Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: anteros    20/04/2012    2 recensioni
Il problema? Il mio cuore ancora batte per lei. Le mie labbra ancora cercano le sue. I miei occhi annegano nei suoi. Sono ancora innamorato di lei, come dieci anni fa.
'Sono Justin Bieber, ho milioni di ragazze ai miei piedi' Peccato che lei non fosse in quei milioni.
Ma per lei sarò sempre il suo chastin, e per me la mia pixel. Anche se quel bacio non lo scorderò mai.
«Ti voglio bene Justin.» Disse lei scoccandomi un sorriso.
«Ti voglio bene anch'io Pixie.» Dissi io, abbassando lo sguardo, perché incapace di mentire.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
HTML Online Editor Sample
Passarono i mesi, arrivò la primavera. Justin pubblicò il Cd di Natale, tutto è andato alla meraviglia. Ora è quasi pronto a pubblicare "Believe", il suo ultimo capolavoro. 
Los Angeles a Marzo era come essere in Paradiso. 
C'erano fiori colorati ovunque, alberi fioriti che sprizzavano felicità e profumi di ogni genere. 
Beh, tranne quando vai in metropolitana, lì ci sono "profumi" di altri tipi. 
In casa mia c'erano realmente le pulizie di Primavera, precisamente il 21 Marzo. Non so perché di questa tradizione, ma mio padre quel giorno mette prima le pulizie e poi i compiti. 
Se bisogna essere sinceri, è un modo per distrarsi. 
Il 21 Marzo 2004 alle ore 00.43 un'anima volò via, e con sé portò via quel sorriso che riempiva le mie giornate. Le nostre giornate. 
Quel sorriso che nascondeva dolori e sofferenze; quegli occhi color smeraldo che non lasciavano trasmettere emozioni.
Alle 00.43 vagavo per l'ennesima volta in quel corridoio vuoto e silenzioso, fin quando quel silenzio fu rotto dall'urlo di un giovane trentaquattrenne provenire dalla camera 325 B. Spiai dalla finestra cosa stava accadendo, e la luce opaca rifletteva sul dottore con lo sguardo rivolto verso il basso. 
Mio padre era inginocchiato accanto al letto, mentre stringeva forte la mano della mamma, la quale non batteva neanche più ciglia. Alle 00.44 regnò di nuovo il silenzio.
Mi accasciai accanto la porta, cercando di capire se ora mamma era con il nonno sulle nuvole oppure ancora in quella stanza, forse non era come sembrava. 
Dopo non so quanti minuti si sentì lo scricchiolio della porta, dalla quale uscirono i due uomini. 
«Mi dispiace ancora, signor Spark.» Sussurrò l'uomo baffuto, prima di andar via. Mi scoccò un sorriso di compassione e andò via a passo svelto. 
Sì, Leona Spark volò in cielo, 'sulle nuvole', col mio nonno adorato. Papà disse che ora era in un posto migliore, che le sue sofferenze ora erano cessate e che lei, nonostante non fosse qui accanto a me, sarebbe stata sempre nel mio cuore a guidarmi e a proteggermi. 
Il 21 Marzo 2004 andò via una delle cose più preziose che avevo. I mesi successivi non volevo andare a scuola, non volevo mangiare, non volevo fare assolutamente niente. Volevo solo quella donna dagli occhi verdi come la speranza. 
Mio padre cercò di spiegarmi tutti i "drammi" femminili in parole semplici e chiare, ma con scarsi risultati. Capii solo il giorno in cui, a 13 anni, April si accorse di una macchiolina rossa sul mio pantalone. La sua mamma mi spiegò precisamente cos'era. 
Ed ora, 21 Marzo 2012, sono in camera a spolverare e a mettere in ordine per cercare di non ricordare.
Ma, essendo una masochista del cazzo, ogni 21 marzo mi frego quella cassetta e, a notte fonda, m'infilo nel mio letto facendo rievocare ricordi che dovrebbero rimanere nel dimenticatoio. Ma come posso dimenticare quegli occhi verdi?, quel sorriso mozzafiato?, quella sua risata che mi trasmetteva allegria? 
Come potevo dimenticarmi del suo tono dolce quando mi chiamava "raggio di sole "? 
Come può una figlia dimenticarsi di sua madre?
Ma sì, questo giorno doveva andare diversamente.
Ero in salotto, spolverando lo scaffale delle videocassette quando suona all'improvviso il campanello. 
«Ciao Justin.» Finsi un sorriso, come sapeva fare mamma. 
«Ciao Pix...» Bisbigliò lui, guardandomi con occhi appannati. 
«Che succede?» Gli chiedo, aggiustandogli il ciuffo un po' ribelle. 
«Pix mi dispiace...» Mi risponde, guardandosi le scarpe. Le guardo anche io: sono arancioni. 
«Fa niente, sono cose che capitano.» Sussurro io. Lui sospira e mi abbraccia così forte quasi da farmi mancare l'aria. 
Di solito nessuno veniva a trovarci in questo giorno, neanche April, sapeva bene che sarei scoppiata in un pianto senza fine se avessi parlato con lei di quel giorno. 
