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Autore: marrymezayn    21/04/2012    19 recensioni
Storia in fase di REVISIONE. Scusate per il fastidio!
Estratto dal 3° capitolo:
Strinse di più le braccia al suo collo, e le uscì un sospiro mentre si staccava quel poco per dar fastidio alle sue labbra. «certe notti ho pensato seriamente di impazzire senza di te!» quel sussurro, appena udibile all’orecchio di qualsiasi essere umano ma non quello di Keyra, ebbe la facoltà di far bloccare il cuore della ragazza che lo guardava con gli occhioni fuori dalle orbite. Le vennero gli occhi lucidi e percepì un sorriso sulle sue labbra. «mi sei mancato!» ammise mormorando, ma sapeva che lui l’aveva sentita. Sentì la sua presa spingere la sua schiena verso di sé e si lasciò trasportare, finendo direttamente tra le sue braccia. Percepiva il delicato respiro di Zayn tra i suoi capelli, e si appoggiò al suo petto, con un sorriso. Il cuore di Zayn batteva all’impazzata. Chissà come mai. «Mi sa che l’unica cosa giusta che ho fatto in vita mia è stata quella di nasconderti la verità.»
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E' il "futuro" di questa storia.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=868289&i=1 spero che vi piaccia. Enjoy! ♥
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se non ti perdi, non trovi strade nuove.'
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Mi piace da morire quando mi bacia le palpebre,
quando mi tiene le mani e le nostre dita si allacciano come una cerniera.
Mi sembra che se all'improvviso crollasse il mondo, sarei salva
.


«mi spieghi dove stiamo andando?» chiese, sbuffando sonoramente. Era seduta da non si sa quante ore dentro a quella macchina e solo Zayn e l’autista sapevano dove stavano andando. Stava riuscendo nel suo intento di non dire a Keyra dove stavano andando. «aspetta e vedrai!» disse Zayn, steso con la testa appoggiata sulle sue gambe, mentre stava su twitter. «ma manca tanto?» chiese, affondando la mano nei suoi capelli. Sapeva che a Zayn dava fastidio, ma era più forte di lei. Lui la guardò male, per quel gesto ma al tempo stesso gli uscì un sospiro perché nel frattempo aveva preso a fargli un massaggio sulla cute. «no, poco!» rispose spiccio, bloccando il cellulare e chiudendo gli occhioni. Rimasero in macchina per altri 40 minuti, poi la macchina si fermò davanti ad una casa. «hai capito?» chiese Zayn, vedendo la casa, per poi girarsi verso di lei, che scuoteva la testa. «mi hai portato in campagna? E non potevi dirmelo?» lo sentì ridacchiare, poi prese i bagagli dietro e andò a bussare alla porta. Quando vide una donna aprire la porta e piangere vedendo il ragazzo, quasi non si sentì male. Oh no! Oh no! Rimase immobile, vicino alla macchina. Li guardò abbracciarsi, poi sentì urla dalla fine della strada. Si girò, e vide una delle sorelle correre verso di Zayn. Li guardò abbracciarsi, con una dolcezza infinita. La donna, dopo essersi asciugata le lacrime, si accorse della ragazza vicino alla macchina. «ah!» disse euforica, spostando di nuovo lo sguardo su Zayn, che sorrise. «pensavo che non sarebbe mai successo, sai?» lo vide sorridere, poi le fece segno di andare da loro. Quando vide che rimaneva immobile, ridacchiò. «che ha?» chiese la madre, preoccupata. «ehm.. diciamo che Keyra non è portata per queste cose!!» la donna si girò verso il figlio, mentre lui si avvicinò alla sua ragazza. «forza, non ti mangia!» lo guardò un po’ impaurita, e lui si mise a ridere, staccandola dalla macchina e facendola camminare verso la donna. La vide sorridere, e si bloccò di fronte a lei, rossa come un pomodoro. Si girò verso Zayn, che annuì con un sorriso, poi tornò a guardare la donna. Sbatté le ciglia, e la donna fece un sorriso. «Mamma, conosci Keyra, no?» la donna annuì. «la tua manager e la tua ragazza a quelle parole divenne di un rosso cianotico, tanto che entrambi risero alla sua faccia. Di nuovo guardò Zayn, con un grande punto interrogativo disegnato in viso. «Sapeva di noi praticamente da quando ci siamo messi insieme.» Oh, ma che vergogna. Guardò la donna con timidezza. Sorrise a Safaa, una delle tre sorelle di Zayn e poi entrarono dentro casa. Zayn si buttò sul divano, passandosi una mano sul viso. Keyra invece rimase in piedi, nel panico più totale. «dove sono Doniya e Waliyha??» chiese Zayn, parlando con sua madre ma guardando Keyra e indicandole il divano. Scosse la testa e lui sbuffando si alzò, la prese per mano e la mora con un gesto veloce si tolse da quella presa, per poi sedersi dove diceva lui. Rimase immobile, a guardarlo male finché non tornò sua madre. «Doniya sta riposando. Ha fatto la notte ed è tornata tre ore fa. Ma direi che puoi svegliarla. Waliyha invece è a