Bloccata
la porta sia io che Liam e Zayn si fece un passo indietro quando
sentimmo i cani cercare di aprirla Harry e Louis cercavano di far
ragionare Niall, questa stanza era ancora più piccola
dell'altra e
senza finestre e lui sembrava dare di matto, aveva cominciato ad
andare avanti indietro tenendosi la testa tra le mani. Anche gli
altri due lo raggiunsero cercando di farlo ragionare e di stare
calmo. Seguì i suoi passi, e quelli degli altri che gli
andavano
dietro urlando e battibeccandosi tra loro dicendosi di stare zitti a
vicenda. Scossi la testa e mi avvicinai a loro mettendomi tra lui e
gli altri – ok adesso basta! State facendo uscire di testa
me! - ,
mi avevano fatto venire il mal di testa, scansai Niall da davanti ad
un cesto e presi un pallone – giocate con questo e state
buoni. Mi
spostai dalla parte opposta della porta e mi lasciai scivolare per
terra e nascosi la testa fra le mani, i cani che abbaiavano, loro che
urlavano, mi era salito un mal di testa pazzesco. - che nottataccia -
- non me ne parlare .. Niall ? - voltai lo sguardo e lo trovai
accanto a me con gli occhi chiusi e le mani incrociate sulle
ginocchia, sembrava stare peggio, se poteva, di prima. -Ei- mi girai
dalla sua parte e mi inginocchiai davanti a lui – guardami un
attimo – gli presi il viso tra le mani e lo costrinsi a
guardarmi –
ascolta ci sono cose peggiori per cui stare male ok? E di sicuro non
è starsene chino in un angolo a sperare che la stanza si
allarghi
no? - gli sorrisi dolcemente e gli spettinai i capelli. Detto questo
mi alzai e raggiunsi gli altri.
Dopo mezz'ora eravamo tutti
appoggiati al muro a lamentarci di qualcosa.
Niall era scivolato
sulle mie ginocchia e sembrava stesse dormendo, distrattamente gli
accarezzavo i capelli i capelli biondi sospirando.
Sembrava come
un bambino piccino che aveva bisogno della mamma perché
aveva paura
dei temporali.
Poco dopo eravamo, uno appoggiato all'altro, come
un mega puzzle dove tutti stavano su tutti creando un mega incastro.
Ero scivolata con la testa sulla pancia di Liam, Harry mi
abbracciava era abbracciato da Louis che faceva da cuscino a Zayn.
Niall era rimasto fermo immobile, come fosse morto, con la testa tra
le mie braccia come prima.
Qualche ora dopo sentimmo
schiavicciare alla porta. Erano venuti a tirarci fuori, non ci
speravamo piu. Dopo una bella ramanzina, rapporto ecc mandarono a
casa.
Era ancora presto, le sei e i ragazzi non sarebbero tornati
a casa prima dell'ora di pranzo. Mezzi assonnati e sbadigliando ci
incamminammo nel cortile della scuola – che facciamo?, io ho
detto
che dormivo fuori – ci guardammo tutti, non avevano detto che
dormivano tutti da uno, uno aveva detto che dormiva da uno , uno da
un altro, cosi non potevano nemmeno andare a casa di uno cosi
–
venite da me, mio padre non c'è cosi non dormite per strada
–
eravamo troppo stanchi e stressati per pensare di andare a fare
casino cosi montammo in macchina di Louis e andammo a casa mia dove
crollammo in un paio di minuti, chi sul divano chi in camera di mio
padre e in camera degli ospiti.
Passammo la giornata e l'intero
pomeriggio a dormire e tornarono a casa per l'ora di cena.
Mentre
mi facevo la doccia pensai alla stanza della sepolta viva e a quei
momenti in cui Niall mi abbracciava, erano pochi, troppo pochi dato
le belle sensazioni che provavo.
Mi trovai a fantasticare su di
lui mentre mi sciacquavo i capelli e prima di andare a dormire.
