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Autore: Minari OppaRi    22/04/2012    2 recensioni
Non posso ancora crederci.
Anche dopo tutto questo tempo io non posso ancora credere che tu sia sparito dalla mia vita.
Se solo quell’estate non fosse mai arrivata…
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ero ancora fermo ad osservare il mio salvatore, incapace di riuscire a fare qualsiasi altra cosa.
Dai, prendi la mia mano. Non voglio mica farti male
La sua voce era cosi calma e delicata, come se cercasse di trasmettermi tranquillità. Ma non era la sua voce l’unica cosa di lui che mi aveva attirato. I suoi capelli neri erano poco più corti dei miei e riuscivo perfettamente a vedere due profondi occhi marroni.
Dopo diversi secondi gli presi la mano, rimettendomi in una posizione più o meno eretta. La schiena mi faceva un male cane.
Sei nuovo di qui, vero? Dovresti stare attento alle persone che incontri
Iniziò a ridere. Cos’è mi stava prendendo in giro? Lasciai velocemente la sua mano, guardandolo in cagnesco.
Non avevo mica bisogno del tuo aiuto. Me la sarei cavata benissimo anche da solo
Si, certo. Orgoglio del cavolo. Anche un bambino avrebbe capito che quei due mi avrebbero spaccato la faccia in due secondi.
Dici davvero? Allora se vuoi richiamo qui quei due
M-ma che cazzo dici? Non ci provare neanche!”
Dai, scherzo. Se lo facessi poi dovrei salvarti di nuovo
Non riuscii a ribattere. Mi limitai ad arrossire, vergognandomi in silenzio della mia evidente debolezza fisica.
Comunque io mi chiamo Josh. Josh Carrara.”
Ah, io sono Simone Locatelli
Josh iniziò lentamente a girarmi intorno. Ma che cavolo aveva da guardare? Mi toccò la schiena e io dovetti trattenere un gemito di dolore.
O-oi! Ma che cavolo fai?”
Ignorando la mia domanda, mi prese per il polso iniziando velocemente a correre. Volevo rapirmi, per caso? Iniziai a dimenarmi, cercando di liberarmi dalla sua presa. Tutto inutile. Era nettamente più forte di me.
Dovevo quindi farmi trascinare chissà dove.