scuola, ancora!» spiegò, sorridendo a Keyra che rispose con un sorriso tutto tirato. «volete del caffè?» il moro annuì e poi la donna si girò verso Keyra. «tu?» annuì anche lei, facendola ridere. «sentirò mai la tua voce?» Zayn rise, lei divenne rossa. «tranquilla mamma! Appena si riprenderà dalle sue urla interiori perché non ha capito che la stavo portando a casa, tornerà se stessa!» ridacchiarono, mentre lei guardava male, molto male Zayn. «ma avrà da bestemmiare ancora per molto. Perché ancora non le ho detto che dormiremo qui!» sbiancò, e si girò a guardarlo di nuovo. La donna, vedendo la sua faccia si fece una sana risata. La donna tornò in cucina e Keyra indicò la porta della cucina. «sei serio?» annuì. «dimmi che avrò una stanza tutta per me, ti prego!» scosse la testa. «Al diavolo Malik!» si fece una risata, poi la prese per mano. «d..dove mi porti?» chiese, ansiosa. Lui continuò a ridere. «andiamo a svegliare Doniya. E stai tranquilla. Nessuno vuole mangiarti! Mia madre pensava che non ti avrei mai portato a casa.» lo guardò male, e passò per prima dopo un gesto di Zayn. Salendo le scale le diede una pizza sul sedere a cui lei rispose con un ringhio. Alla fine delle scale lo fece passare avanti e lo vide dirigersi verso una stanza. Entrò, e lei rimase sulla porta. Doniya, era l’unica che non aveva conosciuto quasi un anno prima, visto che non era andata al raduno delle famiglie dei ragazzi. Forse per lavoro o forse per altro, Keyra dopo aver saputo quanto Zayn era attaccato a sua sorella, non si era mai fatta trovare nei paragi quando Doniya andava a trovare suo fratello. Aveva una gran fottuta paura.
Sua sorella più grande dormiva beatamente, ma quando Zayn la scosse e lei aprì gli occhi, sbottò a piangere per poi abbracciarlo. Sorrise da quella scena. Vedere Zayn essere abbracciato da persone le faceva tanto strano, anche se sapeva che era la sua famiglia. Da quello che sapeva Zayn aveva più rapporto con Doniya, la sorella più grande. Li guardò, con dolcezza, soprattutto perché Zayn le accarezzava i capelli delicatamente, sussurrandole cose all’orecchio. Era dolcissimo.
Quando Doniya si staccò da Zayn, si passò una mano sugli occhi truccati, sbavandoli ancora di più. Zayn si girò a guardarla e Keyra gli sorrise con dolcezza. La sorella se ne accorse e girandosi rimase seduta a guardarla in modo freddo. Perse subito il sorriso. Eccolo lì lo sguardo che si aspettava di vedere. Bene così. «non guardarla così, Doniya! Respira Keyra!» riprese a respirare, perché Zayn aveva ragione. Aveva smesso di respirare per quello sguardo. Le uscì uno sbuffo, per aver deciso di ritornare a respirare. La ragazza spostò le coperte e si alzò. Si presentarono, ma fu molto glaciale come presentazione. Quando scesero di nuovo di sotto, Zayn le accarezzò la schiena e lei si girò a guardarlo nel panico. Si misero seduti tutti sul divano, la sorella più piccola invece se ne stava davanti al televisore, a guardare chissà quale programma. Si bloccò a guardarla, pur di non guardare l’altra. Sentendosi osservata Safaa si girò e le sorrise, e Keyra ricambiò. Patricia portò i caffè con alcune fette di ciambellone! «si è ripresa?» chiese la madre e Keyra tornò a spostare lo sguardo su di lei, sorridendo. Ridacchiò e scosse la testa. «no, ne avrà per molto! Forse riuscirà a parlare dopo che ci saremo scannati in camera!» gli diede una gomitata a cui lui rispose con un sorriso. «è vero, tu mi strilli sempre!» alzò gli occhi al cielo. «certo, fammi passare anche per la cattiva di turno!» La madre sorrise. «ma hai una voce deliziosa!» e divenne di nuovo rossa peperone. «mamma!! Ce la sto mettendo tutta per farla parlare, ma più tu fai complimenti e meno lei parla! Non dirlo a lei, dillo a me quando Keyra non c’è!» risero, Keyra invece divenne ancora più rossa. Alzando lo sguardo si accorse che la sorella ancora la guardava male. Rispose con altrettanto astio, poi guardò la donna che aveva messo al mondo il suo ragazzo. Li ascoltò chiacchierare su come andava la vita al ragazzo, mentre bevevano il caffè. Doniya tornò a dormire mezz’ora dopo, non prima di averle lanciato un altro sguardo freddo. Appena la sorella fu andata via, Keyra si rilassò, appoggiandosi addirittura allo schienale del divano. Zayn le passò il braccio sulle spalle, sorridendole e lei ricambiò. Sentirono un singhiozzo arrivare dalla madre e si girarono ad occhi sbarrati. «finalmente sei felice!» quella volta fu Zayn ad arrossire. «mamma, per favore!» disse, con un sorriso timido. «scusa.. scusa!» si asciugò gli occhioni castani uguali a quelli del figlio, poi Zayn si girò a guardarla alzando gli occhi al cielo. Rimasero a chiacchierare per un oretta, poi il moro disse che andavano in camera a disfare le valigie.
