13- Mai.
Erano
rimasti fermi, in silenzio Hermione, guardava
stranita il biondo davanti a se e lui, codardo guardava il pavimento,
senza
emettere fiato.
Solo
il respiro si udiva, accelerato e spaventato, questo
sembrava agli occhi di Hermione il principe dei Serpeverde, il
mangiamorte
redento.
Questo
era Draco Malfoy, un ragazzo disperato.
Mai,
non avrebbe dovuto saperlo mai.
Si
girò in un attimo e le volse le spalle.
-Dimentica
quello che hai sentito- disse con voce
dura.
Incamminandosi
verso le segrete.
-Se
non voglio- rispose Hermione prima debolmente.
Draco
si fermò.
-Se
non voglio- ripeté ora più forte Hermione.
-Devi-
replicò il biondo scomparendo
nell’oscurità
dell’andito.
***
Erano
passati diversi mesi da quella notte. Niente
era cambiato, anche se tutto era ormai diverso.
Agli
occhi di Hogwarts, Hermione Granger era ancora
la perfetta grifondoro, l’eroina senza macchia che ha aiutato
Harry Potter, il
prescelto, nella battaglia contro Voldemort.
Ginevra
è sempre la bella e simpatica fidanzata di Harry,
l’eroe e presto alla fine della scuola diverrà sua
moglie.
Nessuno
si è accorto che le due ragazze nei mesi si
sono allontanate, isolate, ignorate. Nessuno sa il reale motivo di
questo.
Nessuno
ha prestato attenzione agli sguardi sdegnati
della Granger e quelli colpevoli di Ginny.
Nessuno
sa del torbido tradimento. Chi potrebbe mai
immaginarlo.
Nessuno
lo immagina, infatti, solo due Serpeverde
sanno tutto ma anche per loro la vita non è bellissima, anzi.
***
Blaise
entrò nella stanza che da anni condividevano
nei sotterranei. Nessuna parola, nemmeno un saluto. Erano mesi che
s’ignoravano.
Mesi che la loro storia era finita a causa di due donne, che non li
volevano.
-ho
letto i giornali- disse Blaise rompendo il
silenzio.
Draco,
che fino a quel momento giocava con il
boccino, si bloccò, facendo scivolare la pallina dorata a
terra.
-Astoria
è un’ottima scelta. Discreta, intelligente
e certamente bella. avrete dei bellissimi bambini- finì
Zabini slacciandosi la
camicia.
-Uno
solo uno così vuole la tradizione dei Malfoy-
rispose Draco riprendendo il boccino tra le mani.
-Draco-
aggiunse infine Blaise.
Il
biondo si bloccò ancora, ma questa volta il boccino
era stretto tra le sue dita lunghe e bianche.
-Potresti...
-
-Non
credo ai sogni Blaise, non sono più un bambino
e lei è solo un sogno-.
Irrealizzabile.
Mai
non sarà mai mia, non la stringerò tra le
braccia, non mi beerò di un suo sorriso, non la
bacerò e tanto meno farò mai l’amore.
Mai
Hermione Granger sarò mia.
***
Blaise
camminava veloce girandosi ogni secondo per
vedere se qualcuno lo seguiva, l’andito a quell’ora
della notte era deserto, ma
essere scoperti voleva dire punizione.
Entrò
nel bagno dei prefetti e se lo chiuse alle
spalle, guardandosi intorno.
-se
la stai cercando disse Hermione uscendo dal
nascondiglio, -rimarrai deluso.
-sono
stata io a invitarti qui-
-Cosa
vuoi Granger- disse con astio il moro Zabini.
-Ho
finalmente scritto a Harry. Ora sa tutto-
Zabini
rimase fermo immobile.
Vuole
incontrarti a Hogsmeade questo fine settimana.
Se
ti fa stare tranquillo, ci sarà anch’io, quindi
non è bene che porti il tuo compare.
-Draco?-
Chiese
stupito Zabini.
