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Autore: Devon    24/04/2012    3 recensioni
-Dai maschiaccio, non ti eccita l'idea di viaggiare in macchina con Synyster Gates?
Gli lanciai un'occhiataccia. Sapeva che odiavo essere chiamata così.
Che i miei genitori non fossero nelle loro piene facoltà mentali quando decisero il mio nome all'anagrafe era ormai più che palese, ma non era comunque un buon pretesto per prendersi gioco di me.
Molto bene, uno di questi giorni qualcuno organizzerà una congiura nei miei confronti in quanto sto iniziando una terza fanfiction. Ma questa volta ho l'intera trama in mente e so come svilupparla PER INTERO. Non lascerò niente in sospeso, promesso. :3
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Che significa "stasera non ho fame"? Ho fatto le lasagne, tu adori le lasagne! - esclamò mio fratello, seguendomi nella mia stanza. -Cominci a preoccuparmi un po', sai? E' da qualche giorno che ti vedo strana. Sta succedendo qualcosa?
Incontrai i suoi occhi. Non mi avrebbe creduto, altrimenti. Dovevo cercare di essere convincente il più possibile. Dovevo tranquillizzarlo e fare in modo di non destare più nessun sospetto in lui.
-Ma no, no, è tutto okay - I miei complimenti, Devon. Stai facendo progressi.
-Ma se stai bruciando! - mi contraddì lui, alzando le sopracciglia.
-B-beh... - mi guardai intorno alla ricerca di un diversivo; alla fine optai per una rivista -è che fa un caldo qui - e cominciai a sventolarla davanti a me a mò di ventaglio, con un sorriso stupidissimo.
-Sto grondando sudore come un porc...
-OKAY, OKAY, ho capito. Non è necessario scendere nei dettagli - mi interruppe, con una smorfia. Ridacchiai. Lui si guardò intorno, aggrottando la fronte per poi stringersi nelle spalle.
-Io comunque tutto 'sto caldo non lo sento - replicò, facendo qualche passo verso di me -C'è qualcos'altro che ti fa sentire caldo, vero?
-Beh, che altro? - cercai di sembrare indifferente -Avrò la febbre, non riesco a darti un'altra spiegazione. Però ho sentito da qualche parte che Gesù è la risposta ad ogni interrogativo. Del tipo: che ore sono?: Gesù.
-Non sei affatto divertente - ribatté, gelandomi con un'occhiata.
-E dai Zacky, che fine ha fatto il tuo senso dell'umorismo? - inclinai la testa di lato -Ammettilo, che sono la tua sorellina preferita.
-Nonché l'unica - precisò, sarcastico.
-Sei proprio stronzo, sai?
-La stronzaggine è ereditaria in questa famiglia - sorrise, soddisfatto -Infatti come vedi è passata anche a te.
-Ma vai a fare in culo! - e iniziai a dargli pugni nelle tett... NEL PETTO. Lui in risposta rise e cercò di difendersi alla bell'e meglio. Facevamo spesso lotta tra fratelli e ogni tanto coinvolgevamo anche i ragazzi; era un toccasana in senso letterale per noi Baker. Ci aiutava a scaricare la tensione e a svagarci un po' in caso di apatia mortale.
Perfetto, oltre ad essere riuscita pienamente nel mio intento mi stavo anche divertendo a dargliele di santa ragione.
-I FRATELLI BAKER SONO ATTESI A TAVOLA! - esclamò Jimmy dal piano di sotto.
Zacky si sollevò dal letto e mi porse una mano.
-Non mangi allora? - chiese di nuovo.
Scossi la testa.
-Voglio stare un po' da sola adesso - spiegai -al limite me ne lasciate un po' da parte e me la portate.
-Certo, perché tu non puoi alzare il culo e venire a prendertela.
-Daaai Zack, lo sai che ti voglio bene! - feci una piccola pausa -E sai anche che ho un paio di foto salvate nel cellul...
-Sei davvero una stronza, con la S maiuscola - bofonchiò, avvampando.
Sapeva bene a quali foto mi riferivo. Erano foto di anni e anni fa, quando ancora vivevamo con i nostri genitori. C'era una foto che lo ritraeva, a quindici anni, col pisello incastrato nel tubo dell'aspirapolvere, una dove era truccato e vestito dalla sottoscritta (Lascio immaginare a voi come...) e una terza in cui sbagliava mira e pisciava sul soffitto. Sì, ero una sorella stronza di prima categoria, ma se lo meritava per aver cercato di infilarmi in lavatrice a dieci mesi e avermi fatta rotolare da una discesa con il passeggino, causando un mezzo attacco cardiaco a nostra madre. Eravamo uno peggio dell'altro.
Sorrisi e gli diedi una pacca sulla schiena.
-Scendi adesso. - gli intimai, buttandomi a peso morto sul letto.


