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Autore: Mitsuki91    26/04/2012    5 recensioni
Negli anni di Hogwarts di Tom Riddle un gruppo di ragazzi, chiamati ‘gli inafferrabili’, si divertono con uno strano gioco: ‘rapiscono’ due ignari studenti nelle ore serali e li rinchiudono misteriosamente in una stanza completamente buia, senza porte né finestre.
Le regole sono semplici: non svelare la propria identità finché non si è fatta amicizia con lo studente sconosciuto.
Obiettivo del gioco? Favorire la conoscenza di persone che, altrimenti, non avrebbero neppure saputo dell’esistenza dell’altro.
***
Eva era una simpatica ragazza di quindici anni, altezza media, lunghi capelli castani mossi e occhi azzurri. Non era brutta e per questo molti ragazzi le facevano la corte, ma lei rifiutava tutti poiché aveva un segreto inconfessabile: era totalmente e irrimediabilmente innamorata di Tom Riddle.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Non tutto il male viene per nuocere'
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 Ciao a tutti! XD
La mia mente mi fa paura, ho postato tre nuove storie nel giro di un giorno o..o
Come al solito, questa storia nasce da ciò che ho sognato stanotte… Non penso che verrà eccessivamente lunga ma non prometto niente XD va in base alle idee e all’umore del momento…
E dunque, che dire? XD cercherò di mantenere Tom il più possibile fedele a Tom… O meglio, all’idea che mi sono fatta io di lui XD per inciso, lo vedo come un ragazzo estremamente fragile che ha scelto la via del male e della grandezza per una sorta di ‘rivalsa’ contro i genitori… Un finto forte insomma, come i bulli che fanno i bulli appunto per mascherare la loro vera natura. Beh, spero che possiate apprezzarlo anche così! XD
Il punto di vista comunque non sarà il suo ma quello di una ragazza… Ci tenevo ad essere più chiara possibile comunque XD
Buona lettura! =)
Recensite in tanti! XD

Presentazione:
Negli anni di Hogwarts di Tom Riddle un gruppo di ragazzi, chiamati ‘gli inafferrabili’, si divertono con uno strano gioco: ‘rapiscono’ due ignari studenti nelle ore serali e li rinchiudono misteriosamente in una stanza completamente buia, senza porte né finestre.
Le regole sono semplici: non svelare la propria identità finché non si è fatta amicizia con lo studente sconosciuto.
Obiettivo del gioco? Favorire la conoscenza di persone che, altrimenti, non avrebbero neppure saputo dell’esistenza dell’altro.
***
Eva era una simpatica ragazza di quindici anni, altezza media, lunghi capelli castani mossi e occhi azzurri. Non era brutta e per questo molti ragazzi le facevano la corte, ma lei rifiutava tutti poiché aveva un segreto inconfessabile: era totalmente e irrimediabilmente innamorata di Tom Riddle.


