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Autore: MiHyeon    24/04/2012    3 recensioni
Da qualche settimana, però, nel suo appartamento stavano accadendo cose davvero strane.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Quasi tutti, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Solitamente Jonghyun non vedeva l'ora che arrivasse il fine settimana per staccare dal lavoro e rilassarsi a casa senza pensieri.
Il sabato e la domenica per lui erano come un miracolo. In base al suo umore decideva se passarlo in casa a non fare nulla, o se uscire con i suoi amici.
Non era il tipico ragazzo che ogni fine settimana andava a ballare- a dire la verità le discoteche non gli piacevano nemmeno molto. Era un tipo tranquillo, e tutto quel chiasso e l'ammasso di gente lo innervosiva; qualche volta, però, giusto per divagarsi un po, decideva di accettare gli inviti del suo migliore amico, che a differenza sua, adorava scatenarsi sulla pista. La maggior parte delle volte il risultato finale era all'incirca così: Minho che si divertiva al centro della sala, accerchiato da ragazze, e Jonghyun seduto su uno dei divanetti a bordo pista a guardare il suo amico ballare e ubriacarsi, mentre sorseggiava la sua bevanda analcolica. Anche se ultimamente, ogni volta che uscivano, si trovava sempre attorno un ragazzino dai capelli castani mossi, che puntualmente finiva per sparire insieme al più grande.
Quella domenica però si sentiva stanco, ma non fisicamente. Sentiva la testa pesante, nonostante la sera prima non avesse nemmeno bevuto. Ricordava che Minho gli aveva offerto più di una volta dei drink,che lui aveva rifiutato, dal momento che l'avrebbe anche dovuto accompagnare a casa.
 
Alzò le braccia stiracchiandosi e sbadigliando rumorosamente, prima di appoggiarsi alla scrivania con un sonoro tonfo.
Sentiva alcune ciocche dei suoi capelli ancora umidi sfiorargli il collo e, per quanto la cosa potesse infastidirlo, non aveva neanche la voglia di asciugarli.
Era la sua classica giornata No.
Sbuffò spostando il suo sguardo sui fogli bianchi sistemati disordinatamente ad un angolo della scrivania. Li fissò per qualche minuto con sguardo assente, prima di prenderne uno ed afferrare la matita.
Ne mordicchiò la punta guardando la pagina bianca, cercando di focalizzarsi su qualcosa da ritrarre.
Quella notte aveva dormito davvero poco, e probabilmente era proprio per quello che si sentiva strano. Si era rigirato nel letto almeno venti volte, senza trovare la posizione adatta che lo aiutasse a prendere sonno, e dopo il centesimo sbuffo che cacciava fuori aveva deciso di controllare che ora fosse.  Era riuscito a portare via Minho dalla discoteca che erano ormai le due passate, era stanco ed aveva voglia di dormire, nonostante non ci riuscisse. Mentre si voltava nuovamente per controllare il display del cellulare, aveva visto con la coda dell'occhio ai piedi del suo letto una sagoma più chiara rispetto al buio della sua camera, ma non appena si era voltato, questa era sparita, lasciandolo stordito.
Aveva continuato a fissare quel punto della stanza per qualche secondo, confuso, prima di accendere la luce, e sedersi sul letto.
Pensò che probabilmente era dovuto alla stanchezza, tutte quelle luci intermittenti della discoteca l'avevano sicuramente stordito.
 
