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Autore: KAT_jinx    23/04/2012    1 recensioni
Non ghigna, non ride più di te, ti sorride come ha sempre fatto.
-Finalmente hai capito.- lui le lascia la mano e lei sorridendo ti manda un bacio scomparendo come una nuvola di polvere. –Era ora che il mio vecchio amico tornasse.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CORRI

Corri, corri forte.
Corri, ti manca il fiato ma continui a correre.
Perché poi?
Hai un motivo?
Non lo ricordi. Sai solo di dover correre così da raggiungere la tua meta.
Allora era la meta il motivo.
E chi lo sa, forse sì o forse no.
Tu intanto corri, continua a correre.
Ma almeno sai dove sei?
Le cose, il paesaggio o qualunque cosa fosse ti sfreccia davanti agli occhi, perché corri.
Nero, bianco, grigio.
È notte? Probabile.
Non vedi il sole, ma neanche la luna.
Sei al chiuso allora?
Forse, ma non ne sei sicuro. Vedi solo alcuni spiragli di luce, ma non riesci a capire ne da dove, ne da cosa vengano.
Ci sono delle alte figure nere, le schivi per poter procedere nella tua corsa.
Allora c’è qualcuno con te?
Non sai neanche questo.
Ti senti solo e al tempo stesso circondato.
Ti affidi all’olfatto, il tuo fedele olfatto.
Aria fresca, muschio, terriccio, alberi…forse un bosco.
Finalmente ti fermi.
Una radura.
L’olfatto ti aveva detto giusto, hai corso in una fitta foresta, una foresta tutta nera fatta di alberi strani. Non sai che specie siano, sono diversi, geometrici.
E la luce?
Quella luce che ti illumina?
Alzi gli occhi verso il cielo e la vedi.
Bella e crudele come non mai. Che incombe perfetta sopra la tua testa.
Spalanchi gli occhi in un momento di panico.
È già qui?
È già arrivata?
Le ossa scricchiolano, i muscoli si tendono tirati da fili invisibili, la pelle si ricopre di un fitto manto nero, la voce diventa roca e urli.
Fa male, tanto male.
Fisicamente, certo, ma anche l’anima soffre, ancora più del corpo.
Spezzata, mutilata, dilaniata, rinchiusa. Sei rinchiuso in una gabbia indistruttibile nel tuo stesso corpo.
Ti stai trasformando.
Ancora.
Dalla bocca ti esce un urlo, un urlo disumano, l’urlo di una bestia.
Rabbia, dolore, eccitazione, odio.
Odi.
Ti odi.

