Avevamo lasciato Edward e Nate alle prese con il ballo di fine anno e con la loro sospirata unione, oggi li ritroveremo a compiere un altro passo importante come coppia ufficiale.
Buona lettura ;)
VISITE E
PRESENTAZIONI
“ E Bella
per inseguire il coniglietto è caduta nella piscina!
”
Tutti
scoppiano a ridere alla fine del racconto di mio padre, mentre io lo
fulmino con
lo sguardo, ma alla fine mi unisco pure io alle loro risate. Siamo
tutti in
cucina per un pranzo in famiglia e con noi c’è
anche Nate.
E’ la
seconda volta che Edward porta Nathan a pranzo da noi:
all’inizio lo ha
presentato come un nostro amico di scuola ma, ovviamente, né
Esme né Charlie ci
avevano creduto, visto che non è mai successo che
invitassimo ragazzi a pranzo
e soprattutto di domenica; qualche giorno dopo si è convinto
a confessare che
era in realtà il suo ragazzo ed Esme ha quasi pianto per la
gioia.
Così eccoci
qua al secondo invito a pranzo che funge da pranzo ufficiale, di
presentazione
se così si può dire. Nonostante stiano insieme da
circa sei mesi le cose tra
loro sembrano abbastanza serie: spesso li ho colti a guardarsi negli
occhi, come
se fossero impegnati in un dialogo mentale, che solo loro possono
capire. E’
incredibile l’intensità del loro rapporto,
sembrano due anime affini nel cui
destino era già segnato che si dovessero incontrare. Un
giorno spero anch’io di
incontrare un uomo così.
“ Papà
gentilmente puoi finirla di mettermi in imbarazzo davanti a tutti?
” Dico
piccata.
Lui mi
sorride e si sporge sul tavolo per accarezzarmi la testa. “
La mia bambina odia
essere al centro dell’attenzione. ” E
giù altre risate. Ma si è per caso ubriacato?
“ Perché vi
state divertendo a metter me in imbarazzo? Non dovrebbe essere Edward
quello
preso di mira visto che siamo qui per conoscere Nate? ”
Ribatto facendo finta
di essere seccata.
“ Sorellina
mia, il problema è che non c’è nulla da
dire su di me: sono sempre stato
perfetto sin da piccolo.” Risponde sfrontato mio fratello,
scatenando di nuovo
le risate dei miei famigliari.
Non ho il
tempo di ribattere come vorrei perché la piccola Alice
scende giù dalla sua
sedia e va da Nathan, tirandogli la manica della camicia per attirare
la sua
attenzione. Quando lui si volta lei gli regala un sorriso a trentadue
denti e
poi esclama “ Tu scei bellittimo. Vuoi essele il mio plincipe
azzulo? ”
Tutti
sgraniamo gli occhi gli occhi alla sua richiesta e il povero Nate si
gira verso
di noi a chiedere aiuto.
“ Lei non sa
nulla? ” Chiede e Alice, a cui non sfugge niente nonostante
sia piccola, ribatte
“ Cosa non so? ”
Edward fa un
cenno ad Esme, la quale annuisce: ecco giunto il momento della
rivelazione ad
Alice.
“ Vieni qui
piccoletta. ” Edward la prende in braccio e la fa sedere
sulle sue gambe, poi
prende una mano di Nate tra le sue.
“ Vedi
Alice, Nathan non può essere il tuo principe azzurro
perché è il mio. A volte
capita che due maschi si innamorino perché sono speciali e
così è successo a me
e Nate, lo capisci? ”
Alice sgrana
gli occhi felice “ Vuol dile che siete magici? Come gli
spesalisti? ”
“ No amore,
siamo solo speciali ma chi sono quei tizi? ” Le chiede
curioso Edward.
“ I
fidanzati delle Winx! Ma lo potto dire a quella antipatica di Giulia
che ho due
flatelli speciali? ”
“ Va bene, ma
perché due fratelli speciali? Emmett non mi sembra tanto
speciale. ” Sghignazziamo
tutti alle parole di mio fratello, mentre il diretto interessato non
sembra
pensarla allo stesso modo.