 
 
«devo parlarti!» entrò Doniya in camera mentre Keyra e Zayn se ne stavano sul letto abbracciati. La mora stava leggendo un libro, appoggiata a Zayn che si era appoggiato allo schienale del letto e si guardava un film sul computer. Con il braccio cingeva le spalle di Keyra, e con la mano del braccio con cui la stringeva, giocava con un suo ricciolo. Aveva le cuffiette quindi non sentì sua sorella. Se ne tolse una, e la guardò. «cosa?» chiese. Guardarono entrambi la sorella che li guardava quasi schifati. «ti devo parlare, puoi venire un secondo di là?» sbuffando tolse le cuffiette, poi Keyra si spostò per farlo muovere e si riappoggiò allo schienale del letto. Guardò Zayn uscire e ritornò a leggere. Nemmeno due minuti dopo, udì delle urla. «CHE COSA?!» la voce incazzata di Zayn tuonò per tutta la villa. «STAI SCHERZANDO VERO?» silenzio. «QUELLA TI STA USANDO SOLAMENTE PERCHE’ FAI PARTE DEI ONE DIRECTION! MA NON LO CAPISCI?» per “quella” intendeva lei, ovviamente. «CONOSCO KEYRA DA PRIMA CHE DIVENTASSI FAMOSO, DONIYA! ERAVAMO GIA’ ANDATI A LETTO INSIEME, CI PIACEVAMO GIA’ ANCORA PRIMA CHE MI POTESSE PASSARE PER IL CERVELLO DI ANDARE A X FACTOR!» chiuse il libro e si mise seduta sul letto. «NON TI MERITA, ZAYN!» le vennero le lacrime agli occhi. «NON OSARE DIRMI CHI MI MERITA E CHI NO, DONIYA! VOGLIO BENE A KEYRA E TU DEVI ACCETTARLO!» strillò, davvero incazzato. Non aveva mai sentito Zayn urlare così con forza. « HAI 19 ANNI ZAYN! COME HAI POTUTO PENSARE DI PORTARLA A CASA? HAI PENSATO A MAMMA? SE VI LASCIATE SAI QUANTO CI STARA’ MALE?» no, non poteva ascoltare più di quello. Si avviò all’armadio. «MAMMA SA PERFETTAMENTE CHE IO SONO FELICE CON KEYRA! E SA BENISSIMO CHE KEYRA NON MI STA USANDO! A QUANTO PARE SEI L’UNICA CHE NON L’HA CAPITO!» sbottò e lei cercò una felpa dentro all’armadio. «MA TU TI SEI BEVUTO IL CERVELLO, ZAYN DA TUTTE QUELLE CURVE! NON HA CERVELLO, SARA’ UNA PUTTANELLA DA QUATTRO SOLDI.» alzò incredula gli occhi sulla porta. Non poté udirlo, ma Zayn le diede un schiaffo che non si sarebbe dimenticata neanche dopo anni. «MA..» le veniva da piangere. «NO, ADESSO TU MI ASCOLTI, DONIYA! TU SAI CHE IO TI ADORO, MA VENIRE DA ME A DIRMI CHE LA MIA RAGAZZA E’ UNA PUTTANA, SCUSAMI TANTO MA NON LO ACCETTO! MAMMA CI HA SEMPRE INSEGNATO DI CONOSCERE PRIMA DI GIUDICARE! INOLTRE, NON OSARE MAI PIU’ METTERE IN DISCUSSIONE UNA MIA DECISIONE! NON TI PIACE KEYRA, BENE! MA NON E’ UN PROBLEMA MIO, NE SUO, PERCHE’ E’ DOLCISSIMA SE SOLO TI LASCIASSI ANDARE DA QUESTA GELOSIA DA SORELLA MAGGIORE!» indossò le cuffiette, mise la musica a palla e indossò la felpa nello stesso momento che Zayn ritornava in camera, sbattendo così potentemente la porta da farla tremare nei cardini. Keyra saltò come un petardo, perché la udì anche sopra la musica a cannone. «Zayn?» doveva trattenersi, almeno di fronte a lui. Si tolse le cuffiette, guardandolo a bocca aperta. «dove stai andando?» chiese incazzoso a denti stretti. «mi vado a fare una passeggiata. Volevo fumarmi una sigaretta e ho visto un negozietto interessante oggi.» si brava, continua così. «ok!» disse solamente quello, mentre la scrutava attentamente. Lo lasciò fare, mentre sapeva che quell’esame visivo serviva a Zayn per capire che non aveva sentito neanche una parola di quello che avevano urlato. Quando si rese conto che non c’era traccia di dolore sul viso di Keyra, sospirò. La ragazza si avvicinò, sorridendo fintamente felice. «ti serve qualcosa?» chiese, alzandosi sulle punte e comportandosi normalmente come si comportava di solito. Gli diede un bacio a stampo poi si staccò ma Zayn le si buttò praticamente addosso, dandole un bacio con forza a cui lei rispose con altrettanta passione. «no, sto bene! Ci vediamo dopo! Se hai problemi, chiama!» annuì e gli sorrise, per poi uscire dalla stanza. Altri due secondi, Keyra. E poi potrai piangere. Si affacciò in cucina, e vide la donna seduta al tavolo. «ehm.. io sto uscendo. Le serve qualcosa?» Patricia alzò lo sguardo e vedendo Keyra, la scrutò. Altro esame, a cui sorrise tranquilla. Ma gli occhi la tradirono. Già erano umidi più del solito. «no grazie! Buona passeggiata!» si sorrisero poi Keyra quasi volò verso la porta d’ingresso, richiudendosela alle spalle. Si rimise le cuffiette, alzò al massimo la musica e cominciò a camminare spedita verso chissà dove. Appena girò l’angolo, le lacrime inondarono i suoi occhioni. Si dovette appoggiare ad un muro poco dopo, perché non vedeva più la strada. Ok, era raro che Keyra piangesse. Era davvero raro, ma quando cominciava le veniva giù anche gesù cristo. Sentirsi dire che usava Zayn era già abbastanza pesante, ma quando aveva sentito dire di lei che era una puttanella l’aveva distrutta. Ok, Zayn l’aveva difesa ma sentirsi dire che eri una puttana solo perché indossavi un jeans e dei tacchi con una maglietta un po’ più scollata del solito, era davvero troppo. Era sua sorella, l’aveva capito che era gelosa del fratello ma era proprio di quello che aveva paura Keyra. Del giudizio della famiglia di Zayn. Per quello non aveva mai voluto incontrare la famiglia. L’unico maschio, era normale che fossero gelose di lui. Si portò una mano al viso, nascondendo gli occhi pieni di lacrime.
