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Autore: Muffins    25/04/2012    5 recensioni
Se una ragazza di 15 anni si trasferisse da Parigi a londra? e se a Londra conoscesse 5 ragazzi? e se uno di questi non la guardasse proprio come un'amica??
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Bloccata la porta sia io che Liam e Zayn si fece un passo indietro quando sentimmo i cani cercare di aprirla Harry e Louis cercavano di far ragionare Niall, questa stanza era ancora più piccola dell'altra e senza finestre e lui sembrava dare di matto, aveva cominciato ad andare avanti indietro tenendosi la testa tra le mani. Anche gli altri due lo raggiunsero cercando di farlo ragionare e di stare calmo. Seguì i suoi passi, e quelli degli altri che gli andavano dietro urlando e battibeccandosi tra loro dicendosi di stare zitti a vicenda. Scossi la testa e mi avvicinai a loro mettendomi tra lui e gli altri – ok adesso basta! State facendo uscire di testa me! - , mi avevano fatto venire il mal di testa, scansai Niall da davanti ad un cesto e presi un pallone – giocate con questo e state buoni. Mi spostai dalla parte opposta della porta e mi lasciai scivolare per terra e nascosi la testa fra le mani, i cani che abbaiavano, loro che urlavano, mi era salito un mal di testa pazzesco. - che nottataccia - - non me ne parlare .. Niall ? - voltai lo sguardo e lo trovai accanto a me con gli occhi chiusi e le mani incrociate sulle ginocchia, sembrava stare peggio, se poteva, di prima. -Ei- mi girai dalla sua parte e mi inginocchiai davanti a lui – guardami un attimo – gli presi il viso tra le mani e lo costrinsi a guardarmi – ascolta ci sono cose peggiori per cui stare male ok? E di sicuro non è starsene chino in un angolo a sperare che la stanza si allarghi no? - gli sorrisi dolcemente e gli spettinai i capelli. Detto questo mi alzai e raggiunsi gli altri.
Dopo mezz'ora eravamo tutti appoggiati al muro a lamentarci di qualcosa.
Niall era scivolato sulle mie ginocchia e sembrava stesse dormendo, distrattamente gli accarezzavo i capelli i capelli biondi sospirando.
Sembrava come un bambino piccino che aveva bisogno della mamma perché aveva paura dei temporali.
Poco dopo eravamo, uno appoggiato all'altro, come un mega puzzle dove tutti stavano su tutti creando un mega incastro.
Ero scivolata con la testa sulla pancia di Liam, Harry mi abbracciava era abbracciato da Louis che faceva da cuscino a Zayn. Niall era rimasto fermo immobile, come fosse morto, con la testa tra le mie braccia come prima.
Qualche ora dopo sentimmo schiavicciare alla porta. Erano venuti a tirarci fuori, non ci speravamo piu. Dopo una bella ramanzina, rapporto ecc mandarono a casa.
Era ancora presto, le sei e i ragazzi non sarebbero tornati a casa prima dell'ora di pranzo. Mezzi assonnati e sbadigliando ci incamminammo nel cortile della scuola – che facciamo?, io ho detto che dormivo fuori – ci guardammo tutti, non avevano detto che dormivano tutti da uno, uno aveva detto che dormiva da uno , uno da un altro, cosi non potevano nemmeno andare a casa di uno cosi – venite da me, mio padre non c'è cosi non dormite per strada – eravamo troppo stanchi e stressati per pensare di andare a fare casino cosi montammo in macchina di Louis e andammo a casa mia dove crollammo in un paio di minuti, chi sul divano chi in camera di mio padre e in camera degli ospiti.
Passammo la giornata e l'intero pomeriggio a dormire e tornarono a casa per l'ora di cena.
Mentre mi facevo la doccia pensai alla stanza della sepolta viva e a quei momenti in cui Niall mi abbracciava, erano pochi, troppo pochi dato le belle sensazioni che provavo.
Mi trovai a fantasticare su di lui mentre mi sciacquavo i capelli e prima di andare a dormire.
Il giorno dopo, dopo la dormita, andai a scuola e fu tutto normale, Harry con le sue attenzioni, Zayn che mi fregava lo specchio, Louis e le sue barzellette su Niall e Liam che cercava di farli star seri due secondi.
Stavo davvero bene con loro, erano diventai come la mia famiglia, come dei fratelli piu grandi anche se Harry aveva la mia età.
- ei andiamo da qualche parte stasera? - Era venerdi e ci stavamo organizzando per andare in qualche posto quando mi senti chiamare con una certa insistenza da un accento che non era inglese ma bensì francese. Guardai verso l'uscita e vidi l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere. Nicole.
Nicole era la mia migliore amica, con lei parlavo di tutto era come la mia gemella. Le volevo un gran bene e lasciarla mi aveva lasciato un buco nel cuore che solo i ragazzi erano riusciti a colmare.
Le corsi incontro lasciandoli la mentre mi guardavano perplessa e andai da lei, l'abbracciai fortissimo e come una stupida mi misi ad urlare sempre sotto il loro sguardo. Saltellando ci mettemmo a parlare in francese e senza nemmeno degnarli di uno sguardo me ne andai con lei sottobraccio.
No, non era un comportamento giusto ma lei non la vedevo da tempo e mi era mancata tanto.
Arrivammo a casa e ci mettemmo a spettegolare sul divano, ogni tanto ricevevo qualche chiamata da parte dei ragazzi, ma spegnevo il telefono e tornavo a concentrarmi su lei.
Mentre a scuola ero tutta carina e coccolosa con loro come al solito, finchè un giorno li trovai tutti insieme da starbucks, io stavo passando la per puro caso e sempre per caso guardai dentro e li vidi, quando si accorsero di me mi guardarono con aria truce, quasi ferita. Si alzarono dal tavolo e se ne andarono, l'unico a guardarmi per l'ultima volta fu Niall, scuotendo la testa lasciando poi dieci dollari sul tavolo. Sfilarono in fila fino all'entrata per poi passarmi accanto. - adesso non salutate piu? -, mi misi le mani in tasca guardandoli uno ad uno, Harry per utlimo. Aveva perfino cambiato posto in classe – tu non ci calcoli piu quindi perchè dovremmo? - le parole di louis fecero male, non ero abituata a vederli cosi seri, sopratutto lui che lo vedevo sempre ridere. Tutti mi guardavano, con sguardo serio e duro. Abbassai lo sguardo colpevole, per un intera settimana li avevo esclusi, trattati come fossero solo un passatempo mentre loro, a maniera diversa, a me ci tenevano. Guardai Harry e scosse la testa – io..- non avevo scusanti per quello che avevo fatto, mi avevano trattato come una di loro da subito ed io alla prima occasione li avevo accantonati come si fa con un gioco, messi in soffitta dopo che mi avevano tolto le voglie.
Li guardai andare via, sfilare in processione allontanarsi da me.
Con la convinzione di averli persi per sempre abbassai la testa e qualcosa di umido bagno la mia guancia, una lacrima mista alla pioggia che sempre piu forte e fredda cominciò a scendere bagnandomi da capo a piedi.
E mentre la gente correva al riparo coperta da un ombrello io camminavo a testa bassa con solo una felpa indosso, non sentivo il freddo e non sentivo il bisogno di pararmi sotto qualcosa, volevo che la pioggia lavasse via la vergogna del mio comportamento.
Continuai a vagare per il centro di Londra, come una barbona zuppa fino ai calzini, ovunque mi girassi mi sembrava di vederli, ero ormai come ossessionata da loro.
Quando tornai a casa mio padre mi mise in punizione, ero stata via tutto il pomeriggio e per cena non ero rientrata e non avevo nemmeno avvertito. Entrai in camera mia e mi spogliai, mi asciugai e mi misi a letto, ero uno straccio, il trucco colato, i capelli bagnati e dentro un vuoto. Mi mancavano, e li avevo persi solo sei ore fa, come avrei fatto a sopravvivere tutti i giorni a scuola, loro insieme ed io da sola, avrei ripensato ai momenti passati insieme, al bowling e allo stanzino e poi.. a me e Niall abbracciati nella stanza della sepolta viva.
Senza rendermene conto avevo ripreso a piangere in silenzio per non farmi sentire da mio padre. A tentoni, nella stanza buia cercai il mio ipod, l'accesi e mi misi ad ascoltare musica e ancora piansi. Piansi tutta la notte e tutto il tempo prima di andare a scuola.
Davanti al cancello, il gufo dava il buongiorno come sempre, mi sistemai come potevo la matita colata e il mascara sbavato per non sembrare così disperata ma non era cosi, lo ero davvero.
La cosa piu difficile era vedere Harry a due banchi di distanza. Entrai in classe e cercai di evitarlo con lo sguardo ma tutti mi guardavano, viso era ancora rigato e gli occhi erano rossi e gonfi di chi non aveva chiuso occhio per le lacrime.
Ero davvero uno straccio quella mattina e la mia dolce vicina di banco non mancò di farmelo notare dicendomi ma ti sei vista? Cosa ti sei messa? http://www.polyvore.com/cgi/set?id=47771803&.locale=it .
Avevo preso le prime cose che avevo trovato nell'armadio, non mi importava molto ad essere sincera.

