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Autore: Miza    22/04/2012    27 recensioni
Scesero dalla carrozza in silenzio.
Poi, ben stretti nei mantelli, alzarono lentamente lo sguardo.
Hogwarts era lì, davanti a loro, ancora una volta.
Si stagliava maestosa contro il cielo trapuntato di stelle, del tutto ignara del forte vento che la sterzava.
Le finestre illuminate brillavano, quasi volessero dar loro il bentornato.
-Cara vecchia Hogwarts- mormorò Ron con affetto.
Non si dissero nulla, ma tutti avevano il cuore gonfio, ed erano sicuri che gli altri si sentissero nello stesso modo.
-------
-Alla luce di quanto è successo ultimamente- continuò la preside -Il Comitato per la cooperazione internazionale tra maghi e l'Ufficio per gli sport e i giochi magici hanno ritenuto una buona, ma che dico, un'ottima idea...-
Fece una pausa in cui tutti la fissarono, attoniti.
-...Proporre nuovamente il Torneo tre maghi!-
Il boato che tuonò dai tavoli fu molto simile ad un'esplosione.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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A tutte voi, le mie affezionate ad adorabili lettrici.
A voi che avete atteso tanto, voi che non mi avete mai lasciata.
Che avete sempre continuato a sostenermi e incoraggiarmi.
Grazie. Grazie dal profondo del cuore.
Questo capitolo è per voi. Finalmente potete tirare un sospiro di sollievo :)
(E a Charme, in particolare.
Perché so che sarà tra le persone che più si struggerà in una certa scena.^^)












Capitolo Quindici:
Stay [The forgiveness].










-Ehi, si è mosso!-
-Davvero?-
-Sì, ha mosso la... Ah, no. Sta soltanto iniziando a russare.-
Harry, Hermione e Ginny sospirarono.
Dietro le finestre dell'infermeria il sole stava tramontando.
I tre erano seduti attorno al letto di Ron da diverse ore, tesi e nervosi, e nessuno aveva avuto il coraggio di muoversi anche solo per andare in bagno.
Da quando era crollato a terra durante la seconda prova, quel mattino, il ragazzo non si era più svegliato; Madama Chips sosteneva che doveva essere distrutto, sia fisicamente che psicologicamente, e che la cosa migliore era lasciarlo riposare.
-Dite che dormirà fino a domattina?- chiese Ginny a bassa voce, il volto stanco.
Hermione fece spallucce, mordendosi nervosamente un'unghia. Si era spaventata a morte quando aveva visto Ron crollare per terra in quel modo.
La sua paura che gli sarebbe accaduto qualcosa si era concretizzata, e vederlo immobile nel letto per tutto quel tempo era una vera tortura.
Voleva scoprire cosa era successo lì dentro.
Voleva vederlo aprire gli occhi, sentirsi dire che stava bene.
Ma Ron continuava a dormire, la bocca semiaperta, le lentiggini spiccanti sul viso pallido e stanco.
-Sapete- disse Harry interrompendo il silenzio -questa situazione mi ricorda quella volta in cui è stato avvelenato nell'ufficio di Lumacorno.-
Ginny fece un sorrisetto, guardando il fratello.
-Povero Ron- sospirò -Finisce sempre lungo disteso, in qualche modo!-
Gli altri due sorrisero.
Rimasero tutti e tre a fissarlo in silenzio, le sciarpe di Grifondoro ancora strette attorno al collo da quella mattina.
Dei passi leggeri, pochi minuti dopo, preannunciarono l'arrivo di madama Chips.
-Siete ancora qui?!- domandò sorpresa, le braccia cariche di lenzuola pulite -Vi conviene andare a cena, ragazzi. Non penso che si sveglierà molto presto.-
-Restiamo ancora un po'!- rispose Ginny con convinzione -Non diamo fastidio!-
Madama Chips alzò gli occhi al cielo e si allontanò.
-Chissà come è andato il resto della prova- domandò Hermione volgendo lo sguardo alla finestra -Se Viktor e Jaqueline...-
Non finì la frase, perché proprio in quel momento Ron grugnì e si mosse.
-Si sta svegliando!- bisbigliò Ginny concitata, agitandosi sulla sedia.
Lo osservarono borbottare e stropicciarsi il viso e finalmente, molto lentamente, il ragazzo aprì gli occhi.
-Ron!- esclamò Hermione, sollevata -Come stai?! Ti senti bene?-
Il ragazzo parve stordito.
Li fissò per qualche istante, smarrito, e cercò di mettersi seduto senza successo.