Iniziò a far scorrere la matita sul foglio senza seguire un'immagine precisa, fermandosi di tanto in tanto per bere dalla sua adorata tazza verde. Nel mentre, faceva spostare lo sguardo dai vari post it attaccati alla bacheca di fronte a lui, alle foto che Minho l'aveva praticamente costretto a farsi, e a quella cornice che gli piaceva tanto, quella che gli aveva regalato sua madre quando aveva appena quindici anni, quando le aveva mostrato per la prima volta una delle sue opere.
Era rettangolare e a contornarla c'era qualche centimetro di specchio; Jonghyun la adorava.
Ad un tratto, mentre stava gustando il suo caffè, sovrappensiero, il suo sguardo catturò un'ombra scura che passava velocemente sulla parete di fronte a lui. Socchiuse gli occhi, appoggiando la tazza sul tavolo, sospirando. Non era la prima volta che la vedeva, e ormai non gli dava più poi tanto peso.
"Buongiorno, eh." mormorò con voce ancora roca. 
Dopo quell'episodio della bustina di tè, non si sentiva nemmeno stupido o a disagio a parlare con quella cosa. A volte gli teneva compagnia, quando era solo.
Finì velocemente il suo caffè e si alzò, andando a mettere la tazza nel lavello. Sorpassò la tenda che stava nuovamente dondolando da sola e sospirò.
"Cos'avrà questa tenda che ti piace così tanto, eh?" chiese, mentre tornava in camera sua, strusciando i piedi a terra svogliatamente. Si sedette nuovamente sulla sedia, passandosi una mano tra i capelli. "Sai, sarebbe carino se invece di giocare con il mio arredamento, ti facessi almeno vedere, non trovi?" disse, riportando gli occhi sul disegno che aveva iniziato. Definì qualche contorno con la matita, continuando a borbottare. "Perchè non lo fai? Fatti vedere."
Inclinò il collo facendolo scroccare, iniziando a sentirsi più rilassato, quando il suo sguardo si posò sulla cornice a specchio di fronte a lui. Il suo cuore perse un battito, mentre sentiva il sangue gelarsi nelle vene. Sgranò gli occhi, urlando e voltandosi di scatto, respirando affannosamente.
Il volto di un ragazzino era riflesso sulla superficie. Aveva un' espressione seria ed era pallido da far paura, e lo stava fissando, alle sue spalle, a qualche metro da lui.
Si voltò velocemente, ma dietro di lui non c'era nulla e riflesso sullo specchio neanche. Il cuore batteva velocemente contro il suo petto, mentre ci poggiava sopra una mano cercando di calmarsi.
"C.. cazzo!" balbettò con gli occhi sgranati, fissi sul tavolo. La matita gli cadde di mano, mentre questa continuava a tremare.
  
 
 
Una volta ripreso dallo shock, si rese conto di non voler restare un minuto di più in quella casa. Aveva così afferrato il suo cellulare, componendo il numero di Minho- fallendo nel suo intento per almeno tre volte di seguito.
Ignorando le sue lamentele, l'aveva praticamente costretto a passare il resto della giornata con lui, lontano da lì.
 
"Hyung?"
"Vienimi a prendere."
"... Cosa?"
"Vienimi a prendere."
"Hyung, sono ad un appuntamento, io-"
"Minho, devo uscire da qui."
 
La sua voce doveva essere sembrata davvero disperata, tanto che dopo un attimo di silenzio, Minho aveva chiuso la chiamata, e dopo neanche mezz'ora era sotto casa sua.
Jonghyun aveva indossato le prime cose che gli erano capitate sotto mano, senza neanche guardarsi allo specchio, troppo spaventato all'idea di farlo.
Uscì velocemente dal suo appartamento, sentendosi più sollevato quando sentì la porta di casa chiudersi alle sue spalle. Sospirando iniziò a scendere le scale, rimanendo sorpreso quando, a metà di esse, trovò il suo migliore amico che le stava velocemente salendo.
"Hyung, si può sapere che sta succedendo? Ero ad un importante appuntamento, e non mi capita spesso, sai." 
Jonghyun continuò a scendere rapidamente, mentre il ragazzo lo seguiva.
"Non voglio stare lì dentro." rispose freddo.
"Ma perchè? Cos'è successo, Hyung?"
"Dopo, dopo te lo dirò. Ma ora andiamocene." si era fermato, voltandosi per guardarlo negli occhi, con un' espressione disperata e sconvolta in viso.
Aveva visto Minho annuire lentamente, confuso, prima di sorpassarlo ed aprirgli il portone dell'edificio, facendolo uscire.
La sua macchina era parcheggiata disordinatamente tra le strisce bianche, e Jonghyun si chiese come mai Minho avesse addirittura lasciato lo sportello aperto. Attento com'era alla sua auto, non era di certo un comportamento da lui.
Poi capì il perchè: il tanto famoso ragazzino castano era seduto al lato del guidatore, mentre si mordeva un labbro e dondolava nervosamente una gamba. Sembrava irritato e vagamente preoccupato.
Oh, ecco di che appuntamento parlava il suo amico.
Salì sui sedili posteriori senza dire nulla, mentre Minho prendeva posto al volante.
"Umh, Hyung, lui è Taemin; Taemin, Jonghyun." fece velocemente le presentazioni, tenendo d'occhio il più grande dallo specchietto retrovisore.
"Piacere!" sorrise il ragazzino, voltandosi appena. 
Jonghyun annuì abbozzando una risposta, prima di tornare a guardare fuori dal finestrino.
Beh, almeno Minho si era degnato di presentarglielo, dopo tutte le volte che l'aveva visto. Non aveva mai avuto l'occasione di parlarci, certo, ma questo perchè Minho lo scaricava per appartarsi con lui non appena riusciva a scorgerlo tra la folla.
I ragazzi iniziarono a chiacchierare tra di loro, e Jonghyun ringraziò mentalmente il suo migliore amico per questo. Non aveva voglia di parlare di nulla in particolare, però sentire loro conversare allegramente lo faceva stare meglio, anche se nella sua mente non riusciva a cancellare ciò che aveva visto.
Mentre guardava il paesaggio della sua città scorrere velocemente attraverso il vetro, pensò che si sarebbe dovuto godere quell'uscita appieno, senza pensare a nulla.
Sembrava così facile dirlo.
 
