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Autore: Princess Kurenai    22/04/2012    1 recensioni
" Il football americano.
I fattori che permettono di vincere un incontro sono la forza, una buona tattica e, infine, la velocità."

Era stata quella la prima vera lezione sul football americano appresa da Sena Kobayakawa. Doveva ammettere che però, al suo ingresso alla Deimon High School, non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi in uno sport che non rispecchiava assolutamente le sue aspettative scolastiche... eppure dal momento in cui Hiruma l'aveva costretto a prendere il nome di Eyeshield 21, non era più riuscito a fare a meno del football.
[Un po' tutti i personaggi]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Eyeshield 21 ~ Road to…
Titolo del Capitolo: 2th down ~ Come se niente fosse
Fandom: Eyeshield 21
Personaggi: Un po’ tutti [Presenti: Sena Kobayakawa, Suzuna Taki, Riku Kaitan, Taro “Monta” Raimon, Ryokan Kurita, Haruto Sakuraba, Seijuro Shin e vari Original Character]
Genere: Introspettivo, Fluff, Sportivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Het, Yaoi
Conteggio Parole: 2195 (FiumiDiParole)
Note: 1. Lavoro su questa longfic sin da quando ho letto il capitolo finale di Eyeshield 21, ma solo ultimamente sono riuscita a riorganizzare un po’ le idee sui vari tornei che dovrò descrivere, così come le varie storyline dei personaggi… insomma: un vero e proprio casino X°D
2. Per scrivere questa longfic ho pianificato i vari tornei che descriverò per arrivare prima al Koshien Bowl e, successivamente, al Rice Bowl. Spiegare qui il lavoro che ho fatto sarebbe pesante… quindi ho creato una paginetta con la spiegazione del mio lavoro. Spero vi sia utile per capire ciò che metterò per iscritto. La pagina in questione è questa: Eyeshield 21 ~ Road to…
3. Alto contenuto di yaoi – diciamo che la stramaggioranza delle coppie che appariranno nella storia sono coppie omosessuali. Ci saranno anche accenni a coppie het… in ogni caso, se non vi piace lo yaoi non leggete<3
4. Nota sul capitolo corrente. Qui vengono presentati i primi personaggi originali che appariranno di tanto in tanto nella fic<3
5. All’amore della mia vita. Ti amo da morire e mi manchi. Grazie, grazie e ancora grazie di tutto!