-Tranquillo amico, resta giù- gli intimò Harry con un sorriso -Come ti senti?-
Ma Ron non pareva affatto tranquillo. Continuava a spostare lo sguardo dall'uno alle altre, allucinato.
E quando si soffermò su Hermione spalancò gli occhi e si tirò su di scatto, afferrandole un braccio.
-Ron!- disse lei trasalendo -Per l'amor del cielo... che cosa ti prende?!-
Cercò il suo sguardo, confusa.
Il volto di Ron era una maschera di panico, gli occhi azzurri spenti e fissi.
-Hermione- disse con voce roca -Sei... sei Hermione, vero? Stai bene? Dimmi che stai bene!-
Sentendolo stringere la presa attorno al suo braccio, Hermione si voltò a guardare Harry e Ginny, spaventata.
I due amici le risposero con espressioni confuse.
-Ron, che diavolo succede?- esclamò Ginny preoccupata.
Ma il ragazzo continuava a fissare Hermione, a stringerle il braccio, in attesa di una sua risposta.
-Ron- disse lei, piano -mi stai facendo male, che cosa...-
-Hermione, stai bene?- insistette lui con foga, la voce incrinata.
La ragazza annuì. 
-Sì... certo che sto bene, Ron!- esclamò incerta.  -Che cosa ti prende? Io sto benissimo, tu piuttosto come...-
Ron chiuse gli occhi.
Tirò un lunghissimo sospiro di sollievo, si lasciò ricadere sui cuscini e allentò la presa sul braccio di Hermione, senza tuttavia lasciarglielo.
-Voi non avete idea- disse.
Hermione, Ginny ed Harry si guardarono, ammutoliti.
-Ron... che cosa è successo lì dentro?- domandò poi quest'ultimo sporgendosi verso l'amico.
-La McGranitt era furiosa.- aggiunse Hermione, concitata -Raramente l'ho vista così fuori di sé. Continuava a urlare che c'era da aspettarselo, che quella non era una prova ma una tortura, che lei si era opposta fin dall'inizio...-
-Be', ha ragione- la interruppe Ron aprendo gli occhi -E' stata veramente una tortura.-
Fissò Hermione a lungo, in silenzio.
Poi, finalmente, le lasciò il braccio.
-Che cosa è successo?- domandò lei titubante, massaggiando il punto che Ron aveva stretto.
Il ragazzo distolse lo sguardo.
Poi, con evidente sforzo, parlò.
-Ho... ho dovuto ucciderti, Hermione.-
Nell'infermeria calò un silenzio attonito.
-Che... che cosa?- sussurrò Ginny, gli occhi spalancati.
Ron annuì lentamente, gli occhi fissi sulle coperte.
-Ho dovuto uccidere Hermione. Per poter prendere questo.-
Sotto gli occhi basiti degli altri tre si frugò nelle tasche, fino ad estrarne il medaglione d'argento che aveva recuperato nella grotta.
-Un medaglione?- domandò Harry aggrottando la fronte -Merlino, questo torneo inizia a somigliare spaventosamente alla ricerca degli Horcrux...-
-Già- disse Ron debolmente -E c'era... c'era questa sottospecie di Hermione cattiva, non so bene cosa fosse, e ho dovuto ucciderla.-
Si voltò a guardarla, deglutendo lentamente.
Hermione lo fissava in silenzio, mentre Harry e Ginny studiavano il grosso tre inciso sul medaglione.
-Mi hai dovuta uccidere?- mormorò lei poco dopo, incredula -Parte della prova era... uccidermi?-
Mentre Ron annuiva, la ragazza sentì una risatina isterica salirle in gola.
-E tu lo hai fatto?- domandò continuando a ridere -Mi hai uccisa per un medaglione? Senza... senza pensare che quella sarei potuta essere io per davvero, magari sotto l'effetto di un incantesimo?!-
Era basita e incredula.
Continuava a ridere come una matta, pur sapendo che Harry e Ginny la stavano fissando con aria preoccupata.
Ron, invece, faceva fatica a guardarla.
E quando ebbe il coraggio di farlo, lei gli lesse negli occhi tutta la mortificazione e il dolore che si portava dentro.
-Io... ho dovuto farlo- disse lui tirandosi su -Sapevo che non eri tu, ne ero sicuro. Hermione, sai che non avrei mai potuto...-
-Non potevi saperlo!- sbottò lei -Ron, sarei potuta essere io! Come ti è saltato in mente?!-
La sua voce echeggiò per tutta l'infermeria.
Si rese conto che si era alzata in piedi, e che i tre amici la stavano guardando con gli occhi spalancati, increduli.
-Hermione, calmati- disse Harry -Era soltanto una prova. Non avrebbero mai permesso una cosa del genere.-
La ragazza spalancò la bocca, pronta a replicare.
