Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Yahohel    24/04/2012    1 recensioni
La madre di Dean e Sam è una psicologa e porta a casa un nuovo paziente, Castiel. (destiel of course!)
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un Dean molto confuso e una scatola dei ricordi

2. Un Dean molto confuso e una scatola dei ricordi

Dean Winchester stava sdraiato sul suo letto, con le mani incrociate dietro la nuca, intento a fissare il soffitto della sua stanza. Castiel e Mary erano usciti già da un po’,in giro turistico per Lawrence, mentre Sammy era in camera sua, probabilmente a leggere Supernatural o a fare ciò la sua indole Nerd gli suggeriva: studiare.
Sarebbe uscito anche lui se non fosse che avere continuamente quegli occhi su di sé gli metteva una strana sensazione addosso, quindi aveva detto di sentirsi poco bene, fingendo di non notare lo sguardo triste e deluso che gli aveva rivolto Cas a quelle parole.

Senza avere realmente qualcosa da fare, era rimasto sdraiato lì a riflettere sulle sue emozioni, cosa che non capitava molto spesso. Non era il tipo che dimostrava ciò che sentiva, lui, quindi questa improvvisa incursione nel suo cuore gli risultava alquanto strana e difficile, ma sapeva di dover chiarire con sé stesso, per capire perché Castiel e i suoi fottutissimi occhi blu gli avessero mandato in pappa il cervello. Non sapeva cosa gli stesse prendendo; lui era etero e lo dimostrava praticamente ogni minuto, facendo commenti sui seni o guardando il culo a ogni ragazza che passava. Passava ogni notte con una diversa, e ora si ritrovava gli ormoni in subbuglio per un ragazzo?

Sentì la porta di casa sbattere e saltò a sedere; Non si era reso conto fosse già ora di pranzo. Aveva veramente trascorso le ultime ore con gli occhi di Cas che sgusciavano tra i suoi pensieri ogni momento?

Scese lentamente le scale, fermandosi prima degli ultimi gradini, con la paura di ritrovare quell’espressione da cucciolo smarrito sul suo nuovo amico, invece l’unica cosa che sentì fu una stupenda risata, calda, che poteva appartenere solo a Castiel e un'altra, diversa, che gli faceva eco.

Nessuno poteva far ridere così il suo Cas! Quell’emozione fu così intensa da non farlo neanche riflettere, i suoi pensieri erano oscurati da un sentimento che non si curò di identificare.

Entrò come una furia in cucina, e vide un ragazzo poco più grande di loro, biondo, con due occhi color ghiaccio e una faccia da schiaffi, che teneva una mano appoggiata al lavandino per evitare di cadere, mentre rideva seguito a ruota da Castiel.

*°*°*°*

<< Questo è Balthazar, il nostro nuovo vicino >> disse Mary, gentile come al solito, mentre preparava il pranzo a cui era stato invitato anche il tizio con il nome assurdo.

Dean era seduto a tavola, costretto a guardare Castiel che rideva ad ogni stupidissima battuta del biondino, mentre ingaggiava un’accesa discussione con il suo cervello, che aveva deciso proprio in quel momento di prendere un po’ di steroidi per fargli notare ogni singolo dettaglio della scena davanti a lui.

Guarda come tiene il braccio attorno alla spalliera di Cas, sembrano proprio amici, Dean…

Ma se non si conoscono nemmeno!

Beh a me sembrano molto intimi…

Quasi a sottolineare quest’affermazione, un’altra risata risuonò nella cucina, seguita da quella compiaciuta del suo cervello traditore.

Nel frattempo, nessuno si stava accorgendo della battaglia interiore di Dean, combattuto tra lo stare seduto per non destare sospetti e l’alzarsi per andare a staccare la testa a quell’idiota che si azzardava a guardare il suo Cas.

Non sarai geloso? Si fece sentire di nuovo la vocina irritante nella sua mente, mentre giocherellava con il cibo che aveva nel piatto, guadagnandosi le occhiatacce di sua madre.

Oh, sta zitto, io non sono..ugh!, geloso..

E tu come chiami l’incenerire un povero ragazzo con lo sguardo senza motivo?

io la chiamo pazzia, sto parlando con il mio cervello! Sta zitto!

