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Autore: ninilke    22/04/2012    8 recensioni
I Malfoy sono legati da un contratto segreto a una potente e malvagia famiglia di maghi oscuri, che li vuole in rovina: un aiuto inatteso arriverà dai Potter, soprattutto dalla giovane Lily Luna. Scorpius Malfoy troverà in lei una persona fidata e capirà di poter provare sentimenti profondi, arrivando anche a conoscere l'amore.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 21 - Per me sei lontanissimo

Una rosa per ogni volta che lo avrebbe mandato a quel paese: il metodo di Astoria Greengrass in Malfoy aveva una falla, cioè che se non sia aveva un bulbo sottomano sarebbe stato difficile resistere alla tentazione di spedire l’amato in destinazioni sgradevoli. Lily osservò le rose, ormai rovinate dal freddo pungente di quegli ultimi giorni di dicembre, e cercò di aprire con la punta delle dita un bocciolo ancora chiuso: i petali però, per quanto fragili, opponevano resistenza e non permettevano di raggiungere  l’interno. Ci sono cose che devono restare chiuse, forse valeva lo stesso per il cuore di Scorpius: era inutile cercare di forzare, credendo di avere ormai la chiave per entrare e andare fino in fondo, quel ragazzo era troppo anche per lei. Nessuna rosa, per quanto bella e delicata, è priva di spine che tagliano la pelle e la feriscono, lasciando il segno dell’ingenuità con cui ci si è avvicinati: le spine di Scorpius erano visibili da un chilometro di distanza, quindi perché andargli vicino, pungersi fino a farsi male e poi darsi dell’ingenua? Lily era persa nei suoi pensieri e non si accorse che ormai tutti nella sala si stavano riunendo in un capannello a fissare l’orologio: sentì attraverso il vetro della finestra il suono ovattato delle voci che partivano col conto alla rovescia, scandendo i secondi che mancavano all’arrivo del nuovo anno. Venti, diciannove, diciotto… Corse verso la porta, domandandosi perché non l’avessero aspettata: diciassette, sedici, quindici… Posò la mano sulla maniglia, ma questa oppose resistenza, come se fosse chiusa dall’interno: ma era impossibile, sapevano che lei era in giardino! Quattordici, tredici, dodici. Bussò al vetro, sperando che qualcuno venisse ad aprire e non fossero troppo occupati col conteggio: undici, dieci, nove. Astoria si voltò e vide chi stava facendo tutto quel chiasso, rischiando di incrinare il suo bel vetro: si rivolse a suo marito, indicando la finestra, e poi agli altri presenti in sala, sempre con aria dubbiosa. Otto,sette,sei: Draco andò alla porta e la aprì, osservandola poi con espressione severa. Cinque, quattro, tre.

-Chi diavolo sei? Come sei entrata nella mia proprietà?- domandò secco. Due, uno, zero: l’anno iniziava in modo inatteso, tremendo e inatteso.

-Mi prende in giro?- domandò Lily, constatando da sola quanto Draco fosse serio -Lo chieda ai miei genitori, sono lì dietro di lei!

-Potter, questa ragazza è figlia tua?- domandò, rivolgendosi a Harry: lui si avvicinò alla porta, la squadrò e scosse la testa.

-Mi somiglia, sì… Somiglia a Ginny…Ma io non l’ho mai vista- ammise candidamente: Lily sentì la terra mancarle sotto i piedi. Il suo papà, che l’adorava da sempre perché era la sua unica bambina, adesso arrivava al massimo a dire che “gli somigliava”, ma che purtroppo non l’aveva mai vista. Lo scansò ed entrò nella sala, guardando Ginny, i suoi zii, Astoria, Annie: possibile che nessuno la riconoscesse?

-Scorpius!- chiamò disperata -Dov’è Scorpius?- chiese, sperando che almeno lui conservasse un minimo ricordo di lei: Astoria la guardò, alzando un sopracciglio con aria indagatrice.

-Come conosci mio figlio? Sei una sua compagna di scuola?- domandò con voce fredda.

