Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Violet Tyrell    23/04/2012    10 recensioni
Le tenebre non sono necessariamente il male; lo sa bene Anastasia Silente, figlia di Aberforth e nipote del celebre zio Albus con cui vive da anni. Anche lei destinata ad un futuro brillante, ben presto scopre quanto può essere lusinghiero l'abbraccio dell'Oscurità.
Un desiderio che arriva da dentro, o che è stato abilmente risvegliato in virtù di un amore che profuma di morte?
Anastasia sa quanto può essere crudele ed ingiusta la vita, da quando ha visto una parte della propria esistenza cambiare sin dall'infanzia; durante gli anni della scuola - vissuti sotto il pesante fardello di una parentela prestigiosa - si avvicina proprio a lui, Tom Orvoloson Riddle, sorda agli appelli di saggezza dello zio.
Una scelta che potrebbe portarla ad abbandonare quei principi che credeva così saldi, e tutto pur di evadere da un'esistenza che sembra già monotamente tracciata. Molto meglio farsi consumare dalle fiamme di un sentimento strano, forse pure malato, che rimanere inerte, ad osservare la vita al di là di una finestra.
Personaggi - Anastasia Silente ( OC) , Tom Orvoloson Riddle , Albus e Aberforth Silente e altri pg(Lumacorno e vari OC)
Partecipa al contest di Charlotte McGonagall "Chi ha paura delle Mary Sue"
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Buon sangue non mente'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Profumo di tenebra Angolo di benvenuto - 
 
 

 Alla fine chi vuole avermi su Pottermore sono MoonIce12136 e sono dei Corvonero <3 Ne sono contenta a dirvi u.u anche se faccio esplodere le pozioni e non so duellare xDDDD quindi non sfidatemi LOOOOOOL
Beh vi lascio al capitolo, dai u.u e buon inizio di settimana a tutti :=) *saltella nella sala comune dei Corvonero, guadagnandosi le ire di tutti i Corvi*
  






Profumo di tenebra

14- Capitolo 13


Anastasia non si ridestò tanto in fretta, lasciando a Dorian il tempo di preparare tutto ciò di cui aveva bisogno: una pozione Ricostituente, una Soporifera da utilizzare nel caso la ragazza fosse stata troppo incline a provocarlo, oltre a tutta una serie di decotti che l'avrebbero rimessa in sesto. Aveva già avuto modo di osservare le ferite che recava sul corpo, ed era convinto che non avesse nulla di rotto internamente, a parte due costole incrinate che aveva già sistemato con un incantesimo.
Gellert non si era certo controllato, constatò il mago con una certa irritazione, anche se dubitava di vedere ferite più vistose; di certo doveva portare molte cicatrici a livello psicologico, e quelle sarebbero state le più difficili da curare. Ma erano anche quelle a cui lui non era costretto a porre rimedio, e non intendeva proprio farlo. Non aveva cambiato molto all'interno di quella stanza, a parte l'aggiunta di una coperta adatta al clima rigido e a un materasso. Non era tanto la durezza del giaciglio di pietra ad avergli fatto prendere quella decisione, quanto il gelo che emanava da lì. Decisamente Gellert meritava la fama di mago oscuro che aveva, ma allo stesso tempo non era in grado di occuparsi di un prigioniero. Sicuramente a Nurmengard si sarebbe trovata quasi meglio, secondo il suo parere; fortunatamente aveva già riscontrato che la temperatura corporea della ragazza era rientrata nella norma, e la sua pelle non era più gelida come prima. Un movimento attirò la sua attenzione e sorrise nel vedere Anastasia rigirarsi un paio di volte, prima di aprire gli occhi. Dorian era curioso di vederla finalmente da sveglia, e si disse che non le mancava proprio nulla: anche le iridi azzurre erano affascinanti alla pari del resto, e fino a quel momento non aveva trovato nulla in lei che fosse sgradevole. Era forse troppo giovane, ma non era certo un difetto. "Come ti senti?"
Le rivolse la parola con durezza, per celare dietro quella frase l'istinto di far valere immediatamente quelli che considerava i suoi diritti; dopo averla osservata per ore, la considerava già una sua preda. Era convinto che la ragazza non avrebbe saputo resistere al suo fascino, dal momento che sapeva di essere molto desiderato dalle donne.
Tuttavia il suo progetto fu costretto a subire un ritocco immediato: lo sguardo di Anastasia era tutt'altro che lieto, lo stava squadrando con aria sospettosa. In risposta, lui le rivolse il suo sorriso più seducente, quello in grado di far tremare anche il cuore più algido di una donna. Poteva immaginare le sue perplessità. "E tu chi saresti?" La ragazza non rispose, preferendo fare quella domanda, chiedendosi dove fosse finito il suo aguzzino, e allo stesso tempo chi fosse lo straniero che la fissava con avidità.