La botta e risposta con la sua mente non lo aveva aiutato di certo a sbollire quella rabbia immotivata verso quel, uh!, tipo, anzi, lo aveva fatto passare semplicemente per uno psicopatico, considerando che l’ultima frase l’aveva urlata.

Con il viso in fiamme si alzò e uscì di casa. Aveva bisogno d’aria.

Che cosa mi prende? Oddio, sto impazzendo! Si ripetè forse per la centesima volta in quel giorno, mentre imboccava la via per il lago, dove andava sempre quando aveva bisogno di riflettere; in quel momento voleva solo passare qualche ora in compagnia delle sue elucubrazioni confuse, con il cervello talmente ostruito dalle troppe emozioni che non gli arrivava l’ossigeno necessario per elaborare un pensiero razionale.

Si sdraiò sul molo nella stessa posizione di quando era in camera sua – quella che usava quando era pensieroso, come gli diceva sempre Sam – guardando il vuoto mentre rivedeva come un film la scena di poco prima, con lui in primo piano che urlava “Stai zitto!” ad un qualcuno non ben identificato, prima di scappare dalla stanza. Sospirò.

Tutta quella situazione era troppo strana, lui che si lasciava andare alle emozioni, per un ragazzo, poi! Non era per niente nella sua natura, considerò. Lui non era come Sammy, Mr. Parliamo dei Nostri Sentimenti, preferiva tenersi tutto dentro, le cose buone e quelle cattive, e lo sapeva. Non si apriva mai, non abbassava la guardia con nessuno a parte la sua famiglia, conscio di poter essere ferito mentre era più vulnerabile o di venire lasciato solo, se si affezionava troppo. Era molto più facile mantenere quella maschera da duro che mostrare il caos di sentimenti che si celavano dietro la sua corazza abilmente costruita.

Ma ora quella prassi che aveva mantenuto per tutta la vita era crollata riversando fuori tutto quello che provava, facendolo sentire nudo, a causa di uno sguardo di cielo.

Quello che lo sconvolgeva di più era la potenza di quelle emozioni, che non erano mai state così forti, perché nessuno era mai riuscito a valicare del tutto la sua barriera prima di allora.
Con Castiel era semplice, come se quel ragazzo avesse la chiave per aprire tutte le porte del suo io - persino quelle di cui ignorava l’esistenza - e sapesse anche come usarla nel modo più efficace, senza esitazioni, con la sicurezza di chi ha a che fare con qualcosa di estremamente familiare.
Era piuttosto strano tutto ciò, dato che quella chiave non l’aveva neanche Sammy, che lo conosceva da sempre. Forse sua madre ne aveva una per la maggior parte delle sue “stanze”, ma quella universale sembrava la possedesse solo Cas.

Uno sconosciuto che gli poteva leggere l’anima, fantastico! Si ritrovò a pensare, sbuffando, sempre più sorpreso da quella situazione così bizzarra.

L’unica cosa che poteva fare, si disse, era evitare il più possibile il nuovo arrivato, e tutto si sarebbe risolto.

Si alzò, dopo essersi ripromesso di non abbassare più la guardia a quel modo in presenza di Castiel, e si diresse di nuovo a casa, sperando con tutto il cuore di non trovare Balthazar, altrimenti sarebbe stato complicato attuare il suo piano di indifferenza.

*°*°*°*

Dean era di nuovo in camera sua, con lo stereo acceso che mandava Enter Sandman a tutto volume. Nonostante la musica fosse talmente alta da spaccare i timpani e da impedire a qualsiasi essere umano di formulare il più semplice pensiero, il ragazzo non riusciva a togliersi dalla testa il loro nuovo vicino che baciava il suo Cas, appoggiato al cancello.

Li aveva trovati lì quando era rientrato, il moro con le braccia lungo i fianchi e le mani dell’altro sul suo viso, mentre le labbra si toccavano in quello che era solo un bacio leggero, timido.

Era rimasto un attimo lì, scioccato, mentre la mano del moro andava a sfiorare il viso di Balthazar, prima di riscuotersi e passare velocemente in mezzo a loro, quasi a passo di carica, borbottando un “mi dispiace” quasi inudibile.

