Tornammo di corsa a casa. E vidi una cosa orribile,Harry con un oggetto appuntito in mano impregnato di sangue e il corpo dell'uomo inerme  sul pavimento. Gettai un urlo.
-C..che hai fatto?- chiese Horan ancora sotto shock.
-Io.. non so. Ho perso la testa,lui è un idiota ma non volevo fargli questo..- Styles aveva la voce tremolante e gli occhi pieni di lacrime.
-Che ci fa lui qui?- mi girai e trovai Anne,la mamma di Hazza,con una voce fin troppo seria.
Si fece largo fra noi e si accasciò davanti al marito,ormai privo di vita.
Una lacrima scese sul suo volto. Gli accarezzò delicatamente la guancia.
-Non meritavi questa fine- singhiozzò.
Zayn tossì facendo voltare tutti verso di lui. -Forse è meglio chiamare qualcuno- disse incerto.
-Mi metteranno in carcere,sono rovinato- urlò il riccio scoppiando in lacrime.
-Dobbiamo chiamare qualcuno, per favore- .
- Summer,non pensi a ciò che mi aspetterà se si viene a sapere?- .
- Okay, allora ti terrai per sempre questo uomo morto sul tappeto del salotto? Vuoi seppellirlo in giardino?-.
- Ha ragione,dobbiamo chiamare l'ambulanza. Dovrai affrontare le conseguenze del tuo gesto- .
- Chiamo la polizia?- chiese Payne.
Harry annuì. Si allontanò per chiamare.
Il mio telefono suonò di nuovo. -S.. summer?- era la voce di Joseph.
Capii tutto.
-Se ne è andato?- chiesi con la voce tremolante.
Come risposta sentii solo dei singhiozzi. Il cellulare mi scivolò dalla mano. Si sfracellò al suolo. Anche Horan capii tutto.
Rimasi ferma a fissare il vuoto mentre il povero ragazzo scoppiò in lacrime.
E anche tutti gli altri capirono cosa stesse succedendo.
Ci guardavano senza più curarsi del morto. Se ne era andata. Senza un saluto.
Non potevo più ricordargli quanto gli volessi bene.
Quanto mi aveva aiutato.
Dovevo ancora ringraziarlo per essere il padre che non avevo mai avuto ma che avevo sempre sognato di avere.
Bob, sì,si chiamava così. Era il pastore della nostra cappella. Aveva aiutato tanti ragazzi come noi a riandare sulla retta via. Era sempre disponibile con tutti.
Poteva essere paragonato a un angelo. E ora era ritornato nel posto adatto a lui, perché lui non meritava di stare in un posto come questo. Aveva aiutato tanto sia me che mia madre che tutto il nostro vicinato.
Ma una stupida malattia lo aveva divorato.
E alla fine aveva vinto lei e se l'era portato con se. -I..io dovrei andare- sibilai scappando via seguita da Niall.
-Dove vai?- mi urlò da dietro.
-Voglio andarmene da qui. Non meritava questa fine- sbraitai con le lacrime agli occhi.
Mi raggiunse afferrandomi dai polsi e abbracciandomi.
-Ce la faremo. Non so come ma ce la faremo. Ti ricordi l'ultima cosa che ci disse?- .
- Che ogni volta che avrò bisogno di lui basterà guardare il cielo e pregare- boccheggiai.
Scoppiò a piangere di nuovo anche lui.
-Andiamo in chiesa?- chiesi dopo essermi calmata un po'.
-Certo- mi fece un semisorriso.
Varcai la soglia del grande portone. Tutti i ragazzi del vicinato erano inginocchiati con la testa bassa. Ci unimmo a loro. Ripetevo tutte le preghiere che mi aveva insegnata. Le lacrime mi rigavano il volto.
Qualcuno mi sfiorò la spalla.
Alzai il capo e mi ritrovai il viso di Payne. Anche lui abitava vicino a noi e voleva bene a Bob tanto quanto gliene volevo io. Si era avvicinato a lui soprattutto quando Megan morì e quando la madre li abbandonò.
Si inginocchiò anche lui al mio fianco. Passò un'ora ed eravamo tutti ancora lì, in silenzio. Singhiozzavamo di tanto in tanto. Avevamo avuto tutti situazioni familiari difficili, oppure alcuni avevano problemi con la droga o l'alcol, ma c'era anche chi era stato sbattuto in riformatorio. Mi alzai seguita da Liam e Niall. Andai nel cortile dove in genere giocavamo a calcio o a pallavolo. Mi sedetti a terra a giocherellare con quei pochi fili d'erba.
-Ho paura- dissi ad un tratto.
-Di cosa?- mi chiesero.
-E se non ce la facessi senza di lui?- .
-Quel che è successo non risuccederà più- Horan rabbrividì ripensando a quei brutti ricordi.
Mi guardai i polsi e li sfiorai con un dito.
Anche i due ragazzi si sedettero vicino a me.
-Perché tutti quelli a cui vogliamo bene piano piano se ne stanno andando?-urlai -,voi due non ve ne andrete,vero?-.
I due ragazzi annuirono. Era il tramonto, quella poca luce ci stava illuminando. Ma prima o poi saremmo dovuti ritornare a casa.
-Chissà come va a casa Styles- tutt'ad un tratto la voce di Niall ci fece tornare alla realtà.
-e ora chi aiuterà lui ad uscire da questa situazione?- intervenni.
Ci pensarono un po' su. -Ci sono sempre i suoi amici- sentenziò infine il biondo.
 -Noi non siamo saggi come lui, però- controbatté l'altro.
Silenzio.
- Sapete vero che ora dovremmo tornare dalle nostre famiglie?- chiesi.
Annuirono.
-Per favore, io non voglio tornarci- piagnucolai.
- Dormiamo qui?- propose uno dei ragazzi.
-E' un prato di erba sintetica- .
- Ebbè?-.
- In genere la gente normale non dorme sui campi da calcio- .
- Summer,noi non siamo persone normali e non lo saremo mai- .
Com'era vero.
Arrivò la sera, parlammo e parlammo, guardavamo le stelle e cercavamo di divertirci per quanto ne era possibile. Alla fine ci addormentammo, con la malinconia che ci assaliva pian piano, vegliati dal nostro angelo.





Spazio autrice:
Madonna ragazze mie, questo capitolo è stato qualcosa di boh.. c'ho messo tre anni a scriverlo. Sapete com'è, blocco dello scrittore. Oddio scusate veramente se v'ho abbandonato. E se ho postato dovete solo ringraziare una ragazza di twitter che mi ha convinto,hahah. Vabbè tre recensioni, minimo due e continuo :)