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Autore: bik90    19/04/2012    2 recensioni
E' trascorso un anno dalla fine della loro battaglia e tutte le Hime vivono tranquillamente, incluse Shizuru e Natsuki. E se un incidente potesse mettere in crisi il loro rapporto?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Natsuki faceva enormi progressi con la riabilitazione; a distanza di dieci giorni dal suo risveglio parlava normalmente e camminava con l’aiuto delle stampelle. Il suo stato fisico era regolare e tutti i medici si complimentavano con lei per ogni miglioramento. Ormai si parlava di dimetterla tra un paio di giorni. I suoi amici erano felici per la diciassettenne perché finalmente sarebbe tornata a casa e avrebbe ricominciato la sua vita dal punto in cui l’aveva lasciata. Mai non parlava d’altro con chiunque; era contenta che Natsuki uscisse dall’ospedale e Mikoto ogni volta che andava a trovarla le domandava sempre qual era la prima cosa che avrebbe mangiato una volta fuori da quella struttura. La ragazza dagli occhi verdi sorrideva ma non rispondeva mai alle molte domande che le venivano fatte. Sentiva di voler bene a quella ragazza dai capelli rossi e aveva iniziato a ricordare qualcosa su di lei e sui momenti che avevano vissuto insieme, ed era proprio questo il punto. Anche se non ne aveva mai parlato con nessuno, Natsuki frequentemente vedeva sprazzi del suo passato. Ciò che ricordava, però, non le piaceva affatto. C’era sempre dolore attorno a lei e un forte senso di rabbia la invadeva sentendosi impotente. Per questo aveva preferito fare finta che non fosse mai successo niente e negava ogni volta che le si domandava qualcosa a riguardo. Nel suo trascorso doveva esserci stato qualcosa di veramente brutto. Con Shizuru, invece, i suoi sentimenti erano contrastanti. Quando era con lei, sentiva che niente di male poteva succederle, anche se un senso d’angoscia spesso s’impossessava della diciassettenne. Vedeva chiaramente il dolore e la sofferenza negli occhi della diciannovenne e desiderava ardentemente fare qualcosa, qualunque cosa, per vederla felice. Provava delle sensazioni uniche quando le stava accanto, non le accadeva con nessun altro e capiva che la cosa era reciproca.
Cos’è che mi lega a te in questo modo?, avrebbe voluto chiederle Natsuki ogni volta che l’altra la sfiorava o le parlava dolcemente.
La paura, però, di ricordare eventi spiacevoli la bloccava facendole proferire il suo stato d’incoscienza. Le piaceva farsi cullare dalle sue braccia e adorava tutte le attenzioni che riceveva da Shizuru. Le pareva di essere il suo unico pensiero.
<< A cosa stai pensando? >> le chiese improvvisamente la ragazza dai capelli castani legati in un’alta coda sorridendole e risvegliandola dai suoi pensieri.
Natsuki arrossì violentemente abbassando lo sguardo mentre alzava le braccia. Shizuru la stava aiutando a cambiarsi quella mattina.
<< Niente >> mormorò sentendosi a disagio comprendendo che la stava osservando mentre indossava solo il reggiseno e lo slip.
La diciannovenne le diede un bacio sulla guancia.
<< Oh, avanti. Non farti pregare >>.
<< Shizuru, baka! >>.
Si guardarono per pochi istanti negli occhi senza sapere cosa dire. Era passato molto tempo dall’ultima volta che Natsuki l’aveva chiamata in quel modo. Alla più grande vennero le lacrime agli occhi nel comprendere che l’altra ragazza aveva ricordato un piccolo pezzo della loro vita insieme.
<< Non piangere, Shizuru >> si affrettò ad aggiungere la più piccola allungando una mano verso di lei. Le faceva male vederla triste << Scusami >>.
Ma Shizuru scosse il capo sorridendo prendendole entrambe le mani e stringendole.
<< Non scusarti mai >> le rispose con la sua solita gentilezza << Non tu, Natsuki >>.