«Justin ti voglio bene.» Bisbiglio al suo orecchio, stringendomi forte a lui. Lui mi stinge a sua volta e mi stampa un bacio sulla guancia. 
«Anche io Pixie. So che parli e ti sfoghi con April, ma sappi che sarò disponibile anche io, 24 ore su 24.»
«Quindi se alle 3 di notte ci sarà un ragno spaventoso in camera, ti posso chiamare per farti venire ad ucciderlo?» Gli chiesi, accennando ad un sorriso. 
«Se devo essere onesto ho paura anche io dei ragni. Ma basterà chiamarmi, il letto di scorta in camera mia aspetta di essere usato!» Risponde lui, con un sorriso a 332 denti. 
Dopo un paio di minuti che eravamo in salotto, lui spaparanzato sul divano ed io a spolverare, mi viene in mente l'immagine di prima.
«Mh sai, se mi dai una mano posso risparmiarmi il tweet.» Dissi io mentre prendevo la cassetta. Cosa fare? Metterla insieme alle altre o riporla nel cassetto per vederla dopo?
«Che tweet?» Chiese lui, infilandosi una patatina in bocca.
«Quello in cui scrivo: Il mio vicino, Justin Bieber, oggi ha pianto.» Dissi, posando la cassetta insieme alle altre. 
«Oh, tu non lo faresti.» Bisbigliò posando il pacco di patatine. Io invece annuivo compiaciuta. Pix 1 Justin 0 «Ti odio..» Mormorò alzandosi dal divano. 
«Come scusa?!» Esclamai io, sbattendogli lo spolverino in testa. Lui mi prese a sacco di patate, mi buttò sul divano ed iniziò a farmi il solletico. 
Rido come una pazza. Lui insieme a me. Da quando non ridevo così in questo giorno? 
Forse troppo, sì, decisamente troppo. Justin forse è il mio 'raggio di sole'. Come se mamma me l'avesse mandato per ricordarmi quanto è bella la vita, e di sorridere almeno fin quando avrò i denti. E magari di farlo anche dopo, anche se sembrerò un tricheco senza zanne. 
Iniziamo a mettere in ordine e Justin prende la cassetta. La spolvera e poi legge il titolo, mentre io lo guardo di soppiatto. Fa che la metta a posto senza domande, ti prego.
«Che cos'è 'Leona'?» Ecco, me l'ha chiesto. 
«Più che altro chi è...» Mormoro io, sfilandogliela dalle mani. 
«Oddio, scusa Pixie. Giuro che non volevo, davvero. Mio Dio, scusami!» Mio Dio, che lagna che è questo ragazzo! 
«Justin non ho mai conosciuto una persona più pallosa di te!» Esclamo io, scompigliandogli i capelli. 
«Ti va di vedere mia mamma?» Bisbiglio.
«Ora?» 
«Ma che sei scemo? Se papà mi becca sono una ragazza morta. Stanotte...» Mormoro per non farmi sentire da mio padre che si trova nella stanza accanto.
Justin mi abbraccia e mi accenna un sì.
 
Sono le 2 meno 5 del mattino, tra cinque minuti arriverà Justin. Prima di uscire fuori mi accerto che papà stia dormendo e m'infilo una maglietta un po' più pesante. 
Alle due precise esce di casa sua ( benedico le finestre) e lo faccio entrare in casa, poi saliamo a passo svelto e silenzioso in camera mia. C'infiliamo sotto la coperta e la cassetta parte, facendo rievocare ricordi rimasti nel dimenticatoio per un anno intero. 
I suoi occhi verdi erano luminosi e pieni di vita anche nel suo peggior periodo. 
Era la donna più bella del Mondo, anche senza capelli e trucco, anche senza mettersi in ghingheri. Lei era bella anche con un pigiama a fiorellini rosa e una bandana rossa, arancione e gialla che le ricopriva il capo. 
«Sai Justin, non l'ho mai fatta vedere a nessuno.» Bisbiglio io, a metà filmino. 
«E come mai ora la fai vedere a me?» Farfuglia mentre mi mette un braccio dietro le spalle e mi attira a sé. Mi stringe in un forte abbraccio e mi accarezza i capelli. 
«Non lo so, tu ispiri affetto e fiducia.» Lui si limita a stringermi più forte e poi non profaniamo più parola fino alla fine del video, anche perché se avessi parlato avrei iniziato a singhiozzare e ansimare, e si sarebbe accorto che stavo piangendo. 
Alle 3 se ne va ed io ritorno in camera, riguardando altre due volte quella cassetta. Prima o poi si consumerà e non si vedrà più, sono sicura. 
In fine, alle cinque del mattino andai a riporre la cassetta al suo posto ed andai a dormire, incurante del fatto che domani sarei dovuta andare a scuola con solo due ore di sonno.
 
Lo sooo, è triste. Ma ci voleva, no?! çç 
Quando ho cliccato su "Gestisci storie" e mi ho viste tutte quelle visualizzazioni ho urlato: PORCA ZOZZA! 
Cioè, grazie *ç* 
Allora non faccio così schifo (?)
Spero vi sia piaciuto anche questo :3
Ciiiiiiiiiiiiao belliiiiiiiii! :D
Tanti baci zuccherosi! xoxo (?)
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: anteros