~ The mirror
Restituì lo sguardo per un paio di secondi, poi si girò di scatto.
«Seguimi, andiamo a caccia»
Spalancai gli occhi. Quella era una pazza. A caccia?!
Doveva essersi accorta che non la stavo seguendo, perchè si voltò di nuovo vero di me:
«Credi nell’esistenza dei vampiri?»
«No»
«Bhè, tu lo sei da.. vediamo.. quindici minuti. Mi segui e andiamo a spegnere il fuoco, o resti qui a bruciare?»
Oddio. Oddio oddio oddio.
Pregai con tutte le mie forze che fosse solo un sogno, pizzicandomi forte un braccio. Ahia.
Non potevo essere un vampiro, i vampiri esistono solo in quei stupidi libri per ragazzine, non nel mondo reale.
«Non mi credi?» Karter mi fissò inclinando la testa di lato.
«No»
«Bhè, nessuno ci crede alla prima. Vediamo se questo ti convince..» mi prese per un braccio e mi girò. Alle mie spalle un grosso specchio riflettè la mia immagine e quella di Karter. Rimasi sconvolta.
Non riuscii a capire se dalla bellezza, o dal terrore di me stessa.
I capelli neri scendevano fluidi fino a metà della schiena, incorniciando un viso dai lineamenti semplicemente perfetti. Le labbra perfette, se schiuse, rivelavano una fila di denti candidi come la neve. Gli occhi, rosso fuoco, erano simili a quelli di Karter, solo più allungati.
«Bella vero? Hai stupito anche me!» mi sussurrò la vampira (ancora non riuscivo a crederci) all’orecchio.
Rimasi in silenzio, stregata dalla mia immagine.
«Li convinciamo tutti, con lo specchio. È difficile abituarsi, eh?» ridacchiò.
«Ce ne sono altri?» domandai piano.
«Ovvio! Tantissimi.. bhè, non tutti con noi ovviamente. I nostri sono a caccia. Ero convinta che ti saresti svegliata a momenti, così io ho rimandato di un po’ la partenza.. ma adesso ho sete, se permetti. Andiamo?»
Avrei voluto fare altre domande, ma il petto bruciava ancora troppo forte, e il dolore sembrava espandersi sempre di più verso la gola così annuii con la testa e mi feci prendere per mano da Karter, che saettò via dalla stanza trascinandomi con sè.
«Seguimi, andiamo a caccia»
Spalancai gli occhi. Quella era una pazza. A caccia?!
Doveva essersi accorta che non la stavo seguendo, perchè si voltò di nuovo vero di me:
«Credi nell’esistenza dei vampiri?»
«No»
«Bhè, tu lo sei da.. vediamo.. quindici minuti. Mi segui e andiamo a spegnere il fuoco, o resti qui a bruciare?»
Oddio. Oddio oddio oddio.
Pregai con tutte le mie forze che fosse solo un sogno, pizzicandomi forte un braccio. Ahia.
Non potevo essere un vampiro, i vampiri esistono solo in quei stupidi libri per ragazzine, non nel mondo reale.
«Non mi credi?» Karter mi fissò inclinando la testa di lato.
«No»
«Bhè, nessuno ci crede alla prima. Vediamo se questo ti convince..» mi prese per un braccio e mi girò. Alle mie spalle un grosso specchio riflettè la mia immagine e quella di Karter. Rimasi sconvolta.
Non riuscii a capire se dalla bellezza, o dal terrore di me stessa.
I capelli neri scendevano fluidi fino a metà della schiena, incorniciando un viso dai lineamenti semplicemente perfetti. Le labbra perfette, se schiuse, rivelavano una fila di denti candidi come la neve. Gli occhi, rosso fuoco, erano simili a quelli di Karter, solo più allungati.
«Bella vero? Hai stupito anche me!» mi sussurrò la vampira (ancora non riuscivo a crederci) all’orecchio.
Rimasi in silenzio, stregata dalla mia immagine.
«Li convinciamo tutti, con lo specchio. È difficile abituarsi, eh?» ridacchiò.
«Ce ne sono altri?» domandai piano.
«Ovvio! Tantissimi.. bhè, non tutti con noi ovviamente. I nostri sono a caccia. Ero convinta che ti saresti svegliata a momenti, così io ho rimandato di un po’ la partenza.. ma adesso ho sete, se permetti. Andiamo?»
Avrei voluto fare altre domande, ma il petto bruciava ancora troppo forte, e il dolore sembrava espandersi sempre di più verso la gola così annuii con la testa e mi feci prendere per mano da Karter, che saettò via dalla stanza trascinandomi con sè.