{ Eyeshield 21 ~ Road to… ~ -
2th down ~ Come se niente fosse -




Nonostante Sena avesse già frequentato l'università negli Stati Uniti per un intero semestre, non era riuscito a non sentirsi vagamente emozionato all'idea di riprendere gli studi in Giappone insieme ai suoi vecchi compagni delle superiori. Certo, aveva incontrato i suoi amici il giorno prima, ma doveva ammettere che tra la partita e la piccola rimpatriata fatta, non aveva avuto la testa per pensare ai corsi che doveva seguire e al doversi abituare di nuovo ai ritmi giapponesi, così diversi da quelli americani.
Alla fin fine però quel 'fantomatico primo giorno di scuola' era passato velocemente, e in men che non si dica si era ritrovato di nuovo sul campo da football, pronto ad allenarsi.
Salutò subito con un ampio sorriso i suoi amici che lo attendevano, e solo in quell'istante si rese conto che si stava dimenticando di una cosa importante... anche se il giorno prima, tra un tempo e l'altro della partita, aveva tentato di conoscere i membri della squadra, si era subito reso conto di non ricordarsi assolutamente i nomi dei suoi nuovi compagni. Per quel motivo cercò subito di rimediare.
La formazione degli Enma Fires era composta da ventun elementi, e se si tralasciavano i giocatori che già conosceva - ex compagni ed avversari - gli restavano da 'inquadrare' gli altri quattordici elementi... ed ovviamente i primi che riuscirono ad attirare la sua attenzione furono i due gemelli che formavano la linea offensiva.
Non era la prima volta che vedeva una coppia di gemelli. Aveva addirittura anche un esempio molto vicino, Unsui - il quarterback della squadra - e Agon Kongo. Ma a differenza di questi, i Tachibana erano pressoché impossibili da distinguere. Almeno per il momento.
Agli occhi di Sena infatti erano praticamente identici: capelli neri corti ed iridi color nocciola, inoltre erano entrambi alti attorno al metro e ottanta, con la stessa muscolatura. Indistinguibili se non fosse stato per la voce, come gli aveva fatto notare Kurita che li conosceva già da un anno. Secondo il lineman, Daiki Tachibana aveva la voce leggermente più acuta del fratello... ma quando il running back li sentiva parlare non riusciva ancora a scorgere la differenza tra lui e Yuudai.
Si avvicinò ad una soluzione provvisoria quando li vide indossare le loro maglie. A detta degli appunti di Suzuna, che aveva scelto di diventare la manager della squadra per seguire le orme di Mamori, il numero 6 era Daiki, mentre il 9 era Yuudai... ma una volta in campo, senza l'ausilio del blocchetto della ragazza, inizialmente faticò a ricordare chi fosse chi, però sentiva di essere sulla buona strada.
Era stato più semplice invece riuscire a ricordarsi il nome del secondo wide receiver della squadra: Ieyasu Tohaya.
Non tanto per il fatto che frequentavano la stessa facoltà di Scienze della Comunicazione, era l'aspetto a renderlo abbastanza riconoscibile.
Sotto la lunga frangia castano scuro, facevano tal volta capolino due iridi piuttosto 'singolari'. Per descriverlo, utilizzando una sola parola, il running back avrebbe detto che Ieyasu era un tipo 'inquietante'. Occhi ambrati dalla pupilla felina, spesso accompagnati da un sorrisetto tra il malizioso ed il divertito.
Sena sapeva benissimo che erano delle lenti a contatto, ma davanti a quelle iridi chiunque avrebbe tremato - o almeno lui l'avrebbe fatto.
Tralasciando quel piccolo particolare degli occhi - che, come gli confermò poi il wide receiver, erano delle lenti a contatto graduate per via di alcuni problemi di vista - il ragazzo era tutto fuorché pericoloso o realmente inquietante.
Era invece una persona intelligente ed abbastanza spiritosa, che si offrì subito per aiutarlo a memorizzare i nomi dei suoi compagni.
Grazie ad Ieyasu riuscì infatti a ricordarsi facilmente dei due cornerback della squadra.
" Il tipo con gli occhi all'ingiù è Nobuyuki Tsubasa, per tutti Nobu. L'altro con il neo sotto il labbro è Matsuba Shou."
Era stato davvero semplice ricordarsi dei due giocatori memorizzando quelle loro caratteristiche fisiche, sfortunatamente non funzionò con il resto della squadra.
Tutte quelle informazioni iniziarono presto a confondere Sena che si decise quindi a rimandare ulteriori indagini al giorno dopo per potersi invece concentrare sull'allenamento in vista dell'incontro con gli Unicorns dell'università di Keioh.
Secondo i dati raccolti sugli Unicorns, il punto forte della squadra era la tecnica. Le statistiche erano ovviamente a favore dei loro avversari, anche perché nella sua storia quel team era arrivato più volte al Koshien Bowl a rappresentare la Est Japan. Ma gli Enma Fires erano abbastanza motivati da non farsi intimorire da tutti i titoli conquistati dai loro avversari.



