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Autore: SamDBazinga    24/04/2012    2 recensioni
"La speranza è l'arma più grande, e la speranza è l'ultima a morire"
Questa è una raccolta di songfic sulle mie canzoni preferite, canzoni che hanno creato la mia identità e la mia vita. Credo di essere ancora uno scrittore alle prime armi (anzi non mi definirei neanche scrittore per ora) ma se ciò che scrivo riesce a convincere anche una sola persona ad ascoltare una di queste canzoni allora credo ne valga la pena.
Ogni one-shot racconta un momento importante della vita del "protagonista" con parti dedicate a riflessioni personali. Non sono ancora molto bravo quindi non fate caso alla parte materiale della scrittura ma concentratevi sulla parte emotiva. Spero di riuscire a interessarvi con qualche bella riflessione!
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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canzone: http://www.youtube.com/watch?v=DPSp2seoIbc
ehiiiiii come va?????? tanto non c'è nessuno che mi segue :(
non scrivo da un paio di giorni e credo che ciò mi abbia bloccato tutta quell'ispirazione che avevo prima, e tutte le idee si sono volatilizzate. Questa è resa pure male, ma spero che vi piaccia lo stesso.
Giusto per evitare fraintendimenti questo cap non ha assolutamente nessuna ispirazione slash/yaoi. Lo dico solo perché leggendo qualcuna delle menti oscure e contorte di questo sito potrebbe pensarlo, ma non è assolutamente vero!!!!













Ero a casa. Ma non quelle quattro mura dove passo la maggior parte dell'estate in inutili non-attività, la mia casa è ovunque ci sia qualcuno con cui valga la pena di passare ogni momento, con cui non esiste nessun imbarazzo e nessun giudizio. Stare con Nick era come stare sempre a casa, poiché eravamo gli unici superstiti di una decimazione di rapporti chiamata indecentemente "esami di terza media", un momento nel quale la solitudine è l'unico sentimento che puoi provare. Ma con lui era diverso, non c'era momento in cui non si rideva e non si scherzava ma potevo benissimo piangere perché so che i veri amici sono quelli con cui si può piangere. Lui era un mio carissimo amico, forse il migliore, ma non ho mai usato quel termine.Ero a casa, nella sua casa. passavamo ogni momento come due bambini a cui non basterebbero tutte le ore del giorno per giocare, ma qualcosa stava cambiando...
Lui stava cambiando, lo si vedeva dagli occhi. Quegli occhi prima pieni di ingenuità ora erano stati colmati dall'esperienza, ma con l'esperienza erano arrivate le prime delusioni, che accompagnano ogni adolescente, fatte di amori infranti, risse, disprezzo.... Quella immaturità mista con il suo orgoglio se n'è andata via come se fosse un mucchio di foglie buttate al vento. Lo si vedeva dagli occhi, e lui non esitava a mostrarlo. Cosi parlammo, parlammo per cosi tanto tempo che alla fine non ricordavamo nemmeno l'inizio della discussione. Ma forse eravamo troppo piccoli per questo, cosi ci ritrovammo a giocare alla play come due ragazzini che non sapevano niente se non come sconfiggere il cattivo del livello. Giocavamo e ridevamo senza nemmeno renderecene conto.
Alla fine il nostro tempo era scaduto, dovevo tornare a "casa" da bravo bambino ma non volevo lasciare la mia casa, cosi cercavamo ogni scusa per ritardare quel momento. Non ci fu niente da fare, mi ritrovai davanti alla porta a guardarlo negli occhi. Quegli occhi cosi diversi adesso ardevano di nuovo ardore. Deciso, alzo la testa e cominciò a parlare con una sincerità che mai avevo visto prima:
-"Ed, tu mi conosci, forse anche meglio di come conosco me stesso. Volevo ringraziarti per tutto ciò che hai fatto tu per me. Ormai sto cambiando, non mi piace questa cosa ma non sarò più come prima. Però devi promettermi una cosa: Io sto cambiando e non so chi diventerò, ma tu devi promettere che non cambiarai mai. Qualsiasi cosa succeda tu non cambiare come sto facendo io, perché non voglio perderti come ho già perso molto altro. Quindi promettiemi che non cambierai, Edward!"
Quegli occhi non li dimenticherò mai. Non dimenticherò mai l'espressione di quel momento in cui mi chiese di fare la più grande promessa della mia vita, una promessa che avrebbe richiesto uno sforzo inimmaginabile per essere mantenuta. Ma guardando quell'espressione decisa e sicura mi convinsi che era la cosa giusta. Quegli occhi mi diedero la convinzione che quando viene fatta una promessa si crea un legame infrangibile, e si costruisce passo dopo passo la propria identità e i propri ideali. Quando viene fatta una promessa, una parte di noi rimane legata indissolubilmente ad essa, e dobbiamo lottare ad ogni costo per mantenere quella promessa e quella parte della nostra anima. Ma quegli occhi mi convinserò che era la cosa più giusta che avrei potuto fare in quel momento.
 
-"Si, te lo prometto!"
  
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