I due si erano separati, mentre Cas lo guardava imbarazzato, con uno sguardo di scuse negli occhi.
Per cosa, Dean non lo aveva capito. Era ovvio che se lui non li avesse interrotti avrebbero continuato molto volentieri, quindi di cosa si preoccupava Castiel? Di ferire i suoi sentimenti?
Non c’è nessun sentimento da ferire, grazie tante, pensò rabbioso scagliando un cuscino contro la porta, proprio mentre questa si apriva rivelando un Sam prima infastidito dal volume troppo alto e poi sorpreso, mentre qualcosa di morbido e colorato lo colpiva in faccia.

<< Dean, non è che potresti abbassare lo stereo? >> urlò per sovrastare la musica, rilanciandogli il cuscino con la stampa dei Metallica.
Quando il fratello lo ignorò, continuando a scrutare il soffitto, si avvicinò all’apparecchio sulla scrivania e premette il tasto STOP, con sommo sollievo delle sue orecchie.

Era tentato di tornare in camera sua e lasciare il maggiore solo, ma quando vide la sua espressione a metà tra il deluso e il ferito accantonò il suo primo proposito, andandosi a sedere sul bordo del letto su cui Dean era sprofondato.

<< Cosa è successo? >> chiese Sam, con il tono che usava sempre quando il maggiore faceva qualche stronzata e poi se ne pentiva. Cioè sempre.

Il biondo non appena sentì quella frase capì che, tra qualche istante, il mascolino ragazzo seduto sul suo letto avrebbe lasciato il posto a una femminuccia aspirante psicologa pronta ad attuare la tecnica del “Parlare dei nostri problemi ci aiuterà a risolverli”, che rispondeva al nome di Samantha.

Di solito avrebbe anche dato a Sammy la soddisfazione di aiutarlo, ma in questo caso non gli passava neanche per l’anticamera del cervello di dire a voce alta quello che stava accadendo nella sua mente – non lo capiva neanche lui, dannazione! – quindi la sua sorellina poteva anche tornare a rifarsi il trucco, per quello che lo riguardava.

<< Forza Dean, qualsiasi cosa tu abbia fatto c’è sempre un rimedio >> lo incitò la sua psicologa cercando di farlo aprire.

Fantastico, ora pensava anche avesse fatto a botte con qualcuno o chissà cos’altro! Bella considerazione che aveva di lui, il suo fratellino!

<< Dean.. >> disse Sam con un tono che voleva dire “Anche se non me lo dici lo scoprirò lo stesso, e con modi che non ti piaceranno”.

<< Saam.. >> ribattè il maggiore, ridendo sotto i baffi, suo malgrado.

<< Qualsiasi cosa sia successa lo verrò a sapere, lo sai vero? >> provò a minacciarlo l’altro, dato che con il metodo di “Pazienza e Buona Volontà” non aveva ottenuto nulla.

<< Sammy, Sammy >> fece Dean tirandosi su a sedere << non ho un Diario Segreto a cui confido i miei problemi, io >> disse divertito << quindi non troverai quaderni chiusi con lucchetti e adornati da stelline e cuoricini nascosti nel mio comodino. Oh, aspetta >> fece finta di ricordare qualcosa << in realtà ho un libricino chiuso da un lucchetto sotto il letto >>.

Infilò una mano nello spazio tra la rete e il pavimento e cacciò una scatola di scarpe coperta di polvere.

Dean fece il suo sguardo più malizioso al fratello e aprì il coperchio, rivelando una grande quantità di roba vecchia e, nella maggior parte dei casi, rotta.
Erano tutte cose di Sam, ovviamente: un’armonica a bocca arrugginita, un vecchio yoyo rosso senza più il cordino, una calamita di pacman tutta scolorita e, in fondo a tutto, un piccolo diario blu, con un lucchetto argentato, di quelli che alla minima pressione si aprono.

Che diavolo? Ma poi lo riconobbe: aveva avuto poco più di sei anni, la maestra aveva dato il compito di tenere un diario per un mese, raccontando ciò che avveniva in famiglia e lui, da bravo alunno, lo aveva comprato, scrivendo di ciò che cucinava la mamma a pranzo, della volta in cui il papà gli aveva letto il libro de “Il piccolo Principe” e di tutti gli scherzi e danni che faceva un Dean dodicenne.