Era indubbiamente una personalità magnetica, ma si sentiva a disagio sotto quello sguardo che pareva bruciare; si strinse la coperta addosso, credendo quasi che l'uomo fosse in grado di spogliarla senza neppure allungare la bacchetta. Era una sensazione che non aveva mai provato prima.
"Dorian Thorvaldsen, mia bella Anastasia, qui per prendermi personalmente cura di te. Devo ammettere che di rado ho avuto occasione di mettere il mio talento al servizio di una signorina tanto affascinante, sono sicuro che diventeremo ottimi... amici..." Lasciò cadere la velata allusione, rivolgendole tuttavia un inchino abbozzato molto galante, come se si trovassero in un salotto raffinato e non in quella stanza spoglia. Anastasia venne scossa da un brivido, pur senza capirne la ragione; sapeva solo che non le piaceva il suo sguardo.
La ragazza spostò la propria attenzione su ciò che l'uomo stava facendo e rimase sorpresa nel vederlo avvicinarsi, con un bicchiere tra le mani. "Ora bevi questa, ti farà riprendere, avrai indubbiamente bisogno di tutte le tue forze se vuoi resistere senza troppi incidenti" disse Dorian, allungandole il calice di cristallo che conteneva una pozione fumante. Anastasia si disse che l'uomo doveva essere impazzito: bere volontariamente qualcosa dalle mani di un nemico? Pura follia, solo un idiota l'avrebbe fatto.
Lo fissò con ira, ma senza muoversi, sfidandolo con lo sguardo; Dorian sorrise, avendo previsto un'opposizione del genere da parte della ragazza. "La ribellione non ti servirà a molto: ti assicuro che le mie studentesse non fiaterebbero neppure se ordinassi loro di bere un veleno". Spaccone. Anastasia era sempre più turbata dalla presenza di quell'uomo, tuttavia quelle parole aprirono un varco di curiosità nella sua mente: fece per rivolgergli una domanda, ma lui - che l'aveva previsto - si limitò a metterle sotto il naso il bicchiere.
"Dopo potrai farmi tutte le domande che vuoi, ma prima bevi se non vuoi che sia io a fartelo ingoiare". Duro e risoluto, in quel momento Dorian sembrava completamente differente: la ragazza fu costretta suo malgrado a cedere, anche se si premurò di annusare a lungo il liquido. Non aveva ragione di fidarsi, ma quella sembrava davvero solo una Pozione Rigenerante. La riconobbe anche dal gusto poco piacevole, che la indusse a fare una smorfia: era esattamente come quelle di Weaver, o anche la stessa che Lumacorno aveva fatto preparare loro al secondo anno.
Dopo quella fu costretta a berne altre due, sentendosi improvvisamente affaticata: aveva male dappertutto, anche se non sembrava essere colpa delle pozioni assunte. "Ora dovrai mangiare qualcosa, e in fretta dato che non ho molto tempo da dedicarti ancora" disse il mago, osservando il proprio orologio d'oro e rendendosi conto che nel giro di poche ore avrebbe dovuto tornare a Durmstrang per la cena: la ragazza notò quel gesto e decise di scoprirne di più.
"Visto che hai degli impegni, puoi anche andartene. Io non ho assolutamente bisogno di te, al contrario di tua moglie" esordì Anastasia, immaginando che l'uomo fosse ansioso di tornare a casa. Dentro di sé aveva già immaginato che si trattasse di una persona sposata, magari con figli, che si dilettava nel tempo libero a fare il criminale. O forse, come pensò un momento dopo, era il suo lavoro quello di tenerla segregata; persino la luce fioca che entrava dall'unica piccola finestra non riusciva a rallegrarla perché le sembrava di vivere in un buio senza fine.
"Non sono sposato da un po' di tempo, ma non devi assolutamente preoccuparti per i miei impegni. A scuola possono fare a meno di me ancora per un po': se farai la brava, potrei anche portartici un giorno, per visitarla". Ma Dorian sapeva di mentire, quello era solo un gioco divertente: non avrebbe di certo mai potuto portare Anastasia in visita a Durmstrang, il suo destino era quello di servire da esca per Albus Silente.
E di morire sotto ai suoi occhi. Su quel punto Gellert era stato molto chiaro; osservandola si disse che era un peccato, tuttavia non stava a lui contestare le idee del mago. C'era solo quell'incredibile innocenza nella ragazza che lo spingeva a sentirsi inspiegabilmente protettivo nei suoi confronti, anche se lo faceva più che altro per dovere. "Insegni? E che cosa, a torturare le persone?" Anastasia sibilò quelle parole, scaricando - almeno con le parole - la rabbia che l'invadeva da giorni: si sentiva in gabbia, dimenticata dagli amici e destinata a qualcosa che non credeva di meritare.