Ma poi vide l'espressione affranta di Ron, il suo sguardo triste, quei capelli scarmigliati, ammaccato e ricoperto di lividi e ferite.
Si stava comportando da egoista.
Si stava arrabbiando con Ron per essere stato uno sprovveduto ed aver rischiato grosso, ma non stava pensando a come si era sentito lui, a come si potesse sentire anche in quel momento.
Sentendosi avvampare si mise di nuovo seduta, gli occhi bassi.
-Scusatemi.- mormorò -E' solo... Ron, è che sono molto preoccupata. Immagino sia stato tremendo, lì dentro.-
Osservò i tre amici, che sembrarono immediatamente sollevati.
Ron fece un minuscolo sospiro e annuì.
-Io... mi dispiace, Hermione. Ma stavo diventando pazzo. Non vedevo altra via d'uscita se non quella, non capivo nulla di quello che stava succedendo, ed ero molto provato perché... perché...-
La voce gli si spense ed abbassò lo sguardo.
-Cosa?- domandò Harry -Cos'altro è successo?-
Ron dovette deglutire diverse volte prima di riuscire a parlare.
-Lì dentro- disse poi con voce rotta -ho visto Fred. Morto.-
Di nuovo, un silenzio cupo li avvolse.
Ginny si portò una mano alla bocca, trasalendo.
Harry spalancò gli occhi.
Hermione sentì i polmoni prosciugarsi di tutta l'aria.
-Come hanno potuto...- sussurrò atterrita -Come... cosa pensavano di fare...-
-Non lo so- disse Ron, sorridendo amareggiato -Crudele come scherzo, eh? Me l'hanno fatto trovare lì disteso, bianco, e io...-
Ma la frase gli morì in gola.
Si passò una mano sul volto, come per darsi forza, e distolse immediatamente lo sguardo dagli altri tre.
-Non ci posso credere- disse Ginny con voce tremante -Non posso credere che abbiano fatto una cosa del genere...-
Rimasero in silenzio tutti e quattro, senza il coraggio di guardarsi.
Dopo quelle che parvero ore, Ron parlò di nuovo.
-Be'... immagino che anche agli altri sia toccata qualcosa del genere.- ipotizzò facendo spallucce -In che condizioni erano quando sono usciti dalla grotta?-
-Non lo sappiamo- rispose Harry, e non poté fare a meno di sorridere -sei stato tu il primo a uscire dalla grotta.-
Stupefatto, Ron spalancò gli occhi.
-Davvero?!- domandò -Voglio dire... significa che la prova l'ho vinta io?-
Gli altri tre annuirono.
Finalmente Ron si aprì in un sorriso, e scagliò le braccia in aria in segno di vittoria.
-Ah!- esclamò -Gli sta bene, a quell'idiota di...-
-Ah, signor Weasley, vedo che si è svegliato!-
Ron avvampò: Madama Chips lo osservava accigliata, le mani ai fianchi.
Immediatamente abbassò le braccia, tentando di ricomporsi.
-Ehm, già- balbettò -Mi sento molto meglio.-
-Lo vedo- disse lei, strappando un sorrisetto a Ginny ed Hermione -Mi fa molto piacere. Be', tra poco ti porterò la cena e i tuoi medicinali. Ora forse i tuoi amici vorranno andare a cena, considerato che stanno per arrivare i tuoi genitori...-
-Mamma e papà?- domandò Ron sorpreso, voltandosi a guardare Ginny.
La sorella annuì.
-Li ha chiamati la McGranitt- spiegò -stanno venendo a trovarti, la mamma era molto preoccupata.-
-Miseriaccia- mormorò Ron, guardando madama Chips che si allontanava verso l'armadio dei medicinali -saranno fuori di sé. La mamma mi farà una testa così.-
Harry ridacchiò. -Ma no, vedrai. Sarà soltanto felice di vedere che stai bene.-
-Lo spero.- sospirò lui -Voglio dire, sono contento di vederli... ma sapete come è fatta.-
Gli altri tre annuirono e Ginny si alzò.
-Be', direi che possiamo andare a mettere qualcosa sotto i denti, no? Non so voi, ma io muoio di fame...-
Lanciò a Ron uno sguardo interrogativo, come a chiedere il permesso.
Lui sorrise. 
-Andate, andate. Anzi, portatemi qualcosa di buono... sapete che detesto le zuppette di madama Chips!-
I tre risero e fecero per allontanarsi, ma Hermione si sentì trattenere per il polso.
Si voltò, le sopracciglia aggrottate: Ron l'aveva afferrata, ed ora la guardava timidamente, le orecchie rosse.