 
 
La madre entrò in camera del figlio, trovandolo seduto sul letto con un libro in mano. «cosa stai facendo?» chiese la donna, preoccupata. «si è dimenticata di mettere il segno. Si arrabbia quando non trova il segno.» sussurrò, come un automa. La donna si sedé vicino a figlio, bloccando il suo gesto. «valla a cercare!» sussurrò, con un sorriso e Zayn si girò a guardarla con un espressione che sapeva voleva dire che non stava capendo. «fa meno due gradi di fuori, Zayn! Qualsiasi scusa ha usato per uscire da qui, non porta una persona ad uscire con questo freddo!» gli occhioni del figlio si allargarono. «mi è parso di sentirti urlare che le vuoi bene! Ma non ti sei accorto che dietro a quello sguardo sicuro, c’era una nuova ferita.» il moro ci pensò su, poi con un “dannazione” lanciò il libro dove capitava e uscì correndo fuori dalla stanza. Sorrise, vedendo suo figlio così. Non l’aveva mai visto così preoccupato. Con un sorriso si alzò, contenta che finalmente il suo ragazzo fosse davvero felice e si diresse nella stanza della sua figlia maggiore. Si chiuse la porta alle spalle, e guardò la schiena di sua figlia. «hai esagerato! Pretendo che quando Keyra rientrerà in questa casa, tu ti scusi con lei.» tono sicuro, ferma sulla porta. «non ci penso proprio!» esclamò Doniya, appoggiata alla finestra dove poco prima aveva visto Zayn uscire a maniche corte, meno di dieci minuti dopo di Keyra. «non era una richiesta, era un ordine! Si è sempre preoccupato per noi, ha sempre messo noi davanti a tutti. Ora è il momento per lui di essere felice e tu gli stai intralciando la strada! Non mi interessa se sei gelosa di tuo fratello, se ti senti tradita da lui. Zayn è felice, tu devi accettare la sua felicità volendolo o no! Quindi, preparati un discorso, scrivi una lettera, fai un cartellone ma quando quei due ragazzi rientreranno in casa, tu sarai sulla porta a porgere le tue scuse!» non le diede neanche il tempo di rispondere, perché uscì e si diresse di nuovo in cucina. Zayn invece camminava velocemente per le strade della sua città natale. Che stupido, che stupido che era stato ad non accorgersi che Keyra stava soffrendo e che aveva sentito tutto. La trovò poco dopo, a meno di cinque minuti da casa sua, appoggiata ancora al muro dove si era fermata appena si era accorta che non vedeva più la strada. Le andò davanti e vedendola così si sentì il cuore stringere in una morsa che faceva dannatamente male. Le braccia nude si mossero da sole, e l’abbracciarono. La sentì irrigidirsi, ma si lasciò andare, affondando la faccia nella sua maglietta e le mani che stringevano la parte dietro della maglietta. «scusami! Scusami, scusami scusami!» le sussurrò all’orecchio, cullandola dolcemente. Non rispose, ma se l’aspettava che non avrebbe risposto. Non doveva rispondere. Rimasero in silenzio per alcuni minuti, Keyra cercava in tutti i modi di smettere di piangere ma quando cominciava era impossibile smettere. E Zayn si stava cominciando a preoccupare. Non aveva mai visto Keyra piangere. Si, so cosa state pensando. Che l’aveva vista piangere. Ma piangere di felicità è una cosa, piangere di tristezza è un’altra. Sono due pianti totalmente differenti. I singhiozzi erano diversi, i lacrimoni erano diversi.
