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Autore: Aoimoku_kitsune    23/04/2012    9 recensioni
Ti posso sentire e so di amarti.
***
E' una MPREG: Gravidanza tutta al maschile.
Dopo una serata il legame di Naruto e Sasuke sembra spezzarsi sempre di più, ma una maledizione (Da parte di Naruto) o uno splendido miracolo (Da parte di Sasuke), renderà le cose più complicate o semplicemente riuscirà ad aggiustarle? E Naruto si troverà davanti ad una scelta difficile, che farà provare a Sasuke, di nuovo, il dolore per la perdita di una famiglia.
***
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
***
-Cosa c’è?
-Mi sento sempre appesantito.. È strano.
Rispose, incerto se i termini che aveva espresso potevano giustificare quelle strane sensazioni.
-E’ normale.. Ormai sei alla fine.
Naruto annuì, guardando, con i suoi formidabili occhi azzurri, Sasuke.
-Tsunade ha detto la prossima settimana.
***
Era leggero il suo bambino, fragile tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
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Gnaaaaaaaa.. che sonno! Adesso vado proprio a dormire, però prima vi lascio questo capitolo, con una piccola sorpresa su Kono-kun. Un bacio e buona lettura.
ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, e mi scuso se non ho risposto. *si inchina profondamente* Sono troppa zeppa di lavoro e non ho neanche il tempo di dormiuaahhhhhh.. *sbadiglia*
 