Il
giorno dopo, dopo la dormita, andai a scuola e fu tutto normale,
Harry con le sue attenzioni, Zayn che mi fregava lo specchio, Louis e
le sue barzellette su Niall e Liam che cercava di farli star seri due
secondi.
Stavo davvero bene con loro, erano diventai come la mia
famiglia, come dei fratelli piu grandi anche se Harry aveva la mia
età.
- ei andiamo da qualche parte stasera? - Era venerdi e ci
stavamo organizzando per andare in qualche posto quando mi senti
chiamare con una certa insistenza da un accento che non era inglese
ma bensì francese. Guardai verso l'uscita e vidi l'ultima
persona
che mi sarei aspettata di vedere. Nicole.
Nicole era la mia
migliore amica, con lei parlavo di tutto era come la mia gemella. Le
volevo un gran bene e lasciarla mi aveva lasciato un buco nel cuore
che solo i ragazzi erano riusciti a colmare.
Le corsi incontro
lasciandoli la mentre mi guardavano perplessa e andai da lei,
l'abbracciai fortissimo e come una stupida mi misi ad urlare sempre
sotto il loro sguardo. Saltellando ci mettemmo a parlare in francese
e senza nemmeno degnarli di uno sguardo me ne andai con lei
sottobraccio.
No, non era un comportamento giusto ma lei non la
vedevo da tempo e mi era mancata tanto.
Arrivammo a casa e ci
mettemmo a spettegolare sul divano, ogni tanto ricevevo qualche
chiamata da parte dei ragazzi, ma spegnevo il telefono e tornavo a
concentrarmi su lei.
Mentre a scuola ero tutta carina e coccolosa
con loro come al solito, finchè un giorno li trovai tutti
insieme da
starbucks, io stavo passando la per puro caso e sempre per caso
guardai dentro e li vidi, quando si accorsero di me mi guardarono con
aria truce, quasi ferita. Si alzarono dal tavolo e se ne andarono,
l'unico a guardarmi per l'ultima volta fu Niall, scuotendo la testa
lasciando poi dieci dollari sul tavolo. Sfilarono in fila fino
all'entrata per poi passarmi accanto. - adesso non salutate piu? -,
mi misi le mani in tasca guardandoli uno ad uno, Harry per utlimo.
Aveva perfino cambiato posto in classe – tu non ci calcoli
piu
quindi perchè dovremmo? - le parole di louis fecero male,
non ero
abituata a vederli cosi seri, sopratutto lui che lo vedevo sempre
ridere. Tutti mi guardavano, con sguardo serio e duro. Abbassai lo
sguardo colpevole, per un intera settimana li avevo esclusi, trattati
come fossero solo un passatempo mentre loro, a maniera diversa, a me
ci tenevano. Guardai Harry e scosse la testa – io..- non
avevo
scusanti per quello che avevo fatto, mi avevano trattato come una di
loro da subito ed io alla prima occasione li avevo accantonati come
si fa con un gioco, messi in soffitta dopo che mi avevano tolto le
voglie.
Li guardai andare via, sfilare in processione allontanarsi
da me.
Con la convinzione di averli persi per sempre abbassai la
testa e qualcosa di umido bagno la mia guancia, una lacrima mista
alla pioggia che sempre piu forte e fredda cominciò a
scendere
bagnandomi da capo a piedi.
E mentre la gente correva al riparo
coperta da un ombrello io camminavo a testa bassa con solo una felpa
indosso, non sentivo il freddo e non sentivo il bisogno di pararmi
sotto qualcosa, volevo che la pioggia lavasse via la vergogna del mio
comportamento.
Continuai a vagare per il centro di Londra, come
una barbona zuppa fino ai calzini, ovunque mi girassi mi sembrava di
vederli, ero ormai come ossessionata da loro.