Era forte, non si spezzava mai quella ragazza. Potevi dirle qualsiasi cosa, ma non avresti mai visto le lacrime uscire dai suoi splendidi occhi. Solo quel giorno Zayn capì che la sua ragazza era umana, e che non era mai stata così bella. Lì, tra le sue braccia, a piangere come mai in vita sua. Si era piegata, ma era sicuro che non si era spezzata. In un modo o nell’altro tornava sempre quella di prima. Solo lei sapeva come faceva. E per questo capì che non le voleva bene. L’amava, punto. Quante volte aveva pensato di amarla? E quanto si stava rendendo conto che in fondo solo in quel momento si era accorto quanto davvero l’amasse? Non sapeva quale scrittore, ma una volta aveva letto un qualcosa che diceva: “ti renderai di essere innamorato della tua ragazza quando quest’ultima sta piangendo per te!” Lo capì solo in quel momento, anche se quando se lo disse nel cervello, il suo cuore rispose con un “lo sapevo già”. Affondò la faccia nei suoi capelli, baciandoli delicatamente. Aveva smesso di singhiozzare, finalmente. Si asciugava gli occhioni castani ancora con la faccia nel suo petto, come se non volesse farsi vedere da lui. Poi tornava ad affondare la faccia ancora di più e a stringerlo a sé. Che tenerezza che gli faceva. «mi dispiace!» ripeté per la centesima volta. «va tutto bene!» rispose lei, due minuti dopo con la voce rotta dal pianto appena fatto. Si allontanò e lei tenne costantemente la testa abbassata. «Keyra, guardami!» la vide scuotere la testa. No, non gli avrebbe permesso di vederla piangere. Le prese delicatamente il viso tra le mani e si fece guardare, ma lei spostò lo sguardo altrove pur di non guardare quegli occhioni castani che sicuramente erano pieni di pietà. La scosse un po’ per il viso, per farsi guardare. «guardami Keyra!» un'altra scossa, poi finalmente incontrò il suo sguardo. «ti amo!» respiro mozzato, occhi fuori dalle orbite, e a Zayn gli uscì un sorriso. Forse sua madre non aveva poi così ragione. La conosceva eccome Keyra, su tutto, ma non sul pianto. Era una brava attrice, ma su alcune cose la conosceva eccome. Sorrise, scuotendola lentamente. «respira!» e lo fece davvero. Il rosso sulle guance però non diminuì. «ascoltami bene, perché non ripeterò più queste cose..» la vide annuire. «può dire quello che vuole, quella cretina! Ma è gelosa. Gelosa che hai le mie attenzioni su di te, e non più su di loro. Naturalmente è stupido come ragionamento, perché amo te diversamente da come amo loro. Loro sono la mia famiglia, tu la mia ragazza. Siete la mia vita» e si sciolse, tanto che la dovette tenere perché le cedettero le gambe. «se non ti accetta sa benissimo che ho il coraggio di non presentarmi più a casa! Sei parte della mia vita adesso, e so che lei non ce la farebbe a non sentirmi. La conosco! E’ solo gelosia, gelosia morbosa inutile, perché amo tutte allo stesso modo!» la vide deglutire, mentre scivolava con lo sguardo sul suo collo. «mi dispiace, mi dispiace che ti ha fatto piangere! Mi dispiace se hai sofferto per le parole che ha urlato per la rabbia. Ma non è come dice lei, e tu devi saperlo!» la vide annuire, la scosse ancora e lei tornò a guardarlo. Si alzò sulle punte e lo baciò dolcemente, e lui ricambiò con estrema dolcezza. «stai bene?» annuì. «sinceramente!» la guardò, e sorrise vedendola incerta. «torniamo a casa! Sennò ti prendi un raffreddore micidiale.» disse, con un sorriso facendo due passi ma lei lo bloccò. Si girò a guardarla, e la vide quasi nel panico. «va tutto bene, Keyra! Nessuno è arrabbiato con te, se non lei. E se serve ce ne ritorniamo a casa all’istante, se vedo che continua a comportarsi come una perfetta imbecille.» disse, e la vide sorridere. Finalmente! Eccola la sua Keyra. Lei gli si buttò completamente addosso, abbracciandolo. «Zayn!» parlava, un buon segno. «mhm?» brontolò, con le labbra appoggiate sui suoi capelli, mentre glieli accarezzava. «ti amo anche io!» sorrise, stringendola di più a sé, con estrema dolcezza come se fra le sue braccia ci fosse una reliquia. «grazie!» sussurrò ancora Keyra, e dopo un bacio veloce tornarono verso casa, abbracciati. Per tutto il tragitto Zayn se la tenne al fianco, piegato leggermente per arrivare al suo orecchio e le sussurrava cose sia dolci sia maliziose e lei se la rideva allegramente, nascosta sotto il suo braccio. Quando entrarono in casa, sua madre uscì dalla cucina, preoccupata. Quando li vide salire sulla scala, abbracciati e che si sussurravano chissà che cosa, sorrise. Per fortuna quella cosa non aveva portato problemi tra loro. Dopo neanche due ore, Zayn scese in cucina per la cena. Tutte erano lì, sedute a tavola. Si mise seduto, senza mai alzare lo sguardo dal suo piatto. «non scende?» chiese sua madre, preoccupata. «si è addormentata! Quando piange le viene il mal di testa! E cura il mal di testa addormentandosi» tutto questo lo disse guardando sua sorella, anche se era con la testa piegata. Le due sorelle più piccole erano troppo occupate a guardare la televisione per parlare e capire cosa era successo. «povera ragazza!» sussurrò sua madre. «già. Soprattutto perché è impossibile far piangere Keyra! Neanche io ci sono mai