-Puoi... puoi restare ancora un minuto?- le domandò -Vorrei parlarti.-
Lei batté le palpebre, sorpresa.
-Oh... certo!-
Fece cenno ad Harry e Ginny, che la stavano aspettando, di iniziare ad andare; quando li vide sparire oltre la porta sedette sul letto.
-Dunque...- iniziò Ron, imbarazzato.
Le lasciò il polso e prese a fissarsi le mani.
Hermione attese in silenzio per qualche istante.
Poi non riuscì più a trattenersi.
-Ron... come stai adesso?- domandò preoccupata.
Il ragazzo fece un minuscolo sorriso, scuotendo appena le spalle.
-Bene, tutto sommato. Se consideri che ho dovuto rivedere il cadavere di mio fratello e ho dovuto far fuori la mia... la mia...-
Tossicchiò, a disagio.
Hermione sentì il viso avvampare.
-Mi dispiace tanto, Ron.- pigolò -Mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare tutto questo. Non è giusto, davvero.-
Fece una pausa, e con la coda dell'occhio vide che lui la stava osservando.
Poi chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, prendendo coraggio.
-E... e mi dispiace per quello che è successo tra noi.- continuò -Non volevo che le cose andassero così, e se magari avessi avuto me accanto saresti... insomma, magari la cosa ti avrebbe aiutato...-
Tacque, le guance in fiamme.
Sentiva gli occhi di Ron puntati addosso, ma non riusciva più a spiccicare una sola parola.
-Hermione- disse lui dopo un po' -Grazie.-
La ragazza si voltò a guardarlo, sorpresa.
-Come?- domandò, sicura di aver sentito male.
Ron sorrise.
-Ho detto grazie. Grazie per non essertene mai andata. Anche quando... anche quando ne avresti avuto tutti i diritti.-
Hermione lo fissò, confusa. Sentiva che gli occhi iniziavano a pizzicarle.
-Grazie per avermi chiesto scusa- continuò lui -e, credimi... sono io che devo scusarmi con te. Mi dispiace per tutto. E lì dentro... lì dentro ho avuto così tanta paura che tu...-
Senza quasi rendersene conto, Hermione gli afferrò la mano.
Gli occhi pieni di lacrime, vide il ragazzo alzare lo sguardo su di lei, sorpreso, le orecchie rosse.
-Sono qui, Ron- disse con voce tremante -Sono qui, non vado da nessuna parte. Te lo prometto. Non me ne andrò più.-
Il ragazzo deglutì. Sembrava sollevato e addolorato allo stesso tempo.
-Mi... mi manchi, Hermione.- sussurrò -Ho avuto bisogno di te, in tutto questo tempo. Ho... ho bisogno di te adesso.-
-Abbiamo bisogno l'uno dell'altra*, ricordi?- domandò lei con un sorriso.
Anche lui sorrise. Poi la tirò a sé e la strinse.
-Vieni qui- le mormorò tra i capelli -vieni qui, e stavolta resta.-
Tra le braccia di Ron, stretta al suo petto, Hermione si lasciò andare alle lacrime.
Pianse.
Pianse per Ron, per quanto le era mancato, per ciò che aveva dovuto affrontare.
Pianse per sé stessa, per quanto si era sentita sola e smarrita.
Pianse per Fred, per la guerra, per quanto ingiusto fosse stato tutto ciò che era successo.
Pianse a lungo, lasciandosi cullare da Ron. Rendendosi conto che sarebbe dovuta essere lei a consolare e cullare lui.
-Ron!- disse tirando su col naso -Sono una stupida, sei tu quello che ha bisogno di essere confortato!-
Lui rise, stringendola più forte.
-Credimi, ci sono poche cose che potrebbero confortarmi più di questo- disse.
Hermione rise piano, tra le lacrime. -Un panino al bacon, per esempio?- domandò.
Ron rise di nuovo, posandole una mano sul viso.
-Anche- ammise -ma in realtà stavo pensando a qualcos'altro...-
Lo vide avvicinarsi.
Sentì il profumo dei suoi capelli riempirle le narici.
Sentì la sua mano ruvida sfiorarle la guancia.
Sentì il suo respiro sul viso, i nasi che si sfioravano, e chiuse gli occhi, schiuse le labbra...
-Ron, sono arrivati mamma e papà!-
La voce di Ginny li fece trasalire entrambi.
Si guardarono, imbarazzati, e nella fretta di sciogliere l'abbraccio Hermione cadde dal letto.
-Sono di là, Ron! E c'è anche... Hermione, che diavolo stai facendo?!-
Un panino in mano e la fronte corrugata, Ginny spostava lo sguardo dall'uno all'altra, perplessa.
