La mia mente mi fa paura, ho postato tre nuove storie nel
giro di un giorno o..o
Come al solito, questa storia nasce da ciò che ho sognato
stanotte… Non penso che verrà eccessivamente lunga ma non prometto niente XD va
in base alle idee e all’umore del momento…
E dunque, che dire? XD cercherò di mantenere Tom il più
possibile fedele a Tom… O meglio, all’idea che mi sono fatta io di lui XD per
inciso, lo vedo come un ragazzo estremamente fragile che ha scelto la via del
male e della grandezza per una sorta di ‘rivalsa’ contro i genitori… Un finto
forte insomma, come i bulli che fanno i bulli appunto per mascherare la loro
vera natura. Beh, spero che possiate apprezzarlo anche così! XD
Il punto di vista comunque non sarà il suo ma quello di una
ragazza… Ci tenevo ad essere più chiara possibile comunque XD
Buona lettura! =)
Recensite in tanti! XD
Presentazione:
Negli anni di Hogwarts di Tom Riddle
un gruppo di ragazzi, chiamati ‘gli inafferrabili’, si divertono con uno strano
gioco: ‘rapiscono’ due ignari studenti nelle ore serali e li rinchiudono
misteriosamente in una stanza completamente buia, senza porte né finestre.
Le regole sono semplici: non svelare
la propria identità finché non si è fatta amicizia con lo studente sconosciuto.
Obiettivo del gioco? Favorire la
conoscenza di persone che, altrimenti, non avrebbero neppure saputo
dell’esistenza dell’altro.
***
Eva era una simpatica ragazza di
quindici anni, altezza media, lunghi capelli castani mossi e occhi azzurri. Non
era brutta e per questo molti ragazzi le facevano la corte, ma lei rifiutava
tutti poiché aveva un segreto inconfessabile: era totalmente e irrimediabilmente
innamorata di Tom Riddle.
Nel buio
Eva era una simpatica ragazza di
quindici anni, altezza media, lunghi capelli castani mossi e occhi azzurri. Non
era brutta e per questo molti ragazzi le facevano la corte, ma lei rifiutava
tutti poiché aveva un segreto inconfessabile: era totalmente e
irrimediabilmente innamorata di Tom Riddle.
Non ne era attratta come le altre
ragazze solo per la bellezza; dentro di sé custodiva gelosamente il ricordo del
loro primo incontro: il suo primo viaggio sull’espresso per Hogwarts la vedeva
nervosa e meravigliata insieme, lei che veniva da una famiglia babbana, così
dopo aver chiacchierato con qualche ragazza nel suo stesso scompartimento
decise di fare una passeggiata per non esplodere dall’emozione e cercare di rilassarsi.
Stava per entrare in bagno quando, dalla porta socchiusa, vide un ragazzino
della sua stessa età rannicchiato in un angolo.
Piangeva.
Cercava di fare il meno rumore
possibile ma i singhiozzi erano ben udibili ed Eva, certa di non dover
disturbare un momento così intimo, si eclissò silenziosamente e tornò al suo
scompartimento.
Negli anni vide quello stesso
ragazzino crescere, circondarsi di persone, diventare affascinante… Eppure
qualcosa non la convinceva. Era più che certa che i sorrisi che rivolgesse alla
gente e i suoi modi gentili fossero finti e non poteva far altro che chiedersi
cosa nascondesse mai nel cuore un ragazzo che durante il primo viaggio verso
Hogwarts si era chiuso in un bagno a piangere.
La sua curiosità divenne ossessione e
la sua ossessione divenne una cotta: fu così che Tom Riddle iniziò ad occupare
il centro dei suoi pensieri.
“Tu chi pensi che colpiranno
quest’anno gli inafferrabili?” le chiese la sua migliore amica e compagna di
casa, Annie.
“Oddio spero non me. Lo sai anche te
no? Sono terrorizzata dal buio.” disse Eva, sistemandosi la cravatta blu e nera
della divisa che aveva appena indossato.
Annie scoppiò a ridere.
“Seriamente, penso che esageri. Non
posso credere che veramente ti metti a piangere come una bambina se solo si
spengono le luci!”
“Ma l’hai visto con i tuoi occhi!”
ribatté lei, piccata.
“Comunque siamo arrivate.”
Scesero dal treno e si misero a cercare
una carrozza. Eva scorse Tom nella folla e il suo cuore sussultò, ma Annie la
trascinò decisa da un’altra parte e lei rimase sconsolata a guardare il ragazzo
salire a bordo di una carrozza, come al solito circondato dal gruppetto di
amici che pendevano dalle sue labbra.
“Ancora non te lo sei tirato via
dalla testa?!” chiese Annie, vedendo in che direzione andava il suo sguardo.
“Che posso farci? Ho una cotta, non
si cura con due mesi di vacanza.”
“Permesso… Scusate.” nella loro
carrozza si aggiunsero Beth e Daniel, la coppia più salda della scuola.
“Ohilà, compagne di dormitorio!” le
salutò Beth.
“Ciao promessi sposi.” rispose Eva
pigramente.
“Che hai da essere di malumore la
prima sera? Fra poco c’è il banchetto!”
“Oh, ha solo visto Tom come al solito
circondato da altre persone.” rispose Annie.
Eva le lanciò un’occhiataccia.
“Ancora ti perdi dietro a lui?”
intervenne Daniel “Lascia stare quella Serpe… Non fa per te. Puoi avere decine
di ragazzi migliori…”
Eva sbuffò e i suoi amici lasciarono
perdere.
Il banchetto d’inizio anno fu
stupendo come al solito e ben presto i tre amici si ritrovarono nella torre di
Corvonero, sbadigliando dal sonno.
“A domani!” si salutarono, poi
lasciarono Daniel con gli altri ragazzi e loro tre salirono verso il
dormitorio, dove trovarono le altre due compagne già addormentate.
Le settimane trascorsero lente e
frenetiche insieme, Eva si abituò presto al ritmo delle lezioni e fu sconsolata
di constatare che avrebbero seguito con i Serpeverde soltanto Pozioni e
Trasfigurazione. Poteva vedere Tom poche volte, esclusi i rari momenti dove lo
beccava nei corridoi o a pranzo, ma come a voler compensare passava tutto il
tempo osservandolo in adorazione e cercando di capire cosa nascondesse dietro
quegli occhi neri e profondi.
Aveva già provato, negli anni
precedenti, ad avvicinarsi a lui ma tutti i tentativi erano miseramente
falliti. Tom non si ricordava nemmeno il suo nome.
Aveva in qualche modo imparato a
farsene una ragione e, pur sperando che lui si accorgesse di lei, aveva smesso
di rendersi ridicola e viveva lasciando semplicemente scorrere il tempo,
accontentandosi di osservarlo da lontano. Almeno fino a che Annie non l’avesse
convinta a provarci di nuovo, per poi dirle “te l’avevo detto” dopo l’ennesima
figuraccia.
Eva stava tornando in sala comune
dopo essersi attardata in biblioteca a finire il tema di Difesa contro le arti
oscure quando qualcosa la colpì, e perse i sensi.
Si risvegliò ma aprendo gli occhi non
vide altro che nero. Li richiuse e li riaprì, come ad avere conferma, e si
ritrovò di nuovo avvolta nelle tenebre. Prese a tremare.
“C-c’è qualcuno?” chiese, sull’orlo
delle lacrime.
Sentì qualcosa muoversi e cacciò un
piccolo urlo.