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Autore: Rik Bisini    14/11/2006    4 recensioni
Questa storia parla degli Anni del Terrore. Quando Voldemort ed i suoi Mangiamorte spadroneggiavano impuniti, seminando la morte e la desolazione. Una giovane Guaritrice del San Mungo è chiamata a soccorrere le vittime di quegli orrori, nella speranza di un domani migliore.
Prima storia che scrivo sul mondo di Harry Potter con personaggi originali, classificatasi seconda al terzo contest di Acciofanfiction, che è anche un ringraziamento per il sostegno ricevuto dai lettori al contest precedente.
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In guerra e tra le pozioni
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Lezioni

Voldemort cadde. L'ultimo giorno di ottobre. Non per opera di un Auror, né per il tradimento di uno dei suoi Mangiamorte. Cadde nel tentativo di aggiugere ai suoi delitti l'assassinio della sua ennesima vittima. Scomparve cercando di uccidere Harry Potter.
In qualche misterioso modo, un bambino di appena un anno ne aveva causato la rovinosa caduta. Nessuno poteva dirsi certo che il perfido mago fosse stato sconfitto in maniera definitiva, anzi i maghi più anziani e più saggi sapevano che nel futuro la comunità magica avrebbe dovuto impegnarsi a prevenire il ritorno di quel periodo oscuro che volgeva inesorabilmente al termine.
Fu l'inizio del desclino delle Arti Oscure. Privi del loro capo carismatico, la cui potenza era sembrata inarrestabile, pochi sostenitori del Signore Oscuro rimasero a contrastare gli Auror. Alcuni non esitarono a mostrare pentimento e a chiedere clemenza alla comunità magica, altri si giustificarono dichiarando di aver agito sotto l'effetto di incantesimi.
Così nacque la leggenda del Bambino Sopravvissuto.
Stormi di gufi annunciarono per ogni dove la grande notizia, la fine del più terribile nemico di ogni mago. I maghi e le streghe si radunavano entusiasmati e davano luogo a spontanee e vivaci feste, brindando con vino elfico, whisky incendiario, burrobirra e idromele alla salute di Harry Potter.
Pochi ma sentiti pensieri erano rivolti dai più alle ultime vittime della fase più drammatica della guerra. A Godric's Hollow, uccisi per mano di Voldemort, James Potter e Lily Evans erano morti.

Raquel sedeva quieta alla piccola scrivania della stretta stanza che era utilizzata come ufficio al suo reparto del San Mungo. La sua lunga piuma prendeva note in una calligrafia piccola e netta, mentre attorno a lei echeggiavano risate di uomini e donne. Il suo volto era assorto e sembrava del tutto indifferente al festeggiamento che coinvolgeva tutta la comunità magica.
Un uomo entrò nella stanza e Raquel ne avvertì la presenza. Sollevò il volto per incontrare i noti occhiali a mezzaluna di Albus Silente.
« Buon pomeriggio, Raquel. » la salutò.
« Buon pomeriggio a lei, Preside. » rispose la Guaritrice, inchiodando poi gli occhi alla pergamena. « Cosa la porta qui? »
« Volevo vederti, Raquel. » disse Silente.
La giovane teneva ancora lo sguardo verso il basso. « Vuole parlarmi ancora delle lezioni che dovrei prendere, professore? »
Silente abbassò gli occhi verso la pergamena. La mano che stringeva la penna era ferma. Sembrò che il mago sfiorasse appena la veste con la mano, mentre afferrava da essa una bacchetta. La agitò brevemente ed apparve una sedia in morbida pelle che riempiva esattamente lo spazio tra i classificatori.
Silente sedette. La mano di Raquel tremò.
« C'è una importante questione che richiede la mia presenza in un certo posto, tra qualche ora. Prima però volevo incontrare delle persone qui al San Mungo ed ho pensato di passare a porgerti le mie felicitazioni per il tuo matrimonio con Ben, che non ti avevo ancora fatto ».
La mano di Raquel tremò.
« Ma vedo » continuò Silente, « che hai un incontrollabile timore di parlare di qualcosa, il che mi fa credere che tu dovresti parlarne. Quindi rimarrò con te qualche minuto, per ritrovare la Raquel Wenlock che ricordo ».
La Guaritrice rischiò un'occhiata al Preside, poi tornò a fissare la punta della penna.