-Io sono…- iniziò Lily, per poi sentire la voce morirle in gola: quanto avrebbe voluto poter dire “Io sono la sua ragazza” in quel momento! Se però nemmeno sua madre sembrava riconoscerla, chi mai avrebbe potuto contraddirla? -Io sono la sua ragazza!- affermò seria -Questa è mia madre, Ginevra, quello è mio padre, Harry. Mia zia Hermione e mio zio Ron- elencò, indicando tutti col dito -Lei è Annie, la sorella di Oliver, il migliore amico di Scorpius.

-Ti sei informata bene…- osservò Draco con voce tagliente -Io però non ti conosco, quindi esci da casa mia!

In quel momento Scorpius rientrò nella sala, notando che tutte le attenzioni erano concentrate su una ragazza con i capelli rossi e un bel vestito bianco: si avvicinò con espressione dubbiosa e si rivolse a Ginny.

-Per caso è una vostra parente? Voglio dire…i capelli!- domandò con aria ingenua.

-Scorpius…- sussurrò Lily, notando poi lo stupore del ragazzo nel sentirsi chiamare per nome.

-Questa qui dice di essere la tua ragazza- spiegò Draco -Strano che mio figlio non ti conosca, vero?- alluse, guardandola serio. Estrasse la bacchetta e gliela puntò alla gola -Ti manda Hector, non è così? Cosa credi, che io caschi in questa specie di trappola? Dimmi chi sei e cosa vuoi o un Cruciatus sarà il tuo modo di festeggiare il nuovo anno!

Harry mise una mano sulla spalla di Lily e guardò Draco con aria pacata.

-Aspetta, non essere precipitoso come sempre- disse, rivolgendosi poi a Lily -Non mi sembra una persona cattiva, magari è solo vittima di qualche incantesimo strano: raccontaci, chi sei davvero?

Lily spiegò tutto, per quanto le sembrasse assurdo raccontare di sé ai propri genitori e agli zii che l’avevano vista crescere: i Malfoy la osservavano in silenzio e Annie scuoteva la testa con fare scettico, quindi lei si avvicinò a Scorpius con aria afflitta. In quel momento, un Vischio Volante si posò sopra di loro: lui guardò il rametto e poi quella ragazza, innegabilmente carina e con quelle roselline sul vestito bianco che la rendevano anche piuttosto elegante. Lei si sciolse i capelli, che caddero lisci sopra le spalle, e lo guardò negli occhi: poi iniziò a muovere le labbra piano, come se cercasse di parlare ma la voce non uscisse. Astoria e Draco temettero che stesse pronunciando qualche pericoloso incantesimo, ma poi Scorpius udì distintamente quello che stava dicendo:  “Chiudi gli occhi, cancella i ricordi, non ti lascerò mai cadere. Stai con me, ora e per sempre e sarà per sempre ora”

-Topi di Bristol…-riconobbe lui, lanciando poi uno sguardo preoccupato alle bacche, già pronte a partire: le diede un rapido bacio sulla fronte e poi rimase un attimo fermo, domandandosi da quando baciasse le ragazze sulla fronte. La guardò negli occhi e annuì -Topi di Bristol…- ripetè -Cos’altro sai di me?

-Ti piacciono le camicie, le rose, le citazioni di Shakespeare- iniziò lei, come se stesse ripetendo una filastrocca -Il mio bagnoschiuma alla rosa, i miei capelli per giocherellarci e i cioccolatini all’arancia perché il nostro primo bacio…serio… aveva quel sapore.

-Signor Potter…- iniziò Scorpius, rivolgendosi a Harry -Questa è sua figlia?

-Non saprei- rispose lui, ormai col tarlo del dubbio -Perché?

-Se la porto un attimo di là con me, lei non sarà…geloso o simili, giusto?- azzardò con aria da perfetto Malandrino -Fino a prova contraria non è suo padre!

Lily gli rivolse un sorriso e lo seguì per le scale che portavano al piano superiore, dove era anche la stanza di Scorpius: lui aprì la porta della camera e la invitò ad entrare, sedendosi poi sul letto.