Quando tornai a
casa mio padre mi mise in punizione, ero stata via tutto il
pomeriggio e per cena non ero rientrata e non avevo nemmeno
avvertito. Entrai in camera mia e mi spogliai, mi asciugai e mi misi
a letto, ero uno straccio, il trucco colato, i capelli bagnati e
dentro un vuoto. Mi mancavano, e li avevo persi solo sei ore fa, come
avrei fatto a sopravvivere tutti i giorni a scuola, loro insieme ed
io da sola, avrei ripensato ai momenti passati insieme, al bowling e
allo stanzino e poi.. a me e Niall abbracciati nella stanza della
sepolta viva.
Senza rendermene conto avevo ripreso a piangere in
silenzio per non farmi sentire da mio padre. A tentoni, nella stanza
buia cercai il mio ipod, l'accesi e mi misi ad ascoltare musica e
ancora piansi. Piansi tutta la notte e tutto il tempo prima di andare
a scuola.
Davanti al cancello, il gufo dava il buongiorno come
sempre, mi sistemai come potevo la matita colata e il mascara sbavato
per non sembrare così disperata ma non era cosi, lo ero
davvero.
La
cosa piu difficile era vedere Harry a due banchi di distanza. Entrai
in classe e cercai di evitarlo con lo sguardo ma tutti mi guardavano,
viso era ancora rigato e gli occhi erano rossi e gonfi di chi non
aveva chiuso occhio per le lacrime.
Ero davvero uno straccio
quella mattina e la mia dolce vicina di banco non mancò di
farmelo
notare dicendomi ma ti sei vista? Cosa ti sei messa?
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=47771803&.locale=it
.
Avevo preso le prime cose che avevo trovato nell'armadio, non
mi importava molto ad essere sincera.
Tutta
la lezione la passai a disegnare sul foglio ma sentivo lo sguardo di
Harry sulla schiena, pungeva, come una matita appuntita
tantè che al
cambio dell'ora non riusci a stare zitta e gli dissi di smetterla che
se voleva vedermi piangere poteva chiederlo benissimo senza bisogno
di aspettare, e i di nuovo ero scoppiata a piangere.
Al suono
della campanella corsi via, non aspettai nemmeno che il prof finisse
di dire ciò che stava dicendo, me ne tornai a casa e avrei
passato
il week-end da sola, per la seconda volta di fila.
Erano le sei
di pomeriggio quando passai davanti a starbucks e vidi i ragazzi, gli
lanciai una veloce occhiata per poi passare oltre. Mi sarebbe
piaciuto entrare e stare con loro ma non mi volevano piu e avevano
ragione. Sospirai ormai arrendendomi all'idea che me lo ero meritato,
misi le mani in tasca e feci per incamminarmi quando mi senti
trattenere. - senti.. - mi voltai di scatto e mi trovai gli occhi di
Niall a pochi centimetri dai miei. Il mio cuore cominciò a
battere,
un po per la gioia di sapere che a qualcuno importavo, un po
perchè
mi erano mancati quei due zafferi – gia te ne vai? - disse
lasciando la presa sul mio braccio. Abbassai lo sguardo trovando
improvvisamente interessanti le mie scarpe – mi sono
comportata
male con voi. Mi mancate tremendamente – due lacrime di nuovo
mi
rigarono il volto, traditrici pensai. Lui mi alzò il viso e
mi
costrinse a guardarlo – ci siamo rimasti male del tuo
comportamento
però.. ci manchi anche tu. A me piu di altri – un
brivido mi salì
lungo la schiena a quelle parole senza sapere perchè ma era
la
stessa sensazione di quando eravamo nello sgabuzzino, di quando
abbiamo dormito insieme e di quando mi ha stretto per i fianchi
mettendomi al sicuro dietro di lui. Gli ero mancata, piu che agli
altri..il mio respiro si era fatto piu accelerato mentre lo guardavo
tremante – come posso farmi perdonare? - domandai in un
sussurro
senza distogliere lo sguardo dal suo. Mi cinse di nuovo la vita
avvicinandomi a lui – io un modo ce l'avrei - ..