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Autore: lightinthedark    23/04/2012    1 recensioni
Matthew è un ragazzo quattordicenne olandese, preso in giro da tutti i suoi nuovi compagni del liceo, per il suo carattere chiuso e per il suo fisico in carne, un po' cicciottello. Venuto da un'infanzia dura, causata dal divorzio dei suoi genitori, ideò di essere veramente una persona non voluta da nessuno, inutile e insignificante. In realtà nascosto, all'interno di sé giace qualcosa di speciale e misterioso che neanche lui ne è a conoscenza, che lo cambierà.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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scusate la lunga assenza,  il prossimo capitolo lo scriverò entro questa settimana.
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Il pomeriggio lo passò in biblioteca.
Appena entrato si diresse nel corridoio di “Leggende antiche” pensò sia stato il corridoio più appropriato ai Guarbenini.
Controllando i libri e girando per i vari corridoi, arrivò nello stesso corridoio dove aveva trovato quella scatola.
Questa volta vide un grosso libro dello stesso colore della scatola, rosso scuro, sotto lo scaffale più basso.
Lo uscì da lì sotto, lo prese e lo alzò con forza, dato il suo peso dovuto alle sue infinite pagine.
Dopo aver letto svariate pagine di quel libro, lo mise in un posto dove lo avrebbe ritrovato subito.
Uscito dalla biblioteca sapeva già qualche informazione in più su quei Guarbenini, quelle creature erano del regno delle Lune,
creature notturne, che non possono restare a lungo nel regno degli umani quando c’è giorno, e quindi vanno sempre nel loro regno che c’è quasi sempre notte.
Quest’ultimo dipendeva tutta da un’enorme fiore, violaceo, posto in cima ad una grande torre.
Si tratta di un fiore vivente, che non è una creatura del regno delle lune, ma un tempo era proprio una luna messaggera.
Ancora però Matthew non sapeva qual’era lo scopo dei Guarbenini, e perché si chiamavano così.
Arrivato a casa pochi attimi prima di cominciare a piovere si chiuse in stanza, aprì finalmente lo zaino e vide i compiti,
gli venne una fitta allo stomaco appena lesse “latino”, era una delle poche materie in cui andava male, o quella dove meno si applicava.
Aprì il grande libro di latino e iniziò a studiare.
Le ore, i minuti ed i secondi sembravano rallentare, la stanza era avvolta da un silenzio tombale infranto dai rumori delle lancette “tic tac, tic tac” che non finivano mai,
e che facevano salire l’ansia e la monotonia.
Dopo aver finito il latino si distese nel letto e prese il libro che in quei giorni stava leggendo.
Accese il piccolo lumetto del comodino accanto al letto e inziò a leggere.
Dopo svariate pagine vedeva gli occhi che si perdevano fra le righe e notava che gli girava la testa,
decise di posare il libro nel comodino, ma non volle infilarsi sotto le coperte e dormire, rimase con quella piccola luce del lumetto a fissare il tetto.
Gli occhi stanchi, pian pian si chiusero e Matthew rimase fuori dalle coperte,
le ore passarono e stanco lui si addormentò velocemente.
Durante la notte, quando il freddo della città, entrava nella stanza, Matthew aprì gli occhi, alzò la testa, il cielo era più scuro,
con poche stelle, più vicine a lui, girò la testa versò una strana luce bianca, e vide tre lune grandi, si guardò attorno,
il terreno era con un erba molto piccola e spruzzata qua e là , era un terreno deserto oltre a qualche erbetta, strizzò gli occhi e si mise ad esplorare,
-un sogno- si diceva Matt in testa, non sapendo che si trovava nel Regno delle Lune, il Regno dei Tre tesori invisibili.
Camminando e girandosi attorno, cadde in una stradina, e sbattè la testa, sprofondando in un sonno totale.
Dopo le smisurate ore di sonno, aprì gli occhi e vide una lucciola che gli girava attorno.
-Ciao, Benvenuto nel nostro Regno- disse il Guarbenino a Matthew.
-Non sei una lucciola? Sei un Guarbenino? Scusa, ti avevo confuso grazie a quella polverina d’oro che c’hai addosso.
-niente, seguimi!-
Matthew, non rispose, ma annuì e lo seguì.
Questa stradina era discesa, e portava ferso un paesino nascosto da una fitta foresta di alberi,
scendendo la stradina si vide una casetta col tetto spiovente molto piccola fatta di mattoni marroni scuro,
il Guarbenino arrivato davanti la casetta e disse a Matt –entra-
Entrando c’era un piccolo salottino con tavolo di legno, sedie di legno, tutto di legno. Il Guarbenino lo fece accomodare e gli chiese
–Vuoi una tazzolina di thè?- Matthew rimase in silenzio imbarazzato e balbettando rispose –Si, si.. grazie.-
Si sedettero a tavola, Matt non sapeva come prendere la tazzolina minuscola, talmente piccola che era metà del suo mignolo.
Mentre il Guarbenino sorseggiava il thè, per lui assai, date le sue dimensioni, incominciò a parlare del Regno dei Tre Tesori Invisibili.
Gli occhi di Matthew erano fissi al Guarbenino che guardava il cielo scuro fuori da una piccola finestra del salottino.
-Bè, tutto iniziò…- la bocca del Guarbenino si richiuse, buttò uno sguardo al thè per vedere se c’era ancora, lo sorseggiò ancora e ricontinuò a parlare.

  
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