-Che tipo sono?- le domandò con aria curiosa -Voglio dire, siccome sembri conoscermi bene, magari hai un’opinione di me che mi stupirà! Davvero sei la mia ragazza?

-Quasi- rispose lei imbarazzata -Abbiamo preferito non ufficializzare la cosa perché la situazione di Oliver è delicata e rischiava di essere l’unico motivo per stare insieme: quando lui starà bene e il contratto sarà distrutto ne riparleremo…

-Quindi il contratto esiste anche nella… tua dimensione, non so come dire: come facciamo a stare insieme nonostante Madelaine? Devi essere una ragazza speciale per tenerle testa!

-Ci vediamo un giorno sì e uno no e così andiamo avanti: un po’ alla volta, senza pensare troppo a cosa verrà nel futuro e superando a testa alta le persecuzioni della stronza. Da sola non sono speciale, ma con te  divento una persona migliore: mi hai fatta crescere, non sono più bambina come qualche mese fa, perché mi hai messo in una situazione che mi ha costretto a diventare grande. Ma posso solo ringraziarti per questo, perché adesso non ho più paura di quello che potrebbe succedermi.

Scorpius la osservò, poi prese una ciocca dei suoi capelli tra le dita e iniziò ad arrotolarla, srotolarla e arrotolarla ancora.

-Intendi questo con “giocherellare coi tuoi capelli”?- domandò con fare ingenuo.

-No, intendo così…- rispose lei, iniziando ad accarezzare i suoi capelli e scendendo piano a posare le dita sul suo collo, graffiando piano con le unghie: lui la imitò, lasciando che i suoi occhi si concentrassero su quelli di Lily e provando davvero una sensazione di calma nel tenere quelle ciocche rosse tra le dita. Lei indietreggiò un po’ con la schiena fino a distendersi sul letto e lui colse quell’interessante opportunità per stendersi sopra di lei: iniziò a baciarla sul viso, poi sul collo e poi a scendere, fino a raggiungere il bordo di rose e si fermò. La guardò e vide che stava piangendo:

-Potrebbe esserci una qualunque al posto mio- sussurrò con voce rotta -Non ti ricordi di me…

 Scorpius si sdraiò accanto a lei e le accarezzò i capelli, guardandola con espressione dolce:

-Di solito con te sono tenero? Vado bene così?- le domandò, come fosse un babbano che chiede istruzioni per accendere il forno, ma ottenendo comunque un cenno di assenso -Ma oltre che tenero… cioè, se sei la mia ragazza ogni tanto succederà qualcosa… o nella tua dimensione non succede niente?

-Smettila di dire “la mia dimensione”!- si stizzì leggermente lei -E poi sì, ogni tanto succede qualcosa- ammise con un po’ di imbarazzo -Ti piacciono i baci sul collo, quando sto lì proprio a perdere tempo con la tua giugulare- affermò con una leggera risata -E poi mi dai i baci sulla fronte per ricordarmi che sono bassa: allora io mi arrampico e faccio la scimmietta, così ci guardiamo bene in faccia e ci baciamo belli convinti…

-La scimmietta…-ripetè lui meccanicamente -Mi piaci!- esclamò risoluto -Sì, mi piaci: peccato che non mi ricordi di te, sicuramente avrei tante sensazioni piacevoli legate a noi due.

“Noi due”: l’aveva detto in modo così semplice! Solo mezz’ora prima erano insieme a guardare il roseto e adesso lui si rammaricava di non sapere nemmeno chi fosse: ci sarebbe stato di nuovo spazio per essere “noi due”? L’occasione per stare, finalmente, insieme senza nessuno che cercasse di rovinare la loro vita?

-Giusto!- esclamò Lily con aria dubbiosa -Se tu non sai nemmeno chi io sia, con chi sei andato alla festa di Natale? Oliver è stato colpito perché tu e Madelaine stavate litigando a causa mia!

-Alla festa sono andato con Madelaine, che ha colpito Oliver perché le ha dato della stronza- spiegò lui con semplicità -Ci sono andato con te nella tua…cioè, nei tuoi ricordi?