Dovevo prendermi un po' di tempo per riflettere su ciò che era successo quel pomeriggio.
Spensi la luce e restai a contemplare il soffitto sopra di me.
Okay, ripercorriamo i fatti nel loro ordine cronologico: Brian è uscito con me sul terrazzo a fumare uno spinello, ci siamo seduti sulla panchina, abbiamo parlato della sua presunta relazione con MICHELLE, poi lui mi ha mandato il fumo in faccia, tipico tentativo di approccio, io gli ho dato un calcio dove non batte il sole, quando mi sono avvicinata per vedere se stava bene mi ha trascinata sotto di lui sulla panchina, dopodiché il mio unico neurone rimasto se n'è andato affanculo e ho pensato bene di prendergli la faccia tra le mani e baciarlo. Ci siamo coccolati per un certo arco di tempo e...
FRENA. Perché l'hai baciato?
Ancora? Ma mi spieghi che cazzo ci fai ancora qui?
Ti ho fatto una domanda.
Anch'io.
Ma io te l'ho fatta prima; rispondi senza discutere tanto.
Non lo so, mi andava di farlo! Chi cerco di prendere in giro, lo sai che mi piace.
C'era modo e modo di farglielo capire, e tu cosa fai? Ti avventi su di lui come se fosse una fetta di torta?
Fidati, è qualcosa di molto più appetitoso rispetto a una semplice fetta di torta.
Fai schifo.
Sì, lo so.
Cavoli però, un uomo così in un modo o nell'altro riesce sempre a farti saltare le coronarie! Sentivo ancora la sua bocca pressata contro la mia, l'odore forte di Marlboro proveniente dai suoi vestiti e le sue dita affusolate percorrere il mio braccio, dandomi i brividi.
Innamorata persa, insomma. E se anche lui fosse anche solo minimamente interessato a me? Sarebbe stato... figo, sì. Sorrisi al buio, chiudendo gli occhi.


Qualche ora dopo Jimmy entrò nella stanza con una teglia di lasagne in mano, stando ben attento a non far rumore, convinto che dormissi. Lo sentii rimboccarmi le coperte per poi avviarsi verso la porta.
Non appena fu uscito, accesi la luce centrale ed esaminai il contenuto della teglia. Aveva un bell'aspetto, doveva per forza averla cucinata il mio fratellone. Sorrisi e la portai con me per mangiarla davanti alla tv insieme ai ragazzi.
Mi fermai poco prima di scendere al piano inferiore, sentendo due voci discutere animatamente nella stanza in cui dormivano Johnny e Jimmy. Mi appostai dietro la porta, ascoltando con attenzione. Sì, non sta bene origliare, ma fanculo.
-Brian...
-Cosa?
-Sai che ultimamente sei proprio strano?
Eh!
-Sì, non sei certo il primo a dirmelo.
-Beh, cosa c'è che non va?
Oddio... preparati, Devon.
-Eh... - si schiarì la voce -Troppe cose.
-Devon c'entra qualcosa?
Addio.
Nessuna risposta.
-Ne ero sicuro - esclamò Jimmy.
-Eri sicuro di cosa? Io non ho detto niente.
-Brian, ti conosco praticamente da una vita; non ci metto molto a capire se ti interessa qualcuno.
Ancora silenzio.
-Dimmi la verità - continuò Jimmy -come la pensi riguardo a lei?
-Ma che domanda è?
-Non puoi semplicemente rispondere?
 Ecco, rispondi, cazzone.
-Mmh... - mormorò -è scopabile.
E qui Devon sentì il suo piccolo mondo andare miseramente in pezzi, nel senso letterale del termine. Tutto ciò in cui avevo creduto e confidato fino a quel momento non esisteva più. Ci aveva messo un attimo; era bastata una frase per rovinare tutto ciò che si era creato. Scopabile, eh?
Non c'è niente che faccia più male di un amore non corrisposto. Tu ami una persona con tutta te stessa, ma quella persona ha solo secondi fini.
Perché sei un'ingenua, Devon. Sei un'idiota. Ci sei cascata.
I ragazzi continuarono a parlare, ma ero troppo incazzata e delusa per continuare ad ascoltare. Scollai la schiena dalla parete e tornai in camera mia, scagliando la teglia sul pavimento e lanciandomi sul letto con la testa ficcata sotto il cuscino.
Lo sapevo, lo sapevo che non gliene frega niente... Lui vuole solo portarmi a letto. L'ho sempre saputo. Ma come ho potuto anche solo sperare che fosse innamorato di me? Fanculo a me, fanculo a Synyster Gates, fanculo a tutti! 
 




   
 
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