« Una ragazza » insisté la voce del mago, « fiera di ciò che è e che decide, sempre e comunque. Una qualità che merita sincero apprezzamento ».
Silente tacque e rimase immobile a fissare la giovane. Passò un intero minuto. La penna di Raquel non aveva tracciato alcun altro segno.
« Ho sentito quello che è successo a Lily Evans ».
Silente parlò come se la conversazione non si fosse fermata. « Una triste storia, sì ».
« Stava proteggendo Harry. » sentenziò Raquel. I suoi occhi alla fine incontrarono il volto di Silente.
L'anziano mago guardò la giovane Guaritrice con quello sguardo che scutava nelle profondità celate dall'apparenza.
« Ne sono certa » insisté Raquel, « l'ho incontrata proprio qui in ospedale. Mentre Dorothy era ricoverata. Abbiamo... parlato di Tu-Sai-Chi. E lei abbracciava il bambino come se ci fosse bisogno di proteggerlo. Non andava mai a trovare Dorothy, eppure le le scriveva gufi ogni giorno. Anche nelle sue parole c'era qualcosa... » la penna di Raquel cadde abbandonata sul foglio di pergamena. « Diceva di non temere per sé, ma per altre persone in pericolo. E non è venuta in ospedale prima di accertarsi che fosse un luogo sicuro. Lo sapeva? Sapeva che Tu-Sai-Chi avrebbe cercato di uccidere suo figlio? »
« È davvero importante? » domandò con serenità Silente.
Raquel aprì le labbra. La sua voce seguì due secondi dopo.
« No, professore. » rispose, « Credo che non sia importante, credo comunque che la Evans mi abbia dato la lezione che non ho imparato del professor Selten. Saper scegliere per chi vivere, per chi essere disposti a sacrificare la propria vita. Lily Evans è vissuta per suo figlio. È soddisfatto? »
« Lo sono molto, Raquel. » disse Silente con un sorriso. Incrociò le mani in grembo, dando l'impressione di attendere ancora qualcosa.
« Lei ha sempre saputo » riprese Raquel, « che Evans aveva questa capacità in sé, vero? Per questo la ha scelta come Caposcuola, quando eravamo al settimo anno ».
Il sorriso di Silente si allargò.
« Io non avrò mai quella capacità. » disse Raquel, « Per nessuna persona al mondo ».
« Neppure per Ben? » domandò Silente.
« Per lui meno che per chiunque altro » rispose la Guaritrice, « è lui il primo a dedicare la sua vita a chi lo circonda. Mi ha sposato più per fare del bene a me che a se stesso ».
« A dire il vero » commentò Silente, « avrei voluto che Ben capisse a suo tempo quanto è importante saper condividere le difficoltà ed accettare l'aiuto di altri. Per questo anche lui non è mai stato Caposcuola ».
L'espressione del mago divenne più seria.
« Dovrai insegnargli tu » suggerì il Preside, « a ricevere le attenzioni di altri ».
Raquel si portò le mani alle tempie. Strinse le labbra. Poi allungo una mano verso le tasche della sua veste verde. Pose sulla scrivania il mazzo di carte con cui leggeva il futuro. Silente non chiese spiegazioni ed assistette senza un cenno di impazienza. Raquel mischiò le carte. Le tagliò. Le dispose. Le girò tutte, una dopo l'altra, quasi senza respirare.
« Prima compariva sempre il Diavolo, capovolto. » spiegò. « Annunciava la fine di Tu-Sai-Chi. Ne sono certa, perché appena arrivata la notizia ho interrogato gli arcani venti volte e non è più apparso. E invece continua ad uscire la Morte. Prima pensavo che Ben fosse destinato a morire, ora sono certa che non sarà così. Ben mi abbandonerà ».
Una lacrima si allungò sulla guancia della giovane.
« Evans ha iniziato ad insegnarmi come ci si dedica a qualcun altro. Mi ha quasi costretta ad occuparmi di Dorothy, al San Mungo. Mi avrebbe continuato ad insegnare. Invece è morta. » i singhiozzi di Raquel si fecero più rumorosi. « Sono rimasta sola. Prima ancora che mi accorgessi di avere bisogno di lei. Aveva ragione Ben a dire che nulla è più orribile dell'Avada Kedavra. Lily è morta e quello che io potevo essere è morto con lei ».