***

I giorni passarono lenti, e Naruto uscì dall’ospedale il quarto giorno, dopo che Tsunade lo aveva visitato un ultima volta.
Il sole pomeridiano riscaldava l’aria di Konoha e Naruto si rilassò sotto i raggi caldi dell’astro, avviandosi verso il campo d’allenamento.
Non si sarebbe allenato, ma era curioso di sapere come se la stessero passando la banda di Konohamaru.
Lo aveva incontrato per caso all’ospedale, quando era sgattaiolato fuori dalla camere, per prendersi qualcosa da mangiare.
Gli aveva raccontato che ora si stavano esercitando nel campo sei, quello vicino all’entrata della foresta della morte, ed erano mesi che non lo vedeva.
Più spensierato del solito, sgattaiolando sui tetti e sugli alberi, come un ombra, arrivò ai campi d’ allenamento, dove già percepiva i rumori tipici di una lotta.
Sorpasso, con agilità, il primo campo, scivolando tra gli alberi con maestria studiata ed arrivò dal suo amico.
Konohamaru stava combattendo un corpo a corpo con un altro ragazzo della sua età, che mai aveva visto nella piccola banda.
Si sistemò sul ramo di una betulla guardando con interesse il combattimento.
Il ragazzo che combatteva con il nipote del Terzo, era alto, con i capelli ricci e rossastri. Il corpo era flessuoso, e parava con maestria tutti i pungi e i calci di Konohamaru.
Il ragazzo ricevette un pungo dal più grande, rotolando più vicino a Naruto che si alzò, pronto a scendere dall’albero, ma si fermò quando il ragazzo che non conosceva iniziò a parlare, avvicinandosi a konohamaru.
-Ti ho battuto, ancora.
-Sta zitto. Ero distratto.
Sbottò il castano, arrossendo appena.
Il rosso ghignò, e a Naruto sembrò tanto una scena familiare.
-Distratto dalla mia bellezza, Kono chan.
Sorrise maliziosamente e Naruto vide come Konohamaru arrossì ancora di più, nascondendo il viso nella lunga sciarpa verde, che mai lo aveva abbandonato.
-Come sei vanesio, Kiryo. Non sei sempre al centro dei mie pensieri.
Sbottò e Kiryo sorrise scettico.
-Ah.. No? Pensavo il contrario. Allora dovrò rimediare.
E Naruto non si aspettò quello che avvenne poco dopo.
Kiryo si buttò in avanti, schiacciando il corpo di Konohamaru al tronco dell’albero, e lo baciò con fervore.
Naruto spalancò gli occhi, tappandosi la bocca per non emettere nessun tipo di suono.
Quando sentì un gemito di troppo, rosso in volto si dileguò dal campo, correndo verso un punto preciso.
Nella testa aveva ancora la scena che aveva visto, quando si trovò a bussare disperato ad una porta familiare.
Quando questa si aprì, senza dare tempo al proprietario, si gettò dentro, chiudendo la porta con il fiatone, cercando di calmare i battiti furiosi del cuore.
Sasuke guardò scioccato e anche spaventato il ragazzo davanti a se.
-Nar..
-Tu non puoi capire cosa ho appena visto..
Cominciò a raccontare Naruto col fiatone, alzando lo sguardo su quello del moro.
-Vuoi un bicchiere d’acqua così ti calmi e poi mi racconti?
Naruto annuì, grato quando sentì il liquido fresco della bevanda scendergli in gola.
Sasuke si appoggiò al bordo del tavolo, voltando il capo verso il basso alla sua destra, dove sedeva Naruto.
-Allora?
All’improvviso, quello che aveva visto, gli ritornò in mente, e arrossì, imbarazzato a morte.
-H.. ho visto il piccolo Konohamaru.. B..
Deglutì a vuoto, guardando il bicchiere che si girava tra le dita.
Sasuke alzò appena un sopracciglio, aspettando paziente che l’altro continuasse.
-.. Dio! Si stava baciando con.. Ahh.. Che cosa imbarazzante.
Strillò, prendendosi il capo tra le mani, scuotendolo per far uscire quelle scene dalla mente.
-Calmati ora.
Disse Sasuke, staccandosi dal bordo, inginocchiandosi davanti al biondo che lo guardò quasi disperato.
-Respira, e dimmi cosa hai visto. Chi stava baciando Konohamaru?
Domandò apprensivo il moro.
Naruto annuì, respirando a fondo e poi confessò quello che aveva visto, incespicando nelle parole.
-.. E poi si sono baciati, sotto i miei occhi.
E Sasuke non poté altro che ridere, perché proprio non riuscì a fermarle quelle risate, e Naruto lo guardò sconcertato e anche ammaliato.
Quando Sasuke rideva, sembrava che l’ambiente si riscaldasse e diventasse più luminoso. Poi come si stendevano le labbra, e ogni muscolo facciale.
-Tutto qui?
-Come tutto qui?!.. Hai sentito quello che ti ho raccontato?
Sasuke annuì, appoggiando le braccia sulle cosce semi aperte del biondo seduto.
-Anch’io li ho beccati in strani atteggiamenti. Quei due stanno insieme da qualche mese, penso.
Storce il muso Sasuke, sorridendo in uno strano modo.
Naruto lo guardò, come se davanti a lui si fosse presentato un alieno vestito da ballerina classica, con un’acconciatura a culo d’anatra.
-Tu scherzi, vero?
Domandò, titubando leggermente.
Il moro scosse il capo, puntellandosi sulle punte dei piedi, avvicinandosi al viso di Naruto.
-Ti da fastidio?
Naruto ci pensò a lungo. E no! Non gli dava fastidio. Infondo, non aveva una specie di relazione con Sasuke.
Aggrottò le sopracciglia bionde, guardando stranamente il moro.
Lui e Sasuke, adesso, cos’erano?
Sasuke lo amava.
Ed era certo che lui provava qualcosa per il moro. Eppure…  
-No.. Però..
-Stt..
E Sasuke si avvicinò ancora, appoggiando le mani sulle cosce di Naruto, portando i loro volti vicini.
A Naruto gli iniziò a girare la testa quando sentì il fiato caldo di Sasuke davanti a lui, e gli occhi neri del moro guardarlo intensamente, e si perse in quel nero profondo.
Quando sentì le labbra del moro, calde e sottili, chiuse le palpebre, assaporandosi per la prima volta un bacio datogli da Sasuke. Le sue labbra si schiusero, e sentì il sapore e il tepore della bocca di Sasuke sulla lingua, sul palato, mentre si abbandonava a quel bacio calmo, lento.
Una mano di Sasuke salì, accarezzandogli la guancia, e si intrufolò dietro al capo, afferrandogli i capelli biondi, portandoselo ancora più vicino.
E Naruto trema in quell’abbraccio possessivo, pieno di aspettativa e di bisogno.
Non si rende neanche conto di quando aveva portato le sue mani intorno al collo di Sasuke, mentre si staccano ansimanti.
È tutto così strano per Naruto. In quel momento pensò di morire sotto lo sguardo magnetico di Sasuke. In vita sua, mai aveva provato sensazioni così piacevoli.
-Ritorni qui?
Domanda Sasuke, appoggiandosi sui talloni, facendo scivolare la mano sulla guancia di Naruto, e la sente calda, bollente sotto le sue dita fredde.
-Io..
Naruto esita, senza saperne il motivo, e poi si perde per l’ennesima volta nelle iridi calde e nere di Sasuke.
-O..Ok!
Balbetta, distogliendo lo sguardo, puntandolo sul muro bianco della sala, notando distrattamente il sorriso nascere sulle labbra tumide e lucide di Sasuke.