Erano da poco passate le sette quando Unsui decise di mettere fine all'esercitazione, permettendo a tutti di andare a concedersi una meritata doccia.
L’allenamento si era svolto nel migliore dei modi e il morale degli Enma Fires sembrava essere particolarmente alto.
Nonostante molti di loro fossero solo delle matricole, la squadra si era sin da subito dimostrata abbastanza equilibrata, e continuando per quella strada non c’erano dubbi che presto si sarebbe creato un certo affiatamento tra i vecchi e i nuovi membri.
Sena infatti era abbastanza fiducioso sulle capacità degli Enma Fires e, abbandonando la facoltà insieme a Monta, Riku e Suzuna, cercarono di tirare insieme le somme su quella prima giornata d’allenamento… tuttavia però non ci riuscirono a causa della ragazza.
" Uh uh uh!"
Suzuna sembro non resistere dall’attivare il suo 'love radar' alla vista di una persona familiare fuori dal cancello dell'università. Ovviamente anche i ragazzi lanciarono un’occhiata, seguendo lo sguardo dell’amica e lì Sena riconobbe subito la persona avvistata dall’altra.
Appoggiata al muro, in disparte come se volesse nascondersi, stava una ragazza che il running back non vedeva da due anni. Si trattava dell’ex quarterback dei Teikoku Alexander e, nonostante tutto quel tempo, Karin Koizumi sembrava non essere tanto cambiata.
“ Che ci farà qui? Ma non viveva a Kyoto?”, si interrogò Suzuna, nascondendosi prontamente dietro un cespuglio e trascinando con sé anche gli altri due tre ragazzi.
“ Non dovremo ficcanasare.”, suggerì saggiamente Riku.
“ Magari aspetta il suo ragazzo! Segreto, MAX!”, al contrario, Monta, sembro appoggiare la curiosità dell’amica.
Anche Sena in realtà era abbastanza interessato alla presenza di Karin lì alla Enma University – era curioso quasi quanto il wide receiver e la manager -, ma d’altra parte non gli sembrava neanche giusto indagare in quel modo: sembrava una cosa losca.
“ Potremo andare a salutarla.”, mormorò il running back cercando una soluzione che soddisfacesse tutti.
“ E il brivido dell’appostamento? Quello dove lo metti?”, ribatté Suzuna senza perdere il contatto visivo con l’altra ragazza ignara di tutto.
“ D’accordo. Io vado a casa.”, dichiarò Riku. “ Vieni con me Sena?”
“ E-ecco… io…”, il ragazzo accennò un sorriso timido.
“ Non ci posso credere…”, sospirò il secondo running back.
“ Shh! Silenzio!”, intimò Suzuna afferrando i due per la maglietta e facendoli abbassare.
“ Stanno uscendo i nostri compagni! Trepidazione, MAX!”
Si costrinsero a stare in silenzio, osservando i giocatori uscire dalla facoltà e andare oltre, ignorando Karin.
Forse non stava aspettando qualcuno degli Enma Fires, ma qualcuno di qualche altro club… ma non erano usciti tutti e non potevano esserne certi.
Avrebbero atteso fino alla fine ma… i loro piani vennero scombussolati dall’alta ed imponente mole di Kurita che si fermò davanti a loro.
“ Che state facendo?”, domandò innocentemente.
I quattro rimasero alquanto spiazzati dall’essere stati subito beccati – forse il lineman li conosceva fin troppo bene o, forse, il loro nascondiglio non era poi così buono come si aspettavano -, e quell’attimo di stupore bastò per far perdere loro l’incontro tra Karin la persona che stava aspettando. Infatti, quando Suzuna si riprese ed aggirò il gigante, scoprì che l’ex quarterback dei Teikoku Alexander era sparita.
“ Oh… è andata!”, esclamò la manager mettendo le mani sui fianchi e sospirando.
“ Chi?”, chiese Kurita, ancora troppo confuso dall’atteggiamento dei suoi compagni.
“ Karin Koizumi.”, rispose Riku, pulendosi i pantaloni dalle foglie. “ Suzuna pensava stesse aspettando il ragazzo.”, spiegò.
“ Ci rifaremo la prossima volta!”, dichiarò con convinzione Monta, stringendo il pugno come per enfatizzare la sua decisione.
Sena li osservò in silenzio e non riuscì a non sorridere.
Era una scena, come dire, ‘familiare’.
Tutto quello lo faceva sentire a casa dopo tanto tempo e, anche se non aveva dubbi a riguardo, se gliel’avessero chiesto lui avrebbe risposto che non si era pentito di aver lasciato gli Stati Uniti per far ritorno in Giappone.