-Me lo hai regalato tu…- gli disse, mostrandogli il braccialetto con lo spicchio di luna: lui lo osservò, concentrandosi su come brillasse, tanto da sembrare ricoperto di vera polvere lunare. Ma la Luna non brilla davvero, è solo perché il Sole la illumina che a noi sembra splendere: Scorpius si avvicinò piano a Lily e sentì il profumo delle rose, la pelle fredda sotto le sue dita e il cuore che batteva più velocemente del normale.

-Mi spiace, mi sembra di non averti mai vista prima d’ora. Sei un bel mistero…

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Dopo che furono tornati nel salone, Lily passò ancora diversi minuti a spiegare ai presenti chi lei fosse, scrutata però da espressioni dubbiose che non sembravano volersi lasciar convincere facilmente: solo dopo quasi un’ora, Harry fu accarezzato dall’idea che quella potesse essere sua figlia, ma non c’era alcuna prova per questa ipotesi. Si era ormai fatto tardi e gli ospiti pensarono di congedarsi: Annie salutò tutti agitando la manina, Ron e Hermione ringraziarono cordialmente Astoria e Scorpius per l’ospitalità e lanciarono un cenno di saluto a Draco, che rispose allo stesso modo, e si Smaterializzarono a casa. Ginny e Harry, invece, restarono titubanti sul da farsi:

-Se questa ragazza fosse nostra figlia, dovrebbe venire a casa con noi- iniziò lui -Ma se fosse una trappola?

-Non possiamo lasciarla in mezzo a una strada- rispose Ginny -Metti che sia davvero chi dice di essere, che genitori degeneri saremmo? Ci dimentichiamo di lei e in più la abbandoniamo a se stessa?

-Facciamo così, mi Smaterializzo un attimo a casa e cerco una qualche traccia di lei- propose Harry -Avrà delle foto, dei vestiti, un letto…qualcosa che indichi che abiti con noi, insomma! Tu resta qui, torno subito- disse, cercando di scomparire,ma senza alcun risultato.

-Hai dimenticato come si fa?- lo schernì Draco -Sei grande adesso, dovresti farcela da solo…

-Non scherzare Malfoy, non ci riesco- rispose l’altro preoccupato -Ginny, prova tu- suggerì alla moglie, che però si trovò nelle stesse condizioni: non riusciva a Smaterializzare neanche un angolo del vestito e fissava con apprensione gli altri.

-Sarà di certo colpa tua!- sostenne Draco, rivolgendosi minaccioso a Lily, che però scosse il capo, intimorita: guardò suo padre, che si concentrava vanamente, poi sua madre, sinceramente provata dalla situazione.

-Provo a uscire in giardino, magari la tua casa è stata schermata- tentò Harry, aprendo la porta: al solo tentativo di varcarla, fu sbalzato indietro come da un campo di forze che bloccava l’uscio, impedendogli di abbandonare la stanza. Tentò di nuovo, cedendo anche il posto a Ginny, che risultò ugualmente impossibilitata ad uscire: erano bloccati nella casa dei Malfoy! Lily iniziò a giustificarsi, giurando di essere assolutamente innocente e, inaspettatamente, Draco sembrò crederle:

-Ho paura che sia un’idea degli Hamilton- iniziò con aria seria -Potrebbero aver scoperto che abbiamo aperto la cassetta di sicurezza: bloccati qui, di sicuro non potremmo ostacolare i loro movimenti, né cercare il contratto. Non capisco, però, cosa c’entri la ragazzina…

-Madelaine mi odia- spiegò Lily -Vorrebbe Scorpius solo per sé, ma per sua sfortuna lui sta…stava con me: ha minacciato più volte di far succedere il pandemonio e credo che questa sia la sua vendetta, rendermi un’estranea agli occhi di chi mi è vicino, soprattutto del suo grande amore…

-Credibile- commentò Astoria, fermandosi poi a riflettere -Facciamo così: visto che abbiamo una stanza degli ospiti, Harry e Ginevra passeranno la notte qui, poi domani rifletteremo a mente più lucida.