Distruggi.
Distruggi tutto ciò che trovi, tutto ciò che intralcia i tuoi passi.
Nell’impulso rabbioso dato dalla trasformazione distruggi tutto.
Poi, di nuovo il buio.
Tutto diventa nero e ti manca il respiro e cadi.
È finita, stai tornando te stesso e fa ancora più male.
Perché tornato, devi combattere i ricordi di ciò che hai fatto.
Perché ricorderai.
Ricorderai sempre ogni singolo particolare.
Ogni cosa, persona, animale, pianta, vita che hai distrutto, ucciso, morso, trasformato.
Cadi a terra, le ginocchia non ti reggono, non reggono il peso di ciò che sei.
Gli occhi spalancati bruciano, tenti di respirare più lentamente, il battito cardiaco cerca di riprendere la normale velocità.
Hai male, ogni parte del corpo sembra attraversata da miliardi di spilli, conficcati nella carne, attraversano i muscoli e grattano le ossa.
Quanto vorresti che te li togliessero. Venderesti la tua stessa vita, la tua stessa anima. Tanto, non sei più tu a comandarla, sei diventato un servo, uno schiavo.
Che il diavolo venga a prenderla allora.
Ma invece vivi, perché vivi? Perché ti ostini a lasciare che la tua ignobile vita distrugga quella degli altri?
Sai benissimo perché.
Sei un codardo.
Godric, la tua famiglia, i tuoi amici, lei…
Hanno sbagliato tutti.
Dovevano lasciarti li, solo come un cane che sei a morire.
Un battito di mani e alzi la testa, ignorando il dolore lancinante che quell’unico movimento ti ha provocato.
Ma è tutto nero, non vedi niente, non vedi nessuno.
Una risata, di quelle cattive, secche, pesanti, che non vengono portate via dal vento. Ma la conosci, sai chi è. Quella voce…
Ma è impossibile, non può essere lui. Lui è morto, se ne è andato.
E poi lui non rideva mai così, non contro di te. Non te che eri il suo migliore amico.
-Ciao Moony.-
Si mostra, ora lo vedi. Il volto, il ghigno, gli occhi.
È lui, ma non è lui.
-Allora…non saluti un vecchio amico?- spalanca le braccia, plateale come è sempre stato.
-Tu non sei reale.- un sussurro. Sei ancora troppo stanco.
-Non è mica una cosa carina da dire Remus. Potrei offendermi sai?- si ferma, davanti a te e si china, ti guarda ghignando. –Mi sembri un po’ stanchino…luna piena vero?- ride, ti prende in giro, la sua è una risata perfida che sbatte contro muri invisibili rimbombando nel vuoto, rimbombandoti nelle orecchie.
Perché ride? Perché fa così?
-Chi sei?- quanta fatica ti sono costati quei due monosillabi. Ma devi sapere, capire.
-Ma come Moony, non mi riconosci? Sono io, Sirius.- fa l’offeso, ma è tutta finzione.
Scuoti la testa, non riusciresti a dire niente, neanche se ci provassi.
Senti i polmoni in fiamme, sputi e quello che ne esce è sangue misto a saliva.
-No? Te lo posso provare se vuoi.- porta una mano sul mento, assumendo un espressione pensosa.
-Vediamo…io, te, Ramoso e Codaliscia siamo gli inventori della Mappa dei Malandrini, rubataci da Gazza, a cui poi l’hanno rubata Fred e George Weasley e che l’hanno ceduta poi ad Harry, mio figlioccio e figlio di James e Lily.
Basta?- ti guarda ghignando. Vorresti parlare, ma per l’uno o l’altro motivo ti manca la voce.
Si alza e ti gira attorno, le mani alte dietro la nuca. È tornato quello di un tempo. È tornato bello come lo era a diciassette anni. Quel ragazzo di una bellezza trasandata e con la fama del don Giovanni. Non c’era alcun segno di quello che c’era stato dopo.
Azkaban, solitudine, rabbia, morte…niente.
-Avrai sicuramente molte domande da farmi. Ma dato che ti manca la voce mi arrangerò.
Vedi caro Remus, io sono un tuo amico, e gli amici sono sinceri fra loro.
Ti sei sposato vero Moony?
Ninfadora Tonks se non sbaglio, la mia cara cuginetta…
E bravo il mio Remus. Un Auror e per di più un Metamorfomagus.
Cosa faresti per pararti il culo vero?-
Scuoti il capo.
-Non negare. Non puoi negare a me. Ti conosco meglio di chiunque altro, hai sempre usato le persone.
Ti facevi credere carino e buono con tutti, ma in realtà sei solo un viscido egoista. Sei riuscito a convincere tutti della tua bontà.
“Ma quanto è buono Remus…”
“Ma quanto è carino Remus…”
“Ma quanto è gentile Remus…”- rise ancora, battendo le mani, crudele.
-Complimenti. Hai infinocchiato tutti.