-Cercavo... ehm... mi è caduta una cosa!- balbettò Hermione schizzando in piedi.
Si riavviò i capelli, col viso in fiamme, mentre Ron fissava con ostentato interesse l'unghia del proprio pollice.
-Va bene...- disse lentamente Ginny, affatto convinta -Comunque, sono arrivati mamma, papà e George. Stanno parlando con la McGranitt, saranno qui tra pochissimo.-
Ron sollevò il capo di scatto. -C'è anche George?- domandò, a metà tra il sorpreso e il contento.
Ginny annuì e sedette.
-Sì- disse, dando un morso al proprio panino -Si era preso qualche giorno a lavoro, e così ne ha approfittato!-
Ron annuì, grattandosi il capo.
Poi lanciò uno sguardo a Hermione, che raccoglieva le proprie cose in fretta.
-Vai via?- le domandò deluso, guardandola mettersi la borsa in spalla.
Hermione annuì. -Raggiungo Harry- spiegò -i tuoi sono qui, e penso che abbiate bisogno di stare un po' tra voi.-
Fece un sorriso e lo salutò con la mano.
-Riposa, Ron. Vedrai che domani starai bene e ti dimetteranno. Buonanotte!-
-'Notte, Hermione- disse lui, guardandola andare via -...e domani finiamo quella cosa lasciata in sospeso!- le urlò dietro.
Lei arrossì e sorrise, e ringraziò il cielo che lui non potesse vederla.






-...E il braccio ti fa male? Hai proprio un brutto segno qui... Stai prendendo le medicine? Che cosa ti stanno dando?-
Ron sospirò.
La sua famiglia era arrivata da nemmeno un'ora e già la signora Weasley stava dando il meglio di sé.
Continuava a girare per l'infermeria, aprendo mobiletti e cercando medicinali; aveva già cambiato la bendatura alla mano di Ron per due volte; aveva tirato fuori dalla borsa pacchi e pacchetti pieni di dolci e sformati; e, naturalmente, si era beccata più di un'occhiataccia e di un rimprovero da Madama Chips.
-Mamma, sto bene!- borbottò Ron divincolandosi per sfuggire al suo ennesimo bacio lacrimoso -Devo solo riposare, tutto qua!-
Lanciò uno sguardo implorante a suo padre, a Ginny e a George, che dalle loro sedie assistevano alla scena, impotenti.
-Molly, cara- tentò il signor Weasley -Forse dovresti lasciarlo respirare. Mi sembra che sia in via di ripresa, non trovi?-
La signora Weasley lanciò uno sguardo di rimprovero al marito.
-Ripresa?!- esclamò -Ma Arthur, non vedi com'è sciupato? Gli si vedono le ossa degli zigomi, addirittura!-
-Gli zigomi si vedono sul viso di ogni essere umano!- sbottò Ron esasperato -Sto bene, e adesso per piacere mettiti seduta, mi stai facendo girare la testa!-
La signora Weasley esitò per un momento, una grossa bottiglia di tonico in mano.
Poi, con estrema riluttanza, sedette tra il marito e George.
-Allora, fratellino!- esclamò quest'ultimo, allungandosi ad afferrare uno dei biscotti della madre -Ho sentito che ti sei ammaccato per bene, ma che sei stato il primo a concludere la prova!-
Sistemandosi meglio sui cuscini, Ron annuì.
-Già- confermò -ma penso di essere stato l'unico ad essere finito in infermeria...-
-Non proprio- intervenne Ginny -in Sala Grande ho incontrato Eddie Merlott di Corvonero, e mi ha detto che anche Jaqueline e Krum erano ridotti piuttosto male. Sembra che li stiano medicando nella nave e nella carrozza.-
Ron batté le palpebre, stupito.
-Davvero?- domandò -E come mai? Che cosa gli è successo?-
-Non ne ho idea- ammise Ginny, scuotendo il capo -Ma non penso sia nulla di grave. Probabilmente sono semplicemente scossi per quello che... che... hanno visto lì dentro.-
Lanciò a Ron uno sguardo eloquente e si fissarono per qualche istante, nervosi.
Poi la signora Weasley ruppe il silenzio.
-Oh, insomma!- esclamò contrariata -Si può sapere che diamine è successo durante questa prova?! Mio figlio finisce in infermeria, avrò il diritto di sapere perchè?!-
Fissò Ron con gli occhi ridotti a due fessure, in attesa.
Il ragazzo deglutì.
-Be'- iniziò -abbiamo affrontato un Erumpent, e...-
-Un Erumpent?!- intervenne George, ammirato -Per le mutande di Merlino! Era grosso?!-
-Enorme!- confermò Ginny con enfasi -E ha schiacciato Ron contro una parete!-
La signora Weasley trattenne il fiato; George spalancò gli occhi, incredulo; il signor Weasley, invece, si tolse gli occhiali.
