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Autore: Nyktifaes    20/04/2012    15 recensioni
Mi risvegliai di soprassalto con la sensazione di essere sbalzata. Mi aggrappai alla base della poltroncina, spaventata. Impiegai qualche secondo per ricordare che sedevo su un sedile e che mi trovavo su un aereo. È sorprendente quanti dettagli si possano registrare in pochi secondi di panico. Ricordo perfettamente i visi spaventati dei passeggeri, la hostess che si aggrappava ad una fila di sedili, la mascherina che usciva dal soffitto dell’aereo, a un soffio dal mio viso, un boato. E poi il buio.
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Primo capitolo di Twilight. Bella si trova sull'aereo che la deve portare a Forks, ma qualcosa va storto.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Quando un volo ti cambia la vita

 

Ragazze, come promesso posto oggi, che brava eh? ;)
Ok, ok lo so neanche poco poco xD
Non ho risposto alle vostre recensioni e temo che non riuscirò a farlo neanche oggi, spero di farcela nel fine settimana :( Penso che risponderò a qualcuna un giorno, ad altre domenica :(
Beh non credo di avere altro da dire questa volta… Ah sì, purtroppo ho una brutta notizia: potrei sparire per altre due settimane ç___ç  Scuola, scuola, scuola -.-
Vi lascio al capitolo!
Buona lettura,
Vero :*
Ps. Il capitolo NON è betato, chiedo quindi  scusa per eventuali errori.

 
Capitolo VI
Isabella Pov

Io ed Alice correvamo a pochi metri di distanza. Stavo avanti io in quanto, essendo una neonata, ero molto più veloce.
Radissimo, tanto che solo un flash rosso me ne rivelò il movimento, qualcosa o qualcuno mi superò in un lampo. Rallentai, leggermente allarmata, fino ad affiancare nuovamente Alice. Arrestammo contemporaneamente la corsa.
<< Bella >> Alice mi guardava interdetta, il capo inclinato << perché ti sei fermata? >>
Prima che potessi rispondere dai cespugli davanti a noi comparì nuovamente una zazzera di capelli rossi e compresi chi mi avesse superato.
<< Che succede, non cacciate? >> Edward ci osservava, un sorrisetto strafottente sulle labbra. << Ho cacciato qualche giorno prima di te, Alice, quindi ho più diritto di te di nutrirmi! >> Rispose sicuramente ad una domanda silenziosa delle folletta. Tradotto: Carlisle l’aveva mandato per controllarmi, evidentemente pensava che Alice non fosse sufficiente a placare una neonata senza controllo.
<< Bella, muoviamoci! O Edward si prenderà tutti i puma! >> Alice mi diede un colpetto sulla spalla ridacchiando mentre il rosso continuava a sogghignare. Impiegai un bel po' della mia volontà per non farmi distrarre dalla bellezza di quel mezzo sorriso. Dato che il bruciore alla gola cresceva di minuto in minuto decisi che non era il momento di rimuginare sul fatto che certamente Carlisle avesse ragione e concentrai i miei sensi sulla caccia.