Era tutto ingiusto! Perché non era andato a prendersela con Albus, invece che con lei, che non c'entrava nulla? Era il momento di scaricare indirettamente le proprie angosce su quell'uomo biondo, reo di essere complice di chi l'aveva rapita e che faceva il suo gioco. Poco importava se le stava somministrando delle pozioni curative, era sempre e comunque colpevole.
Lui, inaspettatamente, sorrise. "In fondo posso capirti, sai? Non dev'essere semplice essere lontani da casa propria, ma se vuoi la mia opinione, è anche colpa tua se ti trovi in queste condizioni: se tu non fossi stata tanto sconsiderata da ribellarti, almeno fisicamente staresti meglio". Dorian sapeva che le sue parole avrebbero offeso ancora di più la ragazza, convincendola della sua cattiveria, ma non gli importava; parzialmente era convinto che un atteggiamento ragionevole da parte di Anastasia le avrebbe semplificato la vita, pur restando comunque consapevole che la ragazza era nel suo pieno diritto nel comportarsi in modo ribelle. "Comunque io insegno l'arte delle Pozioni a Durmstrang, immagino che pure a Hogwarts abbiate una materia del genere..."
In quel momento Dorian realizzò di non avere la minima idea di chi fosse Anastasia; per quanto assurdo che fosse, voleva sapere che genere di studentessa fosse dato che era ancora in età accademica, se magari avesse delle materie preferite, o anche se... Interruppe di botto quei pensieri, evitando di incrociare lo sguardo della ragazza: il solo averla lì, vicino a lui, piena di rabbia, gli procurava strani pensieri e non voleva né doveva permetterle di abbattere le sue barriere.
Anastasia annuì, ricordando in quel momento Lumacorno e le sue lezioni; l'uomo che aveva di fronte non gli somigliava, e fu quasi tentata di sorridere nell'immaginare i commenti che Caroline avrebbe potuto fare, se solo l'avesse visto. Di certo l'amica sarebbe andata in visibilio all'idea di avere un insegnante tanto affascinante al posto di Lumacorno: Anastasia non era cieca, ed era consapevole che l'uomo possedeva un fascino considerevole, tuttavia fu costretta a ricordarsi la situazione in cui si trovava. Caroline non era più sua amica da tempo, anzi, aveva pure cercato di ucciderla, e quell'uomo era un criminale, non un insegnante.
Dorian rimise il mantello dopo essersi assicurato che Anastasia avesse mangiato almeno un po' : era incredibile la lotta psicologica che pareva essere disposta ad affrontare pur di contraddirlo, ma a un certo punto avrebbe ceduto... I bisogni fisici erano comunque tali da non poterli ignorare, e lui aveva puntato anche su quello. "Ci rivedremo tra qualche ora... Se hai bisogno di me, ti basta semplicemente stringere tra le dita questa biglia e io accorrerò..."
Il mago sorrise, ma la ragazza pensò al piacere immenso che avrebbe provato nel staccargli la mano a morsi se avesse osato ripetere il gesto di accarezzarle il volto, come se non fosse altro che completamente alla sua mercé.

I giorni si sgranarono a formare settimane, e il tempo trascorreva inesorabile; gli Auror si trovavano senza indizi e Iris cominciava a chiedersi se non fosse veramente il caso di lasciare il proprio ruolo per cederlo a un altro. Ma a chi? Ci aveva riflettuto a lungo, e alla fine era arrivata alla conclusione che nessuno avrebbe potuto fare meglio di lei.
Non era presunzione, bensì la realtà: persino Conrad, che era stato un suo allievo durante il corso di apprendistato per Auror, sembrava brancolare nel buio. Da lui era arrivato il solo indizio concreto, ovvero la certezza che Grindelwald si trovasse all'estero: molti dipendenti del Ministero avevano criticato il fatto che gli sforzi del Ministero fossero totalmente concentrati sulle ricerche di una ragazza che forse era già morta. Iris aveva sentito molte voci: soprattutto i membri più anziani erano convinti che ci si dovesse preoccupare di più di altri problemi, che della ricerca di qualcuno che non era importante.
In parte la donna sentiva di capirli: c'erano ben poche possibilità che Anastasia Silente fosse ancora viva, non sapevano dove fosse e neppure se Grindelwald non l'avesse in realtà già uccisa. Era un causa persa, eppure Iris sentiva un brivido coglierla nel ripensarci: a tenerla tanto legata a quella missione era la sua morale, molto più degli obblighi verso il Ministero e della fama che aveva Albus Silente. Era un suo preciso dovere di strega fare in modo di sottrarre la ragazza dalle grinfie di quel mostro, e consegnarlo alla giustizia; aveva già preso contatti con Dragomir Dekan - preside di Durmstrang - ma neppure l'uomo aveva idea di dove potesse trovarsi Gellert Grindelwald. La donna sapeva che Dekan era stato l'autore dell'espulsione del mago al tempo dei suoi studi magici, tuttavia non era rimasto in contatto con lui.
