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Autore: Luna95    25/04/2012    5 recensioni
“Lascerete questa vita alle vostre spalle; vale la pena salvarvi?”
Gwen cercò di ignorare la strana sensazione… eppure c’era qualcosa. Lo percepiva sotto la pelle, scorreva nelle vene, la corrodeva dall’interno; era qualcosa d’invisibile, di spaventoso… e lei non poteva fermarlo.
Fu un momento: in un sobbalzo prese il cuore e lo tenne stretto nella sua morsa dolorosa; poco dopo anche i polmoni sembrarono riempirsi di ghiaccio.
Il respiro divenne affannoso, la vista iniziò ad annebbiarsi; con un ultimo spasimo Gwen voltò la testa e si accorse che anche Heather ansimava violentemente, spaventata quanto lei.
Le gambe di Gwen ormai tremavano, le forze le iniziarono a venir meno… le mani di Duncan furono le ultime cose che sentì: il buio dei sensi la inghiottì subito dopo.
[...]
Un segreto, un'illusione, qualche grammo di veleno; la storia è iniziata così...
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Gwen, Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cellulare vibrava insistentemente sul comodino di legno scuro, tanto a lungo da meritarsi un’occhiata scocciata di Noah, che, dopo diversi minuti di frastuono, si arrese; lo afferrò e rispose, sospirando per la noia.

<< Noah! Amico! >> esclamò un ragazzo, la cui voce era fastidiosamente amplificata dall’apparecchio.

<< Sì, Geoff, che c’è? >> sibilò l’indiano, irritato: erano le quattro del mattino, per la miseria!

<< Sai che le ragazze sono tornate a casa? Me l’ha detto Bridgette >> gongolava rumorosamente il festaiolo, irritando, se possibile, ancora di più l’interlocutore.

<< Wow. Sono felice che stiano meglio >> replicò Noah, desideroso di interrompere la conversazione e tornare a dormire.

<< Oh, no, non credo stiano bene, anzi: penso che non volessero morire su un letto d’ospedale >> ciarlò il biondo, privo di una qualsiasi, minima quantità di tatto; ma Noah era troppo stanco per accorgersene, e di mattino non aveva abbastanza pietà né energie per sdegnarsi.

<< Sì, bene. Ciao. >> chiuse la telefonata, laconico come d’abitudine, e tornò a dormire.

Almeno, ci provò; l’idea delle due ragazze, apparentemente morte e poi miracolosamente sopravvissute a un avvelenamento (che superbo materiale di studio!), gli impedì di chiudere occhio per tutta la notte.

<< Vita, perché mi odi così tanto? >> sospirò, ma, come al solito, non c’era nessuno ad ascoltarlo.

 

**

 

Cody tamburellò le dita sul tavolo, senza più riuscire a prendere sonno; pochi minuti prima era stato chiamato da un’entusiasta Sierra, che gli aveva comunicato le ultime novità: Gwen e Heather avevano deciso di tornare a casa, e lei non vedeva l’ora di andare a trovare quest’ultima per aggiornarsi e distribuire generosamente succosi pettegolezzi.

Era indeciso se chiamare Gwen o se andare a trovarla, ma la sua stalker ufficiale sicuramente glielo avrebbe impedito… e in più Sierra era capacissima di controllare i suoi tabulati telefonici, perciò decise saggiamente che era meglio non rischiare.

Emise un lungo sospiro, poi riprese in mano in cellulare per chiamare Bridgette e aggiornarla sulle ultime novità.

 

**

 

Chef osservò con curiosa perizia il biglietto che gli era stato da poco recapitato e infilato sotto la porta d’ingresso; il messaggio, stampato su carta bianca e spessa, riportava le indicazioni di Chris, o almeno così immaginava, che voleva organizzare un secondo incontro ufficiale del cast, visto il triste esito del precedente.

L’omaccione non si fece troppe domande: scrollò le spalle, ripiegò il foglietto e si preparò per tornare - finalmente - a dormire.

 

**

 

Il mattino dopo, i signori Wilson si svegliarono presto, elettrizzati all’idea che la loro figlia minore stava davvero dormendo al piano di sopra, nel suo letto, dopo molti mesi di assenza trascorsi tra reality e ospedale; bastarono poche ore di convivenza per convincerli che, forse, non era poi così bello come sembrava.

<< Tesoro… >> tentò debolmente la madre di Heather, guardando la figlia con espressione quasi timorosa << che ne dici di mangiare un po’? >>.

La ragazza la guardò senza vederla davvero, con un’aria smarrita e decisamente poco accomodante.

Margaret sospirò, affranta: Heather non aveva più detto una parola, era rimasta seduta tutta la mattina sul suo letto, intorpidita, fissando il vuoto con una smorfia di dolore.