Naruto aveva portato tutto quello che poteva servigli a casa di Sasuke, il quale gli aveva preparato una stanza, liberando uno studio vuoto e inutilizzabile.
La camera di Naruto era spaziosa, più della sua vecchia, e Sasuke aveva appeso delle tende arancio chiaro e gialle davanti al balcone che conduceva nel giardino sul retro.
Riempì con calma l’armadio bianco, posto accanto alla porta, sbuffando di tanto in tanto per la noia di farlo.
Sasuke stava facendo lo sali e scendi sulle scale, per portargli tutti gli scatoloni, anche se Naruto aveva detto che ci avrebbe pensato lui.
Alcune volte era esasperante quel ragazzo, pensò il biondo, fissando il moro entrare nella camera, depositando uno scatolone sul letto.
-Leggi..?
-Perché ti sorprende tanto, teme!? Anch’io ho i miei hobby.
Batté piccato Naruto, voltandosi verso Sasuke, che in mano teneva stretto un vecchio libro.
C’erano così tanti ricordi in quelle pagine, in quella piccola prefazione alla fine.
-Il protagonista ha il tuo nome.
Constatò Sasuke, girando velocemente alcune pagine del libro sfatto.
-E’ il primo libro di Jiraija sensei.
Rispose il biondo, avvicinandosi al moro, prendendo tra le mani quell’oggetto importante.
-.. I miei genitori mi hanno chiamato Naruto, sperando che in un futuro diventassi come il protagonista di questo libro.
Sasuke guardò come gli occhi di Naruto si scurirono, velandosi di tristezza e rammarico.
Si sedette accanto al giovane, sul bordo del letto zeppo di scatoloni, guardando il ragazzo.
-Lo sei diventato.
Naruto lo guardò, intensamente e a lungo, per poi sbuffare divertito.
-E cosa te lo fa pensare?!
Sasuke si appoggiò, con tutto il peso, sul braccio destro, avvicinandosi al ragazzo.
-Io sono qui, e il villaggio, stranamente non è raso al suolo.
Naruto storse il naso, e guardò Sasuke.
Sapeva che girare in quel villaggio, per il moro era un agonia. Odiava tutti, e non si preoccupava di nasconderlo.
Portava rispetto ad una bassa cerchia di amici.
Tsunade, Kakashi e Sakura.
Poi c’era il suo team, con tutti i membri, e poi c’era lui.
-Li odi ancora?
Sussurrò, guardando Sasuke con i suoi limpidi occhi color cielo.
Il moro distolse solo per un attimo lo sguardo, per poi puntarlo di nuovo su Naruto.
-Mi hanno portato via la mia famiglia..
Per colpa loro, ho rischiato di perdere voi.
Naruto non disse nulla, perché non sapeva cosa dire.
La verità del clan. Solo lui e Sasuke sapevano veramente cosa era successo al vecchio, glorioso clan Uchiha, quella notte di tanto tempo fa.
Però non si fermò dal mordersi l’interno della guancia, in un modo nervoso, e alzandosi dal letto, sotto lo sguardo nero del moro.
-Dobbiamo finire qui, perché mi sa che i vestiti non entreranno mai nell’armadio.
Sbuffò Naruto, afferrando una maglia, piegandola.
La stoffa cadde al suolo, mentre Naruto cercava di voltarsi per guardare sorpreso il suo assalitore.
Le braccia forti di Sasuke lo abbracciavano da dietro, mentre sentiva il fiato caldo del moro sul collo, e il capo appoggiato dietro di lui.
-Suke… cosa?
-Sta in silenzio per un secondo.
Lo ammonì, quasi dolcemente Sasuke, aumentando la forza nell’abbraccio, e Naruto si rilassò sotto tutta quella possessività.
Appoggiò il capo sulla spalla del moro, mentre quest’ultimo nascondeva il viso nel suo collo.
Socchiuse gli occhi, facendosi trasportare da tutta quella magica situazione, e poi finì tutto, così come era iniziato.
Sasuke allentò la presa, fino a farla sparire e uscì dalla stanza, in silenzio mentre Naruto lo guardò con gli occhi larghi.
-E chi lo capisce. Stupido teme musone.
Lagnò Naruto, afferrando con forza la maglia caduta e piegandola per gettarla in malo modo dentro l’armadio.