Il mago aveva promesso la sua totale collaborazione - così come gli insegnanti della scuola - e Iris si sentiva sollevata: il Ministero estero, invece, sembrava più restio. Certo, erano d'accordo nel cercare Grindelwald, ma non avevano agito: conoscevano la fama di Albus Silente, ma ritenevano estremamente improbabile che Anastasia fosse viva. In quel momento Iris si era resa conto che Grindelwald nel suo Paese aveva seminato molto più terrore che da loro, convincendo forse così molta gente ad abbassare la testa, a preoccuparsi molto più dei propri problemi che degli altri. In un certo senso era logico, ma Iris non voleva seguire quel filone di pensiero. Ormai trascorreva le sue giornate - notti incluse - in continua riunione con gli Auror, per cercare indizi, escogitare strategie: non aveva più tempo per nient'altro, ma non le importava. Si sarebbe riposata dopo la conclusione di quella brutta storia.


“Egregio sig. Albus Silente,
probabilmente resterà sorpreso nel ricevere questa mia, dal momento che io e lei non ci conosciamo. Eppure ho avvertito l’assoluto bisogno di rivolgermi a lei.
Noi viviamo in paesi diversi, conduciamo vite diverse, ma siamo accomunati dalla conoscenza di un mago in particolare: Gellert Grindelwald.
Il mio nome è Andromeda Belinsor, sono una vedova e mio figlio è un orfano a causa di questa nefasta conoscenza. Vivo in una realtà in cui ogni istante è un’iniezione di terrore, angoscia, incertezza, oscurità, in cui è difficile alzarsi dal letto e desiderare di affrontare una nuova giornata. Se ho avuto la forza di prendere la penna in mano, è stato solo per amore di mio figlio.
Io ho perso mio marito, ma, come me, molte altre streghe o maghi hanno perso per colpa di Grindelwald un parente, un amico, la vita stessa. La situazione è ormai insostenibile, abbiamo bisogno di qualcuno che metta fine a questo regime. So che lei è un mago come pochi, dotato di un potere e una saggezza invidiabili. Inoltre come me anche lei è stato amico di Grindelwald, per poi essersi allontanato da lui una volta presa coscienza del suo lato oscuro. Non le chiederei di intervenire se non pensassi che sia assolutamente necessario.
La prego di fare qualcosa, non per me, che ormai mi sento una donna finita, ma per mio figlio e per tutti i bambini senza colpa che, come lui, sono stati resi orfani da questo regime. Con riconoscenza,
Andromeda Leyna Belinsor”

Tom mise via il foglio, prestando attenzione a non farsi vedere; una lettura affascinante e illuminante, che gli aveva fornito alcuni indizi estremamente importanti. "Allora?" Tom si rivolse con durezza a Narkissos, comparso in quel momento in Guferia, dove lo stava attendendo già da un po'. Aveva previsto un ritardo dal momento che quella notte era Herbert Beery a pattugliare la scuola assieme a lui, e per quella ragione non mosse rimproveri al giovane.
"Mio fratello Abraxas mi ha detto di dirti che si è recato all'estero, in cerca dell'informazione che gli hai chiesto di trovare; sarà di ritorno se tutto va bene tra una ventina di giorni, non può dare nell'occhio, pare che il clima di terrore di Grindelwald sia alquanto esteso e deve muoversi con cautela" riferì Narkissos , ma in cuor suo avrebbe voluto dire al ragazzo di arrangiarsi, di trovare da solo quelle informazioni; tuttavia si era anche aspettato che Tom agisse molto prima. Dato che ormai erano quasi due mesi che Anastasia era nelle mani di Gellert Grindelwald, era convinto che avrebbe aspettato il Ministero.
Invece no. Alcune sere prima, durante un raduno nella cripta, aveva dichiarato di voler agire in prima persona, dicendo di avere un indizio rilevante: chi fosse quella strega - Andromeda Belinsor - lui non ne aveva idea, ma aveva fatto quello che voleva Tom e suo fratello era partito all'istante. Al contrario di lui, Abraxas era molto più portato per le missioni che Tom assegnava, inoltre avendo già terminato Hogwarts da vari anni, e lavorando al Ministero, era nella posizione più indicata per agire senza essere notato. Narkissos non era per nulla invidioso della stima che Riddle aveva per Abraxas, anche se gli era già valsa una serie di rimostranze. In ogni caso la scuola volgeva ormai al termine, e alla fine si sarebbe creato la propria vita senza di lui, non ne aveva bisogno.
"Perfetto. Non ho alcuna fretta, è solo l'informazione a interessarmi" dichiarò Tom con freddezza, osservando il cielo completamente nero; le stelle quella notte non si vedevano, ma a lui non interessava nulla del panorama.