Tutta la lezione la passai a disegnare sul foglio ma sentivo lo sguardo di Harry sulla schiena, pungeva, come una matita appuntita tantè che al cambio dell'ora non riusci a stare zitta e gli dissi di smetterla che se voleva vedermi piangere poteva chiederlo benissimo senza bisogno di aspettare, e i di nuovo ero scoppiata a piangere.
Al suono della campanella corsi via, non aspettai nemmeno che il prof finisse di dire ciò che stava dicendo, me ne tornai a casa e avrei passato il week-end da sola, per la seconda volta di fila.
Erano le sei di pomeriggio quando passai davanti a starbucks e vidi i ragazzi, gli lanciai una veloce occhiata per poi passare oltre. Mi sarebbe piaciuto entrare e stare con loro ma non mi volevano piu e avevano ragione. Sospirai ormai arrendendomi all'idea che me lo ero meritato, misi le mani in tasca e feci per incamminarmi quando mi senti trattenere. - senti.. - mi voltai di scatto e mi trovai gli occhi di Niall a pochi centimetri dai miei. Il mio cuore cominciò a battere, un po per la gioia di sapere che a qualcuno importavo, un po perchè mi erano mancati quei due zafferi – gia te ne vai? - disse lasciando la presa sul mio braccio. Abbassai lo sguardo trovando improvvisamente interessanti le mie scarpe – mi sono comportata male con voi. Mi mancate tremendamente – due lacrime di nuovo mi rigarono il volto, traditrici pensai. Lui mi alzò il viso e mi costrinse a guardarlo – ci siamo rimasti male del tuo comportamento però.. ci manchi anche tu. A me piu di altri – un brivido mi salì lungo la schiena a quelle parole senza sapere perchè ma era la stessa sensazione di quando eravamo nello sgabuzzino, di quando abbiamo dormito insieme e di quando mi ha stretto per i fianchi mettendomi al sicuro dietro di lui. Gli ero mancata, piu che agli altri..il mio respiro si era fatto piu accelerato mentre lo guardavo tremante – come posso farmi perdonare? - domandai in un sussurro senza distogliere lo sguardo dal suo. Mi cinse di nuovo la vita avvicinandomi a lui – io un modo ce l'avrei - ..

   
 
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