-Accidenti!- esclamò, pulendo le lenti sul mantello da viaggio -Ti è andata fin troppo bene allora, eh figliolo? Diversi maghi che hanno avuto a che fare con un Erumpent dopo non hanno potuto raccontarlo!-
-Ehm, già- disse Ron a disagio -e poi...-
-Questo è inaudito!- sbottò la signora Weasley -Delle prove del genere! Sono solo dei ragazzi! Ma cosa gli è saltato in mente?!-
-E' il torneo Tremaghi, cara- sospirò Arthur -DEVONO essere prove difficili.-
Molly si alzò, le braccia incrociate al petto.
-Difficili è un conto, rischiose è un altro!- sentenziò -Non ne hanno avuto abbastanza della guerra?! Cos'è, vogliono altri morti?!-
Il resto della famiglia ammutolì.
Ron, il cuore in gola, osservava la madre che si infuriava sempre di più.
-E TU!- sbraitò lei, puntandogli un dito contro e facendolo trasalire -Dovevi partecipare per forza, non è vero, Ronald?! Come ti è saltato in mente, di metterti a fare così l'eroe?!-
-Mamma, calmati- bisbigliò Ron, basito -Mi sembri Hermione!-
-Ottimo!!!- continuò lei, rossa in viso -Significa che quella ragazza ha un minimo di sale in zucca! E' pericoloso, Ronald! P e r i c o l o s o! Perché devi rischiartela in questo modo?! Devi per forza farmi stare in apprensione giorno e notte, vero?-
Ron deglutì a fatica.
-Mamma...- mormorò -Io non...-
Stava cercando qualcosa da dire con scarsi risultati. Ma in quel momento, la signora Weasley scoppiò a piangere.
-Molly!- esclamò il marito allarmato, alzandosi per cingerle le spalle con un braccio -Ora calmati, cara, va tutto bene!-
Ron, Ginny e George si guardarono a disagio, mentre il padre faceva sedere la signora Weasley.
-Oh, Ron!- esclamò tra le lacrime -Scusami caro! E' che... è che...-
Dovette interrompersi, in preda ai singhiozzi, tentendo di riprendere fiato.
-Va tutto bene, mamma- disse Ron, allarmato -Non preoccuparti, capisco che tu sia in apprensione.-
La signora Weasley si soffiò rumorosamente il naso, mentre Ginny le carezzava un braccio.
-Sì- prese a farfugliare -e a volte esagero un po', lo so... ma v-voi siete la mia famiglia, e io... la guerra... da quando Fred se n'è a-andato...-
Scoppiò di nuovo in singhiozzi, e Ron sentì il cuore sprofondargli da qualche parte.
Con la gola secca guardò la sua famiglia.
Guardò sua madre, disperata al ricordo del figlio morto, disperata al pensiero di perdere gli altri;
guardò suo padre, il volto segnato, le braccia strette attorno alla moglie, a darle forza e a riceverne;
guardò Ginny, il viso teso, che a sua volta lo stava osservando con apprensione;
guardò George, il George che si sforzava ancora di scherzare, ma che da quando aveva perso il suo gemello, la sua metà, aveva un'ombra incancellabile negli occhi.
Li osservò tutti, ricordando il terrore durante la guerra; quel terrore che lo aveva attanagliato di nuovo alla vista di Fred dentro quella grotta.
In quel momento, decise che non avrebbe mai rivelato loro cos'era successo lì dentro.
Non poteva farlo, sarebbe stato un peso troppo gravoso da sopportare.
E preferiva sopportarlo da solo, combatterlo da solo piuttosto che coinvolgere, e sconvolgere, la sua famiglia.
-Mamma- esclamò, allungandosi a sfiorarle una gamba -ti promettò che andrà tutto bene. Devi fidarti di me, starò attento. Te lo prometto.-
La signora Weasley lo osservò, gli occhi lacrimosi.
Poi fece un profondo sospiro, si alzò in piedi e strinse il marito e i figli in un abbraccio collettivo stritolante.
Rimasero per un po' così, in silenzio, stretti gli uni agli altri, ognuno perso nei propri pensieri, ognuno desideroso di dare e ricevere conforto.
Quando sciolsero l'abbraccio, Ron si sentì più stanco e depresso che mai.
-Sarete molto stanchi- disse con voce roca -Forse è meglio che andiate a riposare, così domattina possiamo passare ancora un po' di tempo insieme...-
George gli si avvicinò, un mezzo sorriso stampato sul volto.