Era stato tutto così inaspettato. La fortuna girava dalla sua parte, dopotutto; una settimana prima era andato a cercare il professor Silente per restituirgli un libro che aveva scordato in classe, e aveva trovato la sorpresa. La pergamena era scivolata a terra senza che lui se ne accorgesse e, nel raccoglierla, ne aveva intravisto alcune parole. In primis Grindelwald, così Tom non aveva esitato ad aprirla dopo essersi assicurato di essere solo nel corridoio.
Tom aveva eseguito l’incantesimo di duplicazione ed era riuscito a tenerne una copia, senza rivelare al professore di averlo fatto: era stata una lettura così affascinante e illuminante. Rivolse la propria attenzione a Narkissos, che pareva sul punto di rivelare o dire qualcosa di importante. "Ma perché ti interessa, questa donna? Cos'ha a che fare con...?"
Il ragazzo non disse il nome di Anastasia, ma sapeva che l'altro avrebbe ugualmente capito.
"Mi può portare da Grindelwald, così lo potrò sconfiggere; inoltre ho scoperto che il professor Silente era amico del mago oscuro, il che potrebbe essermi utile in futuro". Quello era stato davvero importante per lui, non avrebbe mai pensato a uno sviluppo simile, eppure dava un senso a quanto accaduto. Indubbiamente Grindelwald non aveva alcun interesse per Anastasia, se non quello indiretto che poteva portare al vecchio amico: quanto si conoscessero non era in grado di dirlo, tuttavia quella era un'informazione succosa.
"Silente?! Ma dai, figurati... Per Salazar, è una cosa ridicola come la cravatta del vecchio Luma a Natale. Te la ricordi? Gliel'ha regalata quella sudicia Mudbloood di Grifondoro". Narkissos quasi sputò le ultime parole, alludendo alla studentessa del quarto anno che proveniva da una famiglia babbana; Tom non rispose, anche se dentro di sé approvava la scelta di lessico. Era un peccato non aver potuto liberare definitivamente il malefico potere del suo Basilisco, tutta colpa di quella paura assurda da parte del Consiglio della scuola: avrebbero dovuto essere contenti di sapere che la scuola venisse liberata dalla feccia babbana, invece no. Stupida nobiltà d'animo.
"Non appena hai notizie di Abraxas, fammelo sapere". Tom lasciò la Guferia dopo aver pronunciato quelle parole, così Narkissos rimase solo ad ammirare il cielo scuro: proprio non riusciva a capire perché Tom fosse tanto ansioso di affrontare Grindelwald, pensava di poterlo sconfiggere? Il mago oscuro gli aveva già dimostrato di poterlo battere senza fatica, e il ragazzo ridacchiò all'idea che uno come Tom - così sicuro delle proprie capacità - fosse stato ridicolizzato a quel modo; di sicuro era solo una questione di orgoglio, dubitava che avesse qualcosa a che fare con Anastasia. La ragazza era solo un pretesto, Narkissos conosceva molto bene Riddle da sapere di non poter sbagliare in quel caso; chiuse gli occhi, per poi tornare a quello che sarebbe stato il motivo reale della sua presenza nei corridoi, ovvero il dovere di Prefetto.


In silenzio Anastasia si mise a sedere, cercando di non emettere un gemito di dolore; Grindelwald se ne era andato già da qualche ora, ma solo in quel momento la ragazza riusciva a compiere volontariamente un movimento. Di nuovo il mago oscuro si era divertito a giocare con lei, anche se non si era reso conto che la maledizione Imperius perdeva lentamente d'efficacia.
Nei primi tempi Anastasia era stata costantemente avvolta da un torpore che l’aveva soggiogata, lasciandola esausta, e non era riuscita neppure a pensare con lucidità; tutto ciò era durato per le prime quattro settimane, fino alla svolta.
In seguito la ragazza era riuscita a imporre a sé stessa di reagire, pur senza provocare verbalmente il mago: più volte aveva tentato di Smaterializzarsi, ma l'aria era talmente densa che aveva compreso quanto inutile fosse provarci. La stessa cosa si poteva dire per le Trasfigurazioni, dato che dalle parole di Dorian, era costretto ad attendere di uscire dal maniero per modificare il proprio aspetto senza poter essere in qualche modo collegato al rapimento della ragazza.
Dorian. L'uomo del mistero. Anastasia aveva imparato a odiarlo, soprattutto nei primi tempi: il mago non aveva mai rivelato a parole ciò che desiderava, ma a lei bastava lasciarsi catturare dal suo sguardo algido per sentirsi rabbrividire: all'inizio, per una settimana più o meno, si era detta che si trattava solo della sua immaginazione, ma poi aveva capito ciò che lui non aveva rivelato. Si voleva divertire con lei, e Anastasia sapeva che l'avrebbe schiaffeggiato se solo avesse potuto farlo; con le mani libere niente le impediva di compiere quel gesto, ma era sempre riuscita a trattenersi nel timore che l'uomo potesse approfittare della sua ira per soggiogarla.
