Quella notte non riuscivo a prendere sonno. Troppi erano i pensieri che mi affollavano la testa. Le sue mani che sfioravano il mio viso,quel sorriso meraviglioso. Guardai l’orologio sul comodino. Segnava le 23.00. Solo poche ore e l’avrei rivisto l’indomani sul pullman. Solo a quel pensiero,presi sonno e mi addormentai.
La sveglia suonò,risvegliandomi dal sonno. Mi preparai in fretta,indossando un paio di jeans e una maxi maglia e truccandomi gli occhi con la matita nera e un tocco di mascara. Ero eccitata all’idea di rivederlo. Tra noi le cose sarebbero cambiate dopo ciò che era successo ieri?
Dopo aver inghiottito la colazione,uscii di casa e mi diressi alla fermata dell’autobus. Il vento mi sferzava i capelli,rabbrividii dal freddo. Il pullman arrivò e io salii. La prossima fermata era la sua. Lo vidi in lontananza,ed il cuore cominciò a battere veloce,la portiera si aprì e lui salì. Ero molto imbarazzata,non sapevo davvero cosa fare. Alla fine,con il sorriso sulle labbra lo salutai con un cenno della mano. Lui si fermò un secondo e mi guardò confuso,poi senza pronunciare una parola si andò a sedere nei posti in fondo. Rimasi atterrita. Perché era così indifferente? Trattenni le lacrime,sentendomi il mondo cadere addosso.
Entrai in classe,posai lo zaino sul banchino. Arrivò Rebecca tutta allegra.
-”Buongiorno Emy!” mi disse sorridendo “Andiamo in 3D a vedere se c’è?”
-”No..” risposi,tenendo la testa bassa.
-”Come mai?”
-”Non ne ho voglia..” risposi triste.
-”Sei strana oggi,va tutto bene?” disse preoccupata
-”Si,sono solo stanca..” risposi. La campanella suonò,liberandomi così dalla tortura di mentire. Rebecca si sedette accanto a me,e frugando nella borsa,prese il libro di spagnolo. Entrò il professore,un uomo già di una certa età grassottello e pelato.
-”Buenos Dìas!” ci disse,con uno strano sorriso in volto.
-”Ma cos’ha oggi?” mi disse Rebecca sussurrando
-”Boh..” risposi “forse si sarà trovato una ragazza..”
-”Ma chi lo vuole?” disse ridendo e per un momento ritrovai anch’io il sorriso. Nonostante il dolore mi togliesse il respiro. Tre ore dopo suonò la ricreazione e Rebecca mi costrinse a uscire,prendendomi per un braccio.
-”Daii Emy,andiamo! Mi devi accompagnare a prendere la merenda!” esclamò Rebecca.
-”Uff..e va bene..” risposi. Scendemmo le scale per andare al primo piano,dove di solito c’erano le macchinette sempre stracolme di merende. Ma stavolta non fu così.
-”Accidenti,ci tocca scendere al piano terra.” disse Rebecca “Almeno vedrai D no?”
Sentire pronunciare anche solo la sua iniziale mi fece molto male.
-”Si..” riuscii a rispondere,sbuffando. Scendemmo fino al piano terra,già in lontananza riuscivo a distinguere la sua figura. Abbassai lo sguardo. Non appena arrivai alle macchinette,lui si voltò un attimo a guardarmi poi riprese a chiacchierare con i suoi amici. Come se non esistessi.