-Tranquillo, Ronnuccio- bisbigliò -Te li porto via io, così puoi dormire.-
Si augurarono la buonanotte, e Ron lasciò che la madre gli stampasse un bacio sulla fronte.
Non appena li vide sparire oltre la soglia della porta, si rannicchiò sotto le coperte e se le tirò fin sopra la testa.
Con un sospiro si lasciò andare al torpore, felice di sfuggire a tutte le emozioni che gli montavano dentro.
Per quel giorno, ne aveva decisamente avute abbastanza.


*


Nei giorni seguenti, Hermione non ebbe modo di restare da sola con Ron.
Voleva assolutamente chiarire la situazione una volta per tutte, capire le intenzioni di Ron ed esporgli le proprie; ma decisamente il fato non sembrava dalla sua parte.
Dal momento in cui il ragazzo venne dimesso dall'infermeria fu continuamente circondato da sciami di persone assillanti.
Per un paio di giorni passò tutto il tempo a sua disposizione con la famiglia, ed Hermione non ebbe cuore di intromettersi in quella situazione; poi fu la volta degli insegnanti e dei giudici, che dovettero raccogliere un resoconto dettagliato della prova, e dei compagni curiosi che volevano sapere tutto sul Erumpent e sulla grotta; toccò poi a giornalisti, che volevano assicurarsi la prima pagina con un'intervista esclusiva ai campioni da allegare alle foto che avevano scattato durante la seconda prova.
Così tra le lezioni, lo studio e la calca continua attorno a Ron, la ragazza lo vide pochissimo, e nei momenti in cui riusciva ad incrociarlo lui sembrava sempre schivo ed esausto.
-Credi che Ron mi stia evitando?- chiese una sera a Ginny, mentre tutti i Grifondoro dell'ultimo anno erano riuniti sulla torre di Astronomia per una impegnativa lezione della professoressa Sinistra.
Continuando a scribacchiare sulla propria mappa stellare, Ginny aggrottò la fronte.
-Evitando?- ripeté sottovoce -Non mi pare, perché?-
Hermione sospirò e lanciò un'occhiata rapida a Ron, intento a scrutare nel proprio telescopio, a qualche postazione da lei.
-Non saprei- bisbigliò -E' che in questi giorni è stato molto impegnato, e avevamo una conversazione in sospeso, non vorrei che...-
Fu interrotta dal suono improvviso della campanella, che la fece sussultare.
Ginny ridacchiò e si alzò in piedi, radunando le proprie cose. -Secondo me ti preoccupi troppo!- disse -Riprendila tu la conversazione, no?-
-Cosa?!- esclamò Hermione incredula, cercando di sovrastare il rumore degli sgabelli trascinati sul pavimento e il chiacchiericcio dei compagni -Niente affatto! Sarebbe così... insomma...-
Ma arrossì, e non terminò la frase.
-Medita, ragazza!- disse Ginny con un sorriso -E soprattutto, sbrigati a rientrare, qui fuori ti verrà un colpo!-
Afferrò la borsa, si riavviò i capelli e si allontanò.
Hermione rimase imbambolata per qualche istante, la mappa stellare sulle ginocchia, i libri sparsi attorno ai piedi.
Poi si rese conto che quasi tutti i compagni erano rientrati, e che lei era l'unica ancora seduta.
-Granger?- chiamò l'insegnante dalla soglia della porta -Cos'è, hai deciso di prendere residenza sulla torre?-
Avvampando, Hermione scattò in piedi e si affrettò a riporre tutto il materiale nella borsa.
-No, professoressa!- squittì -Arrivo! Mi lasci soltanto...-
-Non metterci troppo- sospirò la Sinistra alzando gli occhi al cielo -e quando rientri chiudi per bene la porta!-
Scese le scale col resto della classe, ed Hermione raccolse gli ultimi libri e la piuma, riponendoli.
Lanciò uno sguardo al parco buio e alla luna parzialmente coperta dalle nuvole, e pensò a quanto il panorama fosse bello ma anche vagamente inquietante.
Poi si voltò per andare via, e per poco non le venne un colpo: Ron era lì davanti a lei, la borsa in spalla, un mezzo sorriso stampato sul viso.
-Ronald!- esclamò con voce acuta, portando una mano al petto -Per l'amor del cielo, vuoi farmi venire un infarto?!-
Col battito accelerato per lo spavento, osservò il ragazzo inarcare le sopracciglia.
-Scusami!- disse lui alzando le spalle -Volevo solo... ecco... ti stavo aspettando.-
Hermione prese un profondo respiro per calmarsi; Ron la osservava in silenzio, a metà tra l'impacciato e il divertito.
