Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Luz_    19/04/2012    2 recensioni
Fu un lieve sospiro a infrangere quel silenzio ormai opprimente. “Granger.”
“Malfoy?”
“Sarà reale solo se vogliamo che sia così.”
“E quale sarà il confine tra giusto e sbagliato, poi?”
“Noi. Lo saremo noi.”
Il bene e il male. Il giorno e la notte. La luce e il buio.
Il giusto e lo sbagliato.

E quando Hermione si avvicinò a quel viso marmoreo, seppe con certezza di star facendo l’errore più giusto della sua vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi qui ad aggiornare, questa volta credo di aver fatto prima, vero? :D
Bè, direi che la "neo coppia" in questo capitolo è abbastanza lunatica, poi capirete perchè.
Spero possiate apprezzare il capitolo, grazie infinte a tutti coloro che leggeranno!
Buona lettura!

 


9. I’ll be fine.

 

Draco Malfoy non era solito mostrare interesse per chiunque lo circondasse nè per ciò che gli accadeva attorno. Un’aurea di mistero, inquietudine e freddezza da sempre lo attorniava e ciò bastava a respingere sguardi indiscreti e presenze sgradite.
Ma quel mattino a colazione aveva alzato il capo dal suo succo di zucca e per la prima volta si era guardato attorno. Probabilmente fu quella strana sensazione di sentirsi osservato che percepiva su di sè, ma quando allungò la vista verso il tavolo dei Grifondoro, vide che l’unica persona che avesse potuto farlo era intenta a ridere con la piattola Weasley e lo Sfregiato.
Fu un singulto ad attirare la sua attenzione e finalmente comprese l’origine di quella sensazione: Daphne Greengrass lo scrutava intensamente con espressione alquanto sconvolta, ma al contempo disgustata. In normali condizioni avrebbe distolto repentinamente gli occhi dal Serpverde non appena lui l’avesse scoperta, ma in quel momento Draco ebbe l’impressione che fosse del tutto sotto shock.
Colpì il bracco di Blaise, intento nel tagliare con forchetta e coltello il suo croissant. “Blaise, cosa diavolo le prende?”
Zabini prestò attenzione alla bella Serpeverde e le sventolò elegantemente una mano davanti il viso.
“E’ tutto inutile. E’ in questo stato da ieri sera, dopo essere stata nel cortile a fumare.”intervenne Pansy con noncuranza. A quanto pareva aveva già tentato di sottrarre l’amica da quello stato catatonico, ma invano.
Nella mente di Draco tuttavia si accese la spia di allarme all’udire quella frase. “Cortile hai detto?”sussurrò, assumendo una postura rigida, quasi marmorea.
Pansy lo osservò confusa. “Si, come ogni sera è andata in cortile ed era in questo stato quando è tornata.”
Malfoy incrociò lo sguardo di Zabini e fu sollevato che l’amico avesse inteso tutto repentinamente.
Era sicuro di essere solo in quella zona del cortile, solo con la Granger, ed invece ora un’altra persona era giunta a conoscere il suo segreto.
Era già abbastanza difficile convivere con tutto ciò, essere in conflitto con i propri pensieri e con i propri doveri.
- Stai perdendo di vista l’obiettivo, Draco.
Dover riflettere su come risolvere l’ennesimo grattacapo non era ciò che si era prefissato nè ciò a cui avrebbe potuto prestare attenzione. La sua mente era un turbine di pensieri sconnessi e confusionari, che presto lo avrebbero portato ad una crisi nervosa, ne era certo.
Ma Blaise era lì, accanto lui, come al solito. “Ci penso io.”mormorò e Draco annuì con un gesto secco. Grazie, avrebbe voluto dire.
Il bel Zabini girò attorno al tavolo e raggiunse la Greengrass, ancora in stato comatoso. “Daphne, tesoro, andiamo a fumarci una sigaretta, ti va?”
Senza ricevere risposta la tirò dietro di sè, mentre le lunghe e affusolate dita abbronzate accarezzavano le onde dorate dei capelli di lei, come per tranquillizzarla.
Pansy parve ancor più confusa e spaesata e allungò una mano verso quella diafana di Malfoy, quasi sfiorandolo con le dita. “Cosa sta succedendo, Draco?”
Il giovane evitò bruscamente quel contatto e i suoi occhi di ghiaccio fulminarono la Parkinson, che sussultò di rimando. “Non ti impicciare.”
Fu allora che focalizzò alle spalle di Pansy la figura di Hermione che a quanto pareva non aveva perso alcun istante di quella scenetta.