Dopo un'oretta i tre ragazzi si trovavano seduti attorno ad un tavolo all'entrata di un bar fuori città.
Taemin e Minho continuavano a chiacchierare cercando di tanto in tanto di far intervenire anche Jonghyun che lentamente si era rilassato, e ora scherzava tranquillamente con loro.
L'ambiente tranquillo che aveva trovato con i due lo stava facendo sentire davvero bene, tanto da riuscire a trovare simpatico persino il ragazzino dalla voce soave. Si era ritrovato a ridere senza riuscire a smettere dopo aver alluso ad una loro eventuale relazione, vedendoli ammutolirsi e arrossire, mentre Taemin abbozzava un sorriso voltandosi a guardare distrattamente la strada.
"Vado a prendere qualcosa, voi cosa prendete?" chiese subito dopo il ragazzo, cercando di cambiare discorso, alzandosi in piedi. "Offro io!" aggiunse poi, sorridendo ai due.
Una volta deciso- e ignorato le proteste di Minho- il castano rientrò nel bar mettendosi in coda avanti il bancone.
"Jonghyun," iniziò Minho schiarendosi la voce e avvicinando appena la sedia alla sua. "Mi vuoi spiegare, per cortesia? Non ci sto capendo nulla!"
Il moro si guardò nervosamente attorno, mordendosi un labbro, indeciso se raccontare tutto o meno. 
"Io.. Solo, non prendermi per pazzo." mormorò, tamburellando con le dita sul tavolo.
"D'accordo, ma prima che torni Taemin, possibilmente." disse l'altro, gettando un'occhiata all'interno del locale.
"Ho visto un ragazzino, oggi." sussurrò.
Minho alzò un sopracciglio, sbuffando una risata.
"La tua vicina ha avuto un figlio? Non è così traumatizzante, sai-" ridacchiò, scuotendo la testa divertito. Jonghyun scosse la testa, spingendolo delicatamente.
"Non hai capito."
"Come al solito." Sbuffò l'altro, ironicamente.
"Era sullo specchio, in camera mia!"
Minho aveva spalancato gli occhi, guardandolo confuso, boccheggiando. Jonghyun socchiuse gli occhi, prendendosi la testa fra le mani. Ecco, doveva immaginarselo che non l'avrebbe creduto. Si pentì di avergliene parlato, si pentì di aver chiesto proprio a lui di uscire, infondo poteva anche prendere la sua macchina e andarsi a fare un giro; solo che non aveva voglia di rimanere da solo, se lo avesse fatto non avrebbe fatto altro che rimuginare su quello che era successo, mentre lui voleva solamente distrarsi.
"Hyung, mi stai prendendo in giro? Che diavolo stai dicendo?" chiese piano l'amico, guardandolo scettico.
Jonghyun guardò altrove, evitando il suo sguardo, mentre sospirava silenziosamente.
"Ecco qua!" Taemin intervenne appoggiando sul tavolo un vassoio con le loro ordinazioni. Li guardò entrambi sorridendo, mentre si sedeva, notando l'aria tesa tra i ragazzi. "Che succede?" chiese poi.
"E' tutto ok, Taemin. Grazie." sorrise Jonghyun, prendendo l'alto bicchiere dal vassoio d'argento. Minho lo imitò, lanciandogli di tanto in tanto occhiate confuse.
Il ragazzino fece spallucce e prese un sorso della sua bevanda dalla cannuccia, prima di iniziare a chiacchierare allegramente come qualche minuto prima. Jonghyun si intromise nel discorso, mentre questa volta era Minho a rimanere più sulle sue, incredulo dopo racconto del suo amico.
 