Nonostante non avesse mai detto nulla, la ragazza era certa che lui volesse solo utilizzarla come un giocattolo, umiliandola; sotto quello sguardo intenso e alcuni gesti apparentemente innocenti - come quando le aveva sistemato una ciocca di capelli - si sentiva sempre peggio e Anastasia aveva cominciato a preferire quasi le visite di Gellert Grindelwald a quelle del professore. Per quanto diabolico, il mago oscuro non aveva mire del genere nei suoi confronti. Anastasia faticava a non arrossire sotto lo sguardo di Dorian, ma allo stesso tempo aveva già deciso che si sarebbe fatta ammazzare piuttosto di permettergli di farle qualcosa.
Allo stesso tempo la ragazza sapeva di non poterlo neppure detestare del tutto: nonostante i desideri di dubbia moralità che doveva avere, non aveva mai approfittato della sua condizione di prigioniera. Al contrario, dopo i primi tempo le aveva persino semplificato in parte la vita, cosa che l'aveva sorpresa: al contrario di lei, parlava molto spesso e le raccontava alcuni aneddoti che accadevano durante le sue lezioni a Durmstrang, e le aveva più volte portato qualcosa in grado di farla sentire meglio. Le aveva procurato addirittura alcuni libri da leggere dopo aver scoperto che le piaceva trascorrere il proprio tempo in biblioteca. Anastasia non aveva mai visto quei titoli, ma si era guardata bene dal rivelargli che li aveva letti tutti più volte, quando riusciva finalmente a stare da sola. Erano tutti scritti in Rune, così aveva potuto anche rimettere in moto il cervello per non fargli dimenticare tutto quello che aveva imparato a scuola; e non si trattava solo di libri, Dorian le aveva procurato anche dei vestiti più adatti al clima rigido di Copenaghen e pure dei lacci per sistemarsi i capelli.
Anche all'uomo non era sfuggita la lunga chioma bionda, al punto da raccontarle una storia che lei non aveva mai sentito, di una favola Babbana chiamata Rapunzel. La ragazza sapeva che il mago era un Purosangue - anche molto radicato nelle sue convinzioni, esattamente come lei - però aveva avuto ugualmente alcuni contatti con il mondo Babbano in passato; non le aveva spiegato nulla, limitandosi a raccontarle la storia di quella ragazza con lunghi capelli dai poteri magici. Anastasia lo aveva ascoltato solo per evitare di trascorrere il tempo a fissare quello stupido occhio disegnato sulla parete.
Anastasia non poteva comunque odiare del tutto il mago: tutte quelle inattese attenzioni le avevano permesso di non soccombere durante quei due mesi e mezzo, tanto che aveva smesso di insultarlo. Non provava piacere nel rivolgersi agli altri con tono provocatorio, tuttavia ci teneva ad avere almeno parzialmente un alleato, anche se sembrava un'utopia. La strega sospirò quando sentì la botola venire nuovamente aperta, sapendo che sarebbe stato Dorian a muoversi verso di lei.
Il mago infatti aveva terminato in anticipo le lezioni e per quel giorno sarebbe stato libero: molti suoi studenti avevano gli esami di Materializzazione, pertanto aveva deciso di recarsi da Anastasia il prima possibile. Grindelwald non aveva ancora ricevuto notizie da Albus Silente, tanto che Dorian era convinto di avere tutto il tempo necessario per convincere la ragazza a lasciarsi andare.
Tuttavia non era più sicuro di ciò che avrebbe voluto veramente fare; da una parte la voleva, ma dall'altra sentiva anche di desiderare molto più di un semplice e frettoloso amplesso. C'era qualcosa in quella ragazzina che aveva smosso in parte il suo cuore - quel poco che ne era rimasto dopo anni in cui aveva seguito fedelmente il regime di Grindelwald -, ma non riusciva a capire che cosa fosse. Aveva trascorso settimane a curare le sue ferite, a cercare un modo per non farle pesare la sua condizione di prigioniera con gesti più o meno espliciti, e non riusciva a spiegarselo.
La parola amore gli aveva attraversato la mente, ma l'aveva rifiutata e, per convincersi di avere ragione, non aveva esitato a rivolgere la propria attenzione ad altre streghe: non gli mancavano le conquiste, ma in tutte quelle donne che erano passate per il suo letto, non ce ne era stata una che avesse veramente catturato la sua attenzione . Più il tempo passava e meno riusciva a capirsi: per quanto belle e affascinanti, a lui tornava sempre alla mente la ragazzina prigioniera a cui continuava a preparare pozioni senza sosta. E per rendergli la vita ancora più complicata, non solo la ragazza lo detestava - considerandolo colpevole quanto Grindelwald -, bensì disprezzava il desiderio che provava per lei, pur non avendole mai rivelato nulla. Non ne faceva mistero, rifiutandolo in continuazione, anche quando avrebbe voluto un semplice, ma sincero abbraccio. In quelle iridi azzurre non c'era alcuna traccia di condiscendenza, solo rabbia da scaricare possibilmente su di lui.