Alice appena
si riprende dal suo eccesso di risate batte ad Edward una mano sulla
spalla. “
Che sei cemo Edward. Nate è il tuo plincipe azzulo quindi
anche lui è mio
flatello. ”
Adesso tutti
la guardiamo ammutoliti; il primo a riprendersi è proprio
Nathan.
“ Sai Alice,
sei proprio una bambina intelligente. E ti prometto che se Edward mi
farà
arrabbiare, diventerai tu la mia principessa.” Alice urla
felice, gli scocca un
bacio sulla guancia e poi corre di là urlando che deve
andare a giocare.
Nel
pomeriggio riceviamo una visita inaspettata: Carlisle.
Quando Charlie ci avvisa del suo
arrivo, Edward si rifiuta di scendere, invece io vado, sono curiosa di
sapere
cosa ci dirà e non voglio passare per maleducata.
“ Salve Carlisle. ” Saluto
entrando nel soggiorno.
“ Ciao
Isabella, Edward? ” Si aspettava forse che suo figlio lo
ricevesse a braccia
aperte dopo quello che gli ha detto?
“ Non è
voluto scendere. Sai, dopo il modo in cui l’hai trattato
l’ultima volta… ” Lascio
volutamente la frase in sospeso, ma nei suoi occhi non
c’è un minimo di rimorso
o imbarazzo.
“ Saresti
così gentile da andarlo a chiamare? ”
Stavo per
rispondergli a tono, ma proprio la voce di Edward mi interrompe:
“ Non c’è
bisogno, grazie Bella.”
Mi volto
verso le scale e noto con piacere che accanto a lui
c’è Nate e i due si tengono
per mano. Con la coda dell’occhio noto Carlisle deglutire a
vuoto, assottigliare
lo sguardo e
stringere le mani in pugni
fino a farsi sbiancare
le nocche.
“ Papà lui è
Nathan, il mio ragazzo. Nate lui è mio padre. ”
Mio fratello fa le
presentazioni del caso, solo che non credo verranno apprezzate.
“ E’ un
piacere conoscerla dottor Cullen. ” Dice il mio amico e gli
allunga la mano per
stringerla, ma Carlisle la guarda quasi con disgusto e risponde
“ Vorrei che
fosse lo stesso per me ma non è così. ”
E poi, rivolgendosi al figlio “ Così
lui sarebbe la causa della tua uscita di testa? ”
Edward lo
guarda con disprezzo “ Se credi che Nate sia solo un
passatempo o che il mio
essere omosessuale funzioni ad intermittenza, ti sbagli di grosso
papà. ” Dice,
sputando tra i denti l’ultima parola.
“ Io… io non
ti riconosco più! Dov’è finito mio
figlio, quello che da piccolo diceva di
voler essere come me, di voler diventare un bravo medico? ”
“ E’ sempre
qui davanti a te, solo che adesso non voglio più diventare
come te. Papà io ti
ho sempre difeso, anche quando tu non c’eri mai
perché eri sempre a lavoro; io
pensavo che in quel
momento tu stessi
salvando delle vite ed ero orgoglioso di essere tuo figlio. Quando tu e
mamma
avete divorziato neppure in quel caso sono riuscito ad odiarti. Ma ora
sì. Ora
mi hai profondamente deluso, perché se non accetti questo -
e dicendo ciò
solleva la sua mano intrecciata a quella di Nate - Per me puoi anche
dimenticarti di avere un figlio. Tu non sei più mio padre.
” Ed esce
velocemente dal salone dirigendosi verso la sua stanza, seguito a ruota
da
Nathan, e sbattendo violentemente la porta alle sue spalle. Sentendo il
botto
della porta, in salone accorrono Charlie ed Esme e la scena che si para
loro
davanti è surreale: io completamente attonita per le parole
di Edward, Carlisle
sul divano, con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani tra i
capelli: sembra,
o forse lo è, l’immagine della disperazione. Esme
fa per avvicinarsi ma Charlie
la blocca per un braccio e va lui verso l’ex marito della
donna, sedendosi
accanto.