 
***

 

Ho lottato invano. Non c'è rimedio.
Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti.
Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami.

- Orgoglio e Pregiudizio -

 
Oramai i giorni ottobrini avanzavano sempre più e la tiepida aria di settembre appariva un lontano ricordo. Il vento freddo soffiava docile sul parco di Hogwarts e grandi addensamenti di nuvole plumbee nascondevano il cielo terso e i raggi del sole.
I lembi del mantello nero si alzarono allo sferzare del vento, ricadendo inerti sulle gambe del giovane che avanzava nel parco con passo deciso.
Gli occhi, che apparivano l’esatta copia del cielo che lo sovrastava, scrutavano un punto preciso in lontananza, una grande quercia sulle sponde del Lago Nero, che si mostrava ancor più minaccioso e scuro.
Il giovane procedeva spedito, mentre il vento scompigliava i ciuffi biondi che ricadevano scomposti sulla sua fronte, finchè non si fermò e il vento cessò anche di soffiare.
Appoggiata alla corteccia del grande albero, la capigliatura leonina raccolta in una crocchia scomposta, Hermione era profondamente assorta nel leggere un grosso tomo rilegato in pelle nera e i suoi occhi percorrevano febbrili quelle righe di inchiostro, bramosi di conoscenza.
Draco si fermò ad osservarla con attenzione, come non si era preoccupato mai di fare in tutti quegli anni – evidentemente quel giorno si era alzato di luna storta – e si trovò spiazzato nel notare quel desiderio inconscio che traspariva dal volto della Granger.
Come poteva un libro custodire una tale importanza? Era carta, gialla e consunta per giunta. Cosa poteva offrirle di così significativo, che invece la vita reale non poteva darle?
Parole di carta, racconti di inchiostro, non vi era nulla di tangibile in tutto ciò.
“Hai finito, Malfoy?”
Il suono della sua voce lo fece sobbalzare e si trovò davanti il volto di lei, che lo osservava con un sorriso così semplice, da apparire disarmante agli occhi del Serpeverde.
Il ragazzo si ricompose e fece un passo avanti verso la Granger, che era tornata a prestare attenzione al suo prezioso tomo.
Ancora un altro passo, che si infranse sull’erba verde del prato umido.
Un altro e un altro ancora e si trovò a poca distanza da lei.
“La biblioteca non era di tuo gusto, questo pomeriggio?”
Non lo guardò mentre rispondeva. “Avevo bisogno di stare un po’ all’aria aperta.”
 “Credo però tu abbia sottovalutato questo tempo.”
Hermione lanciò un’occhiata al cielo plumbeo e minaccioso sopra i loro capi e arricciò le labbra. “Non penso pioverà.”
“Io credo di si.”ribattè il biondo, appoggiandosi con una spalla alla corteccia della quercia.
“Non ne puoi avere la certezza.”
“Neanche tu, se per questo. O hai trovato una qualche spiegazione sconosciuta in quel libro, mezzosangue?”
Finalmente ottenne la sua completa attenzione e la completa visione del suo viso. Possibile dovesse punzecchiarla per raggiungere quello scopo?
“Hai così tanto desiderio di litigare, Malfoy?”
Draco si lasciò scivolare a terra e la Grifondoro non riuscì a non riflettere di come un così semplice movimento potesse essere compiuto con una tale eleganza.
I suoi modi – escludendo quelli vocali – erano sempre così leggiadri e perfetti, da farla sentire terribilmente goffa e imperfetta in sua presenza.
Una sangue sporco.
Lo osservò appoggiarsi comodamente contro la corteccia dell’albero e incrociare le gambe lunghe e snelle, distese sul prato; poi con un movimento repentino le afferrò dalle gambe il grosso tomo, ignorando l’esclamazione di protesta che proruppe dalle labbra di Hermione.