Più volte aveva meditato di ricorrere alla forza: non sarebbe neppure stato difficile, lei era debole e non si sarebbe potuta difendere, ma, per quanto crudele, non avrebbe potuto umiliarla a quel modo. Non ne era capace. E più il tempo passava, meno sembrava possibile un cambiamento radicale di pensiero: Anastasia continuava a essere un suo sogno che non si realizzava, e lui si sentiva sempre più insoddisfatto. A volte la ragazza lo lasciava spiazzato se si mostrava più tranquilla e meno incline a provocarlo, tuttavia non cambiava nulla e lui lo sapeva.
"Tieni, prendi questa, ti farà sentire meglio"
Dorian porse ad Anastasia un bicchiere, che lei accettò senza fiatare: ormai non controllava neppure più che ciò che le dava fosse avvelenato, e il mago non sapeva dirsi se fosse perché si fidava di lui o semplicemente perché sapeva di non avere scelta. Rimase a fissarla per qualche minuto, chiedendosi a cosa stesse pensando; la ragazza era per lui un vero mistero, anche se in quei mesi aveva imparato a conoscerla. Aveva scoperto oltretutto che era davvero portata per Pozioni: all'inizio le aveva posto alcune domande prettamente teoriche, tanto per tastare il terreno e cercare di entrare in contatto con lei in qualche modo, ma poi con il tempo le aveva dato anche qualche lezione. Era un vero e proprio talento, e si era detto più volte che a Durmstrang avrebbe superato persino i suoi studenti più bravi. E il suo talento era esteso: nel tentativo di fare conversazione, avevano parlato di molte cose e a lui non era sfuggito che Anastasia possedeva un'infarinatura generale eccellente, seppur non completa, della magia; da qualcosa che le era sfuggito inavvertitamente, doveva conoscere persino parte delle Arti Oscure, ma non aveva prove che potesse averle utilizzate.
Quella era stata una scoperta, e forse anche per quella ragione non aveva detto nulla a Grindelwald sul fatto che Anastasia pareva riuscire - anche se solo in parte - a contrastare il controllo che aveva su di lei.
Perso in quei pensieri, gli sfuggì il luccichio negli occhi della ragazza: Anastasia, infatti, aveva notato che il mago aveva lasciato la bacchetta sul tavolo proprio di fianco, non lontano da lei, e la sua mente cominciò a lavorare. La botola non era sigillata, se fosse riuscita a prenderla. Sorrise all'uomo, spiazzandolo, anche se cercò di non insospettirlo: un cambiamento radicale sarebbe stato troppo sospetto, doveva agire con astuzia.
Tuttavia Anastasia capì subito che Dorian non avrebbe rappresentato alcun problema: era completamente perso nel suo sguardo e decise di approfittarne; lasciò che la sorreggesse mentre si alzava, e sospirò di sollievo nel rendersi conto di non essere del tutto debilitata. Avrebbe quindi potuto muoversi liberamente una volta sistemato l'uomo.
"Non so come ringraziarti, sei sempre così gentile..." Per un momento pensò di strozzarsi nel rendersi conto di suonare mielata quasi come Caroline, ma scacciò rapidamente l'immagine dell'ex-amica; lo sguardo dell'uomo era tutto preso dalla spalla sinistra rimasta accidentalmente nuda.
Poteva un uomo essere tanto stupido?, si chiese Anastasia mentre lo fissava, desiderando con tutto il cuore di potergli impedire quel gesto: Dorian, infatti, aveva ceduto alla tentazione, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, con delicatezza e sensualità, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla ragazza. Gli sembrava che ci fosse qualcosa di diverso nel modo in cui Anastasia lo osservava, come se fosse diventata più mansueta e non se ne chiese la ragione mentre cercava di decidere se osare qualcosa di più; non riuscì a impedirsi di accarezzarle il volto, incoraggiato da un sorriso inaspettato.
Tutto si svolse in due fulminei istanti; Dorian si rese conto dell'errore quando l'espressione vittoriosa di Anastasia sostituì quella che lui aveva scambiato per adorazione. Il mago ricadde a terra, colpito da uno Schiantesimo violento e inaspettato all'altezza del petto, mentre la ragazza riprendeva fiato, colpita suo malgrado da quanto aveva appena fatto.
Era davvero servito poco per mettere fuori gioco un avversario che - Anastasia ne era certa - doveva essere davvero temibile; sentiva la totale mancanza di affinità tra mano e bacchetta, ma ciò non le impedì di continuare a stringerla convulsamente. La puntò contro Dorian, ben decisa a sbarazzarsi di lui, ma qualcosa le impedì di farlo.