<< Io te lo dicevo spesso, vero? >> chiese timidamente la diciassettenne guardandola negli occhi. La vide annuire << Però in tono scherzoso. Me lo ricordo questo >>.
<< Sono convinta che presto ricorderai anche il resto >>.
Shizuru osservò l’ombra della paura attraversare il volto di Natsuki a quelle parole mentre chinava nuovamente il capo. Perché si bloccava in quel modo ogni volta che prendeva l’argomento?
<< Ho paura >> ammise infine la diciassettenne evitando di guardarla e sentendo distintamente gli occhi dell’altra che la fissavano << Paura di quello che vedo ogni volta. La mia vita… quanto dolore ho causato? >> la mano della più grande le sfiorò una guancia << Ho paura di ricordare il male che ti ho fatto >>.
<< Natsuki… >>.
La ragazza dai capelli scuri alzò timidamente gli occhi verdi verso di lei.
<< Non voglio, Shizuru. Mia madre è morta per causa mia; non voglio più far soffrire nessuno. Io devo proteggerti >>.
La diciannovenne le sorrise anche con le lacrime agli occhi. Nonostante i suoi pochi e confusi ricordi, sentiva quel sentimento per lei. Era bellissimo. Le diede un bacio sulla fronte assaporando la sua pelle.
<< Non devi proteggermi da te, Natsuki >> le rispose << Tu non hai mai fatto niente di male. Fin da bambina ti sei trovata in situazioni più grandi di te e sei dovuta crescere in fretta. Tua madre è morta in un incidente stradale, tu eri molto piccola. Non devi dartene la colpa, non sarebbe giusto >>.
La diciassettenne guardò fuori dalla finestra e respirò profondamente.
<< Perché sento tutto questo per te? Perché sei l’unica che mi fa questo effetto? >>.
Shizuru sperò che non la guardasse in quel momento poiché due grosse lacrime le erano scivolate sulle guance.
<< Te l’ho detto >> disse asciugandosi gli occhi << Siamo sempre state molto… >>.
<< …molto unite, lo so >> concluse Natsuki al posto suo. Era incredibile come riuscisse a comprendere cosa le stesse per dire << Ma io… non lo so… sento qualcosa di forte >>.
Si guardarono finalmente e la ragazza dagli occhi verdi le sorrise come non faceva da molto tempo. Per poter vedere di nuovo quel sorriso Shizuru avrebbe affrontato i peggiori deserti e i più freddi ghiacciai. Solo per lei, sarebbe morta senza rimpianti. Le accarezzò una ciocca di capelli avvicinandola al volto per poterla sfiorare con le labbra.
Ti amo!, avrebbe voluto urlarle.
<< Ti prego, Natsuki >> affermò infine << Ricordati di me! >>.
Senza darle il tempo di rispondere l’abbracciò stretta sentendola trattenere il respiro e avvicinò la sua bocca a quella dell’altra. Non riusciva più a resistete. Le loro labbra erano a pochi centimetri; Shizuru sentiva chiaramente il respiro caldo e leggermente affannoso di Natsuki, quel fiato che tante volte le aveva stuzzicato il collo e che l’aveva mandata in estasi. Stava per baciarla, quando il ricordo del primo bacio che le aveva dato dopo averla salvata da Nao la fulminò. Si morse il labbro inferiore sentendo la rabbia invaderla. Non poteva farlo, non di nuovo. Non poteva far soffrire nuovamente la persona più importante della sua vita, non se lo sarebbe mai perdonato. All’ultimo momento le diede un bacio leggero sulla guancia, a poca distanza dalla sua bocca. Sentì la diciassettenne tornare a respirare normalmente mentre affondava il volto nell’incavo del suo collo. I capelli scuri della ragazza le solleticarono il viso. Natsuki la tenne stretta respirando quel profumo che non le era nuovo e, per la prima volta da quando si era svegliata, fu lei ad accarezzare il corpo della più grande che era alla ricerca di protezione. Non disse nulla sul suo comportamento, finalmente comprendeva quanto doveva essere stato difficile per lei essere quella forte che donava aiuto quando, invece, era la prima ad averne bisogno.