-E io?- domandò ingenuamente Lily: già, che ne sarebbe stato di lei, di cui non interessava nulla a nessuno?

-Dormirai nella mia stanza- propose Scorpius -C’è una poltrona molto comoda, potrai stare lì.

Draco lo fissò con aria severa, domandandosi se fosse il caso di fidarsi e lasciare suo figlio da solo con quella sconosciuta, ma poi lei lo guardò con occhi imploranti:

-Se mi ospita qui per la notte, farò tutto quello che vuole: l’unica cosa che non posso fare è andarmene prima che Scorpius si ricordi di me- affermò, ma senza il tono melodrammatico che avrebbe in genere accompagnato una frase del genere -Se siamo finiti in questo casino è solo perché abbiamo avuto il coraggio di rischiare: darla vinta agli Hamilton significherebbe ammettere la loro superiorità e io so che non è affatto così. Noi siamo più forti di loro, che sono uniti solo dalla voglia di ottenere qualcosa, perché vogliamo difendere qualcuno a cui teniamo: mio padre tiene a lei, signor Malfoy, lo sapete entrambi.

-Buonanotte signorina- si congedò laconico Draco, facendo però apparire un sorriso sereno sul volto di Lily: l’aveva chiamata “signorina”…

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Lily entrò nella stanza di Scorpius e iniziò ad osservarla: alle pareti c’erano poche foto, su una delle quali Scorpius era ancora bambino, e qualche poster, per lo più di Quidditch, dei Topi di Bristol o di qualche evento a cui aveva partecipato. Sorrise al pensiero di trovarsi, finalmente, nel luogo più intimo del ragazzo di cui era innamorata: sì, ormai non lo negava più, era innamorata di lui, proprio adesso che nella sua mente e nel suo cuore non sembrava esserci più spazio per lei. Si sedette tristemente sulla poltrona e tolse le scarpe, che avevano messo a dura prova la resistenza dei suoi piedi per via del tacco alto, poi si accorse che Scorpius la stava guardando:

-Pensi di dormire vestita così?- le chiese ironico.

-Non ho portato il pigiama e i miei non possono andare a casa a prenderlo- rispose lei con un sorriso malinconico -Anche perché non so se a casa ci sia ancora qualcosa di mio…- concluse, alzandosi a piedi nudi e avvicinandosi alle foto sulla parete.

-Ti piace il Quidditch?- le chiese lui, vedendola poi sorridere in modo amaro.

-Sono la Cercatrice dei Grifondoro… Tu sei più bravo di me, ma solo perché sei più esperto. Chi ci sarebbe al mio posto, dato che sembro non esistere?

-Potter!- rispose lui serenamente -Cioè…tuo fratello Albus, nella tua logica. Prima c’era James, ma poi si è diplomato e lui ha preso il suo posto: tutto molto banale, direi. Giocare contro la mia ragazza sarebbe molto più divertente, credo- affermò, immaginando una partita del genere.

-Il poster dei Topi…-sorrise lei -Nella “mia dimensione”, come la chiami tu, sei il comproprietario di una delle spille speciali- disse, vedendolo poi emozionarsi come quando gliel’aveva mostrata la prima volta -Purtroppo non ho portato neanche questa… Dovrei abbandonare queste borsette così piccole- sdrammatizzò, sentendo gli occhi pizzicare per le lacrime.

-Quidditch, Topi di Bristol…interessante-iniziò lui -E poi carina, simpatica, intelligente… Comincio a capire perché sto con te, bravo Scorpius.

Lily sorrise: di certo lui non se lo ricordava, ma quella era la prima volta in cui ammetteva con tale candore che lei gli piaceva e che addirittura andava fiero della propria scelta. Quando i ricordi sarebbero tornati, gliel’avrebbe fatto notare! Ma sarebbero tornati?