riuscito, e con lei per un periodo mi ci sono proprio comportato da stronzo!» rispose a sua madre, tagliando il suo pollo. «in effetti ce l’ha la faccia da dura!! Raccontami qualcosa di lei..» alzò lo sguardo dal piatto. Sapeva che sua madre faceva quello per far capire a Doniya che non era come pensava. «è stata adottata, appena è nata! Sua madre si è fatta risentire ma non le ha voluto parlare perché per lei la sua famiglia è la famiglia Smith, quella adottiva. Ha due fratelli e una sorella più grande. Un caratterino niente male. Competitiva, sempre con la battuta pronta, simpatica ma al tempo stesso intelligente e saccente. Vuole sempre aver ragione lei, e sai quanto comporta questo nel mio carattere vero?» la vide annuire, ridacchiando. «bisticciamo spesso, ma più che bisticciare ci divertiamo. Io mi diverto a stuzzicarla, lei si diverte a rispondere. Di litigate vere e proprie ce ne sono state al massimo tre, ma abbiamo fatto pace poco dopo! E’ impossibile spiegarla, perché è davvero troppo, per un corpicino così. Sembra piccola, ma non sai quante cose tiene dentro e non lo da a vedere.» la donna sorrise, curiosa e annuì come ad incitarlo ad andare avanti. Prese un altro pezzo di pollo, sorseggiò un po’ di acqua poi tornò a guardare sua madre. «A volte mi domando come una ragazza del genere riesca a stare con me. E’ davvero molto curioso. Lei è molto timida, lo hai notato! La metti al centro dell’attenzione ed entra nel panico. Ha avuto un’esperienza da piccola che l’ha traumatizzata e da quel momento non riesce a stare al centro dell’attenzione senza entrare nel panico.» Patricia lo guardò curioso, lui perse interesse nel cibo. «ok, te lo sto per raccontare ma se solo le dici qualcosa mi metti in brutti casini!» la donna annuì, poi controllò sua sorella che mangiava a testa bassa e si controllò alle spalle, per vedere se magari Keyra era scesa. Tornò a guardare sua madre e si avvicinò a lei con il corpo. Raccontò quello che era successo a Keyra da piccola, mentre sua madre mangiava senza staccare gli occhi dal figlio, con gli occhi leggermente allargati dall’incredulità. «quella cosa l’ha segnata tanto che adesso non riesce a stare sotto allo sguardo della gente perché si sente giudicata. Entra nel panico vero, mamma! Respira male, va in iperventilazione e suda freddo! Le interrogazioni a scuola per lei sono un dramma. Capisci?» la vide annuire. «non ho saputo questa cosa fino a pochi mesi fa. Non ne sapevo nulla. E al tempo stesso sono venuto a sapere che ha la fobia per gli uomini. Quando cammina ed è da sola, si guarda alle spalle, si controlla intorno che non c’è nessun uomo nei paragi. Se vede che nella strada dove sta camminando, c’è un altro uomo e magari sono solo loro due, comincia a sudare freddo.. E’ terrorizzata dal sesso maschile, ma non lo da a vedere! Questo ha portato un certo distaccamento dal sesso maschile, anche se in fondo le piace! Non si fida degli uomini, non si è fidata di me. Non me ne stupisco assolutamente.» prese un altro goccio d’acqua. «prima di metterci insieme siamo stati ehm.. amici di letto, per modo di dire! Non voleva essere nient’altro per me. Provavamo entrambi qualcosa, ma non aveva intenzione di ammetterlo. E poi è arrivato il mio successo che ha peggiorato la cosa. Quando ci siamo rincontrati abbiamo continuato ad essere amici di letto, ma quando le ho fatto capire che volevo qualcosa di più, si è fatta forza. Prova ad immaginare quanto è difficile per lei stare al mio fianco! Per questo oggi era così agitata di fronte a te.. Diciamo che ha paura del giudizio degli altri» tornò a guardare sua sorella, che finalmente aveva alzato la testa. «e tu.. e tu sei riuscita a far piangere Keyra, che dopo quasi tre anni non avevo mai.. mai visto piangere!» la vide aprire la bocca. «no, non voglio le tue scuse. Se devi farmi delle scuse, non farle a me ma vai a farle a lei! Tu non sai che danno le hai appena fatto. Si sente sempre giudicata da tutti, e tu le hai appena spiattellato in faccia che è una puttana, quando non la conoscevi neanche! Ora capisci cosa hai fatto oggi a Keyra?» la vide annuire. «mi dispiace..» disse sottovoce. «ripeto, non devi dare le tue scuse a me, ma a lei! Fatto sta che a me, delle tue scuse poco mi interessa. Quello che hai fatto oggi ha superato qualsiasi altra cazzata tu abbia mai fatto. Oggi ti sei proprio comportata da bambina! Safaa è stata molto più donna di te, oggi!» indicò l’altra sorella che neanche se lo stava filando. Tornò a guardare sua madre. «e come è finita a diventare vostro manager?» lo vide sorridere. «ah beh.. E’ nostra fan da x Factor. Ci ha seguito tutto il tempo, poi si è occupata dei video fatti in casa, della nostra pagina FB e di twitter. Poi Paul si è accorto di quanto è geniale e l’ha presa a lavorare per noi! Da quando lei è al nostro fianco, ti assicuro che abbiamo raddoppiato le fan! Si mette nei loro panni, è una fan-manager perfetta!» la donna rise. Si alzò, prese un piatto e mise dentro un po’ di pollo con delle patate. «vado a vedere se vuole mangiare un po’!» e senza aggiungere altro se ne tornò in camera dove Keyra se la dormiva beatamente.