Non posso ucciderlo. Era un semplice pensiero, ma la dominò totalmente: l'istinto le suggeriva di farlo - conosceva pure la formula, e sentiva una voce dentro di sé incoraggiarla, somigliava tanto alle parole che le diceva Tom durante le riunioni del gruppo -, ma qualcosa glielo impedì. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti. Un'altra frase del suo zio geniale che le tornò alla mente, dopo averla sentita pronunciare durante una lezione in cui Elizabeth Starry aveva rivolto una domanda al professore.
Anastasia si accorse del tempo che trascorreva e lasciò cadere il desiderio di rendere Dorian un cadavere: dopotutto l'uomo non le aveva mai fatto veramente del male, in un certo senso era persino stato gentile. Non poteva obbedire a quell'impulso cieco che la spingeva a pronunciare Avada Kedavra. Non ne era in grado, non voleva spezzare brutalmente la propria anima solo per vendetta; sarebbe andato ad Azkaban assieme a Grindelwald, avrebbero pagato entrambi e lei si sarebbe salvata.
Incarceramus.
Delle corde avvolsero il corpo di Dorian, legandolo inesorabilmente: se anche si fosse svegliato, liberarsi sarebbe stato difficile, per non dire impossibile, ma in ogni caso lei sarebbe stata già lontana. Scavalcò il corpo dell'uomo, cercando di non inciampare nei propri capelli, e fece apparire una scala, che salì in fretta per raggiungere l'uscita. Era per lei un mistero la ragione per cui Dorian non avesse sigillato l'entrata, ma avrebbe sfruttato la sua fretta; aveva raccolto solo il suo mantello, avendo compreso che all'esterno il gelo imperversava.
Libera! Finalmente!




Angolo Autrice_ 

Ecco qui. Questo capitolo è densissimo, spero vi piaccia. Ho dovuto puntare molto sulla psicologia di tutti i personaggi: Anastasia non è certo una che ne se sta bella tranquilla a farsi torturare u.u Ho calcato un po' su lei e Dorian, senza mettere da parte nemmeno Tom. Devo ammettere che sviluppare Dorian mi diverte molto xddd e spero piaccia anche a voi u.u
Come vedete, Dorian si evolve: si lascia conquistare dal fragile fascino di Anastasia(modestamente nd Anastasia... o.o nd me)... fragile perchè comunque non è in condizioni ottimali, al contrario u.u tuttavia credo sia un'eccellente Corvonero: non esita ad approfittare della distrazione di Dorian, usa il cervello insomma u.u anche se è difficile in quella situazione.
Anche lei evolve. Forse avevate immaginato che Anastasia uccidesse Dorian... e lo avrebbe sicuramente fatto, se lui le avesse fatto qualcosa fisicamente... qualcosa di non voluto, sia ben chiaro eh! Invece no... ecco che esce una delle citazioni di Albus Silente che preferisco, lui la dice a Draco nel sesto libro: ho immaginato una situazione analoga. Per quanto diversi, anche Dorian si ritrova disarmato e privo di difesa come Albus sulla Torre. Anzi, qui è peggio perchè Anastasia lo ha proprio steso u.u
In un certo senso lei è combattuta da quella voce che le dice di ucciderlo(l'allusione a Tom non è casuale, se lui fosse stato lì, l'avrebbe certamente ammazzato zizi) e quella dello zio che, nonostante disprezzi per via di Ariana, ha la meglio questa volta. Anastasia capisce che non può ammazzare un innocente... innocente per il suo punto di vista, a lei non ha fatto alcun male, anzi.
Questo fa un po' Sindrome di Stoccolma... ammetto di non averci pensato all'inizio, però sì, è così u.u parzialmente lei si è "affezionata" al punto da capire e risparmiarlo. Però lo lega LOL io non vorrei essere in Dorian quando Grindelwald scoprirà che Anastasia è scappata.
Ce la farà? A voi le ipotesi, cari u.u

Non ho ancora detto niente del dialogo Tom-Narkissos. Il buon Malfoy junior non è più importante ai fini della trama, ma comparirà ancora u.u come vedete nomino finalmente Abraxas: non l'avevo scordato, è che mi ha sempre dato l'idea di uomo parecchio anziano quindi sicuramente già aveva terminato Hogwarts ai tempi di Tom. Non da tanto, magari, ma per me non era più studente.
La lettera vi piace? muahahahaha dai, chi segue SdD(studenti di durmstrang) avrà probabilmente uno spoiler(concordato con Enide, ci mancherebbe altro), ma era necessario che la lettera apparisse. In primis, Tom sa qualcosa che potrebbe convincere Andra a parlare, ovvero sa che lei aveva fiducia in Silly, ma lui non è intervenuto... si scoprirà la ragione di questo, zizi
Bene, io vi lascio al prossimo capitolo :=) un bacio a tutti!

ciaoooo




   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Violet Tyrell