In quel momento una folata di vento mi portò l’odore di un piccolo branco di cervi non troppo lontano dal punto in cui mi trovavo. Senza che nemmeno me ne accorgessi stavo già correndo verso la polla in cui si trovavano.
E fu in quel momento che accadde. Il vento cambiò direzione e un nuovo profumo, ben più allettante, mi spinse ad invertire direzione e ad aumentare la corsa.
Era un obbligo. Il mio corpo mi imponeva di seguire quell’afrodisiaco profumo, avevo il bisogno di impadronirmene. Nient’altro contava in quel momento, ogni mio pensiero era dominato dalla consapevolezza della sete bruciante e dalla scia che prometteva di spegnerla.
In quegli attimi solo un istinto poteva far breccia nella mia mente, qualcosa di più importante del sangue: l’autodifesa.
Avvertì qualcuno inseguirmi e, prima che me ne rendessi conto, quel qualcosa mi cadde addosso e mi gettò una decina di metri indietro.
Edward era davanti a me, semi accucciato, le braccia allargate come a contenere un mio tentavo di attacco. Ringhiai. Fu istintivo, un’azione  spontanea del mio corpo che rispondeva alla minaccia di un vampiro avrebbe potuto attaccarmi da un momento all'altro. Ma che, soprattutto, si frapponeva tra me e la mia preda.
Altri passi dietro di me ed Alice sbucò dai cespugli, accuatandosi nella stessa posizione di Edward. L’istinto ancora una volta si impadronì di me: saltai parecchi metri più a est e, quando mi ritrovai sia Alice che Edward davanti, mi accucciai e ringhia ancora. 
<< Bella, sono degli umani! >> Alice mi parlò lentamente, decisa.
<< Non vuoi ucciderli davvero! Riprendi controllo di te! >> Il tono di Edward era duro.
Fu solo grazie a quelle parole che rinsavì. Degli umani. E stavo per ucciderli. Li fissai per un’altra frazione di secondo poi diedi loro le spalle e corsi il più velocemente possibile dalla parte opposta agli umani.
Mi fermai solo quando fui certa di aver messo abbastanza distanza tra me e quelli che fino a poco prima erano stati la mia preda. Venni quasi immediatamente raggiunta da Edward, che manteneva però qualche metro di distanza tra noi, per sicurezza. Puntai il mio sguardo nel suo, chissà quanto gli apparivo sconvolta, dovevo sembrare una pazza.
In risposta lui accennò un sorriso e rilassò le spalle.
<< Il vento ha nuovamente cambiato direzione, non si sente più la loro scia. >>
Inizialmente titubante odorai lentamente l’aria attorno a me. Alberi, felci, polline, scoiattoli. Niente umani. Sollevata, ripresi a respirare regolarmente proprio nel momento in cui Alice ci raggiunse.
Riprendemmo la caccia, ma questa volta i miei fratelli mi restarono sempre il più vicino possibile. Parte della mia mente era sempre concentrata ed attenta a qualsiasi cambio di direzione del vento per non ricommettere l’ errore precedente. Ma per il resto era ingombrata da  un intricato insieme di pensieri carichi di senso di colpa e vergogna per ciò che avevo quasi fatto. 
 
