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Autore: Devon    20/04/2012    3 recensioni
-Dai maschiaccio, non ti eccita l'idea di viaggiare in macchina con Synyster Gates?
Gli lanciai un'occhiataccia. Sapeva che odiavo essere chiamata così.
Che i miei genitori non fossero nelle loro piene facoltà mentali quando decisero il mio nome all'anagrafe era ormai più che palese, ma non era comunque un buon pretesto per prendersi gioco di me.
Molto bene, uno di questi giorni qualcuno organizzerà una congiura nei miei confronti in quanto sto iniziando una terza fanfiction. Ma questa volta ho l'intera trama in mente e so come svilupparla PER INTERO. Non lascerò niente in sospeso, promesso. :3
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è una regola che dovrebbe essere sempre rispettata quando si sta con Jimmy: MAI perderlo di vista. Bene, l'avevo appena infranta; certo non era la prima volta. Ma con un disastro vivente come James, ero più che giustificabile. Per me era praticamente impossibile non lasciare che combinasse qualche casino. Ne succedeva sempre una, ovunque andassimo e qualsiasi cosa facessimo. Jimmy era capace di fare guai anche nel sonno.
Quel pomeriggio, perdere di vista Jimmy equivaleva restare da sola con Brian, che ora camminava al mio fianco con la sigaretta tra le dita, mentre cercavamo il nostro amico che sembrava essersi volatilizzato.
Essendosi accorto che ero particolarmente agitata, si fermò per studiarmi, aggrottando le sopracciglia.
-Sei sempre così nervosa tu? - mi domandò.
-Non sono affari tuoi.
-Beh, considerando il fatto che passerò io il pomeriggio in tua compagnia e non voglio sentire lamentele inutili, sì, sono affari miei.
-Ah, sì? E se mi lamento? - lo sfidai.
Mi guardò con una strana luce negli occhi, per poi sorridere.
-Non provocarmi - rispose, continuando a camminare.
-Sei insopportabile.
-Anche tu, non sai quanto. Dimmi, cosa ti rende tanto acida? - domandò, facendo un tiro.
-Forse sei tu a tirar fuori il mio lato più velenoso, che dici? - lo incenerii.
-Per me invece è più che altro l'astinenza da sesso a farti quest'effetto - mi provocò -Quando hai scopato per l'ultima volta?
Arrossii e gli diedi uno spintone, facendolo ridere.
-Ah, è così! Dicevo bene - concluse soddisfatto, continuando a fumare. -Dovresti fare come me - proseguì -io scopo regolarmente quasi ogni sera e come vedi sono sempre di buon umore.
Haner finiscila...
-Ma perché non mi lasci stare? - esclamai, esasperata.
-Aspetta. Forse però non hai nessuno su cui sfogare le tue ormai palesi voglie sessuali.
Haner finiscila...
-Non fraintendermi; sei un gran bel bocconcino - mi strizzò l'occhio -Però sei un maschiaccio.
Gli diedi uno schiaffo.
-Ti odio! - gli urlai, ignorando i presenti che mi avrebbero presa sicuramente per pazza.
-Ehi, non fare l'isterica - disse, bloccandomi i polsi. -Con me non attacca.
Mi liberai a fatica dalla sua presa e presi a camminare a passo veloce. Era troppo.
-Ma dove stai andando?
Non gli risposi e svoltai verso un vicolo... cieco. MA CHE SFIGA!
-Quanti anni hai, ventiquattro o quattordici? - mi chiese, mentre mi raggiungeva. Ero in trappola.
Si avvicinò senza fretta, godendosi il piacere di quell'attesa tanto snervante per me quanto eccitante per lui. Non ci voleva molto per intuire quali fossero le sue intenzioni.
-Non ti facevo così capricciosa - commentò -Devo metterti in punizione?
Indietreggiai finendo spalle al muro, mentre lui continuava ad avvicinarsi.
-Non ti facevo così stronzo - replicai, incastonando i miei occhi sopra i suoi.
-Allora ce l'hai la lingua - sorrise. -Tanto meglio, maschiaccio.
-Finiscila di chiamarmi così, è snervante. - Ero troppo stanca per alzare la voce con lui.
-Come vuoi.
-Davvero? - domandai, stupita.
-Beh, sì, se ti dà tanto fastidio - si strinse nelle spalle.
Lo guardai, ancora confusa.
-Su, che c'è adesso? - sbuffò -Tu non mi piaci, voglio solo essere più cortese.
Forse interpretai quell'ultima frase nel modo scorretto, perché diventai improvvisamente triste. Ovviamente lui non sapeva del mio interesse nei suoi confronti, ma in ogni caso mi faceva male sentire di non essere corrisposta per niente.
Mi sentii un vero schifo. Lui non sembrò accorgersene finché non mi vide abbassare lo sguardo.
-Stai... stai piangendo? - mi chiese, chinando la testa di lato.
-No - biascicai, tirando su col naso e asciugandomi le lacrime, ma sapevo di non essere convincenti. Piangi scema, piangi.
-Scusami - sussurrò, a disagio.
Scusami? Brian che chiede scusa?
Se pensava che bastasse per farmi sentire meglio, si sbagliava.
-Ehi, dai... - sembrava incerto -Smettila di piangere, su.
Poi, inaspettatamente, si avvicinò di più e mi strinse in un abbraccio.
Che cosa...?
Sempre più confusa, ricambiai il suo abbraccio, respirando il suo profumo mentre le lacrime ancora scendevano.
Amore, che dolce, mi sta abbraccian... NO, che sto dicendo?
Andiamo, non si può dire che non sia piacev... SMETTILA.
I miei ormoni andarono in fibrillazione quando si staccò per baciarmi una guancia.
Aiuto.
Non dissi niente, ma ciò che successe dentro di me bastava a spiegare come mi sentissi in quel momento.
-Quel bastardo mi è scappato! - la voce di Jimmy ci portò a distogliere lo sguardo l'uno dall'altra.
Il nostro amico ci guardò un po' sorpreso.
-Ho interrotto qualcosa? - chiese.
Scossi debolmente la testa, senza guardarlo negli occhi. Fortunatamente lui sembrò non far caso al nostro strano atteggiamento.


Okay, son tornata e si vede. :3
Sì, lascio in sospeso come sempre. ç___ç Se riesco pubblico il prossimo entro stasera. Un bacione e grazie mille ancora a chi ancora mi legge e mi recensisce. Siete degli ammmori :*






 

   
 
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