Nel buio

Eva era una simpatica ragazza di quindici anni, altezza media, lunghi capelli castani mossi e occhi azzurri. Non era brutta e per questo molti ragazzi le facevano la corte, ma lei rifiutava tutti poiché aveva un segreto inconfessabile: era totalmente e irrimediabilmente innamorata di Tom Riddle.
Non ne era attratta come le altre ragazze solo per la bellezza; dentro di sé custodiva gelosamente il ricordo del loro primo incontro: il suo primo viaggio sull’espresso per Hogwarts la vedeva nervosa e meravigliata insieme, lei che veniva da una famiglia babbana, così dopo aver chiacchierato con qualche ragazza nel suo stesso scompartimento decise di fare una passeggiata per non esplodere dall’emozione e cercare di rilassarsi. Stava per entrare in bagno quando, dalla porta socchiusa, vide un ragazzino della sua stessa età rannicchiato in un angolo.
Piangeva.
Cercava di fare il meno rumore possibile ma i singhiozzi erano ben udibili ed Eva, certa di non dover disturbare un momento così intimo, si eclissò silenziosamente e tornò al suo scompartimento.
Negli anni vide quello stesso ragazzino crescere, circondarsi di persone, diventare affascinante… Eppure qualcosa non la convinceva. Era più che certa che i sorrisi che rivolgesse alla gente e i suoi modi gentili fossero finti e non poteva far altro che chiedersi cosa nascondesse mai nel cuore un ragazzo che durante il primo viaggio verso Hogwarts si era chiuso in un bagno a piangere.
La sua curiosità divenne ossessione e la sua ossessione divenne una cotta: fu così che Tom Riddle iniziò ad occupare il centro dei suoi pensieri.
“Tu chi pensi che colpiranno quest’anno gli inafferrabili?” le chiese la sua migliore amica e compagna di casa, Annie.
“Oddio spero non me. Lo sai anche te no? Sono terrorizzata dal buio.” disse Eva, sistemandosi la cravatta blu e nera della divisa che aveva appena indossato.
Annie scoppiò a ridere.
“Seriamente, penso che esageri. Non posso credere che veramente ti metti a piangere come una bambina se solo si spengono le luci!”
“Ma l’hai visto con i tuoi occhi!” ribatté lei, piccata.
“Comunque siamo arrivate.”
Scesero dal treno e si misero a cercare una carrozza. Eva scorse Tom nella folla e il suo cuore sussultò, ma Annie la trascinò decisa da un’altra parte e lei rimase sconsolata a guardare il ragazzo salire a bordo di una carrozza, come al solito circondato dal gruppetto di amici che pendevano dalle sue labbra.
“Ancora non te lo sei tirato via dalla testa?!” chiese Annie, vedendo in che direzione andava il suo sguardo.
“Che posso farci? Ho una cotta, non si cura con due mesi di vacanza.”
“Permesso… Scusate.” nella loro carrozza si aggiunsero Beth e Daniel, la coppia più salda della scuola.
“Ohilà, compagne di dormitorio!” le salutò Beth.
“Ciao promessi sposi.” rispose Eva pigramente.
“Che hai da essere di malumore la prima sera? Fra poco c’è il banchetto!”
“Oh, ha solo visto Tom come al solito circondato da altre persone.” rispose Annie.
Eva le lanciò un’occhiataccia.
“Ancora ti perdi dietro a lui?” intervenne Daniel “Lascia stare quella Serpe… Non fa per te. Puoi avere decine di ragazzi migliori…”
Eva sbuffò e i suoi amici lasciarono perdere.
Il banchetto d’inizio anno fu stupendo come al solito e ben presto i tre amici si ritrovarono nella torre di Corvonero, sbadigliando dal sonno.
“A domani!” si salutarono, poi lasciarono Daniel con gli altri ragazzi e loro tre salirono verso il dormitorio, dove trovarono le altre due compagne già addormentate.
Le settimane trascorsero lente e frenetiche insieme, Eva si abituò presto al ritmo delle lezioni e fu sconsolata di constatare che avrebbero seguito con i Serpeverde soltanto Pozioni e Trasfigurazione. Poteva vedere Tom poche volte, esclusi i rari momenti dove lo beccava nei corridoi o a pranzo, ma come a voler compensare passava tutto il tempo osservandolo in adorazione e cercando di capire cosa nascondesse dietro quegli occhi neri e profondi.
Aveva già provato, negli anni precedenti, ad avvicinarsi a lui ma tutti i tentativi erano miseramente falliti. Tom non si ricordava nemmeno il suo nome.
Aveva in qualche modo imparato a farsene una ragione e, pur sperando che lui si accorgesse di lei, aveva smesso di rendersi ridicola e viveva lasciando semplicemente scorrere il tempo, accontentandosi di osservarlo da lontano. Almeno fino a che Annie non l’avesse convinta a provarci di nuovo, per poi dirle “te l’avevo detto” dopo l’ennesima figuraccia.
Eva stava tornando in sala comune dopo essersi attardata in biblioteca a finire il tema di Difesa contro le arti oscure quando qualcosa la colpì, e perse i sensi.
Si risvegliò ma aprendo gli occhi non vide altro che nero. Li richiuse e li riaprì, come ad avere conferma, e si ritrovò di nuovo avvolta nelle tenebre. Prese a tremare.
“C-c’è qualcuno?” chiese, sull’orlo delle lacrime.
Sentì qualcosa muoversi e cacciò un piccolo urlo.
   
 
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