 
 
Oh mamma che caldo. Cercò di uscire da quell’intruglio di gambe e braccia e alla fine ci riuscì senza svegliare Zayn che dormiva al suo fianco. Mamma quant’era bello. Si avvicinò e gli lasciò un bacio a stampo, a cui lui rispose anche se stava dormendo. Sorrise e ricordò come l’aveva stretta a se per tutta la notte. Si alzò, mettendosi una felpa per il freddo che faceva fuori e aprendo piano la porta uscì, per richiuderla delicatamente. La casa era silenziosa, segno che tutti dormivano. Scese in cucina e vide la teiera del tea, così decise di farsi un tea, al volo. Cercando di fare il più piano possibile, mise l’acqua nella teiera e poi la mise sul fuoco. Quando lo stava accendendo sentì «ciao!» detto da una voce femminile, sbucandole di dietro, facendola saltare dalla paura. Ridacchiò nervosamente e si girò a guardarla. «mi scusi, non la volevo svegliare!» la vide scuotere la testa. «nono, ero sveglia!» ammise la donna, guardandola con dolcezza. «lascia, faccio io!» annuì e timidamente si tolse, andandosi ad appoggiare sul tavolo della cucina. La guardò lavorare, in silenzio. «hai fame?» scosse la testa. «no perché un uccellino mi ha detto che sei golosa di cioccolato. E qui ho dei biscotti fatti oggi pomeriggio, che sono al cioccolato!» le si illuminarono gli occhi, e Patricia sorrise. Li prese e li mise sul tavolo. «dai siediti, non ti uccido promesso!» arrossendo si mise seduta, e si cominciò a torturare le mani. «come lo vuoi? Con o senza il latte?» Keyra arrossì. «veramente se ha un po’ di limone sarebbe meglio!» la donna la guardò incuriosita. «limone? Certo! Ma dammi del tu, ti prego!» la sentì ridacchiare. «ci proverò, ma non le.. ti assicuro nulla!» la donna rise, sottovoce. Mise il limone sul tavolo e cominciò ad apparecchiare. Crollò il silenzio, Keyra si sentiva troppo in quel silenzio. Si alzò le maniche, si grattò la fronte, fece di tutto pur di non pensare a quel silenzio. «bel tatuaggio!» la guardò disorientata, e la donna indicò il suo tatuaggio al polso. Sorrise, e lo accarezzò. «grazie. Mi serve come incitamento!» ammise, e la donna la guardò curiosa. «diciamo che tutti i miei tatuaggi hanno un vero significato, e non sono fatti così per essere fatti.» ancora più curiosa, si ritrovò a sorridere. «questo è stato il primo che ho fatto.» Ammise e patricia parlò. «ne hai altri?» Annuì. «questo, due ali dietro al collo e una frase sul costato. Il segno dell'infinito..» unì le mani e Patricia la guardò divertita. La donna si sedette di fronte a lei, aspettando il tè. «quello per te cosa significa?» domandò indicando quello sul polso, curiosa. Lo guardò e lo accarezzò ancora. «mi serve da incoraggiamento quando ne ho bisogno. Molto spesso mi ritrovo giù di morale, lui mi fa ricordare di essere forte, e che c’è gente nel mondo che sta peggio di me!» spiegò, e si sorrisero. «Quello dietro il collo me lo sono fatto quando i miei nonni sono morti. Mi ricorda che c’è sempre qualcuno a sorvegliare su di me. Che se anche non li vedo, loro ci sono..» la vide sorridere. «già..» sorrise. «e il terzo è una frase di una canzone di John lennon! “puoi dire di me che sono una sognatrice”» Patricia rise. «sei una sognatrice?» annuì, convintissima. «aspettavo il principe azzurro!» la donna si fece una sana risata e lei arrossì. «mi dispiace dirlo, ma non l’hai trovato!» ridacchiarono. «beh, forse non è un principe azzurro, ma nel suo essere è perfetto!» Patricia la guardò, con un sorriso felice. «lo stai dicendo perché è mio figlio?» ridacchiò scuotendo la testa. «Mhm.. no, lo dico perché lo penso! Non sono una persona che dice cose non vere.» spiegò e la donna sorrise a trentadue denti. «grazie!» fu il suo momento di guardarla con curiosità. «E’ la gioia di ogni mamma vedere il proprio bambino felice. E lui lo è, con te!» arrossì e Patricia rise. «ora capisco perché gli piaci tanto. Quel colorito sulle tue guancie è delizioso!» e giù di lì, con altro rosso sulle sue guance. La donna si alzò a prendere l’acqua ormai che bolliva, e la versò dentro la tazza. La guardò mettere il tè e poi il limone. «quasi quasi ci provo anche io! Tè italiano, vero?» annuì. «si, mi piace di più.» ammise e Keyra si allungò per mettere del limone nel suo tè. Misero lo zucchero e fecero cin