 
Dopo cinque minuti di corsa, arrivammo davanti ad una piccola casetta bianca. Sembrava piuttosto vecchia e magari era pure pericolante. Non ditemi che dovevamo entrare li dentro!
S-senti, Josh. Io dovrei tornare al mio albergo
Non mi ascoltava. Aiuto, cosa voleva farmi?
Mi trascinò dentro e mi costrinse a sedermi su una sedia. Iniziavo a sentirmi sempre più agitato.
La stoffa della mia camicia iniziò ad alzarsi. Sentivo i suoi polpastrelli toccarmi la schiena. Erano cosi caldi, cosi rilassanti…..no, un secondo! Ma che diavolo stavo pensando? Dovevo andarmene da li! Quello poteva essere un maniaco e io ero in grave pericolo.
Qualcosa di freddo si posò sulla mia pelle, proprio sul punto dove mi faceva più male.
Ecco. Con un po’ di ghiaccio ti passerà
Ghiaccio? Passerà? M-ma che cavolo?
Ho notato che ti sei fatto male. Certo, forse avrei dovuto dirtelo invece di portarti qui con la forza. Chissà che avrai pensato
Ridacchiò.
Lui voleva solo aiutarmi e io invece avevo pensato che fosse un maniaco. Oddio, quanto mi sentivo idiota in quel momento. Si ma anche lui poteva avvisarmi invece di farmi prendere quello spavento!
Ah…beh, non ho pensato niente di male
Meglio se non gli dicevo la verità. Sarei passato per un tipo davvero strano.
Girai lo sguardo verso di lui, guardandolo attentamente. I suoi occhi erano concentrati solo sulla mia schiena e questo mi faceva sentire a disagio. Non me ne ero accorto ma la sua pelle era davvero abbronzata. Doveva essere uno che stava molto sotto il sole. In confronto a me era davvero un bel ragazzo. Chissà quante ragazze erano già cadute ai suoi piedi.
I nostri sguardi s’incrociarono per diversi secondi. Perché mi sentivo a disagio? Il mio stomaco si stava contorcendo. Josh mi sorrise e il mio cuore iniziò a battere con forza. Ma che diavolo mi stava succedendo? Era il caldo? Si, doveva per forza essere quello.
Bene. Ti fa ancora male?”
La sua voce interruppe i miei pensieri. Non sentivo più dolore.  
No. Sto bene…grazie
Arrossii, iniziando a giocare con una ciocca di capelli. Non ero abituato a ringraziare le persone. Ero un tipo abbastanza orgoglioso.
Prego.”
Si limitò a rispondermi, staccando il ghiaccio dalla mia pelle. Mi alzai sospirando. Era meglio se me ne andavo. Ma…quale strada dovevo fare?
Ehm….Come faccio a tornare indietro?”
Gli chiesi al limite dell’imbarazzo. Se si fosse messo a ridere non gli avrei dato torto.
Se vuoi ti posso accompagnare io
Lo faresti davvero?”
Ma certo.”
Di nuovo quel suo sorriso spensierato. Era incredibile come fosse cosi tanto gentile con un perfetto sconosciuto come me.
Uscimmo da casa sua e ci rimettemmo a camminare, l’uno accanto all’altro. Mi guardavo intorno piuttosto nervoso. Sinceramente avevo paura di ritrovarmi di nuovo i due colossi davanti agli occhi.
Sta tranquillo. Ettore e Salvo non sono cosi stupidi da venire ad attaccare briga con te se ti sono accanto.”
Siete amici?”
Non potevano di sicuro essere suoi amici. Insomma, lui era un bravo ragazzo non come quelli là.
Diciamo che ho avuto a che fare con loro più volte ma non li trovo simpatici
Tirai un sospiro di sollievo. Per fortuna non avrei corso rischi standogli accanto.
Senti. Come si chiama il tuo hotel?”
Hotel del Mare se non mi sbaglio
Perfetto. So dov’è.”
Ottimo. Gli sorrisi per ringraziarlo. Rimase con uno sguardo sorpreso per qualche secondo poi anche lui mi sorrise.
Ed ecco che il mio cuore accelerò di un battito.
Domani rivediamoci.”
E di un altro battito.
Sento che mi divertirò molto in tua compagnia
E di un altro battito ancora.
Il caldo mi stava davvero dando alla testa.
O era la camminata che stavo facendo a farmi battere il cuore.
Si, erano di sicuro il caldo e la stanchezza.
D’accordo. Per me va bene
Risposi, tenendo lo sguardo sulla strada.
Ci faremo un bel bagno in mare, ok? Tu dovrai solo aspettarmi in spiaggia
Annuii abbastanza convinto. Magari sarei pure riuscito a divertirmi.
 

Arrivammo davanti al mio albergo dopo una ventina di minuti. La strada non era difficile da memorizzare, avrei ritrovato sempre la strada.
Quindi ci vediamo domani, Simone
Si. Alle dieci, ok?”
Josh mi sorrise e salutandomi con un cenno della mano iniziò velocemente a correre via. Sembrava abbastanza di fretta. Forse aveva qualche impegno e io l’avevo scomodato ad accompagnarmi. Ah, che pensieri inutili che mi stavo facendo.
Non sembra male…come inizio vacanza
Alzai lo sguardo verso il cielo. Il sole stava per tramontare e io non ero ancora nella mia stanza.
Un record!
Ma ormai era meglio se andavo a riposare. Ero un pochino stanco e stranamente avevo perso la voglia di starmene a giocare col computer.
Salii al secondo piano e notai che nessuno era ancora tornato in camera. Bah, meglio. Nessuno mi avrebbe disturbato.
Mi gettai sul letto, fissando il soffitto. Il silenzio che mi circondava era rilassante. Avrei potuto far riposare le mie orecchie prima che Alice tornasse a fare casino con tutte le sue chiacchere.
Presi il mio cellulare.
Mentre ero con Josh non l’avevo minimamente guardato ed era strano. Osservavo sempre lo schermo, con la speranza di aver ricevuto una chiamata o anche solo un messaggio.
Sospirai.
-Messaggi ricevuti: 0
-Chiamate ricevute: 0
Tutto come al solito, insomma.
Chiusi gli occhi, stringendo appena i pugni. Chissà se anche il ragazzo era come tutti gli altri. Eppure sembrava una brava persona. Le risposte alle mie domande le avrei avuto il giorno dopo.
 
