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Autore: sopra_al_rumore    25/04/2012    0 recensioni
C'è qualche riferimento a calciatori famosi ma la storia non è basata su di loro.
Due amici che si rincontrano,un presente da vivere insieme e un futuro che li riporterà al passato come da prima che si rincontrassero.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 40 Tornai a casa e mi recai subito in bagno,avevo bisogno di sapere,aspettai due minuti come scritto sulla confezione. Una linietta,due linitte,cazzo,sono incinta! Ero nel panico,e la mancata attività sessuale con mio marito non sarebbe stata d’aiuto a dimostrare che non l’avevo tradito. Così quella sera,anche contro la mia volontà andai a letto con lui,dovevo fargli credere che il bambino nel mio grembo era suo figlio. Detto fatto,un mese dopo gli dissi: ‘Tesoro sono incinta’ e felice di essere padre per la terza volta mi abbracciò. Io dentro morivo. Non volevo dirlo a Luca,si era suo figlio ma non potevo,altrimenti sarebbe scoppiato il fini mondo. E così restai in silenzio e portai avanti quella gravidanza. I mesi che mi distaccavano dal parto passarono velocemente e esattamente nel settembre del nuovo anno diedi alla luce un nuovo figlio,suo figlio. Quando i medici mi chiesero che nome volevo dargli mi ricordai le parole del parroco: ‘Prega,prega più che puoi e Dio ti salverà,sei peccatrice è vero,ma ciò che hai fatto lo hai fatto per amore e il buon Dio saprà bene come punirti senza farti male.’ Si chiamerà Salvatore,si ebbi un altro maschietto. Capitolo 41 Passò un anno,Luca continuava a giocare a Madrid ed il bambino cresceva a vista d’occhio,la mia famiglia era unita e felice e tutto era perfetto. Invece io dentro marcivo,non mi importava delle conseguenze dovevo dire a Luca la verità. Cercai di contattarlo per mesi e mesi ma nulla,un giorno lessì su un giornale: ‘Il calciatore atterrerà a Milano per trascorrere le sue vacanze estive nella nostra meravigliosa Italia,non che suo Paese natale.’ Fantastico pensai ecco come farò a rintracciarlo. I giorni passarono e l’estate era alle porte,ed io ero più pronta che mai. Mi recai in aereoporto e attesi che il volo Madrid-Milano atterrasse,erano le 12:20 l’arrivo era previsto per le 12:00 erano in ritardo,aspettai,aspettai e aspettai ma l’aereo di Luca non atterrò. Tornai a casa che erano le 15:00 e alla tv c’erano tg straordinari su ogni canale: La conduttrice annunciava: “ Il volo E3F45 del airbus Alitalia diretto a Milano è precipitato,si aspettano ulteriori aggiornamenti per capire se ci sono superstiti e i nomi dell’eventuali vittime.” Ore 16:00 “Si attende la lista ufficiale ma per ora non c’è nessun superstite apparte un ragazzino di 11 anni non riconosciuto,a quanto pare non risponderebbe all’appello nemmeno il noto calciatore del Real Madrid che era su quel volo." Mi sentìì morire… La casa era vuota ed il mio cuore non resto in silenzio: "Lucaaaaaaaaaaa…" era un grido folle e disperato che non riuscii a trattenere,all’improvviso mi squillò in cellulare pensavo fosse lui invece era Nadia… "Giorgia,Giorgia mi dispiace..." parlava in lacrime,come una neonata. "Giorgia ti prego rispondimi,Giorgia…" Riattaccai,non mi sembrava vero,non poteva essere vero. Ore 17:00 ‘Ormai non ci sono più dubbi,l’unico supersiste è un ragazzino non riconosciuto che è comunque ricoverato in gravi condizioni,l’equipaggio sembra inesistente e la Marina Militare sta facendo del suo meglio per recuperare i cadaveri in mare.’ Ore 18:00 Il telefono squillava ma non rispondevo,non mi importava nulla di tutto e di tutti. Edizione strordinaria: ‘Recuperati i bagagli di alcuni passeggieri ed esaminati alcuni cadaveri,è stato ritrovato anche il corpo del Calciatore Italiano Luca Macrì privo di vita,adesso aspettiamo di saper cosa sia successo sul quel volo ma soprattutto cercheremo di restituire i bagagli ai famigliari.’ Ero ufficialmente morta. Le settimane passavano ed io non ridevo più,ero in agonia,nulla al mondo mi dava la forza di continuare a vivere. Mio marito si preoccupava e non riusciva a capire cosa mi stesse accadendo e giustamente affidava i piccoli alla nonna. Ma io volevo solo una persona vicino a me in quel momento,lo so è brutto da dire ma volevo solo il nostro bambino,il suo bambino. Lo stringevo e più lo stringevo più piangevo,il piccolo ovviamente non capiva ma una parte del mio cuore sembrava calmarsi quando stavo con lui. Capitolo 42 I mesi passarono,la città era in lutto,la Spagna era in lutto,l’Italia era in lutto,IO ERO IN LUTTO! Dopo essere stata giorni interi a riflettere decisi di tornare al sud e Miky mi lasciò andare,pensava fosse il modo migliore per farmi star meglio,e forse lo era. Mi disse: ‘Tranquilla vai dai tuoi genitori,ti affido i bambini,staranno bene ed io verrò a trovarvi ogni settimana ed appena posso ci trasferiamo lì.’ Un mese dopo tutto era pronto io ed i bambini ci imbarcammo sull’aereo che mi avrebbe diretto a casa,a casa mia,nel mio Sud,nel nostro Sud. Mi ricordo che non appena tornai salutai tutti e lasciai i bambini da mia madre,tutti e tre,poi senza nemmeno cambiarmi mi diressi e casa sua,la casa dove lui stava da bambino e che non credevo i suoi genitori avessero cambiato. E infatti così fù. Mi diressi su per le scale e raggiunsi il piano di casa sua. Suonai il campanello,e sua madre,che conoscevo bene mi venne ad aprire,non appena mi vide scoppiò in lacrime nel vedere i miei occhi rossi come fuoco,capì che ero una persona che conosceva suo figlio,ma non si ricordava minimamente chi io potessi essere,e d'altronde come compatirla,erano passati anni e la vecchiaia si sa gioca brutti scherzi sulla memoria. Dopo averla abbracciata mi invitò ad entrare,gli spiegai chi ero,lei annuiva ma non credo si ricordasse ancora,poi gli dissi che mi chiamavo Giorgia e che avevo frequentato due anni di scuola con suo figlio,ma non le importò,le basto sentire il mio nome per scappare in un’altra stanza. Capitolo 43 La sentivo parlare dall’altra stanza: "Giorgia?" "Si signora…" La vidi arrivare con un baule. "Io credo che tu sia la Giorgia della lettera che mio figlio, voleva che tu ricevessi,non l’ho mai aperta per privacy e l’ho conservata aspettando che arrivasse questo momento…" disse quasi in lacrime. "Grazie signora,le dispiace se la leggo quando vado via?" "Tranquilla figlia mia,e torna a trovarmi quando vuoi,di sicuro eri importante per mio figlio." "Grazie signora,la ringrazio tanto e si un giornò tornerò a trovarla." Uscìì da quella casa e misi la lettera in borsa… Non volevo leggerla a casa mia,ma nemmeno a casa sua,sapevo però dove andarla a leggere; Mi diressi nel vecchio campo da calcio,vicino alla mia vecchia casa dove lui giocava da ragazzo,per mia fortuna il campetto era aperto. Mi sedetti sulle gradinate mentre dei ragazzini si allenavano,aprii la lettera dove scriveva: ‘Cara Giorgia, mi dispiace per come è finita quel giorno, e mi sento un vigliacco perché non ti recapiterò questa lettera di persona ma devo dirti tutto ciò che sento altrimenti esplodo. Il giorno che ti rividi con quei bambini desideravo che non te ne fossi mai andata e che quelli erano i miei bambini ed eravate la mia famiglia,ma non ebbi il coraggio di rivelartelo. Poi abbiamo trascorso quei giorni insieme e quando quella notte consumammo il nostro amore non credevo fosse possibile,non credevo stesse accadendo proprio a me. Da ragazzo non tel’ho mai detto ma tu eri la mia ossessione,forse non tel’ho mai fatto notare ma odiavo il modo in cui guardavi quell’altro e ti dimenticavi di me,odiavo il fatto di essere desiderato da tutte tranne che da te. Ti ho sempre voluto bene e quando andasti via non credevo che mi saresti mancata così tanto,ma il destino che ci separò allora fù lo stesso che ci ha riuniti poco tempo fa. Scusa se non tel’ho detto mai,ma ti amo,ti amavo e ti amerò sempre,comunque vada dopo questa lettera. Ti prego perdonami. Ah dimenticavo,prima di dirmi addio hai detto: 'Complimenti per la corsa verso il mio sogno.' Io Cristiano non l’ho conosciuto,forse non hai sentito ma si è ritirato prima che io passassi al Real Madrid,scusa,scusa se non tel’ho presentato,non me lo perdonerò mai.’ Luca. Rimasi per ore a guardare quella lettera piangendo come una bambina e guardando quei ragazzi allenarsi difronte a me ed ogni tanto dopo la lacrima c’era un sorriso perché ricordavo i vecchi tempi,quando la domenica mattina scappavo di casa per andare a guardarlo giocare. Stetti ore sedutà lì,ero una trentenne apparentemente pazza che guardava il vuoto con quella lettera in mano. Ad un certo punto finalmente trovai la forza di alzarmi presi la busta che conteneva la lettera e m’incamminai verso casa,mentre piegavo la lettera per rimetterla in busta notai che al suo interno c’era qualcosa: Era una collana con un bebè,dietro c’era incisa un frase: ‘Salvami,ti salverò.' Scoppiai a piangere ma quelle erano lacrime di gioia. Tornata a casa andai dritta in quella che una volta era la mia cameretta presi carta e penna e iniziai a scrivere: ‘Caro Luca, mi manchi tanto e anche io ho da dirti alcune cose… Si,il mio bambino l’ho chiamato come te perché infondo nel mio cuore ti ho sempre amato ma non l’ho mai capito e si mi hai salvata quando mi hai rincontrata per la prima volta,mi hai fatto capire il vero senso dell’amore e nostro figlio è la dimostrazione.Sai,si chiama Salvatore ha quasi due anni e ti somiglia tanto,saresti felice di vederlo.Ha la tua stessa passione: il calcio. Forse l’ho già detto ma mi manchi,mi manchi disperatamente,ti sei portato lassù il mio cuore,che rimarrà per sempre tuo. Scusa se non l’ho capito mai. Ti amo.’ Giorgia. Ritornai in quel campetto e bruciai la lettera,chissà se le sue polveri si sono riconcigliate in paradiso e siano arrivate al suo destinatario. Nessuno seppe mai la verità su Salvatore e io cercai di riprendermi il più possibile per non creare danni ai miei figli,tutti mi credettero e nel tempo a venire ci trasferimmo al sud,ed alla morte dei genitori di Luca io e mio marito decidemmo di traslocare lì,per lui era un buon punto per raggiungere il lavoro,per me invece era casa mia,dove le pareti portavano ancora l’odore di Luca da ragazzo. -- FINE
  
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