolazione ...
Grazie ... Tu come ti senti? ... Per fortuna. Hai detto che della
squadra sei
l’unico che non si è fatto niente? ... Ma no, che
dici? Non è colpa tua! ...
D’accordo, aspettiamo di sentire che dice il cronista e
arriviamo-
Jude
riattaccò e ripose il telefono, poi si rivolse agli amici.
-Mark
ha detto che mentre venivano qui, un camion è andato addosso
al loro pullman, sbattendolo contro un muro. Per fortuna nessuno
è grave
–quello messo peggio è Nathan, che si è
slogato una spalla. Mark è l’unico che
non si è fatto niente, a parte mia sorella,
l’altra aiuto allenatore e la loro
manager, che li stavano aspettando qui davanti-
-Non
dirmelo- sbuffò Joe –Il camionista è
sparito dalla faccia
della Terra-
-Come
sei perspicace...- sospirò Jude –Adesso sentiamo
che cosa
hanno deciso i giudici e poi faremo un salto all’ospedale. A
voi andrebbe
bene?-
-Certo-
“Ehm...
Cari spettatori, purtroppo devo darvi una brutta notizia: la Raimon
Junior High
ha avuto un incidente mentre raggiungeva lo stadio, perciò
naturalmente non
potrà disputare la partita. La vittoria viene dunque
attribuita alla Zeus
Junior High, che in questo modo diventa la finalista assieme alla Royal
Academy...”
Per
la seconda volta nello stadio si levò un mormorio perplesso.
-Maledizione!-
imprecò Joe –Ma che senso ha vincere in questo
modo?-
-Andiamo-
Jude si alzò, con la faccia scura
–Chissà come la
prenderanno quelli della Raimon... La Federazione poteva almeno
decidere di
rinviare la partita di una settimana... Ah, dimenticavo: ai vertici
della
Federazione c’è anche Dark...-
-Ehilaaaaaà!!
Tizi della Royal!- li chiamò una voce ormai nota.
Infatti...
-Geco,
dacci un taglio. Non puoi sempre urlare-
Geco
e Impressionista stavano scendendo le scale verso di loro,
battibeccando come al solito.
-Allora
allora allora?- domandò velocissimo Geco –Bella
partita,
eh?-
-Il
tuo sarcasmo è penoso- commentò l’altro.
-E
tu sei lunatico quanto una ragazza... Aahahahhahaahha! Bella
questa!!-
-Non
l’ha capita nessuno-
Geco
si guardò intorno: Jude lo osservava come se fosse stato un
coniglio con lo smocking, mentre Joe e David avevano
un’espressione un po’
(molto) perplessa. Tossicchiò, imbarazzato.
-Dicevamo...
Povera Raimon! E dire che si sono impegnati così
tanto per arrivare fino a qui... Chissà, avrebbero anche
potuto arrivare alla
finale... Ahimè, non lo sapremo mai...!-
-Molto
melodrammatico-
-Grazie,
Impressionista-
Un
telefono squillò.
-Pronto?-
rispose Impressionista, dopo essersi portato il
cellulare all’orecchio –Sì, abbiamo
sentito della Raimon ... Peccato, sarebbe
stata una partita carina ... Qui va tutto bene ... D’accordo,
arriviamo-
riattaccò
-Dobbiamo
andare-
-Ok-
fece Geco, annoiato –Be’, ci si vede alla finale,
tizi della
Royal! Ah, no, è vero che voi giocate... Vabbe’,
ciao!!-
I
due ragazzini si allontanarono in fretta, sgusciando abilmente
tra le varie persone che si stavano incamminando verso le uscite.
-Coraggio,
andiamo in ospedale-.
***
-Mark?-
Il
capitano della Raimon aveva un’espressione indefinibile: era
molto più che abbattuto. Passava da un letto
all’altro, sincerandosi della
condizioni dei suoi compagni, senza accorgersi di chiedere anche tre o
quattro
volte la stessa cosa alla stessa persona.
-Mark?-
Jude riprovò, quasi esitante: Mark era una persona forte e
determinata, solare, ma non sopportava di vedere i suoi amici in
difficoltà o,
peggio, feriti. Probabilmente si sarebbe sentito meglio se fosse
successo a lui
e non agli altri.