Ma non me.- tornò serio per pochi secondi, poi si riaprì in un nuovo ghigno ancora più subdolo nel vederti vacillare.
-Potevi fregare James, così sicuro della tua amicizia. Lily, che ti vedeva come il ragazzo intelligente e giudizioso. Harry…eri il suo insegnante preferito. Tonks.- si bloccò un attimo. –Voglio farti una domanda.
Credi davvero che lei ti ami? Davvero credi che qualcuno possa innamorarsi di te?
Sei un mostro, una bestia. Bestia…mi piace, ti si addice.- schiocca le dita e dei passi arrivano da lontano, immersi nell’oscurità.
Alzi lo sguardo.
Eccola.
Porta un lungo vestito blu notte. I capelli allungati ricadono sulle spalle, biondi e lucenti, a boccoli ordinati, come il giorno del vostro matrimonio.
Era bella fuori ogni dire. Ed era terribile.
Vuoi chiamarla ma ti manca la voce.
Lei ti guarda, ti passa accanto facendoti sentire il suo profumo.
Ti sorpassa e si affianca a lui che l’afferra per la vita con un gesto possessivo.
Con due dita le alza il mento e le lascia un bacio a fior di labbra.
Senti qualcosa conficcarsi nel petto, un dolore lancinante al cuore.
Si girano verso di te.
-Sei innamorato di lei bestia?
Pensavi davvero che avrebbe voluto te quando poteva avere uno come me?
Andiamo Moony. Davvero sei così patetico?
Se ci fossi ancora, tu con lei, non avresti speranza. Sei un peso Remus. Per tutti quelli che ti stanno accanto.- lei si china al suo orecchio e gli sussurra qualcosa.
-E’ anche incinta?! Oddio Remus…ma non ti vergogni?
Quante possibilità avrà il bambino di nascere normale?
Hai rovinato la vita di una creatura innocente. Complimenti Remmy.- non ce la fai più, non vuoi più sentirlo, non vuoi più ascoltare nessuno. Ti senti distrutto, ti senti male, hai la nausea e ti viene da vomitare. Loro intanto parlano, scherzano, si avvicinano, ridono. Ridono di te.
-Basta…-di nuovo sussurri.
Smettono di ridere ma il loro viso c’è ancora l’ombra dell’ultima risata e lui quando parla ha ancora il tono sarcastico come se parlasse con un fenomeno da baraccone. –Basta? Basta cosa?-
-Tu menti, tu non sei qui, tu non sei reale, tu sei morto.- piano piano ti alzi, lo sforzo è grande ma la tua forza di volontà di più.
-Sei frutto della mia immaginazione, delle mie paure. Ma ora basta, questo è solo un incubo e io ne uscirò.
Avrò un figlio dalla donna che amo e comunque verrà fuori sarà comunque un bambino bellissimo e mi renderà fiero di lui, come lui sarà fiero di me.- ora li guardo, lo guardi, dritto negli occhi, e lui sorride.
Non ghigna, non ride più di te, ti sorride come ha sempre fatto.
-Finalmente hai capito.- lui le lascia la mano e lei sorridendo ti manda un bacio scomparendo come una nuvola di polvere. –Era ora che il mio vecchio amico tornasse.
Addio Remus John Lupin, alias Lunastorta. Addio e buona fortuna.- anche lui svanisce e rimani di nuovo solo nel buio più totale.
Poi una luce comincia ad illuminare tutto, una luce accecante, una luce…magica.

Il letto cigola tutto d’un tratto nella stanza buia e silenziosa, accompagnato dal respiro affannoso di un uomo. È sudato e sente la testa girare, una presenza accanto a lui si muove, sbatte le palpebre delicatamente passando una mano davanti alla bocca a nascondere uno sbadiglio per poi passarla tra ciuffi di capelli color fuxia. Si alza a sedere, girandosi verso il compagno che ancora respira affannoso.
-Remus. Cosa succede?- gli chiede dolce.
-Niente, solo un incubo.- sorride lieve girandosi verso di lei. –Vieni, torna a dormire.- tende un braccio afferrandola per ma vita, abbracciandola e portandosela con lui, di nuovo sotto le soffici coperte.
Alzò il braccio guardando l’orologio legato al polso, quello regalatogli dal vecchio Ted Tonks, prima di andarsene. Un raggio della luna nuova attraversa le tende davanti alla finestra colpendo il vetro dell’apparecchio illuminandolo.
-E’ l’una di notte, e tutto va bene.-



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storia nona classificata al contest Disneyland, le frasi in corsivo sono quelle, in pratica, da cui dovevo partire per scrivere la storia. E' un pò strana lo so...ma spero vi piaccia.
Ajumy



  
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