La tiepida acqua della doccia lavò via lentamente il fango e la stanchezza dell’allenamento appena terminato. Era stata una giornata pesante ma, nonostante tutto, Haruto Sakuraba non si sentiva realmente stanco – forse perché i metodi d’allenamento del vice allenatore dei Silver Knight non erano per niente paragonabili a quelli che aveva sostenuto sotto la guida di Shogun.
Sapeva che quell’apparente ‘delicatezza’ era solo passeggera, e al rientro del coach sarebbero ovviamente tornati anche gli infernali allenamenti che lo accompagnavano sin dalle medie.
Gunpei Shouji aveva voluto seguire i suoi allievi anche in quegli anni universitari e per tutti il passaggio dai White Knight ai Silver Knight non si era quasi avvertito. Ootawara non pensava proprio allo studio, andando avanti nella sua carriera scolastica solo grazie ai risultati sportivi, mentre Shin sicuramente non ci aveva neanche fatto caso, troppo occupato ad allenarsi e a volgere i suoi pensieri oltre oceano – Sakuraba sapeva a chi pensava il suo compagno e non poteva non sorridere quasi intenerito.
Dalla sua Haruto forse aveva sentito più di tutti il passaggio delle superiori… o per meglio dire lo sentiva dalla fine del suo secondo anno: nel quale era riuscito a dare il meglio di sé, crescendo non solo come atleta ma anche come persona; se era stato in grado di diventare quello che era, era solo merito di Ichiro Takami e di tutte le speranze che aveva riposto in lui.
L’ex quarterback dei White Knight aveva scelto di non proseguire gli studi alla Oujou University per diventare un medico, e per inseguire quel suo desiderio non aveva cambiato solo istituto, ma si era trasferito da Tokyo a Fukushima.
L’assenza di Takami nella squadra aveva influito leggermente nel suo gioco. Non era propriamente peggiorato ma con Yamauchi – il nuovo quarterback – non sarebbe mai riuscito ad instaurare la stessa intesa che aveva con Ichiro.
Da una parte gli sembrava anche ovvio vista la sua relazione affettiva con l’atleta, dall’altra gli dispiaceva non riuscire a giocare agli stessi livelli anche con il nuovo compagno.
Era un difetto che doveva assolutamente correggere ma, per il momento, gli bastava sapere che i coach erano soddisfatti di come lui e gli altri giocatori si stavano allenando – il che gli avrebbe anche potuto far pensare che la sua era solo un’impressione dovuta solo all’assenza di Takami e non ad un improvviso peggioramento.
Girò in un sospiro la manopola dell’acqua fino a chiuderla e, afferrando l’asciugamano - che legò in vita -, uscì dalla doccia giusto in tempo per vedere il linebacker della squadra legarsi le scarpe.
“ Vai a correre, Shin?”, domandò curioso, sforzandosi di ignorare Ootawara che, ridendo, girava nudo per lo spogliatoio armato di un asciugamano bagnato.
Il ragazzo annuì silenzioso e Sakuraba non faticò a capire il perché di quella voglia di riprendere l’allenamento nonostante si fosse appena concluso.
Il giorno prima avevano assistito alla prima partita degli Enma Fires e tutti, nessuno escluso, erano rimasti colpiti dal miglioramento tecnico di Sena Kobayakawa. Gli anni passati negli Stati Uniti sembravano ovviamente aver giovato al running back e quello aveva riacceso la scintilla della sfida nell’animo di Shin… e Haruto non poteva non capirlo.
Comprendeva la voglia dell’amico di battersi ancora contro Eyeshield 21, perché da una parte anche lui aveva la necessità di misurasi con Monta, il wide receiver degli Enma Fires, ma c’era dell’altro. C’era il motivo per il quale Shin aveva iniziato a divertirsi mentre giocava a football americano e Sakuraba nell’osservarlo, per quanto l’altro riuscisse ad essere criptico talvolta, rivedeva in lui gli stessi sentimenti che lo legavano a Takami.
Forse non era una cosa collegata al ‘romanticismo’ come la sua relazione con l’ex quarterback, ma in un certo qual modo pensava che tra Shin e Sena ci potesse essere un rapporto simile.
“ Buon allenamento, allora.”, augurò con un sorriso mentre il compagno, con un gesto del capo, si ritirava dagli spogliatoi per andare a correre in solitaria come era solito fare.
Rimasto solo con gli altri atleti, Haruto si decise a rivestirsi, lasciando poi l’istituto insieme a tutti gli altri ragazzi. Solo fuori poté prendere il suo cellulare e, mentre si incamminava verso casa, mandò un messaggio ad Ichiro informandolo del termine dell’allenamento – sapeva che anche l’altro aveva finito, ma come al suo solito aspettava il suo messaggio per sicurezza.
Se si tralasciava l’assenza del quarterback in squadra, quello che più pesava per Sakuraba era il non poter passare più tanto tempo con l’altro. Gli mancava tutto: dal trattenersi dopo l’orario del club per poter stare ad allenarsi con Takami, al tornare nelle loro rispettive case… sfiorandosi la mano ad ogni passo, troppo timidi per tenersela per davvero.
Haruto solo in quei momenti rimpiangeva il non aver mai trovato il coraggio per prendere la mano del compagno. Certo, avevano fatto ben altro mentre erano soli… ma erano quelle piccole cose a mancargli più di tutto.
La suoneria del cellulare lo distolse dai suoi pensieri e, concedendosi un sorriso, lesse la risposta di Ichiro che, salutandolo, gli scriveva quelle cinque paroline che gli facevano sempre battere il cuore ogni volta e che gli permettevano di superare quei momenti nei quali stavano separati: “ Ti amo e mi manchi.



   
 
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