“Spiegami una cosa.”le disse, mentre distrattamente sfogliava quel tomo con le dita candide. “Cos’è che ti attrae tanto in questo libro?”
Hermione si lasciò andare ad uno sbuffo carico di scetticismo. “Come se potesse interessarti.”
A quell’affermazione gli occhi cinerei furono attraversati da un lampo di contrarietà. “Non avrei osato chiedertelo, se non fosse così.”
Lei, Hermione Granger, studentessa dalla mano perennemente alzata, una tra le migliori di Hogwarts, si trovò priva di risposte alle infinite domande che vorticavano nel suo capo e che avevano tutte come soggetto il ragazzo che le era ora accanto.
La confondeva, la depistava, la mandava in subbuglio.
E proprio per i suddetti motivi si trovò a rispondere a quella richiesta, donando una parte importante di se stessa.
“Sono ormai abituata a non essere compresa per questa mania che ho per la lettura. Ma davvero, è tutto fuorché questo. E’ parte di me, non saprei trovare definizione migliore. E’ ciò che sono, è ciò in cui mi identifico meglio.”
“Ti identifichi in un pezzo di carta?”fu il commento sarcastico di Draco, che ricevette prontamente un colpo alla nuca.
“No, idiota. Voglio dire che se non avessi un libro fra le mani, se i miei occhi non incontrassero queste righe o se le mie mani non sfogliassero queste pagine, se non cercassi di acquistare ancor più sapere...non potrei star bene con me stessa.”spiegò con accurata lentezza, come per selezionare le parole più adatte per spiegare quel concetto. “Sono un’idiota, lo so.”aggiunse in un sorriso, nascondendo il capo fra le dita.
Non trascorse più di un istante, che le mani di Draco raggiunsero quei polsi sottili e con una lieve pressione le scoprirono il viso a forma di cuore, morbido come la buccia di una pesca.
Poche spanne intercorrevano fra i loro volti ed entrambi potevano percepire il profumo dell’altro che invadeva quella piccola distanza.
“Dopo essere stato definito idiota, non potrei mai negare che tu lo sia, Granger. Ma..”aggiunse, prima di subire le conseguenze di quella riflessione. “..ma credo che se questa cosa ti faccia sentire bene con te stessa, se rappresenta così tanto una parte di te, bè..non dovresti definirti idiota per timore che qualcuno, in questo caso io, possa giudicarti.”
Si congratulò con se stesso, meravigliato di quanto potesse essere saggio a volte e a quanto pareva la Granger fu dello stesso avviso, poiché le sue braccia, seppur ancora nella docile presa in cui si trovavano, gli circondarono le spalle senza esitazione e il capo si andò a incuneare nell’incavo di quel collo marmoreo, come se fosse stato creato appositamente per raggiungere quel luogo.
Draco in un primo momento parve spiazzato per quel gesto, ma dopo un attimo di esitazione ricambiò l’abbraccio, circondando il suo corpo, che gli parve ancor più minuto nella sua stretta.
E scoprì di sentirsi bene, come durante quella prima notte.
“A cosa devo ciò?”le mormorò fra i capelli e una sua mano percorse la sua schiena fino a posizionarsi sulla sua nuca.
“E’ lo shock per averti sentito pronunciare parole gentili.
Gentile? Lui?
“Non sono stato gentile!”esclamò indignato e quell’aggettivo gli parve sgradevole anche all’udito.
Infatti Hermione sviò a quel contatto con volto estremamente contrariato. “Non è un disonore né un’offesa essere gentili, Malfoy. Dovresti impararlo.”
“Chi credi di aver abbracciato, Granger? Io non sono Potter il Sopravvissuto né Pel di Carota. Prima riuscirai ad accettarlo e meglio sarà per entrambi.”
Hermione si aprì in un sorriso privo di qualsiasi gioia, da privare anche Draco di ogni divertimento. “So fin troppo bene che non potresti mai essere al pari di Harry e Ron. E non riguarda la gentilezza, Malfoy, ma il mostrare di avere un po’ di umanità.”