 

Quando il campanello suonò, la donna corse ad aprire la porta d’ingresso quasi con gratitudine.

<< Sì? Chi è? >> domandò gentilmente, socchiudendo l’uscio di casa.

<< Sono il Dr House, signora >> replicò l’uomo che le stava davanti: portava delle scarpe da ginnastica, del tutto inadatte alla sua età, e aveva un bastone << avevo in cura sua figlia, mentre era in ospedale. Posso entrare? >>.

 

La signora Wilson boccheggiò, sorpresa. << Dottore… sì, certo, ricordo il suo nome ma… non credo di averla mai vista, mi sbaglio? >> balbettava, cercando di mantenere la sua consueta, pacata educazione.

L’uomo parve divertito << Certo che non mi ha mai visto, di solito non voglio avere nulla a che fare né con i pazienti, né con i loro adorabili parenti >> disse il dottore, e, mentre parlava, a Margaret parve quasi di vedere l’ironia trasudare dal suo sorrisetto beffardo.

 

La donna serrò le labbra e assunse una posizione altera, che accompagnò a uno sguardo freddo e sospettoso.

<< Entri >> sibilò, facendosi da parte per permettere il passaggio del dottore.

L’uomo zoppicò fino alla stanza di Heather, scortato da una sempre più diffidente signora Wilson.

 

Una volta giunti nella stanza della ragazza, il Dr House socchiuse lievemente gli occhi e inclinò la testa, come per studiarla meglio.

<< Affascinante… >> si lasciò sfuggire qualche piccolo commento tecnico, mentre misurava a grandi passi l’ampiezza della camera: aveva bisogno di riflettere.

La madre di Heather rimase appoggiata allo stipite della porta per tutto il tempo, come una civetta che attende il momento propizio per afferrare il topolino e portarlo lontano.

 

A un tratto si fermò davanti alla ragazza - che appariva persino più pallida del giorno prima, quasi del tutto esangue – e si abbassò sulle ginocchia, finché il suo limpido sguardo ceruleo non incrociò gli occhi grigi e assenti della ragazza.

<< Ti ho visto in televisione, sai. >> esordì, del tutto calmo << So come sono fatte, le persone come te: credono di difendersi dietro un muro di strategie e battute al vetriolo, ma sappi che con me non funzionerà: io sono molto, molto peggio. E sono autorizzato a usare il bisturi. >> continuò poi, divertito, << Quindi è meglio che tu collabori, cara Heather, così sarà meno traumatico per entrambi: se tu e la tua amica tornerete in ospedale, ti prometto che renderò la cura il più veloce e indolore possibile. >>

 

Heather, per la prima volta in quella giornata, alzò lo sguardo: gli occhi si erano riaccesi di una flebile vivacità.

<< Se ne vada. >> sussurrò, come se le costasse un enorme sforzo spingere fuori le parole, muovere le labbra aride: << Lei non può curarci >>.

 

Il dottore aggrottò le sopracciglia, ma non insistette; c’era un particolare che aveva catturato la sua attenzione, qualcosa di degno d’essere analizzato.

Aveva visitato entrambe le ragazze, in quella giornata, e le aveva trovate nella stessa posizione: al suo discorso – perfettamente uguale per entrambe – avevano dato la stessa, enigmatica risposta.

 

La madre di Heather si agitò un po’, come se stesse aspettando solo un rifiuto da parte della figlia per parlare.

<< Heather è stanca, dottore. Credo che il suo aiuto non sia necessario. >> sillabò gelidamente.

Ma l’uomo non la ascoltò: uscì, zoppicando, dall’enorme villa, immerso nei propri pensieri.

Note dell'autrice.

Eccomi qui! *non vola una mosca* ehm, bene... ragazzi, vi rendete conto? 100 recensioni! Io vi adoro! ** non mi sarei mai aspettata un numero a tre cifre! (be', neanche di continuare questa storia, in effetti xD ma non importa...)

Bene, avrei una piccola curiosità: il grande momento si avvicina, siamo già al dodicesimo capitolo! vi confesserò un segreto: il prossimo capitolo, il tredicesimo, è il mio preferito in assoluto, rispetto a tutti gli altri che ho scritto... per questo motivo vorrei un giudizio imparziale di voi lettori; finora, qual è stato il vostro capitolo preferito? Come mai? Questa è una piccola curiosità che vorrei togliermi, nulla di più... fatemelo sapere nelle recensioni, mi raccomando :D

A grande richiesta, è comparso il Dr House! Su, non siate tanto delusi, l'avevo detto che sarebbe stata un'apparizione piccina... inoltre ho ritenuto opportuno dare un piccolo spazio anche agli altri personaggi, visto che finora si sono visti poco!

Credo di aver detto tutto... ringrazio, come al solito, tutti i lettori: alla prossima!

Baci, Luna.

   
 
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