-Ah,
ciao, Jude. Grazie per essere venuti- Mark fece un sorriso
spento e si avvicinò –Senti, Jude, mi dispiace per
quello che è successo...-
-Cosa?
Ma che stai...?-
Il
capitano della Raimon gli fece segno di fermarsi con le mani.
–Se tua sorella fosse stata in pullman con noi...-
Questa
volta fu Jude ad interromperlo con forza. –Ma che stai
dicendo?! Ti stai scusando per quello che sarebbe potuto succedere?! Ma
ti
sembra il momento di porsi questo genere di scrupoli? Il problema
è che cosa è successo
davvero!-
Mark
sembrò quasi spaventato dalla convinzione e dalla
severità
dell’altro, che, implacabile, rincarò la dose.
-Sei
il capitano della Raimon sì o no?! La tua squadra ha bisogno
di te, non puoi essere tu quello che necessita di aiuto, in questo
momento! Non
capisci che nessuno starà meglio anche se ti addosserai
tutte le colpe del
mondo?!-
-Ma...-
Mark tentò di difendersi, ma fu prontamente rimesso al suo
posto da Joe.
-Insomma,
avevate preso delle precauzioni? Sì, avete fatto del
vostro meglio! Volevi che i tuoi compagni fossero al sicuro?
Be’, non lo sono
mai stati da quando è iniziato il torneo e questo lo
sapevano tutti! Potevi
prevedere che Dark fosse tanto fuori? No! Potevi prevedere che un
camion vi
sarebbe venuto addosso? No! E ora smettila di piangerti addosso e
ringrazia chi
vuoi perchè poteva andare molto peggio!-
-Caspita,
Joe...- commentò a mezzavoce David, guardando la faccia
di Mark, leggermente stupita, ma
ancora perplessa. Ci voleva una misura estrema.
E
lui era un esperto in certe cose.
Con
noncuranza, salì in piedi sul letto più vicino a
lui –quello
di Kevin- e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio
bianco un po’
spiegazzato e un mozzicone di matita.
-Bene!-
iniziò –Dato che il vostro capitano è
un incommensurabile
cretino, faremo un sondaggio!-
Silenzio.
Anche le infermiere che stavano passando in corridoio si
fermarono a guardare, avvicinandosi alla porta aperta.
-Eccolo
qui...- Jude si battè una mano sulla fronte, sconsolato.
In realtà, dentro di sè rideva come un matto.
-Bene,
giocatori della Raimon, quanti di voi pensano che la colpa
di quanto è accaduto oggi sia di un pazzo criminale con
degli occhiali da sole
orrendi che si spaccia per preside di due scuole contemporaneamente?
Non siate
timidi, votare è un diritto e un dovere!-
Tutte
le mani dei giocatori della Raimon si alzarono, poco a poco.
Si sentivano un po’ dei cretini...
-Benissimo!-
sorrise David –E ora: quanti di voi pensano che la
colpa sia di capitan Evans?-
Immobilità
totale.
Si
sentì un applauso da fuori dalla porta.
-Bravo!!
Ottima idea!!-
Sulla
soglia c’era Geco, con il suo solito sorriso sornione.
Silenzio
sconcertato: Jude, Joe e David non riuscivano a credere
di trovarselo dappertutto, mentre quelli della Raimon non avevano idea
di chi
fosse quel tizio apparso dal nulla.
-Vedi,
Evans, io non ti conosco, ma c’è una cosa
universalmente
riconosciuta: ciò che più conta non è
come il capitano vede se stesso, ma come
la sua squadra vede lui! Bene, grazie per l’ascolto e
arrivederci, forse!-
-Aspetta!-
lo fermò Jude –Che ci fai qui in ospedale?-
-Un
abituale giro...- fece tranquillamente Geco –Scusate
l’intrusione! Ah, Evans: ora che tutti ti hanno rimproverato
ti conviene non
riprovare a fare il depresso! Non è un ruolo che ti si
addice! Be’, adesso ciao
sul serio!-
In
un istante era sparito in corridoio.
-Ma
quello chi diamine è?- domandò Kevin.
-Non
te ne sei accorto?- ribattè Joe –E’ uno
fuori come un
balcone-.