“ Posso
dirti una cosa? ”
Carlisle lo
guarda di sottecchi e fa cenno di sì con la testa.
“ Conosco
tuo figlio da quasi tre anni ormai e convivendo con lui da un anno ho
imparato
a conoscerlo ancora meglio. Edward è un ragazzo come pochi:
è dolce, premuroso,
gentile con tutti e si fa in quattro per questa famiglia. Tu dici che
non lo
riconosci più, ma se guardi bene lui non è mai
cambiato. È sempre lo stesso
ragazzo, con gli stessi sogni e la stessa voglia di voler diventare
medico che
aveva qualche anno fa. L’unica cosa diversa è la
sua felicità: da quando ha
confessato di essere gay è più sereno e ora con
Nate è l’immagine della
felicità. Non lasciare che le tue paure sgretolino il
rapporto che hai con tuo
figlio, non ne vale la pena. ”
“ Tu come
avresti reagito se fosse stata Bella a dirti che si è
innamorata di una donna?
” Controbatte Carlisle.
“
Sicuramente mi lascerebbe stupito la cosa, non me lo aspetterei. Ma se
vedessi
negli occhi di Bella la stessa luce che c’è in
quegli di Edward da quando ha
conosciuto Nate, non potrei che essere felice per lei e accetterei
chiunque mi
portasse, anche un marziano. ”
Charlie
riesce a strappare un piccolo sorriso a Carlisle, mentre io e Esme
siamo
commosse per le parole di mio padre: ho sempre saputo che mi vuole un
bene
dell’anima ma ora so che cosa sarebbe disposto ad accettare
pur di vedermi
felice.
“ Forse è il
caso che ci vada a parlare, vero? ” Non riesco a credere che
Carlisle abbia
realmente pronunciato quelle parole.
“ Mi sa di
sì. ” Risponde mio padre, sorridendogli
leggermente per incoraggiarlo. Carlisle
si alza, si liscia i pantaloni, forse per prendere un po’ di
coraggio, e si
dirige sopra.
“ Grazie. ”
Esme si siede sulle gambe di mio padre, cingendogli il collo con le
braccia e
baciandolo sulle labbra, e capisco che è arrivato il momento
di togliere il
disturbo.
POV EDWARD
“ Che ti
avevo detto Nate? Non è cambiato nulla da sei mesi fa.
”
“ Io… Mi
dispiace Edward, credevo che conoscendomi le cose potessero cambiare.
”
“ La cosa
che mi fa più rabbia è che lui è un
uomo di scienza, non un uomo qualsiasi. È
considerato un luminare, dovrebbe avere una mentalità aperta
e invece si sta
dimostrando la persona più ottusa che abbia mai conosciuto.
” L’incontro di
oggi con mio padre si è rivelato un altro buco
nell’acqua e la situazione sta
diventando insostenibile; il fatto poi che abbia praticamente ignorato
Nate e
lo abbia trattato quasi si trattasse di un lebbroso mi ha fatto
irritare
parecchio.
Veniamo
interrotti da qualcuno che bussa alla porta.
“ Avanti. ”
Dico e rimaniamo di sasso quando mio padre fa il suo ingresso nella
stanza: io
sollevo il capo dal petto di Nate e lui smette di carezzarmi i capelli,
fermandosi con la mano a mezz’aria.
“ Possiamo
parlare Edward? ” Chiede mio padre gentilmente e io non so
cosa fare.
Nate si
solleva dal letto e mi prende il viso tra le mani. “ Vi
lascio soli, ti chiamo
dopo, ok? ” Annuisco e lui mi posa un tenero bacio sulla
fronte per poi uscire
dalla mia camera, non prima di aver salutato gentilmente mio padre.