*****

Era passata una settimana da quando avevano ripreso la loro convivenza, e dopo l’abbraccio, non c’è ne erano stati altri.
Naruto non si chiedeva niente, semplicemente osservava in silenzio il moro. Parlavano, ridevano e litigavano normalmente, come avrebbero fatto sue buoni amici, e a Naruto, quello, per ora, andava più che bene.
Mentre stava appoggiando la ciotola di riso per Sasuke sul tavolo, un gracchio e un ticchettio alla finestra lo fecero voltare.
Un uccello messaggero bussava con il suo becco arancio, sulla finestra, mentre le ali bianche e grigie si muovevano per non perdere l’equilibrio sul cornicione della finestra.
Aggrottando le sopracciglia si diresse verso la finestra, aprendola e l’aria fresca gli accarezzò i capelli, mentre l’uccello entrava in casa, planando su una sedia.
Sbuffando infastidito da quel volatile, si avvicinò, slegando il rotolo recante il sigillo dell’Hokage, dalla zampa del piccione.
-Cosa abbiamo qui?
Sussurrò, mentre l’uccello prendeva il volo fuori dalla casa.
-Dobe, sta entrando troppa aria.
Disse Sasuke, guardando infastidito come il vento facesse volare tutti i suoi fogli sul tavolo del salotto.
-Teme.. Baachan ci ha convocato per una missione.
Strillò Naruto, leggendo il rotolo, e Sasuke si alzò dalla sedia, recandosi in cucina.
-Quando?
-Oggi pomeriggio.. Deve essere una cosa seria se devo venire anch’io.
Disse Naruto, pensieroso, aggrottando le sopracciglia bionde, guardano Sasuke, alquanto accigliato.
Come poteva, Tsunade, chiamare anche Naruto per una missione. Non poteva. Non doveva.
Questi erano i pensieri di Sasuke, guardando Naruto mentre mangiava e sereno chiacchierava tranquillo.

Quando Naruto e Sasuke entrarono nell’ufficio della Gondaime, guardarono sconcertati i presenti.
Tsunade sedeva oltre la scrivania, sulla poltrona di pelle marrone e le braccia conserte.
Lo sguardo fisso, e serio su Naruto che fece qualche passo avanti, timoroso.
Si fermò accanto a Sakura, di fianco a Sai.
Sasuke invece si mise in mezzo ai due ragazzi del suo team: Karin accanto a Suigetsu, col viso visibilmente scocciato.
-Ora che ci siete tutti, posso iniziare… stamani ci è arrivata una richiesta da Kitsu, un villaggio oltre il paese dei fiumi, chiedendoci un aiuto militare per fronteggiare dei mercenari che, da pochi giorni si aggirano intorno al villaggio..
Si staccò dallo schienale ampio, appoggiando le braccia sulla superficie legnosa, e fissò i ragazzi.
-.. La missione è di livello A e consiste nel catturare i banditi, riportando la tranquillità a Kitsu.. Non m’importa se vivi o morti, da quello che le sentinelle mi hanno riferito, sono vecchi sottoposti di Orochimaru. Ninja del suono.
Lo sguardo di Naruto volò su Sasuke che guardava la donna con freddezza e indifferenza.
Le iridi azzurre ritornarono su Tsunade, anche se la mente era persa nel passato.
Aveva tanta paura che Sasuke se ne sarebbe andato all’improvviso, come una volta, lasciandolo solo con quel peso.
Anche per quello non voleva continuare la gravidanza. Non sarebbe riuscito a guardare il figlio, tanto simile al moro, e non sentirsi in colpa per aver fallito ancora. Lievemente scosse il capo, socchiudendo le palpebre.
Perché gli venivano ancora quei pensieri.
Sasuke lo amava, glielo aveva ripetuto tante volte, nelle maniere più strane. Non lo avrebbe lasciato, non ora e mai. Aveva combattuto per quel bambino che ora portava in grembo, e il pensiero di andarsene non lo doveva neanche attraversare.
Però si sentiva così insicuro di quel rapporto.
Amava Sasuke, orami lo sapeva, anche se non glielo aveva mai dichiarato apertamente, ma quello che lo spaventava era che, la loro storia era proibita, insana.
Erano due maschi.
Pensò, mentre Tsunade dettava i dettagli della missione.
Due maschi, il quale uno era incinta. Per la prima volta pensò a quello che avrebbe potuto fare il consiglio se avrebbero saputo della situazione, considerando il loro bambino, un pericolo per il villaggio.
Gli si strinse il cuore, afferrando disperatamente il pezzo d stoffa della felpa, all’altezza del feto.
Lo avrebbe protetto. Quando aveva deciso di tenerlo, si era ripromesse che avrebbe combattuto per il suo bambino.
Solo in quel momento l’idea che il bambino era suo, sangue del suo sangue, lo rese leggero. Quasi felice. Stava formando una famiglia con Sasuke. Una famiglia che, segretamente aveva sempre bramato.
Occhi neri, guardavano di sbieco il comportamento del compagno.
-.. Potete andare. Mi raccomando.
Augurò la donna, facendogli segno di lasciare l’ufficio, poiché nessuno gli avrebbe fatto domande di nessun genere.
I ragazzi s’inchinarono appena e scomparvero con un leggero buffo.
   
 
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