<< Shizuru, va tutto bene >> le sussurrò godendo del calore che anche in quella situazione le trasmetteva l’altra << Desideravi che mi risvegliassi dal coma e l’ho fatto, esaudirei qualunque tuo desiderio >>.
Capì d’aver già pronunciato per quella ragazza dall’apparenza forte e sicura di sé quella frase e il suo cuore si scaldò sentendo il calore che ne derivava.
Non c’era stato solo dolore nel suo passato.
 
Natsuki fissava il soffitto della sua stanza d’ospedale. Shizuru era andata ad una lezione universitaria, era stata lei stessa che l’aveva spinta ad allontanarsi comprendendo che era importante che continuasse il suo cammino di studi. Ricordava che era molto brava a scuola e che col suo carattere dolce e sensibile riusciva a farsi ben volere da tutti. Lei sarebbe stata bene anche senza la diciannovenne per qualche ora. Sorrise mentre pensava a quanto fosse importante per lei adesso. Guardò gli abiti che indossava, era la sua divisa scolastica che le aveva portato Mai. Appena l’aveva vista, si era ricordata di quei colori e di come lei di solito usasse mettere una felpa col cappuccio sotto. Inutile dire che la rossa le era saltata al collo a quelle parole, felice dei suoi miglioramenti. Doveva volerle molto bene se era così contenta. Pochi minuti dopo le era arrivata la notizia delle sue dimissioni dall’ospedale. Poteva uscire in giornata. A quella notizia, Mai si era offerta di sbrigare le pratiche che occorreva firmare e si era allontanata dalla stanza lasciandola sola. A Natsuki, quella novità fece uno strano effetto. Non si era mai mossa dall’ospedale e adesso i medici le avevano detto che era pronta a tornare a casa. Ricordava qualcosa di quell’appartamento che divideva con la rossa e con Mikoto ma niente di molto approfondito. Aveva paura di poter avere altri ricordi negativi, la sola idea la faceva tremare come una foglia. Desiderò avere Shizuru al suo fianco in quel momento semplicemente per poter stringere la sua mano. Ciò che era successo poche ore prima la fece sorridere mentre si accarezzava le labbra col dito indice. Ancora riusciva a sentire il suo fiato sulla bocca. Era una sensazione gradevole, che la faceva sentire bene, che le procurava un senso di vuoto allo stomaco. Vaniglia. Non sapeva per quale motivo quella parola le frullava in continuazione nella mente. Doveva essere importante, era stata la prima che aveva pronunciato quando l’aveva rivista.
<< Vaniglia… >> ripeté come se così facendo potesse darle un senso.
Si mise a sedere sul letto prendendo le sue stampelle. Se per il linguaggio e le funzioni vitali il suo corpo aveva reagito bene agli stimoli esterni, la stessa cosa non poteva dire per le sue gambe. Aveva ancora bisogno di un appiglio per camminare. I medici le avevano assicurato, però, che, se avesse continuato in quel modo, nell’arco di una settimana poteva finalmente buttarle. E lei desiderava davvero poterlo fare. Si mise in piedi sentendo un leggero giramento di testa e si guardò le mani appoggiate alle stampelle. In quel momento ricordò le numerose volte in cui aveva impugnato, non una ma due piccole pistole. Le scene si susseguivano davanti ai suoi occhi e lei poteva solo fare da spettatrice. Vide se stessa in molte occasioni sfoderare le armi e sparare con una fierezza nello sguardo che non si aspettava mentre dall’altra parte urla atroci si susseguivano velocemente. Colpiva con forza bruta esseri che rimanevano nell’ombra, che non riusciva a vedere ma che gridavano per il dolore che lei procurava loro. Natsuki osservava quelle scene che si rincorrevano e alla fine una sola parola uscì dalle sue labbra nel vedere un grosso lupo dagli occhi rossi e le zanne sfoderate quasi con orgoglio.
<< Duran! >>.
  
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