 
<< Cosa stai pensando? Mi sembra ancora così strano non saperlo… >> Mi domandò gentilmente Edward, sedendosi accanto a me.
Dopo la caccia eravamo tornati a casa, ma non ero riuscita a rimanere per più di qualche minuto insieme alla mia famiglia, in salotto. Ero invece salita in camera mia, mi ero raggomitolata sul mio divanetto bianco a rimuginare sull’accaduto. Edward era entrato in camera mia e mi osservava.
<< Ho quasi ucciso degli umani, ho attaccato te ed Alice, ho perso letteralmente la ragione!! Ecco a cosa sto pensando! >> Risposi vergognandomi delle mie azioni, poggiai la testa sulle ginocchia, come a proteggere il volto.
<< Bella, non li hai attaccati e non hai fatto del male né ad Alice né a me! La tua è stata una reazione naturale all’odore del sangue umano e l’istinto di autodifesa dei neonati, specie durante la caccia, è estremamente forte! >>
Sembrava convinto di ciò che diceva, l’oro fuso dei suoi occhi non aveva nemmeno un’ombra. Annuì, incerta.
<< Ma non mi sembra che tu ed Alice abbiate perso il controllo durante la caccia, ed eravate come me a un centinaio di metri dagli escursionisti. >>
Alzò gli occhi al cielo, il suo sguardo era un misto tra il divertito e l’irritato mentre sulle sue labbra si dipingeva il sorriso sghembo tanto affascinante.
<< Come te lo devo dire? Noi abbiamo dalla nostra una certa esperienza… >> Scosse il capo e continuò, sempre con quel sorriso sghembo sulle labbra << Temo ti serva un passatempo… O hai intenzione di continuare a crogiolarti nel rimorso? Per qualcosa, tra l’atro, che non hai fatto >> Un ombra passò, veloce, sul suo sguardo, ma venne immediatamente scacciata.
<< Forse sì… Non ho molto da fare durante il giorno… Beh neanche la notte a dir il vero. >> A parte attentare alla vita di qualche innocente umano. Ma questo non lo dissi.
<< Ah! Allora credo proprio che sia il momento che tu inizi ad ingegnarti per trovare qualcosa che tenga i tuoi sensi ben impegnati, specie durante la notte. Sai, in casa ci sono tre coppiette… Se campisci cosa intendo… >> Sorrise sghembo nuovamente, accennando alla porta con il capo. Se fossi stata umana sarei certamente arrossita. Abbassai lo sguardo, la pelle bianca del divanetto diventava estremamente interessante.
Edward rise. << Vedrai che ci farai l’abitudine, in fondo non si possono passare tutte le notte fuori o a caccia! >>
<< Immagino che per te sia piuttosto fastidioso… >> Storse la bocca e alzò un sopraciglio, quasi disgustato. Fui io a ridere.
<< Beh, te l’ho detto: ci si fa l’abitudine. Più o meno… >>
La risata rombante di Emmett arrivò forte e chiara da due piani sotto, Edward scuoté il capo rassegnato.
<< Tornando al discorso dei passatempi, non è che per caso avete una copia di qualche opera Jane Austen? >> Domandai della mia autrice preferita, che mi ricordassi, infatti, la lettura era il mio hobby preferito anche da umana.
Sul volto di Edward si dipinse la stessa espressione stupefatta del pomeriggio precedente, quando gli avevo parlato dei miei gusti musicali.
<< Jane Austen, davvero? >> Sembrava scettico.
Alzai un sopraciglio, interdetta.
<< Beh, va bene anche Cime Tempestose se non avete nulla di Jane Austen. Non importa. >> Il sorriso accondiscendente mi morì sulle labbra quando l’espressione di Edward da confusa si fece esterrefatta.
<< Non ti piacerà davvero Cime tempestose?! >> Era tra lo scandalizzato e l’incredulo.
<< Perché, cos’ha di male Cime Tempestose? >> Stava per caso insultando velatamente il mio romanzo prediletto?
<< Tutto! I protagonisti, i loro strambi sentimenti, il modo di esternarli, la storia d’amore che non è una storia d’amore! >> Enfatizzò le ultime parole, per sottolineare il suo dissenso nei confronti del racconto.
<< Heathcliff è distruttivo, com’è possibile che ami Catherine se le rovina continuamente la vita? E lei poi… Insomma è fondamentalmente una donna egocentrica e troppo concentrata in se stessa e nel suo mondo per rendersi conto del dolore che provoca! Come può, questa, essere una storia d’amore? >>
<< Io invece trovo meraviglioso Cime Tempestose! Catherine e Heathcliff non sono certo perfetti e, anzi, hanno tanti difetti, il loro unico pregio è l’amore che condividono. E non è forse tutto ciò degno di una perfetta storia d’amore? >> Difesi tenacemente il romanzo dalle accuse di Edward che, dopo la mia risposta, appariva contrariato ed estremamente confuso.
<< Ma com’è possibile che si possa pensare che… Oh non capisco! >> Scosse il capo, poi fisso il suo sguardo d’oro fuso nel mio, incatenandomi. Sembrava volesse scrutarmi dentro. Ciò mi provocò una strana sensazione nel petto e distolsi, faticosamente, lo sguardo dal suo.