 
 
La mattina dopo iniziò nel peggiore dei modi come al solito. Mia sorella non smise un solo secondo di raccontarmi le sue conquiste del giorno prima, ma perché non poteva lasciarmi tranquillo almeno per dieci minuti?
Mi misi dei bermuda blu e una t-shirt bianca. Anche se molto riluttante, dovevo per forza fare la strada per la spiaggia con la mia famiglia. Speravo davvero che Josh ci fosse, altrimenti se l’avessi rivisto lo avrei preso a pugni.
“Oh, quindi lo sfigato oggi viene con noi? Non voglio fargli da babysitter”
Se solo non fosse stata più grande di me di tre anni, le avrei fatto vedere io chi era lo sfigato.
Ho diciotto anni, Alice. Non ho bisogno di una balia incompetente come te
Ah, le mie frecciatine la colpivano sempre. Un punto a mio favore.
Iniziammo a camminare e io iniziai a guardarmi intorno. Infondo Livorno non era male come posto. Certo, essendo abituato solo alle strade di Bergamo per me quel posto era abbastanza strano e insolito ma ci avrei fatto presto l’abitudine.
Per tutta la strada dovetti sopportare le lamentele di Alice su quante facesse caldo e sul rischio che il trucco le colasse. Mamma mia che razza di discorsi. Non la sopportavo.
Ma tutto quel fastidio venne ricompensato appena vidi il mare. Era limpido e….e magnifico!
Mi tolsi la maglietta, fiondandomi subito sulla spiaggia. Ok, forse per una volta la vista del mare poteva battere la bellezza della mia buia camera.
Hey, Simone! Sono qui!”
Mi fermai di scatto. La sua voce. Era lui!
Corsi subito da lui, salutandolo con la mano.
E’ da molto che sei qui?”
No. Sono arrivato da poco
Il suo sorriso era più raggiante del giorno prima ma non fu quello ad attirare la mia attenzione.
Era davanti ai miei occhi senza maglietta, scoprendo il suo muscoloso petto abbronzato. Io davvero non ero al suo livello. Portai le mani al petto, in un inutile tentativo di coprire la mia pelle lattea ed esile.
Hey, che hai da coprirti?”
Josh mi prese le braccia ridendo. Ma non rideva della mia pelle, rideva per via del mio comportamento.
Eh? Ah…n-niente
Mi misi a ridere anche io. Che scemo che ero. Lui era un ragazzo come me, cosa gliene sarebbe mai importato?
Delle ragazze ci passarono accanto e si misero a ridere. Non ci voleva molto a capirne il motivo. Le sentivo benissimo mentre facevano commenti poco graditi su di me.
Abbassai lo sguardo, tremendamente imbarazzato. Forse non era una buona idea stare li con il ragazzo. Insomma, gli avrei fatto fare una brutta figura.
Hey…senti. Non sarebbe meglio se andassi in giro con qualcun altro?”
Azzardai a dirgli, tentando un sorriso.
Lui mi guardò confuso, non riuscendo lontanamente a capire il perché della mia domanda.
Perché dovrei farlo? Ti do fastidio per caso?”
Scossi la testa. Fastidio? Ma come gli passava in mente un idea simile?
Insomma, guardami. Le ragazze ti riderebbero dietro se ti vedessero con me
Era per quello che odiavo andare al mare o stare con le persone. Che persona stupida che ero, eh?
E allora? Dovrebbe importarmene qualcosa?”
Sgranai gli occhi.
Non poteva averlo detto davvero.
Io posso andare in giro con chi mi pare e piace. E poi non m’importa di quello che pensano delle oche starnazzanti che guardano solo l’aspetto fisico. Io sono libero di stare con un mio amico.”
Amico? Io per lui ero…un amico?
Alzai appena lo sguardo, vedendo di nuovo quel suo sorriso ammaliatore. Era la prima persona che mi diceva cose del genere.
Amico…?”
Si. Perché io e te siamo già amici
Non sapevo se mettermi a piangere per la gioia o sorridergli per la felicità. 

  
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