 
Erano le sette di sera quando Jonghyun rientrò in casa. Aveva sperato fino all'ultimo minuto che Minho riaccompagnasse a casa il ragazzino prima di lui, così da poter rimanere soli e chiarire. Era sicuro che il suo amico lo avesse preso per pazzo, e quando fermò l'auto sotto casa sua, Jonghyun ebbe come l'impressione che stesse cercando di liberarsi di lui il prima possibile.
Salì le scale del suo appartamento più lentamente del solito, fermandosi a parlare con chiunque incontrasse del condominio, persino con la sua vicina studentessa.
Non aveva nessuna voglia di tornare lì dentro, fosse stato per lui non sarebbe più rientrato in casa sua.
Cercò di pensare ad altro, mentre vedeva la porta del suo appartamento avvicinarsi.
Prese un profondo respiro ed aprì la porta, facendo qualche passo e chiudendosela alle spalle. Il suo appartamento era normale, come l'aveva lasciato quando era velocemente uscito. Non c'era nulla che non andava. Gli sembrava quasi surreale; era tutto immobile e silenziosamente irreale.
Gli scappò un sorriso felice mentre lasciava le chiavi sul mobiletto all'entrata. Passare la giornata fuori gli aveva fatto davvero bene.
Esitò prima di entrare in camera sua, passando prima per il bagno, poi andando in cucina a prendere un sorso d'acqua, finchè infine non si rese conto di doverci entrare, se non voleva restare per il resto della sua vita vestito in quel modo. Le scarpe iniziavano a fargli male e cominciava a sentire davvero caldo.
Quando vi entrò non trovò nulla di strano, come nel resto di casa. Seppur con poco coraggio, si avvicinò alla scrivania, andando a specchiarsi sulla cornice. Si toccò il viso, guardandosi attentamente: effettivamente era piuttosto pallido anche lui, aveva davvero un'aria stravolta.
Spostò lo sguardo dietro di lui, e non vide nulla. Il cuore batteva veloce, ma voleva una conferma. Pensava fosse davvero inutile farlo, ma si sedette comunque, sospirando con gli occhi chiusi, prima di tornare a guardare lo specchio. Non c'era nulla, solo parte del suo volto riflesso,e il resto della camera alle sue spalle.
Sbuffò una risata, grattandosi il collo, mentre faceva scorrere distrattamente lo sguardo su ciò che aveva di fronte. Si sentiva davvero stupido in quel momento.
"Sono un coglione." si disse. Si stava alzando quando notò un foglio a terra. Si avvicinò per raccoglierlo, probabilmente gli era caduto quando si era alzato di fretta dalla sedia per fuggire da quel posto. Lo prese tra le mani sospirando, voltandosi per appoggiarlo sopra la scrivania, quando i suoi occhi caddero su un angolo piegato del foglio. 
Odiava quando si arricciavano gli angoli, non riusciva a sopportarlo. Un foglio con un angolo arricciato era un foglio da buttare, pensava.
Quando lo sistemò, però, non potè evitare di farlo cadere dalle mani. Scoperta la parte di foglio nascosta, trovò una piccola scritta. La calligrafia era disordinata, e Jonghyun dovette faticare prima di riuscire a comprendere ciò che vi era scritto.
Quando ci riuscì le sue mani si aprirono di scatto, lasciandolo scivolare a terra.
Non avere paura.
 
"Come posso?!" gracchiò Jonghyun con gli occhi lucidi, prendendosi la testa fra le mani.
   
 
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