-D'accordo...- disse quando ebbe ripreso il controllo completo -Mi stavi aspettando... be', grazie!-
Tossicchiò, in attesa, iniziando a sentirsi in imbarazzo: Ron continuava a fissarla senza parlare.
-Ehm... vogliamo andare, allora?- tentò lei.
-Lo sai che quasi tutte le stelle di Orione hanno per nome un numero, ad eccezione di Rigel e un altro paio?- replicò lui.
Hermione inarcò le sopracciglia, sorpresa.
-Le...le stelle di Orione?- domandò battendo le palpebre.
Ron annuì.
-Ho imparato tutti i nomi a memoria- esclamò -e so anche trovartele in cielo. Ecco, vedi, quella è Betelgeuse...-
Confusa, Hermione spalancò la bocca.
Era stordita, e non sapeva cosa dire o come comportarsi.
Per qualche istante osservò Ron indicare la volta celeste ed elencare i nomi di decine di stelle, spavaldo e sicuro di sé.
Dovette deglutire parecchie volte per recuperare l'uso della parola.
-Aspetta...- gracchiò -aspetta Ron, che diamine... che cosa significa tutto questo?!-
Lo fissò, turbata. Non riusciva proprio a capire. Il vento freddo le gettò indietro i capelli.
Ron tacque ed abbassò lo sguardo su di lei, facendosi improvvisamente serio.
-Ti ricordi quando abbiamo studiato Orione?- domandò lentamente, il mantello gonfio d'aria.
Hermione annuì appena.
-Non riuscivo ad imparare i nomi delle stelle più importanti- continuò lui -e tu ti sei spazientita, hai chiuso il libro e mi hai detto che non c'era speranza. Che non le avrei mai imparate.-
Fece una pausa, osservandosi le mani.
Hermione attese in silenzio.
-Be'- continuò lui -invece le ho imparate. Le ho imparate tutte quante. Per dimostrarti che, se mi impegno, posso riuscire in qualsiasi cosa.-
-Oh, Ron- sospirò Hermione -ma lo so benissimo! Non c'era bisogno che tu...-
-Hermione- la interruppe lui -se mi impegno, posso riuscire in qualsiasi cosa. E posso riuscire anche a... a far funzionare le cose tra noi due, se tu vorrai.-
Anche al buio, le orecchie gli divennero chiaramente rosse.
Hermione era sconcertata.
Rimase lì impalata e lasciò che Ron si avvicinasse e le prendesse la mano, impacciato.
-Voglio tornare con te- mormorò lui guardandola dritto negli occhi -Voglio tornare con te, e non lasciarti più andare.-
Lei sentì il cuore gonfiarsi.
Guardò il viso di Ron, spaventato e speranzoso. E si rese conto che avrebbe potuto, avrebbe voluto, fissarlo per ore ed ore, senza fare altro.
Cercò qualcosa da dire, c'erano così tante cose che voleva dirgli.
Ma non ci riuscì.
Lo fissò solamente, gli occhi spalancati, e riuscì a sussurrare appena un -Sì.-
E poi Ron la baciò.
E fu il bacio più dolce, più delicato che le avesse mai dato.
Entrambi tremarono forte, e non certo per il vento.
Ron la sfiorava appena con le mani, quasi fosse fatta di cristallo, quasi avesse paura che potesse rompersi.
La carezzava e la stringeva come si fa con un oggetto prezioso, con qualcosa di così importante e bello da credere a stento che ci appartenga.
Ed era proprio così che si sentiva Hermione in quel momento:
preziosa, importante, fragile, indispensabile.
Era questo il grande potere di Ron.
Di farla sentire la persona migliore che esistesse al mondo.
E mentre lo baciava sotto il cielo stellato, Hermione ebbe l'ennesima conferma che, invece, la persona migliore del mondo era proprio lì davanti a lei.
E le stava sussurrando in un orecchio 'Bentornata'.













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*Se non ricordate questa citazione, date uno sguardo al capitolo 2 ;)

Bene. Saaalve :)
Che ne dite, non sarò stata un po' troppo melensa e sdolcinata in questo capitolo?
Lo sono stata abbastanza da farmi perdonare mesi di sofferenze, di 'NOOO!' e di attese? :)
Spero proprio di sì.
Be', non ho molto da aggiungere, se non che il fatto che i miei piccioncini sono finalmente tornati insieme mi riempie di gioia almeno quanto voi :3
Vi ringrazio di cuore come sempre per tutti i vostri preziosissimi pareri, e attendo le opinioni per questo capitolo tutto zucchero :)
Vi sbaciucchio tanto tanto.
A presto!

Miza.
   
 
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