La Guaritrice batté i pugni sulla scrivania e rivolse il volto verso terra.
« Per le stelle, come si impara a dedicarsi a qualcun altro? Io sono un totale fallimento. Lei è morta ed io mi preoccupo per ME! »
« Raquel » disse Silente con voce ferma, « dovresti sapere che le profezie non hanno potere su quello che decidiamo della nostra vita. Sono tanto vere quanto più ci facciamo condizionare dalla loro esistenza. Tu puoi scegliere di vivere per Ben ».
Raquel sollevò il volto e respirò profondamente « Chi potrà insegnarmi, lei? » chiese.
Silente, senza smettere di guardare Raquel, prese una carta dalla scrivania.
« Continuo a credere di non essere la persona che possa insegnarti questa lezione, ma sono certo che troverai l'insegnante giusto. E credo che anche Ben troverà chi potrà insegnargli ciò che ha bisogno di imparare ».
Raquel scosse la testa. Aveva la certezza che Silente stesse alludendo a qualcosa, ma non riusciva a cogliere di che cosa parlasse. Passò il dorso delle mani sulle guance e asciugò le lacrime. Silente sorrise e si alzò con un fluido movimento. La sua bacchetta vibrò in aria e la sedia che aveva evocato svanì.
Mentre si voltava verso l'uscio, dal corridoio entrò Ben. Il Guaritore accennò un saluto a Silente e si rivolse immediatamente a Raquel.
« Devo darti una splendida notizia che aspettavamo da tempo ».
« Credo che ormai lo sappiano tutti che Tu-Sai-Chi è scomparso. » osservò Raquel con un mezzo sorriso divertito.
Ben rispose con un sorriso radioso. Anche i suoi occhi si illuminarono di entusiasmo. Oltrepassò Silente e raggiunse la scrivania a cui era seduta Raquel.
« Chiudi gli occhi » le disse « e vediamo se sei così brava come vuoi far credere a distinguere le pozioni dall'odore ».
Raquel lo schernì, « Attento a te, l'odore del sangue di gigante è estremamente caratteristico ».
« Non dire cose che possano far dubitare il professor Silente della mia probità » l'ammonì Ben, « vuoi chiudere gli occhi o no? »
Raquel obbedì. L'odore che arrivò poco dopo al suo naso la scosse.
« Ben » protestò, « questa sembrerebbe una delle mie pozioni, tu non sarai stato capace di frugare tra i miei scaffali a mia insaputa, o è questo che sta cercando di dirmi? »
La Guaritrice aprì gli occhi, ma l'uomo aveva già nascosto la pozione.
« Tu lo hai fatto » le rinfacciò con un sorriso, « a quello che ricordo ».
Raquel sentì un soffocante gelo al petto mentre si soffermava a guardare l'innaturale verde degli occhi di Ben.
« Avevo un buon motivo. » gli ricordò.
« Lo avevo anche io » spiegò Ben, « perché mia moglie nell'ultima settimana avrebbe dovuto portare a casa e nascondere ogni giorno una pozione tra le sue cose? »
« Vuoi dire che non l'hai presa dal mio armadietto, ma da casa? » esclamò Raquel. « E... »
Le mostrò una fiala di colore rosa pallido.
« Avremo una bambina. » le annunciò.
Raquel scattò in piedi e, nonostante la scrivania, i due sposi si abbracciarono teneramente.
Silente, dietro le spalle di Ben, annuì sorridendo e le mostrò la faccia dell'arcano che aveva preso.
L'Imperatrice.
Raquel capì. Voldemort era svanito, la sua vita ricominciava. Con tutta se stessa, si sarebbe dedicata a quella bambina che stava per arrivare. Grazie a lei, avrebbe imparato quella lezione che le era sempre sfuggita. Sarebbe riuscita a capire come, vivendo per gli altri, avrebbe trovato la gioia per se stessa.
Erano iniziati giorni di pace.

Pochissimi lettori anche sullo scorso capitolo mi fanno rinnovare il proposito di una maggiore pubblicizzazione di quello che inserisco in rete.
Questa storia comunque finisce qui. Spero di aver incuriosito e divertito quelli che l'hanno seguita. Saluto con questo finale che non esclude un possibile seguito.
Se ci sarà, arriverà anche su queste pagine.
Alla prossima, Rik
   
 
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