Nella stanza
scende un silenzio surreale, che fa quasi più rumore dello
sparo di un cannone:
nessuno dei due parla e di certo non sarò io a cominciare,
visto che è venuto
lui a dirmi che aveva bisogno di parlarmi.
Carlisle, le
mani in tasca, inizia a passeggiare per la stanza per poi fermarsi
davanti la
finestra e osservare il bosco che circonda la nostra casa.
“ Un padre
non dovrebbe fare disparità tra i propri figli, ma io per te
ho sempre avuto un
occhio di riguardo. Sei sempre stato il più simile a me,
quello a cui, se mai
l’avessi avuta, avrei affidato l’azienda di
famiglia: Emmett ha sempre
sospettato una cosa del genere e da piccolo era veramente geloso di te,
ma poi
gli è passata, quando ha capito che lui non era fatto per le
responsabilità.
Io mi sono
sentito tradito da te, perché prima mi hai sempre confessato
tutto e ora invece
ci siamo allontanati. ”
“ Mi vuoi
dire che è solo perché non ti ho detto nulla
prima che hai reagito in quel
modo? ” Lo interrompo, sperando che la sua non sia una
risposta affermativa,
perché sarebbe veramente da bambini il suo comportamento.
“ No, o
meglio non solo. Tu mi hai messo allo stesso livello di Charlie in
quella
occasione e poi io mi sento responsabile del tuo essere diverso: magari
se non
ti avessi abbandonato, se non fossi stato tanto assente, non sarebbe
successo
ciò. ”
“ Sai papà,
puoi anche usare la parola omosessuale, non lo diventi dicendolo. E poi
ti
assicuro che non sarebbe cambiato nulla, la mia sessualità
non c’entra nulla
con te, ma se ti da tanto fastidio puoi andartene, mi
abituerò alla tua
assenza. ” Stringo forte la mascella per ricacciare dentro le
lacrime, non
voglio che mi veda piangere, non voglio dargli anche questa
soddisfazione.
“ Io non ho
intenzione di rinunciare a te. Tu sei mio figlio e Dio solo sa quanto
ti amo.
Ti chiedo solo un po’ di tempo per accettare il tuo ragazzo:
un conto è sapere
che tuo figlio è gay, un conto è vederlo in
atteggiamenti intimi con un altro
ragazzo. ”
“ Papà tu
stai solo girando intorno alla questione senza affrontarla: se accetti
che io
sono gay devi accettare anche Nate, io lui non lo lascio. ”
Chiarisco. “ Se è
di tempo che hai bisogno aspetterò, ma non lo
farò in eterno, perché se è vero
che mi ami tanto dovresti essere solo contento per la mia
felicità. ”
“
Ma davvero non ti danno fastidio i commenti della
gente? Il fatto che appena passiate per strada la gente vi indichi?
”
“
Papà dimmi la verità, sei preoccupato
perché da fastidio a noi o a te? Io e
Nate siamo bene così: l'altra sera anche il reverendo Weber,
alla festa di
compleanno di sua figlia, ci ha dato la sua benedizione,
perché ha visto che
siamo felici e si è reso conto che tutto sommato se il
Signore ha voluto
così un motivo a lui noto ci sarà e
noi non siamo nessuno per contraddirlo. E comunque benedizione divina o
meno io
e Nate ce ne freghiamo altamente di quello che pensa la gente: se lo
fanno è
perché le loro vite sono tanto miserevoli e
poco interessanti e a quanto pare anche la tua papà se hai
tempo di stare
dietro a loro. ”
Esco dalla
stanza lasciandolo da solo; credevo che fosse venuto lì per
chiarire, invece
senza rendersene conto non ha fatto un solo passo avanti.
Aspetterò, perché non
voglio perdere mio padre, ma non mi ho intenzione di cambiare per
piacere a
lui.
Siamo agli sgoccioli ormai, ma questo non vuol dire che dovete abbassare la guardia... Ci risentiamo tra dieci giorni, così ho il tempo di aggiornare anche l'orginale, un bacio, Paola