-Già-
rispose secca Hermione.
-Se
sa che ci sei tu non verrà sicuro-
-Immagino,
ora che si è fidanzato sarà tutto il
giorno con lei-
Blaise
rise.
-certo
Granger, sta tutto il giorno a pensare ad
Astoria. Già- la canzonò il moro.
Hermione
riprese subito il filo del discorso.
-Comunque,
Harry vuole parlare solo con te. Ginny
non ne deve sapere nulla-
-Se
vuoi che tenga il segreto, lo terrò
Granger-enunciò
con tono piatto.
Infondo,
Ginevra non passava una notte con lui da
qualche tempo memorabile, pensò Blaise.
***
Il
tanto atteso fine settimana era arrivato. Blaise
si preparò con cura. Indossò i suoi pantaloni
neri, sopra mise la camicia bianca
e il maglione nero con inserti verdi e lo stemma Serpeverde. Si
guardò allo
specchio mentre si agganciava il mantello, anch’esso nero.
Accarezzò
la sua bacchetta stringendola un poco
prima di mettersela in tasca.
-hai
un appuntamento- chiese Draco guardandolo
seriamente, avvolto ancora dall’asciugamano.
-No
esco a fare due passi- rispose Zabini.
Draco
inarcò il sopracciglio ma non indagò oltre, il
suo amico era già uscito.
Arrivò
alla radura che la Granger li aveva indicato,
non si stupì di trovarli già li.
camminò lentamente, guardando dritto negli
occhi Harry Potter che lo stava letteralmente uccidendo con lo sguardo.
Al suo
fianco il rosso e Hermione che pallida cercava di tranquillizzare
l’amico.
-Cosa
vuoi Potter- disse Blaise prendendo subito la
parola, senza aspettare che fosse lo sfregiato a iniziare.
-Cosa
voglio? –ripeté astioso Harry Potter.
-Cosa
le hai fatto. Parla Zabini cosa è successo-
Blaise
Rise.
-Non
la soddisfarvi abbastanza ed è venuta da me. Pensavo
che anche tu, con la testa vuota che ti ritrovi ci saresti arrivato-
disse
senza alcuna paura Blaise. Harry fece due passi con la bacchetta
stretta tra le
mani.
-Bastardo-
-già,
me lo dicono in tanti- affermò ancora Zabini.
-Io
ti uccido-
-Oh,
si voglio proprio vedere se ci riesci- lo
canzonò Blaise.
-Proteggo-
Urlò Ginny che arrivò correndo verso i
due che ora la guardavano.
-Cosa
state facendo- disse – siete impazziti-
aggiunse.
-Harry-urlò
ancora Ginny facendo due passi verso il
fidanzato
-Difendo
il tuo onore- Rispose il moro dagli occhi
verdi.
-So
difendermi da sola- rispose la Weasley.
Hermione
sbuffò mentre Ron era sul punto di
scoppiare. Assurdo, questo era tutto assurdo.
-questo,
questo... dice che-cercò di Dire Harry non
riuscendo a raccontare cosa l’aveva turbato. La sua donna tra
le braccia di un
altro. la sua Ginny.
-è
stato un errore Harry, uno stupido errore mi
mancavi e pensavo che un altro potesse occupare il tuo posto. Nessuno
amore mio,
può prendere il tuo posto- disse Ginny piangendo a dirotto.
Harry
la guardò a bocca aperta, ma poi fece due
passi e l’abbracciò stretta.
Hermione
abbassò il capo schifata dalla scena.
Zabini
distese le labbra in un sorriso sghembo, si
pulì la mantella dalla polvere e se ne andò
lasciando il suo cuore a pezzi in
quella radura.
Perso,
aveva perso ancora una volta.
L’eroe vince
sempre.
Lui
era il cattivo e il cattivo sta solo nel suo
regno e si lecca le ferite, ma questa sarebbe stata dura da rimarginare.
Mai,
mai il cattivo non vince mai.
***