-Hai dei vestiti da prestarmi?- domandò, riponendo poche speranze in una risposta affermativa -Per la notte e anche per domani, credo: non posso restare così, per quanto il vestito sia bello…

-Sei bassa- notò lui, in modo poco cavalleresco -Cioè, bassa no, ma più di me di sicuro: magari ho una maglietta che mi va piccola- ipotizzò, iniziando a spulciare nell’armadio: Lily si avvicinò a lui e sorrise.

-Eccole, le povere t-shirt che soccombono alla superiorità numerica delle camicie! Avevi detto che forse un giorno le avrei viste e in effetti… -constatò soddisfatta -Questa ti va piccola, secondo me- disse, prendendone una nera con un disegno dalla gruccia ed esaminandola -Perché tieni una maglietta che palesemente non ti va più? Non toglie spazio prezioso alle camicie?

-Era la mia preferita quando ho iniziato la scuola, a undici anni mi stava: la prima volta che ho volato su una scopa nel giardino di casa l’ho indossata e mi ci sono affezionato. Non sono neanche sicuro che fosse legale volare in giardino, ma mio padre mi ha dato il permesso… Perché la metti via? Dovrebbe starti.

-Ma è un ricordo- disse lei con aria ingenua.

-Non ha senso dare importanza ai ricordi se possono volare via in un attimo- rispose lui serio -Io non mi ricordo di te, ma magari per me sei importante e adesso ci stai male. Prendi la mia maglietta, è tutto quello che posso fare per te… Anzi, forse ho anche dei pantaloncini…-disse, iniziando premurosamente a cercare negli angoli remoti dell’armadio.

Dormire in pantaloncini e maglietta all’inizio di gennaio non era la migliore delle prospettive, ma a Lily sembrò comunque un momento degno di essere ricordato: quanti altri ricordi nuovi avrebbe costruito con Scorpius nei giorni a venire? Il vento freddo faceva tremare i rami degli alberi, ormai ghiacciati nel buio della notte: in pantaloncini e maglietta, sarebbe congelata…

-Hai una coperta pesante?- chiese -Quella poltrona non sembra riscaldare molto…

-Domanda stupida- rispose lui ironico -Anzitutto esistono incantesimi contro il freddo, nel caso l’avessi dimenticato, ma soprattutto ho un letto a una piazza e mezza: se vuoi dormire con me, c’è spazio per entrambi…- alluse, non senza una certa dose di malizia.

-Vada per la coperta e gli incantesimi- rispose lei, con aria un po’ abbattuta -Non voglio andare a letto con uno che mi reputa un’estranea. E hai capito benissimo cosa intendo con “andare a letto”…

-Come preferisci- rispose lui, lanciandole la maglietta e i pantaloncini in una smorfia di supponenza e prendendo dei pantaloni grigi dall’armadio -Quando poi vorrai cambiarti, questo è il bagno interno della mia stanza- le disse, indicando la porta sulla sinistra, in cui entrò. Scorpius guardò la propria immagine riflessa nello specchio, osservandosi con insolita attenzione, come temendo di dimenticarsi anche di se stesso: scavò nei meandri della propria memoria, cercando anche solo una traccia di quella ragazza coi capelli rossi che stava oltre la porta, ma non trovò alcun segno di lei. Però era strana: diceva di essere la sua ragazza, sembrava anche piuttosto attratta da lui, ma di dormire insieme non se ne parlava e la infastidiva l’idea che lui la baciasse senza ricordare chi fosse. Strana, d’accordo, ma con Madelaine non c’era paragone! Lei sapeva a malapena cosa fosse una Pluffa, mentre Lily si dichiarava un Cercatore, segno che almeno conosceva uno dei ruoli principali del Quidditch, sforzo che a Madelaine era impossibile richiedere; canticchiava i Topi di Bristol sapendo che Scorpius avrebbe colto la citazione, quindi era chiaro che la sua passione segreta non fosse più tale; e poi quelle rose sul vestito, che non erano esattamente un ornamento ordinario e che sapevano proprio di fatto apposta, come a dire “L’ho scelto per te”, mentre Madelaine era  così vanesia ed egoista da scegliere solo vestiti che mettessero in risalto la sua bellezza, anche a costo di apparire quasi volgare. Scorpius era assorto in questi ragionamenti quando allungò il braccio verso il mobile accanto a sé nel bagno, convinto di trovarvi la maglietta del pigiama: la sua presa, però, finì a vuoto, segno evidente che l’aveva dimenticata sul letto e che, avendo già tolto la camicia, stava prendendo freddo per niente. Aprì la porta per uscire, quasi dimentico della presenza di Lily nella stanza, e realizzò di non avere addosso nulla, tranne i pantaloni che usava come pigiama: questa presa di coscienza, però, non lo sconvolse per nulla, dato che si sentiva stranamente spontaneo con la sconosciuta dai capelli di carota.