<< Non capisco minimamente come tu possa pensare qualcosa del genere! Non ti comporti come una normale neonata, come un’adolescente del tuo secolo! >> Rialzai lo sguardo, Edward mi fissava ancora. << Insomma qualunque neonato avrebbe attaccato me ed Alice e poi avrebbe raggiunto gli umani! Ed ogni adolescente del XXI secolo che si rispetti ascolta musica che distrugge i timpani e odia qualsiasi cosa non sia “all’ultima moda”… >> Scosse il capo, sembrava frustato. Da cosa non riuscivo a capirlo.
<< Non fai niente di quello che mi aspetto! E… la tua mente è impenetrabile per me! >> La sua voce suonava esasperata. Attesi un secondo, riflettendo, prima di rispondere.
<< Sono una specie di mostro? >> Inclinai il capo su un lato, preoccupata. Davvero ero così strana e anomala anche da vampira?
<< Io leggo nel pensiero della gente e tu pensi di essere un mostro? >> Era incredulo, scosse il capo e spuntò un sorriso incerto sulle sue labbra << No, tu sei semplicemente… diversa. >>  
<< Ed è una cosa buona? >> Ero ancora incerta su cosa fosse positivo e cosa negativo, forse le mie stranezze erano davvero causate da qualche anomalia nel mio cervello, come ricordai che sospettavo da umana.
Edward alzò gli occhi al cielo e si alzò, porgendomi una mano.
<< Su, andiamo a chiedere a Carlisle se ci sono libri di Jane Austen in casa. >> Afferrai incerta la sua mano e, per quanto non ne avessi bisogno, accettai quel gesto di cortesia che sapeva tanto di una cavalleria ormai dimenticata.
Quando scendemmo in salotto, seduti su uno dei divani, c’erano solo Esme e Carlisle. Dov’erano Emm, Rosalie, Jazz ed Alice? Poi mi venne in mente che loro erano due delle coppiette della famiglia, così lancia un’occhiata veloce ad Edward, il quale intuendo i miei pensieri, sghignazzò.
Riportai lo sguardo su Carlisle ed Esme, i quali mi sorrisero e fecero spazio sul divano perché mi sedessi con loro, intanto Edward si accomodò sul divano accanto.
Feci per parlare, ma la mia espressione colpevole doveva dirla lunga sul discorso che volevo iniziare. Esme mi accarezzò i capelli e disse:
<< Tranquilla, cara. Va tutto bene, non c’è bisogno di parlarne. >> Carlisle, annuì sorridendo alle parole della moglie. Mi limitai a ricambiare il sorriso, grata di avere accanto due persone così premurose e attente.
<< Carlisle, Esme sapete se ci sono in casa dei libri della Austen? >> Domandò Edward.
<< Oh, ma va bene anche Cime Tempestose! >> Lo dissi solo per rivedere quel cipiglio infastidito e disgustato che, a parer mio, era estremamente divertente. Le mie speranze vennero accontentate immediatamente. Non potei fare a meno di ridere dell’espressione di Edward e, poco dopo, si unì a me Esme.
Poi un’intuizione si fece largo in me, che non sopportasse neanche…
<< Mi piace molto anche “Romeo e Giulietta”! >>
<< Dimmi che stai scherzando! >> Se l’espressione di Edward prima era divertente in quel momento diventò spassosa. Come sospettavo non amava nemmeno l’altro mio romanzo preferito... Che fossimo agli opposti in tutto?
<< Non ridere, non c’è nulla di divertente! >> Si era imbronciato, quell’espressione accentuava i tratti infantili ed angelici del suo volto. Risi ancor di più, benché, senza capirne il motivo, faticavo a distogliere lo sguardo da quel viso così bello. << “Romeo e Giulietta”! >> Scosse il capo.
<< Siamo scesi qui non per criticare i miei gusti letterari, ma per trovarmi qualcosa da fare, Edward! >> Lo rimproverai ancora divertita. Mi rivolsi nuovamente a Carlisle ed Esme e notai che anche loro faticavano a trattenere le risate.
<< Bella, che anno di superiori frequentavi da umana? >> Mi chiese Carlisle.
<< Il terzo, ho diciassette anni, lo sapevi già. >> Non capivo dove volesse arrivare, conosceva già la mia età. A cosa gli serviva sapere l’anno che frequentavo?
<< Pensavo: perché non riprendi gli studi? Da vampira sarà molto più facile apprendere ed avrai un ottimo passatempo. >>
Ci riflettei un momento, riordinando le memorie della mia vita umana. Che ricordassi non avevo mai odiato più del normale la scuola. Annuì.
<< Va bene, posso provarci! >>
                                  
Che ne pensate? Ma voi, al posto di Bella, avreste accettato la proposta di Carlisle? Io gli avrei fatto una pernacchia e avrei preteso i miei libri della Austen xD xD
Fatemi sapere se vi è piaciuto ;)
Vero
   
 
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