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Autore: Devon    22/04/2012    1 recensioni
-Dai maschiaccio, non ti eccita l'idea di viaggiare in macchina con Synyster Gates?
Gli lanciai un'occhiataccia. Sapeva che odiavo essere chiamata così.
Che i miei genitori non fossero nelle loro piene facoltà mentali quando decisero il mio nome all'anagrafe era ormai più che palese, ma non era comunque un buon pretesto per prendersi gioco di me.
Molto bene, uno di questi giorni qualcuno organizzerà una congiura nei miei confronti in quanto sto iniziando una terza fanfiction. Ma questa volta ho l'intera trama in mente e so come svilupparla PER INTERO. Non lascerò niente in sospeso, promesso. :3
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando entrai nel locale semi affollato fui avvolta immediatamente da una zaffata di alcol mischiato a non so che altro, ma qualsiasi cosa fosse mi diede il voltastomaco e dovetti trattenere una smorfia di disgusto.
Tuttavia, contrariamente a quanto avessi pensato, non fu difficile trovare Brian, che se ne stava seduto ad un tavolino a versarsi l'ennesimo bicchiere.
Appena lo raggiunsi mi sorrise.
-Come va, maschiaccio? Hai cambiato idea? - chiese, squadrandomi da capo a piedi come se facesse fatica a mettermi bene a fuoco.
-Brian, andiamocene, hai bevuto abbastanza - cercai inutilmente di farlo alzare.
Mi sedetti accanto a lui nel tentativo di persuaderlo a venire con me, ma lui mi circondò le spalle con un braccio e continuò a fare ciò che stava facendo.
Poi si voltò a guardarmi e sorrise di nuovo avvicinandosi e, con molta nonchalance, mi infilò la lingua in bocca, gemendo indecentemente.
Non riuscii a non ricambiare il suo bacio. Accidenti, come fai a resistere a un uomo così?
Ogni volta che lo respingevo si riavvicinava per succhiarmi e mordermi le labbra.

Chissenefrega, scopatelo.
No!
Staccai le mie labbra dalle sue con un lieve schiocco e mi alzai in piedi.
-Adesso si va a casa.
-Non dirmi che sei già stanca - mi guardò maliziosamente.
-Dammi retta Brian, forza.
-Ho capito, vuoi andare in un posto più appartato.
Sospirai.
-Che carina che sei - mi accarezzò una guancia -vuoi restare tutta sola con il tuo Brian. Non preoccuparti, sono tutto tuo stasera.
Arrossii violentemente, portandolo fuori da quel locale e da quella serata che non avrei facilmente dimenticato.

Guidavo con gli occhi fissi sulla strada semi-illuminata davanti a me senza capire più niente. Mi stavo letteralmente cagando sotto dalla paura. Quella paura che ti impedisce di deglutire, di muoverti, di respirare e addirittura di pensare razionalmente. Perché, dal canto mio, non ero più in grado di ragionare. Non che Brian fosse da meno, ma diversamente da me era ubriaco e non sembrava farsene un problema mentre delirava sul sedile.
La luce intensa e la musica proveniente dall'autoradio non facevano che accentuare il mio nervosismo, ma non mi curai di spegnerla.
Mentre "Wicked Game" volgeva al termine, fui costretta a distogliere lo sguardo dalla strada.
Ero così presa dal panico da non aver sentito scattare la cintura di sicurezza del sedile di fronte al mio.
Brian si allungò verso di me e mi salì sopra con nonchalance, impedendomi la visuale.
Mentre cercavo di togliermelo di dosso tra mille proteste, la macchina fece una brusca virata e terminò il suo percorso fuori strada; fortunatamente riuscii a premere il freno appena prima di finire giù da una scarpata.
Sentivo il cuore scoppiarmi nel petto e lo stomaco in subbuglio.
-Ma che cazzo, sei impazzito? - esclamai a squarciagola -Avresti potuto ucciderci tutti e due!
Tuttavia lui non sembrò preoccupato o impaurito quanto me. Sembrava più che altro confuso, ma continuò a guardarmi come se non fosse successo nulla.
-Scusa - si limitò a dire, piatto.
Sospirai. Eravamo avvinghiati l'uno all'altra, con lui che mi schiacciava contro lo schienale morbido del sedile. Il suo alito odorava di Vodka.
Si allungò per darmi un bacio.
Non posso farcela, è fottutamente troppo dolce! Io gli salto add...
Frena, è fidanzato.
-Michelle - dissi, staccandomi a fatica dalla sua bocca.
-No, Michelle può andare a fare in culo. - dichiarò -Lei non mi fa più le coccole e io voglio le coccole.
Mi guardò con i suoi occhi da cucciolo indifeso. Sospirai.
-Dai Devon, fai le coccole a questo micetto bisognoso d'affetto.
Sospirai di nuovo, abbracciandolo e sperando che gli bastasse. Speravo male.

Alla fine ero riuscita a togliermelo di dosso e a guidare fino a casa, cercando disperatamente di restare impassibile mentre mi baciava e mi leccava ovunque. E, fidatevi, non fu per niente facile.
Cercai di non pensare troppo a ciò che era successo, anche perché davo per scontato che il giorno dopo se ne sarebbe scordato del tutto.
Ma il suo sorriso appena uscì dal bagno il mattino successivo mi fece intuire che mi ero sbagliata.

   
 
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