In quel mese, il più grande aveva preso la Colt di John e l’aveva nascosta in camera sua. Sam ovviamente l’aveva scritto sul diario e, quando il ladro lo era venuto a sapere, glielo aveva preso. Non l’aveva più rivisto da allora, rammentò.

Dean, nel frattempo, lo aveva tolto dalla scatola, sfiorando la vecchia pistola senza proiettili sul fondo, con sguardo appena un po’ malinconico. Il padre era morto qualche anno prima.

<< Ora >> fece con voce solenne << scopriremo i grandi segreti di Samuel Winchester, signore e signori! Troveremo qualche dettaglio scottante? Ne dubito fortemente! >> detto questo fece saltare la debole forma di sicurezza e aprì le pagine vergate dalla calligrafia chiara e precisa di un Sam bambino.

21 Novenbre 1990

Caro Diario, oggi Dean è stato molto cativo. Ha rubbato la pistola a papà e l’a nascosta, ma non so dove.

che facio? Ora lo ciedo alla mamma, cozi mi aiuta lei.

Sam

Dean sorrise rileggendo quelle ultime parole del diario, prima che lui lo prendesse, ricordando quanto era spaventato all’idea che John venisse a sapere cosa aveva fatto.

<< Sai fratello, pensavo sapessi che il verbo avere vuole l’acca >> ghignò.

<< Ehi, avevo sei anni! >> ribattè Sam, strappandogli il libro dalle mani.

<< Eri un Nerd anche a sei anni >> rise il maggiore, guardando il più piccolo che tirava fuori la lingua e lasciava la camera con il suo piccolo tesoro tra le mani, sorridendo.

Aveva lasciato che prendesse uno dei suoi bottini di guerra, ma ehi!, sempre meglio di lasciarlo impersonare Freud che fa esperimenti sul suo inconscio! Si disse.

Ma aveva come l’impressione che la questione fosse solo rimandata e i suoi dubbi vennero confermati quando i capelli scintillanti del fratello ricomparvero sulla porta << Mi aspetto che tu, entro la fine della giornata, mi dica cosa è successo >> lo minacciò << e non te la caverai ridandomi un vecchio diario impolverato >> concluse chiudendosi la porta alle spalle.

Dean sospirò e si lasciò ricadere sul letto. Sarebbe stato difficile tenere a bada l’indole investigativa del suo Sherlock; prima o poi avrebbe intuito qualcosa e per lui sarebbe stato inevitabile partecipare a una stupidissima puntata di “C’è Posta per Te” con la gentile partecipazione dell’angelo con gli occhi blu che non riusciva a togliersi dalla testa, si disse.

Era spacciato.

 Note dell'Autrice-----------------------

Ciao gioie! è stato un tantino complicato scrivere questo capitolo, perchè dovevo ovviamente complicare le cose a Deanuccio, ma non sapevo bene come *me malvagia*

Poi però ho pensato ad Amanda in Kyle XY e mi sono detta "Perchè non metti un terzo incomodo tra i Destiel?" :D Io ovviamente amo Balthe, però in questo momento sono completamente d'accordo con il mio Winchester: TOGLI SUBITO LE MANI DAL MIO CAS!! u.u Scusatemi per la scena del cancello, ma adoro farlo morire di gelosia *myuahahaha*

Per il resto, spero vi sia piaciuta la parte della scatola >//< Vi starete chiedendo "Ma che c'entra?" e io non vi so dare una risposta, so solo che mentre scrivevo questo capitolo mi è venuta in mente quella parte :3 ero tentata di fare una one shot Missing Moments, ma poi l'ho insaccata in questa fic comunque *progetta l'omicidio di Balth con la Colt* :O

That's all, folks, vi ringrazio tanto tanto perchè leggete, preferite e seguite, e se volete lasciarmi una recensione (fatelo) ne sarei contentissima :*

Baci da me e dal mio angioletto sulla spalla (che probabilmente si imbucherà anche in questa fic trasformandola in una sabriel ^_^),

L.

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Yahohel