-Ho dimenticato un pezzo- esordì senza troppa enfasi -Mi hai distratto…

Lily lo osservò e non potè nascondere di gradire lo spettacolo che le si parava davanti: non aveva mai visto Scorpius con così poca stoffa addosso, tranne nella sua immaginazione poche ore prima, quando si erano reciprocamente letti la mente, ma era tutta un’altra cosa! Fissarlo con aria avida era decisamente sconveniente, ma anche lui sarebbe potuto uscire vestito da quel bagno: siano benedette le distrazioni che portano a dimenticare capi di abbigliamento in giro per casa!

-Perché mi guardi così?- domandò lui incuriosito -Sei la mia ragazza, mi avrai già visto senza maglietta, no?

-No- rispose Lily, imbarazzata -Non abbiamo mai…avuto modo di toglierci i vestiti.

-Oh…-commentò lui, sembrando quasi deluso, non si sa se dalla situazione o da se stesso: vide che Lily fissava punti casuali nella stanza, tra cui un interessantissimo bordo del letto e un accattivante gamba del tavolo, come se cercasse di distogliere lo sguardo dal bel fanciullo che si ostinava a non vestirsi. Poi gli occhi dovettero cedere alle lusinghe rivolte dalla pelle chiara di Scorpius e si concessero veloci assaggi di quel corpo così stupidamente bello: non c’erano altri modi per definirlo, era solo bello! Un’occhiata dopo l’altra, a Lily sembrava di leggere i versi di una poesia, ciascuno armoniosamente in accordo coi precedenti e tanto gradevole da far desiderare i successivi: il corpo di Scorpius era come una poesia che raccontava di lui. L’incarnato chiaro, che faceva tanto inglese altolocato; il fisico asciutto, tipico dei Cercatori agili e veloci; i brividi che corrono sulla pelle di uno che, per somma vanità, vuole essere guardato in tutto il suo splendore: Lily si avvicinò a lui con aria malinconica, come se l’ultimo verso della poesia fosse particolarmente triste, e si concentrò sul suo braccio sinistro.

-Un’altra volta?- domandò in un leggero sorriso, passando piano la punta dell’indice sul livido che spiccava sulla pelle chiara -Sei caduto ancora dal letto?

-Può darsi…- rispose evasivo Scorpius, leggermente toccato da quella domanda che lo presupponeva abbastanza tonto, anzi, “Maldestro come un Weasley”: Lily stava ancora ripassando i contorni del livido, come se ne fosse stata ipnotizzata, e lui la trovò molto dolce mentre si preoccupava per quella macchietta come se fosse una ferita di guerra. Le mise un braccio attorno alla vita e la avvicinò a sé, senza che lei opponesse resistenza alcuna: non voleva fare altro, solo tenersela lì per un po’, come una coperta con cui ripararsi dal freddo della prima notte dell’anno, ma lei lo fece rabbrividire ancora di più. Lo strinse con entrambe le braccia e gli appoggiò la testa sulla spalla:

-Anche se il tuo corpo è qui, per me sei lontanissimo…

 

SPAZIO DELL'AUTRICE

Eh, e adesso? Tutti che si dimenticano di Lily, chissà per colpa di chi... Come ne usciranno?

p.s. Non so quanti siano (o se ci siano) miei lettori maschi: spero non li urti la descrizione del fisicaccio di Scorpius XD

A mercoledì,

Ninilke

  
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