“Bè, si dà il caso che tu abbia baciato quest’essere privo di qualsiasi traccia di umanità, Granger. O desideri un ripasso per ricordarlo?”
Attaccare per non essere attaccati.
Incredibile come potessero passare da attimi di affetto a pure e semplici dimostrazioni di odio così repentinamente.
Hermione scosse il capo, incapace di credere alle proprio orecchie. “Sei un viscido, Malfoy. Non ho idea di come io abbia potuto farmi abbindolare in questo modo da te, dimenticare tutto ciò che ho subito in questi anni a causa tua, tutto ciò che hai procurato ai miei amici.”
L’affetto?
I tratti del volto del Serpeverde parvero divenire di pietra, dagli occhi di ghiaccio non trasparve alcuna emozione, ma le mani, strette convulsamente a pugno ebbero un leggero tremore che tradì la sua apparente tranquillità.
“Ero stata messa in guardia, da te, da tutto ciò che rappresenti, da tutto ciò che ti circonda, ma ho continuato a procedere verso tutto questo, ignorando anche la mia ragione, che mi intimava di tornare indietro. Come diavolo ho potuto pensare di poter trovare un po’ di umanità in te? Come?” Stava divagando, stava parlando senza contegno, rivelando i timori di settimane intere, di pensieri che l’avevano oppressa sin da quando quella storia aveva avuto inizio ed ora la diga era stata abbattuta e lei non trovò alcun appiglio per poter fermarsi.
“Sei una stupida.” Glielo diede lui.
“Come hai detto?”
“Ho detto, Granger, che sei proprio una stupida.” Malfoy scandì diligentemente ogni parola, avanzando pericolosamente verso di lei, finchè non pronunciò l’ultima ad una spanna dal suo viso, senza distogliere gli occhi dalla lava fondente di quelle iridi al cioccolato fondente.
Per un solo istante ebbe timore di lui, di quei tratti marcati e induriti per la tensione, di quel sibilo che era fuoriuscito dalle sue labbra perfette, di quelle mani che avevano avvolto i suoi polsi in una presa ferrea.
“Io non sono una stupida.”
“Ah no? Io sono convinto che tu sia la più grande stupida che io conosca. Auto convinci te stessa di tutte le stronzate che mi hai detto, ma non credi all’un per cento di esse. Sei così stupida da guardarmi negli occhi e dirmi che non stai morendo dalla voglia di baciarmi in questo preciso istante? Che hai ancora interesse verso ciò che ti ho fatto in questi anni, verso chi sono, verso ciò che rappresento? Che, nonostante tutto questo, mi desideri ugualmente? Sei così stupida, Granger?”
L'orgoglio è l'immancabile vizio degli stupidi.
No, non lo era, non lo era mai stata e lui aveva ragione. Stava lottando con tutta se stessa per non stringersi a lui, per rimaner ferma nel suo orgoglio e non lasciarsi andare, poiché era consapevole che quella fosse la sola cosa giusta da compiere.
“Si.”
Draco sospirò, scuotendo il capo. “Bè, io no.”
E la baciò senza esitazione, senza la timidezza che fino a quel momento aveva caratterizzato i loro baci, senza remore o pensieri.
Un bacio morbido, un bacio lento, un bacio profondo, un bacio di lingue in lotta.
Le mani di Draco avvolsero il suo viso automaticamente, mentre le loro labbra si accarezzavano con un misto di dolcezza e desiderio.
Due metà di un tutto che combaciarono con una tale perfezione, che pareva fossero state create per raggiungere quell’attimo.
E si sentirono bene, intatti.


 
Note: La citazione “L'orgoglio è l'immancabile vizio degli stupidi.” è di Alexander Pope.
- La citazione all’inzio dell’ultimo paragrafo invece è tratta dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Luz_