cin con le tazze. Se la rise quando la vide fare una smorfia, appena lo assaggiò. «wow.. è forte!» le fece un occhiolino, poi spinse verso Keyra il vassoio di biscotti. Mosse le mani, indecisa su quale prendere. «quello mi sembra che ha molto più cioccolato!» disse la donna, indicandolo. Tutti erano al cioccolato e si ritrovò a sorridere. La chiacchierata andò avanti, si presero due tazze di tea mentre si conoscevano. Sentì dei rumori al piano di sopra e poco dopo qualcuno scese in cucina. Le uscì un “cazzo” poco fino quando un uomo, alto una chilometrata e troppo ve lo dico troppo uguale a Zayn, si fermò sulla porta, mezzo assonnato. Ok, sapeva che Malik aveva un padre, ma porca miseria era identico a lui. Cioè Zayn era identico al padre. Era quasi inquietante come cosa. Entrambe le volte che aveva visto la madre di Zayn, il padre era sempre rimasto in Inghilterra. «tranquilla. Non ti mangerà!» il tono era super dolce. «No, veramente non ho paura. Sono identici!» scoppiarono a ridere mentre Tricia si girava verso l’uomo. «Buongiorno Yaseer!» Disse Patricia, con un sorriso. L’uomo la guardava con curiosità. «Giorno!» pure il tono scazzato era uguale. Keyra lo guardava incredula. «Si sta innamorando di te!» disse la donna all’uomo, facendolo sorridere. Ecco, pure il sorriso era uguale. Ma qualcosa della madre, Zayn l’aveva preso? Scosse la testa e chiuse la bocca aperta precedentemente perché era incredula. «me ne basta uno di Malik, lo ammetto.» risero tutti e tre mentre Patricia preparava il caffè al marito, che si sedeva di fronte a lei, porgendole la mano. «E’ un piacere conoscerti. Keyra, giusto?» annuì ma divenne di un colore cianotico che fece sorridere Patricia. Pronto il caffè, l’uomo lo mandò giù velocemente, diede un bacio alla moglie e uscì per andare a lavorare.
Quando si alzarono anche loro, per andare finalmente a dormire, salirono al piano di sopra. «grazie!» si girò a guardare la donna, curiosa. «per la chiacchierata. Che ne dici se ci rivediamo domani alla stessa ora in cucina?!» rise, sottovoce. «ok, sarò quella in bianco!» scherzò, come se si erano appena date appuntamento in chiesa per sposarsi. Risero e dopo essersi date la buonanotte Keyra scivolò di nuovo nella camera di Zayn, per poi buttarsi nel letto. Zayn, sentendo del movimento sul letto aprì gli occhi. «dove sei stata?» chiese, curioso. «a tradirti! C’era un biondino qua fuori che mi chiamava con la sua voce sexy e..» rise quando Zayn le tappò la bocca con un bacio. «stupido Malik!» disse sottovoce, e si accoccolò al suo fianco, e lui la strinse a sé. Mentre Zayn si riaddormentava, coccolato da Keyra, quest’ultima cominciò a pensare a quella giornata. Aveva conosciuto i genitori di Malik – il padre davvero un bell’uomo – e dopo un casino micidiale Zayn le aveva detto che l’amava. Solo in quel momento, nel letto con lui si rese conto della cosa. Oh mamma. Le aveva detto che l’amava. Lui. L’amava. Era.. non riusciva neanche a descrivere cosa stava provando. Zayn l’amava. Continuava a ripeterselo nel cervello, davvero incredula, mentre il cuore batteva così tanto forte che era sicura che Zayn lo potesse sentire. Sospirò, cercando di ritornare padrona delle sue emozioni, ma non vi riuscì. Era troppo.. strano. Forse da una parte di se stessa lo sapeva che Zayn l’amava, ma un conto è saperlo, un conto è sentirselo dire. E anche lei gli aveva detto che lo amava. Lo sapeva? Sapeva che l’amava ancora prima di dirglielo? No, non sapeva di amare Zayn.. o forse si. Bah, strano forte il suo cervello! Socchiuse gli occhi e cercò di tornare a dormire. Con ben pochi risultati. 

Eccolo. E' arrivato anche lui. Boh, sono le 2 io ho sonno, tanto sonno, quindi non so che dire. Nel mio profilo di EFP trovate i diversi contatti dove mi potete trovare. Twitter e FB. Per il resto, se vi va di farmi sapere cosa ne pensate, mi fa tanto piacere. Era un capitolo già pronto da mesi, la storia è girata intorno a questo capitolo. Ho dovuto chiedere alla mia amica (xicegirl) se poteva leggerlo perché a me ormai non faceva neanche ne caldo ne freddo. Quindi boh.. fatemi sapere voi cosa ne pensate (: ♥ Domani mattina risponderò alle recensioni. Promesso. Vi amo! ♥

   
 
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